Il parroco dell'oratorio 2

racconti erotici gay shota

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    Il parroco dell'oratorio 2


    Dopo quell'incontro ci eravamo lasciati che Don Andrea disse: “a presto…”

    Uscito, mi diressi verso casa, non avevo voglia di fermarmi nel cortile con gli amici, per la verità, era solo perchè avevo il culo che mi faceva male, il Don mi aveva sfondato per bene, sentivo ancora uscire qualche goccia di sborra.

    La notte, dormì poco, ripensavo continuamente a ciò che era successo e, a domandarmi se ero gay o se fosse stata solo una normale esperienza di sesso, non sapevo darmi una risposta.

    La mattina la trascorsi normalmente, avevo ancora un piccolo dolorino al sedere, ma, era sopportabile, andava man mano scemando.


    Il pomeriggio andai all'oratorio, come ero solitamente fare, per giocare qualche partitella a pallone con gli altri, arrivato all'oratorio, c'era Don Andrea sull'uscio di casa, appena mi vide arrivare, mi fece l'occhiolino e un sorriso, io ricambiai il sorriso.


    Durante la partitella, non è che giocassi molto concentrato, anzi, ero preso da vari pensieri, anche perchè notavo il Don che dalla finestra della sua sala mi guardava, quando effettuavo una bella giocata lui faceva il gesto di applaudire, la cosa mi faceva molto piacere, mi rendeva felice.


    Ero tentato di andare su in casa da lui, ma non sapevo come lasciare la partita, allora mi venne un'idea, al prossimo scontro avrei fatto finta di farmi male. In effetti, durante un contrasto mi buttai a terra lamentandomi che avevo preso un calcio al ginocchio, per cui uscii dal campo zoppicando, e mi diressi a casa del Don, il quale non sapeva che era tutto una scusa, salì da lui zoppicando, appena mi vide mi venne incontro e, sostenendomi per una spalla mi fece sedere sul divano, dicendo:

    “Cosa hai combinato Marco, dai fammi vedere”

    Io dissi:

    “Don, ho preso una botta al ginocchio, cavolo che male”, lui preoccupato disse:

    “ togli i pantaloni della tuta che gli do un'occhiata, vediamo che è successo”. Mi sfilai i pantaloni rimanendo in slip, il Don guardò il ginocchio ma siccome non c'era nemmeno un graffio o un ematoma, esclamò:

    “ Marco stai tranquillo non c'è nulla, sarà solo una piccola botta, ora ti metto un po di crema per i traumi, così starai meglio”, io annuì.

    Andrea iniziò a spalmare la crema, oltre a massaggiarmi il ginocchio, salì verso l'inguine, la cosa non mi lasciò indifferente, (iniziavo ad avere una piccola erezione), il Don se ne accorse, mi guardò e sorrise.

    Le sue mani erano arrivate all'inguine, io ero disteso, sentii che mi sfilava gli slip, prese con entrambe le mani il mio cazzo, iniziò a farmi una lenta sega, lui esclamò con un sorrisetto:

    “ Marco, non ti dispiace se te lo meno?”

    Io risposi:

    “ no no, non mi dispiace”

    Mi distesi nuovamente, e subito dopo sentii sulla cappella un caldo, sbirciando vidi che aveva preso il cazzo in bocca, mi stava facendo un pompino, succhiava, leccava la cappella divinamente, poi mi tirò su le gambe, scese sulle palle, mi leccò il buco del culo, entrandoci dentro con la lingua, emisi un mugolio di piacere, mi piaceva.


    Andrea mi disse:

    “ ti piace eh! Ormai sei una troietta, anzi, sei la mia troietta personale, ti farò godere, ti farò provare sensazioni mai provate”

    Io riuscii solo ad emettere un mmmmm, avevo gli occhi chiusi e assaporavo il piacere.

    D'un Tratto, sentii qualcosa di caldo spingere sul mio buco, era il cazzo grosso e duro di Andrea, volevo dirgli di no, perché mi faceva ancora un po male da ieri, quando persi la verginità anale, ma avevo voglia di godere. Spinse piano, sentii la sua cappella entrarmi nel culo, emisi un piccolo lamento, Andrea disse:

    “Tranquilla, ora passa troietta, godrai come ieri, ti farò sborrare di nuovo”.

    Il Don mi stava inculando con movimenti lenti, ma decisi, con il suo bacino faceva dei movimenti circolatori, questo mi faceva sentire il suo cazzone dentro di me provocandomi piacere, continuavo solo ad emettere: “ mmm, ahhh, ohhh, siiii, che bello”.

    Il porco, sentendo il mio godimento, si eccitava di più, assestando colpi al mio povero culo sempre più decisi, diventando sempre più porco, in effetti oggi era strano, più autoritario, deciso.

    “ senti come gode la mia puttanella sentirsi il culo pieno, siii, ti sfonderò il culo per bene, dai godi, oggi ti sborrerò in bocca e devi ingoiarlo tutto, capito puttanaaaa”, all ‘improvviso sentii strizzarmi forte i capezzoli,

    urlai dal dolore: "ahhh", lui:

    “ zitta puttana” seguito da un ceffone, “non urlare,devi godere, vedrai che ti piacerà”

    In effetti subito dopo, il dolore era diventato uno strano piacere, il Don aumentò il ritmo nel mio culo, iniziavo a godere, mi mise anche due dita in bocca, dicendomi:

    “ Succhiale come se fosse un altro cazzo”, stavo per sborrare, dopo una decina di colpi ben assestati nel culo, e le dita in bocca, sborrai sulla pancia, dopo un minuto, Andrea sfilò il cazzo da mio culo e, me lo Infilò in bocca riempiendomi la bocca e la gola della sua caldissima sborra, stavo quasi per sputarla fuori, era troppa, lui se ne accorse e mi intimò di ingoiarla subito, cosa che feci, poi mi disse:

    “ Ora puliscimi il cazzo con la lingua zoccola”, io obbedì senza fiatare.

    Gli leccai per bene la cappella, pulendola tutta.

    Dopo essermi lavato, rivestito, il Don mi abbracciò e disse:

    “ Marco, sei fantastico, sono molto contento di te, vedrai che con il tempo, diventerai sempre più bravo, io ti farò godere sempre di più, se continui così e, non mi deluderai, presto ti farò una sorpresa, ma non devi mai deludermi, capito!” Dissi:

    “si ok Don, non la deluderò”

    Mentre stavo per andarmene, il Don mi prende la mano, sento che mi da qualcosa, guardo ed erano 50 mila lire, rimango a bocca aperta.

    Mi da una pacca sul culo dicendomi:

    “ Te le sei meritate, continua cosi, ciao ci vediamo, mi raccomando non raccontare a nessuno questo nostro segreto”.

    Uscii e andai a via.

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