La prima volta nel culo!

racconti erotici gay shota

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    Anche questo è un fatto realmente accaduto. È così che sono stato sverginato.
    Da quando ero tornato da militare, avendo avuto la mia prima esperienza, mi ero dato da fare. Perché in quella, bellissima beninteso, volta, tutto si era limitato a essere spogliato, palpato e masturbato da uno sconosciuto, sino all'orgasmo.
    Ma io volevo di più. Si, mi infilavo vari oggetti nel culo, e avevo anche comprato un vibratore, che tenevo nascosto vicino al letto, per essere usato di notte, davanti a mio fratello che dormiva...
    Tuttavia io volevo un cazzo vero dentro il culo, che mi montasse come una vacca. All'epoca non c'era internet, se volevi conoscere maschietti arrapati potevi usare due sistemi: andare in luoghi dove notoriamente c'erano persone disponibili, parchi o cinema porno, o mettere o rispondere a un annuncio su uno dei tanti giornali specializzati in inserzioni. La differenza tra i due sistemi era semplice; farsi montare da uno sconosciuto abbordato in un parco o in un cinema porno era un salto nel buio, non sapevi nulla di lui, e non lo avresti mai saputo, ti avrebbe scopato e via. Rispondere a un annuncio era più "serio", voleva dire incontrarsi, chiacchierare, capire le intenzioni e i gusti, conoscersi, e, se tutto andava bene, fare sesso.
    Io avevo il culo vergine. Per essere sverginato volevo un uomo affidabile.
    Per questo risposi a un annuncio. Era un uomo di mezza età. Io ero giovane, un ragazzo di 23 anni, con un fisico atletico, un cazzo fuori misura e un culo da pornoattrice. E molto maiale. Lui fu un vero signore. Chiacchierando mi portò in un bel quartiere della città, pieno di locali. Bevemmo qualcosa e, rientrati in macchina, lui continuò a chiedere e fare complimenti. Io avevo il cazzo e la voglia che mi scoppiavano, e lui continuava a parlare. Allargai le gambe, lui lo notò, e continuò a parlare. Sfiorai con le mani il mio ventre, eccitato, e lui continuò a parlare. Mi palpai oscenamente la patta dei pantaloni, con quel rigonfiamento nel mezzo, tutto bagnato sotto, e si decise a chiedermi cosa volessi fare. "Essere inculato. Sono vergine, e questa notte cesserò di esserlo". Non potevo essere più chiaro.
    Mi portò su una collina, notoriamente usata da coppiette che volevano appartarsi in macchina. Ci spogliammo nudi. Ero eccitatissimo al pensiero di quanto stava per accadere. In mezzo alle cosce avevo un asta grossa e dura che descriveva le mie sensazioni meglio di mille parole. Ci mettemmo a 69. Sino ad allora lo avevo visto solo nei film porno, ora lo stavo facendo sul serio! Oggi maschietti esperti mi ci costringono, premendo la mia faccia sul loro membro con mani e cosce, e l'ho fatto centinaia di volte, ma la prima è inebriante. Sentire il cazzo avvolto dalla bocca calda di uno sconosciuto, bagnato, leccato e pompato, fu meraviglioso. Ma finalmente potevo farlo anch'io. Il suo era di dimensioni normali, leggermente curvo, molto duro. Lo baciai perché amavo il cazzo, lo leccai a piccoli colpi, sull'asta e sul glande sino alla punta, perché mi piaceva, lo leccai su tutta la sua lunghezza, alternai piccoli colpi a lunghe leccate, me lo infilai finalmente tutto in bocca, pompando, perché mi sottomettevo a quello sconosciuto. E alternavo leccate brevi e lunghe con pompe profondissime, che lo facevano sparire tutto dentro la mia bocca sino alla radice.
    "Mettiti alla pecorina". Mio dio, finalmente! Il momento che desideravo da morire era arrivato, e lo vissi come una cerimonia sacra di iniziazione. Busto in giù, gambe aperte, culo in su. Il mio buco era indifeso, invisibile ai miei occhi, ma sotto quelli ammirati dello sconosciuto, che mi palpò oscenamente a piene mani, allargandolo, lo leccò. La sua lingua entrava nel mio buchetto e bagnava tutto attorno. Pausa. Sentii qualcosa di duro, caldo, bagnato e appuntito, appoggiarsi sul sedere, in mezzo. Si appoggiò al buco. Premette. Il buco cedette e si allargò lentamente. Sentii entrare ogni singolo millimetro di un asta dura, sino al pube dell'uomo. E iniziò a scivolare dentro e fuori. Mi stavano montando! Finalmente mi avevano sverginato il culo! Ora non mi sentivo più troia, ora lo ero.
     
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