Patente sospesa e multe fino a 2.600 euro per chi usa il cellulare alla guida Stretta sugli autovelox

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    Patente sospesa e multe fino a 2.600 euro per chi usa il cellulare alla guida, sanzioni raddoppiate per chi occupa i posti riservati ai disabili: ecco tutte le novità al Codice della strada approvate dal Cdm. Con un inasprimento delle sanzioni anche per quanto riguarda i punti della patente: saranno decurtati 8 punti, 10 per i recidivi. Le nuove norme sulla sicurezza stradale propongono per l'uso dei cellulari alla guida l'inasprimento della sanzione pecuniaria, che passa dalla fascia 165-660 euro a 422-1.697 euro, con sospensione della patente di guida da quindici giorni a due mesi fin dalla prima violazione. Lo fa sapere il Mit. In caso di recidiva nel biennio, oltre alla sospensione della patente da uno a tre mesi, già prevista dal codice vigente, si prevede il pagamento di una somma da 644 a 2.588 euro, oltre ad una decurtazione dei punti dalla patente: 8 nell'ipotesi di prima violazione e 10 punti alla seconda.
    Ma il pacchetto di nuove norme voluto dal ministro Matteo Salvini iprevede anche la linea dura per i recidivi che non rispettano le regole e, soprattutto, una stretta sugli “autovelox selvaggi”. Particolarmente significativa, infatti, anche l'iniziativa legata agli autovelox, dati gli ultimi fatti avvenuti nel padovano: su due apparecchi lungo la Statale 307 del Santo, infatti, pende un'inchiesta del sostituto procuratore Roberti.
    Stretta sugli autovelox
    «Nell'ottica di regolamentare l'utilizzo degli autovelox, si va verso una definizione stringente sulle specifiche tecniche degli apparecchi e sul loro posizionamento». La norma è contenuta nel pacchetto di misure sul codice della strada, all'esame del Cdm.
    Il pacchetto, si ricorda, è stato già presentato a giugno e «fortemente voluto dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, è passato al vaglio della Conferenza unificata che ha espresso il parere favorevole e ha proposto una serie di modifiche».
    Su richiesta dei sindaci «si propone un incremento della sanzione amministrativa pecuniaria fino a 1.084 euro e la sospensione della patente di guida da quindici a trenta giorni, esclusivamente nei casi in cui la stessa persona commetta la violazione dei limiti di velocità all'interno del centro abitato per almeno due volte nell'arco di un anno», spiega il ministero.
    La Conferenza ha chiesto, poi, di incrementare le sanzioni pecuniarie in caso di sosta negli stalli dedicati ai disabili, elevandole, per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote, a 165-660 euro (ora previste da euro 80 ad euro 328) e per i restanti veicoli a 330-990 (ora prevista tra euro165 ad euro 660). Multe più pesanti anche se si parcheggia nelle corsie riservati allo stazionamento e alla fermata degli autobus e di tutti i mezzi tpl: per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote tra 87 a 328 euro (ora tra 41-168 euro) e tra 165- 660 euro per i restanti veicoli (ora tra 87 a 344 euro). Infine la Conferenza unificata ha proposto di intervenire con regolamento per ampliare il novero delle strade adatte alla realizzazione di piste ciclabili.
    Raddoppiate le multe per chi occupa i posti riservati ai disabili
    Nella legge delega per le modifiche al Codice della strada e nuove norme sulla sicurezza strada, aumenteranno le sanzioni pecuniarie in caso di sosta nei posti dedicati ai disabili. Il Mit comunica che saranno elevate, per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote, a 165-660 euro (ora previste da euro 80 ad euro 328) e per i restanti veicoli a 330-990 (ora prevista tra euro165 ad euro 660). È stata questa una delle richieste di modifica della Conferenza unificata. Multe più pesanti saranno previste anche se si parcheggia nelle corsie riservati allo stazionamento e alla fermata degli autobus e di tutti i mezzi di trasporto pubblico locale: per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote tra 87 a 328 euro (ora tra 41-168 euro) e tra 165- 660 euro per i restanti veicoli (ora tra 87 a 344 euro) Sarà possibile contestare attraverso gli accertamenti da remoto anche la violazione dell'obbligo di dare precedenza in corrispondenza degli attraversamenti a pedoni e ciclisti; nonché la violazione del divieto di fermata e della sosta riservata, nei soli casi in cui siano occupati gli stalli riservati a organi di polizia stradale, vigili del fuoco e servizi di soccorso, stalli rosa e stalli riservati a disabili, veicoli elettrici, al carico/scarico delle merci e ai servizi di trasporto pubblico.
    Via la patente a chi è ubriaco, in arrivo la pronuncia della Consulta
    La Corte costituzionale si appresta a pronunciarsi su una norma importante del Codice della strada: quella che prevede l'applicazione automatica della revoca della patente al guidatore che in stato di ebbrezza provoca un incidente, anche in mancanza di feriti o danni.
    La questione è stata sollevata dalla Corte d'appello di Milano, che giudica «sproporzionato e irragionevole» l'attuale quadro di sanzioni, visto che punisce allo stesso modo condotte tra di loro diverse per gravità, e sarà discussa domani alla Consulta in udienza pubblica.
    Al centro del caso c'è un agente di commercio che aveva perso il controllo della sua auto ed era finito contro il guardrail, senza provocare danni a nessuno (nemmeno a se stesso) , tant'è che che era riuscito a riposizionare il veicolo in strada con l'aiuto di alcuni passanti ed era pronto a ripartire. Ma alla prova del palloncino era risultato avere un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro e per questo era stato condannato dal tribunale di Milano a 8 mesi di arresto e 7.200 euro di ammenda: tenuto conto che non c'erano feriti e che si trattava di un incensurato, il giudice che gli aveva sospeso la pena, ma era comunque scattata la revoca della patente di guida in quanto sanzione amministrativa accessoria automatica alla condanna.
    Un grande problema per l'uomo: trattandosi di un agente di commercio, che per esigenze legate alla sua attività doveva spostarsi frequentemente sul territorio, la revoca della patente incideva sulla sua capacità di mantenere il lavoro. Di qui la decisione della sua difesa di presentare appello e chiedere ai giudici del grado superiore di sollevare la questione di illegittimità costituzionale sulla norma - l'articolo 186 comma 2 bis - che prevede l'automatismo, impedendo al magistrato di irrogare una sanzione graduata alle circostanze del caso concreto, in contrasto con il principio della proporzionalità della pena ma anche con quello di uguaglianza e ragionevolezza.
    Per la difesa c'è anche infatti «un'insanabile disparità di trattamento» , visto che a seguito di una sentenza della Consulta del 2019 sul codice della strada, oggi il guidatore che provoca per negligenza la morte di una persona, purchè non ubriaco, può essere punito con la sola sospensione della patente. La Corte d'appello di Milano condivide la tesi della difesa e nell'ordinanza con cui ha trasmesso gli atti alla Consulta definisce «ingiustificato» punire necessariamente con la revoca della patente il conducente in stato di ebbrezza, ma che non abbia recato lesioni o danni.
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