La mamma e la zia di Lorenzo

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    La nebbia era molto fitta, vedevo solo a pochi metri davanti a me. Il mondo attorno lo percepivo solo attraverso il senso dell’udito: Sentivo le sirene delle navi, che all’entrata del porto, segnalavano la loro presenza. I gabbiani reali, con il loro verso caratteristico, delimitavano il territorio di caccia. Il rumore atavico delle onde che si infrangevano sulla battigia mi indicavano la direzione da tenere per ritornare nel punto da dove ero partito per la mia passeggiata mattutina.
    Le mie scarpe affondavano nel sedimento arenario che costituiva la spiaggia. Qualche voltapietre, poco lontano da me, velato dalla nebbia, girava le conchiglie con il proprio becco ricurvo, alla ricerca di qualche succulento mollusco.
    Mi piaceva l’ambiente marino nel periodo invernale. Anche il freddo non mi dispiaceva, anzi mi faceva sentire vivo, l’aria fredda e umida respirata dai miei polmoni mi galvanizzava e mi ossigenava. L’odore ancestrale del mare mi regalava delle piacevoli sensazioni di spazio e libertà.
    Affrettai il passo, volevo arrivare al mio alloggio prima che la madre e la zia di Lorenzo arrivassero.
    Dividevo l’appartamento con due miei compagni di università, erano dei ragazzi simpatici che avevo conosciuto su weenky, avevano vent’anni, uno più di me, il social mi aveva permesso di scegliere degli studenti che frequentassero la mia stessa facoltà, nel giro di un paio di mesi avevamo instaurato un bel rapporto di amicizia e complicità, ed oltre a studiare ci divertivamo anche. L’ateneo era piuttosto lontano dal lido dove avevamo preso casa, ma in compenso risparmiavamo abbondantemente sulla pigione.
    La mamma di Lorenzo aveva telefonato qualche giorno prima per avvertire del suo arrivo, durante il viaggio sarebbe stata accompagnata da sua sorella, visto il lungo tragitto che separava Maratea da Marina Di Ravenna
    Varcai la porta di casa, posai le chiavi sul mobile in corridoio, girai l’angolo del disbrigo e mi si parò davanti una scena alquanto intrigante, anche se non inusuale: Flavio e Lorenzo, nudi, si stavano segando vicendevolmente. Loro due erano dei bisex convinti e non si facevano eccessivi problemi a mostrarsi durante i loro lubrici amplessi, in poco tempo avevano coinvolto anche me nei loro giochi, iniziandomi a mia volta ai piaceri androgeni. Mi avvicinai, loro mi sorrisero, Lorenzo mi disse:-“Dai Stefano….Dammi una ciucciatina…So che sei affezionato al mio cazzo!…Sono sicuro che lo vuoi!” In effetti aveva ragione: Vedere i loro bei cazzi in erezione, vedere loro che si palpavano a vicenda, aveva stimolato la mia voglia e mi si era drizzato di colpo.
    Mi inginocchiai, Flavio mi fece posto, strofinai il naso e le labbra sul glande lucido di Lorenzo inumidendomeli con l’oleoso e aromatico liquido che imperlava il suo prepuzio. Lo scappellai ed annusai aspirando con bramosia. L’odore di piscio e l’effluvio tipico di maschio eccitato era piuttosto intenso.
    Leccai la punta del suo cazzo odoroso, il sapore salaticcio della sua urina e il dolce della sua eccitazione, si fondevano in un mix tremendamente eccitante, lo succhiai con avidità ed ingordigia.
    Alzai gli occhi e vidi i due miei amici che si stavano baciando, slinguandosi per bene, con abbondante saliva. Lorenzo si stese sul letto mettendosi su un fianco, lo sentii dire:”Dammi il cazzo da succhiare!… Mettimelo in bocca!…. Ho voglia di sborra!” Flavio non si fece attendere, si mise in ginocchio sul letto e mise il cazzo davanti alla faccia di Lorenzo, lui chiuse gli occhi, ed estasiato, annusò a lungo, esternò il suo gradimento con lievi mugolii, lo prese in bocca iniziando a ciucciarlo, mentre io succhiavo lui che muoveva il bacino per spingermi il cazzo in gola, lo sentivo sospirare di piacere sollecitato dalla mia lingua. Io mi stavo segando con energia, eccitato dal licenzioso sapore del suo uccello e dall’odore dei peli del suo pube sudato ed impregnato da precedenti sborrate, che mi solleticavano il naso.
    Lorenzo alzò una gamba piegandola all’altezza del ginocchio, così facendo mi permise l’accesso al suo culo: Gli allargai le chiappe con le mani e portai le mie narici a contatto con il suo buco peloso, l’odore era intenso, ero deliziato dal suo estatico afrore, infilai la lingua nel suo orifizio, il sapore era oscenamente amaro, mi spinsi più in profondità, conscio di quello che stavo assaggiando. Avevo leccato spesso il culo ad esponenti del genere femminile, ma leccare il culo ad un uomo era tremendamente trasgressivo.
    Flavio spompinato da Lorenzo, con voce affannata farfugliò:_”Si!…Così!…Aaah…Mi stai facendo venire….Si!…Oh Si!…Sborro!…Oh cazzo!…Ti vengo in bocca!!!” Stimolato dalla avidità con cui Lorenzo lo stava succhiando, gli riversò in gola una copiosa e densa sborrata che lui deglutì rumorosamente con piacere e dopo aver ingurgitato, si pulì la bocca umettandosi le labbra con la lingua alla ricerca dei rimasugli dell’orgasmo di Flavio. Lo sentii mugolare di piacere mentre io lo inculavo con la lingua, si dimenava godendosi il mio lavoro di bocca mentre gli palpavo il cazzo. Glielo ripresi in bocca e mentre ancora suggeva le ultime gocce di sperma dalla verga dell’amico, avvertii il suo uccello ingrossarsi, lo sentii dimenarsi spasmodicamente, mi riversò in bocca dei corposi e saporiti fiotti di pastoso liquido seminale, ingoiai con calma assaporando con piacere il suo nettare, lo pulii bene, aspirai cercando di svuotarlo tutto. Lorenzo, sorridendomi ansimante mi disse:”Non c’è che dire hai imparato a succhiare il cazzo in maniera sublime!….E nessuno mi aveva mai leccato il culo così bene!…Si vede che ti piace!” Gli sorrisi ancora con la sua verga in bocca mentre finivo di aspirare dal meato le ultime gocce del licenzioso liquido .
    Flavio si abbassò verso di mè prendendomi la testa tra le mani ed infilandomi in bocca la lingua alla ricerca di residui di sborra del nostro amico comune.
    Sentimmo il campanello suonare, ci ricomponemmo in tutta fretta, chiusi la porta della camera, mentre i miei due porci di amici si rendevano presentabili vestendosi.
    Aprii il portoncino blindato, restai piacevolmente stupito di trovarmi davanti due gnocche strepitose: Quella che poi scoprii essere la mamma di Lorenzo, era una bella signora leggermente formosetta, non molto alta, ma era una concentrazione di sensualità: I folti capelli ricci e castani abbellivano un bellissimo e simpatico viso sorridente, le sue labbra erano spesse ed invitanti, gli occhi furbi, di un bel verde, si sposavano bene con la sua carnagione scura. Ma il fisco era quello che più mi aveva colpito: Sotto il cappotto aperto si indovinava un bel culo a mandolino valorizzato da una corta gonna nera piuttosto aderente che mostrava abbondantemente due belle coscione formose. Il seno, coperto da un attilato maglioncino rivelava delle forme belle piene di una bella quarta, una gran figa!
    La sua accompagnatrice era la sua copia più giovane, ma l’espressione del suo viso denotava una sfrontatezza che mancava alla sorella, lo si notava anche nel suo modo di vestire più libertino e dal sorriso canzonatorio che le addolciva il viso stupendo.
    Tutte e due ostentavano un trucco pesante.
    Valutai la loro età sui quarantacinque quarantotto anni, poi scoprii che la mamma del mio amico ne aveva cinquantaquattro, mentre sua zia ne aveva cinquantuno. Decisamene la oro età la portavano bene!
    -“Pensi di farci entrare o ci lasci qui sulla porta a sbavare su di noi?” Quella che aveva parlato era la zia.
    Cazzo!…Diventai rosso come un peperone, mi spostai per farle passare, mi scusai:-“Scusate mi ero perso un attimo” Paola rincarò la dose:- “Si!…Infatti…Ho ben visto dove ti eri perso!” Laura, sua sorella si mise a ridere divertita:-“Smettila Paola!!” E poi rivolgendosi a me:-“ Ti sta prendendo in giro…Io sono Laura e sono la mamma di Lorenzo, lei è Paola, mia sorella e tu, dalle descrizioni di mio figlio devi essere Stefano.” Assentii e porsi la mano, Paola la disertò, si alzò sulle punte, mi prese per i fianchi e mi diede un bacio a fior di labbra.
    Si soffermò un attimo di troppo, mi guardò con un sorriso stupito e con un’aria interrogativa: Cazzo!…Non mi ero lavato la faccia!!
    Sua sorella si guardò attorno annusando l’aria, mi disse:-“C’è uno strano odore qui dentro!” Paola, sorridendomi furbescamente, rincarò:-“E’ vero!….C’è proprio un odore strano qua dentro!”
    Prima che io avessi la possibilità di ribattere, i miei compagni uscirono dalla camera.
    Lorenzo salutò la madre e la zia abbracciandole con affetto, Flavio, che come me era rimasto folgorato dalla loro bellezza, le salutò con un grado di enfasi che provocò uno scoppio di ilarità nelle due donne. Lui si giustificò dicendo:-“Lorenzo non mi avevi mai detto che avevi una zia ed una mamma così carine, se l’avessi saputo mi sarei messo in tiro!” Loro gli sorrisero lusingate, e Paola più intraprendente, si sporse verso l’adulatore, gli diede un bacio sfiorandogli le labbra, come aveva fatto poco prima con me, ringraziandolo:-“Sei molto gentile a fare i complimenti a due tardone come noi!” Io intervenni:- “Beh… Se le tardone sono tutte incantevoli come voi….Evviva le tardone!!!” La madre del nostro amico, rossa in volto disse:-“Ci fanno molto piacere i vostri complimenti….Stefano potevi anche avvertirci che avevi due compagni di università così galanti!….Ci saremmo vestite più carine!” Lorenzo gli disse:-“Siete già due bellissime gnocche vestite così!” Scoppiarono di nuovo a ridere per la sua uscita, mia zia lo abbracciò baciandolo sulle labbra a stampo e guardandolo seducente gli disse:-“Guarda che potrei dimenticarmi che sei mio nipote!”
    Dopo i vari convenevoli, ci chiesero dove avevamo prenotato per la loro permanenza a Marina. Lorenzo gli disse che sarebbero state nostre ospiti: Nell’appartamento avevamo una camera matrimoniale addizionata di un terzo letto, loro tre avrebbero dormito li, mentre i suoi compagni avrebbero dormito nella camera più piccola e che ci faceva molto piacere ospitarle nel nostro umile alloggio. Si guardarono tra loro, dissero che non volevano disturbare ma convinte dalla nostra insistenza, dopo qualche tentennamento accettarono.
    Ormai era quasi ora di pranzo, io ero quello che se la cavava meglio in cucina, quindi mi accinsi a preparare qualcosa da mettere sotto i denti.
    Laura e Paola si cambiarono, mettendosi qualcosa di più leggero:
    La madre di Lorenzo indossò una gonna blu piuttosto corta ed ampia, sopra vestiva una maglietta a maniche corte bianca che stringeva sul suo voluminoso seno leggermente cadente, mettendo in evidenza i suoi bei capezzoloni scuri che si vedevano in trasparenza e rivelavano l’assenza del reggipetto.
    Sua sorella aveva indossato dei pantaloncini attilatissimi che mettevano ben in evidenza il suo culo e disegnavano la forma del suo sesso in modo indecente, non si vedeva nessun segno di intimo. Il suo abbigliamento era completato da un top che a malapena le copriva i capezzoli, che sembravano voler bucare la stoffa leggera e gli lasciava scoperta la pancia. Le spalle erano coperte da una leggera camicia tenuta aperta. Era un abbigliamento più adatto a delle curve da ragazzina, piuttosto che alle forme abbondanti di una signora matura. Ma proprio per questo il suo aspetto era tremendamente eccitante, al limite dell’osceno.
    Io dalla cucina fischiai in segno di ammirazione, Paola mi ringrazio con un bacio soffiato sulla mano.
    Lorenzo chiese notizie di suo padre e suo zio, sua madre lo tranquillizzò dicendogli che andava tutto bene, che lo salutavano e che erano dispiaciuti di non aver potuto raggiungerlo anche loro ma che il lavoro che svolgevano a Potenza non gli permetteva di assentarsi.
    Lorenzo ci spiegò che loro lavoravano tutti e due per una azienda che operava per le ferrovie dello stato, che in quel periodo stava manutentando un importante snodo ferroviario, che non poteva essere interrotto e quindi dovevano lavorare anche in quel lungo ponte festivo. D’altronde, solitamente, lavoravano lontano da casa per buona parte della settimana, rientrando solo per il weekend ed a volte neanche per quello.
    Ci sedemmo a tavola e ci gustammo il primo a base di spaghetti alle vongole che era il mio cavallo di battaglia, accompagnato da un contorno di verdura fresca. La madre di Lorenzo, mise in tavola della pezzenta: Una tipica salciccia Lucana preparata con le parti povere del maiale, lei sapeva che suo figlio ne andava pazzo, perciò la aveva portata da casa. Era veramente buona, mangiammo con gusto, anche se non era semplice concentrarsi sul cibo, con quelle due belle milfone sedute a tavola: Non sapevo dove guardare, il mio sguardo spaziava dalle generose forme del seno di Paola seduta davanti a me, alle cosce di Laura, seduta al mio fianco, che lei non si preoccupava di coprire.
    Avevo il cazzo che spingeva contro la patta dei pantaloni che sembrava voler lacerare il tessuto!
    Io e Flavio ci guardavamo in faccia sbigottiti da quel provocante modo di vestire di due donne mature e formose, davano l’idea di essere delle gran troie, delle navi scuola con la passione dei ragazzini.
    Ci stavamo scolando una bottiglia di buon vino, eravamo tutti allegri e scherzavamo tra di noi.
    Mentre ridevo di una battuta di Lorenzo, facendo finta di niente, senza farmi scorgere dagli altri, misi una mano sulla coscia di Laura. Lei non fece una piega! La lasciai li per qualche attimo e poi la tolsi per non farmi sgamare dagli altri, ma avevo capito che ci stava.
    Finimmo di mangare, le due donne dissero che se non ci dispiaceva si sarebbero ritirate per riposare dal lungo viaggio.
    Lorenzo le fece accomodare in camera e poi ci raggiunse nella nostra camera dove ci eravamo ritirati per studiare.
    Presi il discorso alla larga:- “Certo che tua zia e tua mamma sono veramente delle belle donne!…Ehm…Anche molto….Avvenenti!…Forse vestite in maniera un po provocante…No? ” Lorenzo mi guardò leggermente imbarazzato;- “ Vuoi dire che sono due troie?” Ribattei contrito:- “Scusami non intendevo…” Lorenzo mi interruppe:- “No, no…Non devi scusarti…Sapessi quante corna mettono ai mariti mentre loro sono in giro per lavoro!…Credo che mio padre lo sappia e tutto sommato gli vada bene così!” Intervenne Flavio:- “Io se avessi una zia così me la sarei già scopata da un pezzo!!” Lorenzo scoppiò a ridere e scioccandoci disse:- “ Infatti è quello che ho fatto già molte volte!!” Io chiesi:-“Ma tua mamma lo sa?” Lorenzo rispose:-“Certo che lo sa!…Anzi un paio di volte me le sono fatte assieme!” Io e Flavio ci guardammo esterrefatti, ma che cazzo di famiglia era!?
    Sapevo di casi di incesto, ma poter esserne testimoni diretti era ben diverso!
    Flavio eccitato, strizzandosi il cazzo duro attraverso i pantaloni, disse:- “che troie!!.”
    Anch’io ero tremendamente arrapato, mi strofinavo la verga da sopra i pantaloni, il pensiero di Lorenzo che si scopava la zia e la madre mi faceva impazzire di lussuria, mi sbottonai i pantaloni, me li abbassai a mezza gamba, mi presi in mano il cazzo duro smanettandomelo. Lorenzo a sua volta eccitato abbassò i pantaloni a sua volta, si girò con il culo verso di me ed aprendosi le chiappe mi disse:-“Dai…Mettimelo in culo… Sfogati….Sborrami in culo pensando a quella troia di mia mamma!!” Quel maiale era degno figlio di sua madre!!
    Prima che proferissi parola Flavio si inginocchiò dietro a Lorenzo, mi guardò e disse:-“Te lo preparo io!!” Spinse la faccia tra le sue natiche, incollando la bocca all’ano e infilandogli la lingua in profondità. Io aspettavo palpandomi. Quando flavio si spostò infilai la verga nelle terga di Lorenzo in un sol colpo, pompandolo con tutta la forza che avevo, tanto sapevo che lui era ben aperto e gli piaceva quel genere di trattamento.
    Flavio si segava guardandoci, mentre Lorenzo si smanettava gemendo sotto i miei colpi.
    Ero molto eccitato e non ci misi molto a farcire il buco del culo del mio amico, lui quando si sentì riempire dal caldo liquido, venne a sua volta imbrattando il copriletto, alzò il tono della voce mentre gemeva, gli misi una mano davanti alla bocca per soffocare i suoi gemiti, sentii la sua lingua leccarmi le dita mentre finiva di spruzzare il letto!
    Alle mie spalle, Flavio si era avvicinato e strofinava il suo cazzo sulle mie chiappe schizzandomele con il suo seme.
    Estrassi l’uccello gocciolante dal culo di Lorenzo, lui si girò a prendermelo in bocca, mi ripulì dai rimasugli della mia sborra e dai residui del suo culo.
    Flavio mi stava spalmando la sborra sulle chiappe con le mani, penetrando anche nella fessura tra le chiappe: Era semplicemente sublime!!
    Lorenzo mi baciò, le sue labbra sapevano di me e del suo culo.
    Ci ricomponemmo, in parte appagati dall’eccitazione di prima.
    Lorenzo ci disse:-“Mi sa che in questi giorni ci divertiremo!” Flavio si informò:- “Cos’è che te lo fa pensare?” Lorenzo enigmatico, con uno strano sorrisino dipinto sul volto, disse:-“ Lasciate fare a me!!”
    Io e Flavio ci guardammo interrogativamente, poi io dissi:-“E’ meglio che studiamo un po.
    Il pomeriggio passò, con noi immersi nello studio e le due donzelle a riposare.
    Verso le diciotto io uscii dalla stanza per andare in cucina ad imbastire la cena, La porta della camera di Paola e sua sorella si aprì, ne uscì Laura indossando solo uno striminzito perizoma, che a stento copriva la sua figona, il cui pelo sbordava su tre lati: Con il suo fisico formoso, la sua età, e con quel tipo di intimo adatto ad una donna molto più giovane, con le grosse tettone che puntavano verso il basso, era a dir poco oscena. Il mio cazzo guizzò verso l’alto e sicuramente sul leggero tessuto della tuta si notava.
    Lei guardò verso il mio inguine, le si dipinse un sorrisino divertito sul volto e mi disse:-“Oh…Scusami…Devo solo andare in bagno.” Io sconvolto dall’eccitazione provocata da tanta troiaggine, deglutendo riuscii solo a dire:- “Prego…. Fai pure” Passò oltre sculettando con il bel culo polposo, il filo interdentale del perizoma spariva tra i glutei, notai che non aveva un filo di cellulite, nonostante le natiche belle grosse e burrose.
    Entrò in bagno accostando appena la porta, io mi diressi in cucina mentre sentivo lo scroscio della sua urina colpire il fondo del Wc: Quanto avrei voluto essere tra le sue gambe a leccare il suo biondo nettare speziato!
    Mi misi ai fornelli. Preparai della zuppa di pesce, condita con abbondante aglio e peperoncino, aggiunsi dei pomodorini e lasciai cuocere aggiungendo il pesce a seconda dei tempi di cottura. Misi a tostare dei crostini di pane.
    Come antipasto preparai un’impepata di cozze.
    Una cena “leggera” ma che innaffiata con del buon pagadebit locale, sarebbe stata sicuramente apprezzata.
    Chiamai i commensali a tavola. Flavio, anche se lo mangiava, non era un gran estimatore di pesce. Lamentandosi mi disse:-“Che puzza!” Paola intervenne con una provocante battuta:-“Il pesce è come la figa!…Più puzza e più è buono!” Ridemmo della sua uscita.
    Mangiarono tutti leccandosi le dita.
    A tavola eravamo allegri e scherzavamo con battute più o meno pesanti, accompagnate da qualche allungamento di mani, di cui le due maialine non si lamentavano, anzi! Notai Lorenzo fare il polipo con la zia in più di una occasione, lei gradiva con delle sguaiate risate, per niente imbarazzata dalla nostra presenza!
    Paola indossava solo una camicia che arrivava a stento a coprire i glutei, da seduta copriva ancora meno! Lorenzo la provocò:-“Senti Zia…Ma indossi le mutandine sotto a quella camicia?” Scoppiarono tutti a ridere, ce lo eravamo chiesti tutti. Io rincarai:-“In effetti me lo sono chiesto anch’io!” Paola con uno sguardo languido ci rispose:-“Vi piacerebbe scoprirlo, vero Porcellini!?” Flavio azzardò:- “Io scommetto che non le porta” Io dissi:-“ Io scommetto, che piccole ma le indossa.” Paola si intromise:-“Quindi io dovrei alzarmi la camicia per farvi vedere se indosso le mutande o meno, giusto?….Ok!…Ci sto!…ma bisogna mettere qualcosa in palio, altrimenti che gusto c’è!” Lorenzo propose un pompino al vincitore. Paola guardandoci con una faccia in cui era dipinta sua voglia ci disse:-“Siete propri un trio di porcellini!!…Va bene, ma gli altri devono solo guardare, ok?” Assentimmo.
    Laura disse:-“Certo che ho proprio una sorella troia!!” Lei gli sorrise.
    Paola si mise in piedi a gambe larghe e prendendosi i bordi della camicia, guardandoci in maniera lasciva, godendo della nostra attesa, ci fece soffrire prima di sollevarsi di colpo l’indumento:-“ Hop!…Contenti?…Vi piace la mia passera pelosa?” Cazzo!! Che troia!! A gambe larghe con la patonza pelosa ben in vista sotto alla pancetta prominente, era uno spettacolo di un’osceno pazzesco!!…Eh già… Non portava l’intimo come tutti sospettavamo.
    Eravamo paralizzati davanti a quel lubrico spettacolo.
    Paola ci destò dalla nostra estatica visione, sempre tenendosi sollevata la camicia , disse:-“ Allora chi è il fortunato?….Dai che ho voglia di bere la sborra del vincitore!!” Cazzo!! Avevo ben capito che era una gran puttana, ma non immaginavo tanto, solo poche ore prima neanche ci conoscevamo!!
    Flavio, il vincitore, si fece avanti per riscuotere il premio. Senza una parola Paola si inginocchiò ai suoi piedi, gli slacciò pantaloni, il cazzo era solamente barzotto, probabilmente Flavio era intimorito da tanta intraprendenza.
    Paola gli prese in bocca il l’uccello solo dopo averlo lungamente annusato, lo succhiava lentamente, gustandoselo con calma, in breve la verga divenne durissima stimolata dalla esperta bocca della troia. Flavio gemeva esternando il suo godimento, tenendola per i capelli ed accompagnandola nella fellatio.
    Sentii dei rumori alle mi spalle che mi fecero girare, Lorenzo era in piedi a fianco di sua mamma, le aveva sollevato la gonna dietro e le aveva infilato le mani dentro alle mutande palpandola, mentre lei, lasciandosi fare, ad occhi spalancati e bramosi, guardava sua sorella spompinare il nostro giovane amico.
    La bocca sapiente di paola, si era abbassata a leccare le palle di Flavio, lui aveva allargato le gambe per agevolarla nel suo fare, aveva la bocca aperta ansimante dal piacere. Lei ritornò ad ingollare il cazzo, in breve Flavio le eruttò il suo nettare in bocca che lei ingoiò con evidente piacere.
    Lei si alzò, si avvicinò a sua sorella e porgendogli le labbra le disse:-“Assaggia!!”
    Laura infilò la lingua in bocca alla sorella alla ricerca di quel maschio sapore che ancora aleggiava tra le voraci fauci a Paola, si slinguarono a lungo, sotto il nostro sguardo libidinoso, mentre Lorenzo aveva ancora le dita infilate nel culo della madre! Le estrasse portandosele al naso, annusando rumorosamente con gusto.
    Ci ricomponemmo ancora eccitati, ma soddisfatti della serata.
    Stanchi per tutte le emozioni della giornata, decidemmo di comune accordo di ritirarci a dormire.
    A turno approfittammo del bagno, Laura pisciò con la porta spalancata, regalandoci l’ultima emozione prima di coricarci.
    In camera, vedendomi eccitato, Flavio si impadronì del mio cazzo segandomelo mentre io lo baciavo mulinando la lingua nella sua bocca, la mia prorompente eccitazione mi portò in breve al terzo orgasmo della giornata.
    Sfiancati, ci addormentammo cullati dai gemiti provenienti dalla camera adiacente, dove la stanchezza non riusciva ad averla vinta sulla libidine delle due troie.
    Al mattino fummo svegliati dalla porta che si apriva, Lorenzo si presentò nudo, con l’aria stralunata ed i capelli spettinati, che sembravano essere stati colpiti da una scarica elettrica! disse solo:-“ Venite con me!”
    Lo seguimmo fino nella camera adiacente, dove avevano dormito le due tardone.
    Ci si presentò uno spettacolo di un’oscenità incredibile: Le due troie erano stese sulla schiena completamente nude, con le gambe larghe sul letto sfatto. La scena era resa più lubrica dalla pesantezza dei corpi delle due puttanone mature: Due bei seni leggermente cadenti, impreziositi da due lunghi e grossi capezzoloni da vacca erano adagiati sopra alla loro pancetta, sotto la quale, sul il punto di congiunzione delle grasse coscie, una folta peluria castana non riusciva a nascondere la bella figona aperta, con delle piccole labbra grosse e scure, così sporgenti che le grandi labbra non riuscivano a celare. Dalla spacca di Laura stava colando del liquido traslucido che sembrava sborra che le impiastricciava i peli.
    Ci guardavano sorridenti, i loro capezzoli dritti e le loro fighe aperte rivelavano lo stato di eccitazione in cui versavano!
    Laura disse:-“Entrate pure…Ce n’è per tutti!…Da come ci sbavavate dietro ieri sera, si capisce che avete un enorme bisogno di figa!” Paola intervenne sorridendoci lascivamente:-“Venite…Noi ci sacrificheremo volentieri!…Non avete più bisogno di farvi tra di voi!…Lorenzo ci ha detto tutto!…Adesso potete levarvi la voglia con le nostre fighe!…Forza datevi da fare!!…Montateci!!”
    Cazzo!! Erano passate solo poche ore da quando erano arrivate e già erano a gambe larghe pronte a prenderlo nella passera, erano molto, molto più troie di quanto pensavamo, per non parlare di quella maiala di Laura si era fatta scopare da suo figlio, visto la sborra che ancora le colava dalla figona e che ormai stava inzaccherando le lenzuola!
    Flavio si precipitò tra le gambe di Paola a leccarle la figa ed io feci lo stesso con Laura, Gli annusai la patonza che odorava pesantemente di urina e sudore, oltre che dell’afrore dolciastro tipico della passera eccitata. Non si erano fatte la doccia la sera prima, sicuramente non si lavavano almeno da un paio di giorni, da quando cioè erano partite da casa. Tra gli odori indovinai anche quello della sborra di suo figlio che ormai conoscevo.
    Con avidità mi saziai con i suoi umori e succhi, spingendomi fino tra le natiche, dove l’odore era impressionante. Spinsi la lingua all’interno del suo buco del culo, con suo grande piacere, di cui mi faceva partecipe urlando e dimenandosi, agevolandomi nella penetrazione del suo sfintere. Il sapore osceno ed amarognolo del suo culo mi eccitava in maniera assurda.
    Ritornai sulla figa per completare la mia lubrica opera di pulizie, mentre lei mi incitava contorcendosi spasmodicamente dal piacere:-“Oh si!!…Lecca la figa della mamma…Puliscila bene…Senti come è buona!…Ti piace vero?” I sussulti aumentarono, si mise ad urlare, mi prese la testa tra le mani spingendola sul sesso ed inarcò il bacino verso l’alto, urlando il suo orgasmo:-“Aaah…Vengo!…Cazzo!!!…E’ bellissimo…Senti come sbrodolo…Bevi tutto!…Saziati della tua mamma!!” Per il fatto che io fossi così giovane mi immedesimava con suo figlio e probabilmente godeva molto di più a quel pensiero.
    Leccai tutto il suo copioso nettare, non finii neanche di bere, che la sentii urlare:-“Oh Dio…Sto venendo di nuovo!…Leccami la clitoride che vengo ancora…Stupendo!!” La stimolai secondo i suoi desideri, la sentivo scuotere il bacino mentre le succhiavo il bottoncino, e le torcevo i grossi capezzoli da vacca, degli spruzzi di urina accompagnarono il suo nuovo orgasmo. Non avrei sperato tanto: Leccai ed ingoiai tutto con cupidigia. Quando sentii scemare il suo orgasmo, dall’uretra uscì un lungo e liberatorio fiotto di piscio, si svuotò completamente della sua urina mattutina dal sapore forte e speziato, mi abbeverai con cupidigia di quel giallo nettare pungente e odoroso!
    Girai la testa dalla parte dell’altra coppia: Flavio, dopo aver leccato la figa di paola ora stava inculandola alla grande, lei urlava il suo piacere ad ogni spinta del suo amante, la sua voce era soffocata dal cazzo di suo nipote che aveva in bocca.
    Io se fosse stato in lui non mi sarei fidato così tanto a darglielo da succhiare, visto la sua enfasi e la sua goduria, se stringeva i denti il povero Lorenzo sarebbe stato evirato dall’inconscia voracità della zia, che dall’espressione del viso era in estasi e non capiva più niente!!
    Ritornai a dedicarmi alla mia insaziabile vaccona, mi stesi sulla schiena e la tirai sopra di me, lei capendo le mie intenzioni, si impalò sul cazzo muovendo il bacino in maniera convulsa alla ricerca di nuovo piacere! Io dovevo solamente tenermi spinto verso l’alto!
    Le sue tettone pesanti mi sbattevano sulla faccia, mi impadronii dei suoi capezzoli succhiandoli e mordendoli leggermente con suo sommo piacere.
    Allungai una mano ad accarezzargli la schiena, mi spinsi in basso fino alle natiche, accarezzai la fessura del suo culo, fino a violare l’ano con un dito.
    Fu come schiacciare un pulsante: La sentii urlare il suo piacere, i movimenti del bacino si fecero convulsi ed irrefrenabili, farfugliava cose senza senso:-“Dai ….Bravo!…Scopati la mamma!…Riempimi per bene!…Cazzo!…Sto per sborrare di nuovo!…Vengo…Oh dio…Vengo!” Un altro impetuoso orgasmo la sconvolse, sentivo le sue mani artigliarmi le spalle.
    Sentii il mio piacere sfociare in un intenso orgasmo, stimolato dalla sua prorompente manifestazione di appagamento.
    Sentii il mio cazzo schizzare una enorme quantità di sperma all’interno della sua vagina.
    Lei continuava muoversi sul cazzo, producendo dei rumori osceni causati dallo sciabordio del mio sperma durante gli ultimi spasmi del suo piacere.
    Laura si accasciò ansimante su di me, sfinita dalla lunga seduta sessuale.
    La accarezzai teneramente mentre sentivo il suo cuore battere frenetico contro il mio petto. Si riprese riempiendomi il viso di baci in un convulso affettuoso momento post amplesso.
    Si alzò uscendo da me, producendo un rumore lubrico.
    Sua sorella si stava rilassando dopo essere stata ripetutamente inculata e scopata da Flavio e da suo nipote.
    Laura si mise seduta sulla sua faccia, Paola aprì la bocca ed infilò la lingua nella figa, dalla mia posizione potevo vedere i filamenti e i fiotti di sborra che le si riversavano in gola, che lei si premurava di inghiottire avidamente con piacere.
    Ci rilassammo sul letto umido di piscia sborra ed umori vari.
    Pensai che quella settimana, sicuramente non la avremmo passata a studiare.
    Guardai le due vaccone, oscenamente sdraiate a gambe larghe. I loro visi già esprimevano nuova voglia.
    No!…Decisamente non sarebbe stata una settimana tranquilla!!!
     
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