Iso Rivolta A3 Le Mans a Monza

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    Memento audere semper

    Group
    Administrator
    Posts
    179,946

    Status




     
    Top
    .
  2. WOSSNER
     
    .

    User deleted


    figa..


    e figa Merzario
     
    Top
    .
  3. Twister9
     
    .

    User deleted


    Nn ho ancora capito che macchina è...un Abarth?

    anche se la forma direbbe tutt'altro...è un 8 cilindri? (sono sicuro che non lo sarà ma il sound è da vecchio V8 :D )

    Cmq quell'evento doveva essere spettacolare
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar


    Memento audere semper

    Group
    Administrator
    Posts
    179,946

    Status
    image

    La Iso Rivolta è stata una casa automobilistica e motociclistica italiana attiva nel settore dei veicoli a motore dal 1947 al 31 dicembre 1974 che, negli anni, ha assunto varie denominazioni, da Iso Autoveicoli a Iso Rivolta per finire a Iso Motors dal 1973.

    La Iso Rivolta affonda le sue origini in una fabbrica di piccoli elettrodomestici (frigoriferi e scaldabagni) e materiale tramviario, la Isothermos, fondata a Genova nel 1939 (ma trasferita a Bresso nel 1942) dall'ingegnere Renzo Rivolta.

    Subito dopo la fine del conflitto, Renzo Rivolta decise di convertire la propria azienda alla produzione di motociclette, un tipo di mercato che in quegli anni offriva degli ottimi sbocchi commerciali. Nel 1947 fece il debutto il primo motociclo marchiato Iso, ossia il Furetto, dotato di motore a due tempi da 65 cc, che riscosse solo una tiepida accoglienza con pochi esemplari prodotti. Poco tempo dopo, fu la volta dell'Isoscooter, un modello equipaggiato da un motore da 125 cc. In seguito arrivò anche un motocarro denominato Isocarro, modello pensato per le esigenze dei lavoratori che a poco a poco cercavano di rimettere in moto l'Italia. In quel periodo arrivò anche la Isomoto 125: sia quest'ultima che l'Isocarro condividevano la stessa meccanica, che poi era la medesima dell'Isoscooter, e che era consistente in un monocilindrico sdoppiato che si rivelò ben presto molto solido ed affidabile.

    All'inizio del 1952, fu lanciata la Isomoto 200, sorella maggiore della Isomoto 125, dotata di un monocilindrico sdoppiato da 198 cc, in grado di erogare circa 9 CV a 4750 giri/min.

    L'ultima motocicletta presentata dalla Iso fu poi la Iso 500 del 1961.

    A quel punto Renzo Rivolta stava già pensando al salto di qualità: voleva infatti realizzare un'autoveicolo che stesse a metà strada tra la moto e l'automobile, in maniera tale da colmare il divario tra la classica motocicletta e la vettura italiana più economica del momento, cioè la Fiat Topolino. L'idea era quella di proporre una motocicletta dotata di carrozzeria, per avere un mezzo ugualmente economico, ma che consentisse di viaggiare al chiuso come nelle normali automobili.
    Schemi della Isetta-Bmw 300 prima serie del 1955/56

    Fu così che la ragione sociale dell'azienda fu mutata in Iso Autoveicoli e nel 1953 fu lanciata Isetta, una particolarissima autovettura dalla forma "ad uovo", mossa dal motore della Isomoto 200, successivamente rialesato a 236 cc. Una sorta di scooter cabinato, con quatto ruote (le due posteriori ravvicinate) e l'abitacolo (per 2 persone) con un'unica via d'accesso: la porta frontale (che faceva anche da muso alla vettura), inglobante anche parabrezza e volante.

    In Italia la Isetta non colse un gran successo e Renzo Rivolta corse ai ripari cercando un acquirente per il suo progetto. Lo trovò dopo alcune ricerche nella BMW che navigava in acque tutt'altro che tranquille, a causa dei riassetti post-bellici tutt'altro che favorevoli alla Casa bavarese e dei modelli d'alta fascia da essa proposti dopo il conflitto che non riscossero molto successo.

    La situazione della BMW era quasi critica ed il lancio della BMW 250, ossia l'Isetta marchiata BMW, non poté che portare buoni risultati, anzi, quasi ottimi, visto che l'Isetta prodotta su licenza in Germania raccolse molti più consensi che non in Italia.
    L'Isetta nella versione "autocarro" esposta al Salone di Torino del 1954

    Nel frattempo, la Iso vendette il progetto anche ad altre aziende perché ne producessero una loro versione: nacquero così le VELAM Isetta per il mercato francese e le Romi Isetta per il mercato brasiliano e sudamericano in generale. La Isetta fu proposta anche per i mercati statuintense e anglosassone, ma con meno successo.

    Alla fine del 1956, la Iso Isetta fu tolta di produzione. Nel frattempo, la Casa di Bresso realizzò la Iso 400, una piccola vettura dall'impostazione più convenzionale, con carrozzeria a tre volumi, che però rimase allo stadio di prototipo.

    All'inizio del 1957, la Iso terminò la propria attività nel settore delle microvetture e delle moto e Renzo Rivolta decise di effettuare un nuovo cambio di rotta e, sulle ceneri della Iso Autoveicoli, fondò la Iso Rivolta, una Casa automobilistica orientata alle granturismo ad alte prestazioni.

    Il passaggio vero e proprio verso la produzione di autovetture avvenne nel 1962, con la presentazione al pubblico della GT 300, una lussuosa coupé a 3 volumi disegnata da Bertone (attraverso la matita di Giorgetto Giugiaro), progettata da Giotto Bizzarrini e mossa dal V8 della Chevrolet Corvette. Il 300 della sigla indicava la potenza del motore: 300 cv. Da quel momento fu chiaro anche che tipo di automobili avrebbe prodotto la Iso: gran turismo ad alte prestazioni dalle finiture di altissimo livello.

    Con l'avvio delle vendite anche negli Stati Uniti e la stipula di un contratto di fornitura stabile di propulsori con la General Motors, la Casa del grifone avviò la produzione di una serie di nuovi modelli, tutti basati sul telaio (standard, allungato o accorciato) della GT 300.


    Così nacquero la coupé sportiva Grifo (1965), con motori da 5,4 a 7 litri, la berlina di lusso Fidia (1968) e la gran turismo 2+2 Lele (1969), disegnata da Marcello Gandini, capoprogettista della Bertone.

    Dalla fine del 1971, a causa delle svantaggiose condizioni economiche imposte da GM (che pretendeva il pagamento anticipato dei motori, che dovevano essere, oltretutto, acquistati in blocco), la Casa adottò motori Ford Cleveland.

    La concorrenza di marchi prestigiosi, soprattutto Maserati e Aston Martin (ma anche, per certi modelli, Ferrari e Lamborghini), e la crisi petrolifera del 1973, misero in crisi finanziaria la Iso Rivolta. All'inizio del 1973 la famiglia Rivolta cedette la proprietà al finanziere italoamericano Ivo Pera e la ragione sociale divenne Iso Motors & Co.

    Un accordo con la Philip Morris ed il giovane team manager Frank Williams portò, sempre nel '73, alla formazione della squadra di Formula 1 Iso-Marlboro ( prima denominazione dell'attuale Frank Williams Racing Cars).

    Le spese per la gestione del Team, il calo delle vendite per la crisi economica e sociale della prima metà degli anni settanta ed il miraggio del mercato USA (dove la Casa ottenne con ritardo lo status di "Piccolo costruttore", che implicava norme di omologazione meno severe) portarono, il 31 dicembre 1974, alla cessazione della produzione automobilistica.
     
    Top
    .
  5. Twister9
     
    .

    User deleted


    alla fine monta un V8


    che orecchio che ha il vostro Twist eh? :D
     
    Top
    .
4 replies since 10/4/2010, 18:35   413 views
  Share  
.