La scoperta

racconti erotici lesbo

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    Quando scoprii per la prima volta il piacere di toccarmi fu quasi un caso, ma sono sicura che questo accada un po’ a tutte le adolescenti.
    Mai, fino a quel giorno, avevo avuto una sensazione di calore così intenso nella parte più intima del mio corpo.
    Quel pomeriggio di giugno avevo appena terminato l’allenamento di pallavolo che svolgevo tre volte alla settimana e, come accadeva sempre dopo ogni sessione, approcciai la doccia dello spogliatoio.
    Non ero sola perché anche le mie compagne si stavano godendo le gioie dell’acqua corrente sul corpo, dopo tutta la fatica fatta precedentemente.
    Sfilai l’asciugamano che fasciava i trequarti del mio corpo (ancora provavo un leggero senso di pudore nel girare nuda per lo spogliatoio) e lo appesi vicino all’entrata, aprii l’acqua, attesi la giusta temperatura e mi infilai sotto il grande soffione cromato.
    Il massaggio dell’acqua che scorreva lungo le mie curve ancora acerbe era un toccasana incredibile e generava in me delle piacevoli sensazioni.
    Restai immobile per qualche minuto poi afferrai il bagnodoccia dalla mensolina, ne versai un po’ sui capelli e iniziai un lento massaggio alla lunga chioma bionda che avevo fin dalla tenera infanzia.
    Gli occhi ben chiusi impedivano al bagnodoccia di penetrare all’interno dei miei azzurrissimi occhi e nel medesimo istante l’oscurità creava in me una strana sensazione mista ad eccitazione.
    Intorno sentivo i mugolii, le risate e le chiacchiere delle mie compagne e questo creava uno strano mix di eccitazione e di sensualità nella mia testa.
    Mai avevo avuto questo tipo di strana eccitazione durante una doccia, tantomeno nello spogliatoio affollato della palestra, però questa volta mi stavo proprio godendo questa piacevole scoperta nonostante sapessi che ero a stretto contatto con altre ragazzine nude che magari potevano anche accorgersi del mio strano modo di fare.
    Insaponai ogni centimetro di pelle, prima il collo, poi il torace ed i piccoli seni, indugiando per qualche istante sui piccoli e gonfi capezzoli che al continuo strofinare diventarono turgidi. Poi lentamente scesi verso il basso ventre e con la mano destra ben insaponata mi insinuai all’interno delle cosce: sentii una decisa scarica elettrica percorrere ogni millimetro delle piccole e grandi labbra della mia vagina, che vista la mia scarsa esperienza sessuale, erano ancora ben sigillate e ben nascoste tra due paffutissime collinette.
    Iniziai a sentire un gran calore divampare lungo tutto il basso ventre e provai un grande impulso di dovermi strofinare con ancora più decisione la parte più segreta di me.
    Tutto durò pochi istanti ma per la prima volta nella mia vita mi sentii davvero eccitatissima e, soprattutto, donna.
    Mi resi subito conto che il respiro si face sempre più affannoso e che dalle mie labbra iniziavano ad uscire piccolissimi gemiti di piacere quindi, con molta fatica, decisi di interrompere la piacevole pratica per non farmi scoprire dalle compagne di squadra.
    Chiusi la doccia solo dopo essermi ben risciacquata con acqua molto fredda perché volevo smorzare i miei caldi impulsi, presi poi l’asciugamano dal muro e, prima di coprirmi quasi per istinto, passai nuovamente la mano sulle labbra della mia vagina, quasi a voler imprimere ben bene nella mia mente quella splendida sensazione appena provata.
    Coprii il corpo con l’asciugamano ancora profumato dal recente lavaggio e mi asciugai i capelli con il piccolo fon portatile che sempre tenevo nel borsone, poi ritornai nello spogliatoio e terminai di preparami.
    Indossai una stretta e corta maglietta bianca, senza reggiseno sotto, che lasciava ben scoperta la fascia di pelle sul mio ventre, oltre che l’ombelico, infilai dei mini-shorts neri elasticizzati con sotto un brasiliano bianco. Calzai gli infradito e mi recai verso l’uscita.
    Fuori mi aspettava la mia migliore amica Simon che come sempre già sbuffava perché ero sempre una delle ultime a uscire.
    Simon aveva i capelli rossi ancora leggermente bagnati, la sua carnagione bianco-latte risaltava splendidamente con il sole (che evidenziava anche le leggerissime lentiggini sparse sulle gote), pesa circa 50 kg ed è alta 1.70 (come me), ha un seno appena pronunciato e un sederino poco prorompente.
    Chissà perché era sempre molto più veloce di me nel risistemarsi dopo un allenamento e doveva sempre attendere un bel po’ prima di vedermi comparire sull’uscio della palestra.
    Quando incrociai il suo sguardo mi sentii leggermente in imbarazzo perché nella mia testa continuavo a rivivere quello che era successo poco prima, nella doccia, e credevo che questo si potesse leggere sul mio volto.
    Con Simon ci siamo sempre dette ogni cosa, ci conoscevamo fin dalla scuola dell’infanzia e siamo sempre state insieme in tutti i percorsi educativi, dall’asilo nido fino ad oggi, che siamo alla terza liceo.
    I nostri genitori erano grandi amici da moltissimi anni quindi siamo cresciute come due sorelle.
    Mi ripromisi di farla partecipe di questa nuova sensazione provata poco prima, volevo condividerla con lei e sapere se avesse avuto anche lei, qualche volta, la stessa esperienza.
    Ci avviammo verso casa, avevamo deciso di cenare insieme quella sera, visto che i suoi erano via per il weekend, e già avevamo pianificato, il giorno prima, che sarei rimasta a dormire da lei per non lasciarla sola nel weekend.
    Dalla palestra fino a casa sua ci sono circa venti minuti a piedi e camminando parlavamo del più e del meno, senza affrontare argomenti impegnativi.
    Mi disse che si sentiva un po’ stanca e che non vedeva l’ora di buttarsi sul divano e guardare un bel film in rilassatezza.
    Già sapevamo quale sarebbe stato: l’ Ultimo dei Boyscout, con Bruce Willis e Damon Wayans, film non impegnativo e con una discreta azione. Lo avevo già visto ma non mi importava.
    Ci piacevano i film degli anni ’80-’90 e non perdevamo occasione per guardarli insieme.
    Arrivate a casa posammo i borsoni nella camera di Simon, ci infilammo la classica maglia lunga sopra gli innocentissimi brasiliani bianchi (sotto niente reggiseni, non li indossavamo mai per andare a letto) e ci buttammo sul divano del soggiorno, davanti al grande televisore che i suoi avevano comprato da poco.
    Il film era su una delle solite piattaforme online che vanno oggi tanto di moda e, una volta trovato, iniziammo la visione. Ovviamente i pop-corn e la birra (tassativamente analcolica) erano già pronti sul tavolino ancora dal primo pomeriggio.
    Erano le 18 quando iniziammo la visione del film: mi misi semi-distesa sul divano, appoggiata ad un grande e morbidissimo cuscino mentre Simon aveva appoggiato il suo capo sul mio petto, a stretto contatto con i miei seni. Praticamente le stavo dietro, con le gambe distese lungo i suoi fianchi. Durante il film spesso Simon muoveva il capo e tutto questo, insieme alla scena in cui Damon sfiorava i seni della sua partner mentre erano distesi sul divano (tra l’altro nella stessa mia posizione), riportò alla mia mente la doccia che avevo fatto qualche ora prima in palestra e così quella strana eccitante sensazione si rifece strada in me.
    Cercai di distrarmi per far si che quei pensieri un po’ troppo spinti si allontanassero da me, ma non ci riuscii.
    Avevo paura che Simon si accorgesse che il mio respiro iniziava a farsi più pesante così decisi di alzarmi e di andare in bagno.
    Sciacquai il viso con un bel po' di acqua fresca, abbassai il brasiliano per sedermi sul water e lo sguardo, quasi involontariamente, si posò sulla strisciolina bianca trasparente che si trovava su di esso. D’istinto portai le dita sulla vagina e mi accorsi che delle piccole goccioline stavano colando dalle grandi labbra.
    Le raccolsi con due dita e senza pensarci un istante le portai alle mie morbide labbra.
    Assaggiai con la lingua quello strano liquido, sentii che aveva un leggero sapore salato e che, tutto sommato, non era così male. Continuai così a succhiare e a leccare avidamente le dita, ripetendo tutta la sequenza più volte, fino a quando quel buon sapore e il liquido tra le mi gambe non si esaurirono.
    Mi sedetti sul water, spalancai le gambe più che potevo e, remora del passato godimento, ripresi a strofinare avidamente la mia fighetta.
    Il calore che divampò dal mio interno coscia era immenso e più strofinavo con forza le grandi labbra, più esso aumentava.
    In pochi minuti mi ritrovai nuovamente bagnatissima così assaporai ancora e ancora e ancora con grande piacere tutto il succo che le mie dita riuscivano a portare dalla vagina alla bocca.
    Dopo pochi minuti, sentii uscire dalla mia bocca un gemito di piacere e realizzai di aver avuto il mio primo orgasmo; al culmine di esso uno schizzo di pipi si era riversato sul pavimento e sui miei piedi. Fu un’estasi di piacere!
    Cercai di risistemarmi alla meglio, terminai di fare pipì, lavai velocemente la mia vagina e risistemai il brasiliano ancora bagnato. Tornai in soggiorno dopo circa venti minuti e dovetti rassicurare Simon che non avevo avuto nulla di particolare, e che più tardi, a letto, le avrei spiegato quello che avevo fatto nel bagno. Mi sentivo ancora accaldata e credo che Simon se ne fosse accorta.
    Terminato il film liberammo il tavolino dalle immondizie e decidemmo di prepararci un po' di pasta integrale con pomodorini e ricotta. Parlammo del film, di scuola e anche di pallavolo, terminammo di mangiare e dopo aver sistemato la cucina e ci recammo in camera di Simon.
    Per tutto il tempo eravamo rimaste in maglietta e slippino ed io avevo continuato a sentire quella leggera e piacevolissima umidità tra le gambe. Ogni tanto sfioravo con le dita il tessuto a stretto contatto con la mia vagina e poi, senza farmi vedere, annusavo l’odore che veniva assorbito dalle stesse.
    Era un profumo inebriante che mi riportava di continuo allo splendido orgasmo avuto poco prima.
    Nella stanza c’era un grande letto matrimoniale che solitamente Simon occupava da sola ma quando dormivo da lei lo divideva sempre volentieri con me.
    Le lenzuola erano morbidissime, credo fossero di seta, ed era piacevole sentirle sulle gambe e sulle cosce. Sistemammo i cuscini ed entrambe posammo le nostre schiene allo schienale del letto, impugnammo i nostri cellulari e scorremmo molto velocemente i vari messaggi arrivati nelle ultime ore.
    Poi, d’un tratto, senza neanche aver ancora scambiato neanche una parola Simon mi chiese di nuovo cosa fosse successo poco prima nel bagno.
    Mi feci coraggio e le raccontai tutto d’un fiato ogni dettaglio di quello mi era successo nelle ultime ore.
     
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