La mia storia

racconti erotici lesbo

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    Il periodo in cui fui presa istintivamente da quei primissimi, strani e irrinunciabili impulsi autoerotici è ormai avvolto nell'eco dei ricordi. Ognuno di quegli intimi e bizzarri piaceri che provavo accarezzandomi la figa prima di addormentarmi e al mattino non appena mi svegliavo, mi destavano una sorta di preoccupazione riguardo la provenienza e gli eventuali effetti indesiderati di quello sconosciuto flusso che mi bagnava la figa. Nonostante pensassi che l'inspiegabile fuoriuscita di quei flussi potesse essere alquanto nociva, non riuscivo a smettere di accarezzarmi giorno dopo giorno sempre con più veemenza ed entusiasmo. Trattando discretamente quest'argomento con una mia intima compagna di scuola, ottenni una spiegazione tanto plausibile ed esatta che mi indusse a continuare a masturbarmi serenamente e con più piacere. Mi masturbavo istintivamente concentrandomi sulla pubblicità delle riviste che trovavo a casa riportanti immagini di uomini a torso nudo e in costume da bagno. A diciassette anni regalai la mia verginità ad un ragazzo di cui mi ero follemente invaghita ma che lasciai dopo quasi un anno a causa dei suoi continui tradimenti; la delusione e la sofferenza furono tali che mi portarono a respingere tutti ragazzi che mi corteggiavano fin quando ne conobbi uno a modo con cui contrassi matrimonio a ventiquattro anni. All'età di vent'anni mi iscrissi alla facoltà di filosofia e approfittai la prima vacanza per trascorrere alcuni giorni da sola a Nizza in quanto quella zona della Provenza mi aveva sempre affascinata e nonostante Camillo Benso l'abbia ceduta strategicamente alla Francia, in cuor mio la considero ancora appartenente all'Italia. Giunsi a Nizza in treno un tardo pomeriggio del mese di luglio, alloggiai presso una pensione che avevo già prenotata nel pittoresco centro storico e al mattino seguente noleggiai subito una city bike in modo da muovermi autonomamente e in qualsiasi momento. Due giorni dopo conobbi casualmente Odette; era di pomeriggio e dopo aver percorso buona parte del lunghissimo Promenade des Anglais in bicicletta, mi accomodai presso una panchina che trovai libera per riposarmi. Mentre osservavo il bellissimo panorama, Odette si fermò e dal sellino della bicicletta mi chiese :
    “Excusez-moi, je peux m'assoir ?
    “Certainement, je suis seul !” le risposi accompagnando le mie stentate parole in francese con un gesto della mano lasciandole intendere di accomodarsi.
    Odette mi guardò incuriosita, parcheggiò la bicicletta, si sedette comodamente affianco a me e indirizzandomi un dolce sorriso, mi chiese :
    “Merci ! Es-tu italien ?”
    “Oui. Malheureusement je ne parle pas français.”
    Odette mi guardò dolcemente e mi disse :
    “Ho imparato l'italiano da piccola in quanto lo parlavano anche i miei trisavoli. Sai che un tempo da queste parti si parlava anche l'italiano ?”
    “Sì, ne sono a conoscenza.”
    “Ho proprio bisogno di riposare un pò; vengo da Beaulieu sur Mer e finora ho trovato tutte le panchine occupate.”
    “Anch'io sono in bicicletta e oltre a riposarmi un po', mi sono fermata a contemplare affascinata questo stupendo panorama.” le risposi.
    Continuammo a chiacchierare amenamente e dopo una mezz'oretta mi propose di recarci presso una gelateria dove sorbimmo due squisiti gelati al gusto di lavanda e violetta; dopo di che trascorremmo l'intero pomeriggio a passeggiare lungo quell'incantevole promenade e parte della nostra conversazione versò inevitabilmente riguardo le nostre vicende amorose. Odette era una simpatica venticinquenne e mi confessò che essendo reduce da parecchie delusioni sentimentali, si era proposta di astenersi per un periodo dall'intraprendere nuovi rapporti amorosi con i suoi tanti pretendenti senza rinunciare a sfogare, con eccessiva discrezione, i suoi istinti sessuali con gli uomini che più gradiva. Dato che tra noi stava sbocciando una sincera amicizia, ci demmo appuntamento per la tarda mattinata del giorno seguente nel medesimo luogo in cui ci eravamo incontrate. Trascorremmo una splendida giornata assieme e data la reciproca intenzione di coltivare la nostra amicizia, il giorno successivo fui io a raggiungerla in bicicletta a Beaulieu. Ci incontrammo in mattinata e dopo aver percorso quasi tutto il paesino in bicicletta, mi invitò a pranzare a casa sua. I suoi abitavano a Nizza ma per essere più vicina al posto di lavoro si era stabilita nella casa dei bisnonni che in seguito sua nonna le aveva lasciata in eredità; era una bella casa indipendente ad un piano con un vasto giardino recintato e ubicata a pochissima distanza dalle ultime case del paese. Era una zona molto tranquilla in cui sì udiva soltanto l'armonioso cinguettio degli uccelli. Dopo pranzo passeggiammo sul lungomare durante quasi tutto il pomeriggio e mi resi conto che nonostante fosse stata assunta presso l'ufficio postale di Beaulieu da poco più di un anno, era già abbastanza conosciuta e ben voluta infatti in molti la fermavano con frequenza anche per scambiare qualche parola. Mi presentava a tutti come la sua nuova amica piemontese e sinceramente ero veramente lieta di averla conosciuta in quanto mi sentivo molto a mio agio sia con lei che con alcuni dei suoi amici ed amiche con cui ci intrattenevamo a parlare mentre passeggiavamo. D'un tratto ci incrociammo con due sue amiche, Inaya e Zélie, che si unitesi a noi nella nostra lunga passeggiata, ci proposero infine di concludere la serata in pizzeria. Quando mi congedai per rientrare a Nizza, Odette mi disse che la sera successiva sarebbe venuta a Nizza con le sue due amiche per assistere al concerto pubblico di un gruppo musicale locale. Quella sera rientrai a Nizza pedalando senza fretta in quanto, Odette, Inaya e Zélie mi avevano fatto una tale ed ottima impressione che non riuscii a distogliere i miei pensieri da loro e attenderle emozionata la sera successiva a Nizza. Confesso che in virtù della mia delusione sentimentale, da tempo mi masturbavo indirizzando le mie fantasie erotiche verso alcune mie compagne, amiche, qualche professoressa e parecchie donne con cui mi incrociavo per strada; stranamente mi attraevano moltissimo le donne e l'idea che potessi convertirmi in una potenziale bisessuale non mi dava tregua. Data la mia timidezza ed il timore ad essere respinta non osai mai propormi a nessuna donna. Quando giunsi alla pensione mi feci una doccia e conclusi la serata passeggiando da sola lungo le affollate stradette del centro. Rientrata nella pensione mi distesi sul letto e mi addormentai mentre dedicavo un piacevolissimo e lungo ditalino a Odette, Inaya e Zélie che purtroppo non conclusi a causa della stanchezza. Al mattino seguente Odette e Inaya mi vennero a trovare alla pensione mentre facevo colazione e mi invitarono ad andare alla spiaggia con loro; accettai con piacere e non appena finii la colazione mi recai nella mia stanza per indossare il costume da bagno, applicarmi una leggera passata di mascara e vivacizzarmi un po' le labbra con un tenue balsamo rosa. Rimanemmo alla spiaggia fino a sera e cenammo in pizzeria. In tarda serata ci recammo in una piazza gremita di un pubblico maggiormente femminile ed assistemmo al concerto di un gruppo musicale locale a cui partecipammo entusiaste e spesso anche ballammo fra noi ed altre donne che ci circondavano. A fine concerto ci trattenemmo un altro paio d'ore a passeggiare ed infine rientrarono in macchina a Beaulieu. Conclusi quella splendida giornata sul letto della pensione addormentandomi mentre dedicavo loro un ulteriore e soddisfacente ditalino che continuai inevitabilmente al mattino seguente non appena mi svegliai. Ero rimasta tanto presa da loro e in special modo da Odette, che quella mattina non resistetti all'idea di andare a trovarla a casa. Giunsi a Beaulieu con la mia veloce bicicletta verso le dieci e appena entrai nella cabina telefonica, vicinissima alla sua casa per avvertirla del mio arrivo in paese, scorsi Inaya uscire da casa di Odette e allontanarsi in sella alla bicicletta di Odette. Composi il suo numero telefonico e mi rispose che nonostante si fosse appena alzata, sarebbe stata lieta di ricevermi. Ero tanto eccitata dall'idea di incontrala che nonostante avessi già fatto colazione, sentii il bisogno di recarmi presso il vicinissimo bar per ordinare un caffè espresso italiano corretto. Mille morbosissime idee balenarono nella mia mente ricordando più volte le parole di Odette : < mi sono appena alzata ma vieni pure; dammi appena il tempo di andare in bagno >. Per un istante volli sperare che Odette e Inaya fossero lesbiche e che per tal motivo avessero trascorso le rimanenti ore della notte assieme anche perché notai che Inaya indossava indumenti diversi a quelli della sera precedente. Accarezzai morbosamente quell'idea sperando proprio di non sbagliarmi. Sorseggiai lentamente ed ansiosamente l'espresso, mi feci coraggio, percorsi in bicicletta la breve distanza che mi separava da Odette e col cuore in gola premetti il pulsante del suo citofono. Odette mi aprì la porta con uno smagliante sorriso e appena la chiuse mi abbracciò e ci baciammo sulle guance; era ancora in vestaglia, scalza, spettinata e con evidenti occhiaie.
    “Sono venuta a fare un giro da queste parti e ho pensato di venirti a trovare. Spero di non arrecarti alcun disturbo.”
    “Non disturbi affatto, anzi, mi fa piacere rivederti. Pensavo venire a trovarti a Nizza assieme ad Inaya per chiederti se volessi pranzare con noi per poi trascorrere il pomeriggio al mare. Stanotte abbiamo lasciato Zélie a casa verso le tre; in questo periodo i genitori di Inaya si trovano in vacanza a Marsiglia e nonostante siamo coetanee ha paura di trascorrere la notte in casa da sola. Per questo motivo attualmente dorme con me e conserva qui parecchi suoi indumenti. Ci conosciamo da quando frequentavamo il liceo e spesso dormivamo assieme. Stanotte abbiamo dormito poco e dato che siamo ancora in vacanza Inaya è andata a casa sua poco fa con la mia bicicletta. Presumo che vi siate incrociate lungo la strada.”
    “In realtà l'ho vista di sfuggita mentre ero nella cabina telefonica intenta a telefonarti ma dato che pedalava velocemente ho intuito che avesse premura e per tal motivo non l'ho voluta chiamare; comunque sarà un piacere pranzare e andare alla spiaggia assieme a voi.”
    “Edda è stato un vero piacere conoscerti; hai fatto un'ottima impressione anche a Inaya.”
    “Contraccambio pienamente la vostra impressione; anche a me ha fatto molto piacere conoscervi ma poco fa non mi sono sentita di interrompere la sua corsa.”
    “In effetti quando ci siamo svegliate si è ricordata che in mattinata un tecnico deve andare a casa sua per controllare la lavatrice e aveva premura per arrivare prima di lui. Devo farmi una doccia; ti va di aspettarmi per fare colazione assieme ?”
    “Odette, ti ringrazio ma l'ho già fatta ed inoltre ho sentito il bisogno di sorbire un altro caffè corretto al bar qui vicino. Anch'io ho dormito poco ma stamattina sono uscita presto per approfittare ogni minuto della mia permanenza in questi incantevoli luoghi. Ti accompagnerò senz'altro a tavola mentre fai colazione ma se vuoi intanto che ti fai la doccia, posso essere io a preparartela; ricordo che ti piacciono marmellata, baguette, pan carré, cornetti, brie, burro e uova. Cosa preferisci ?”
    “Grazie Edda, apprezzo molto la tua gentilezza e mi fa piacere che ricordi i miei gusti. Mi vanno bene due fette di pan carré tostate con all'interno del brie coperte da un uovo fritto, spremuta d'arancia e caffè.”
    Mi si avvicinò e dopo avermi accarezzata e baciata teneramente sulla guancia, mi prese la mano e aggiunse :
    “Edda, sei troppo premurosa. Dai, seguimi in cucina per mostrarti dove conservo il tutto.”
    Quando Odette mi prese la mano per accompagnarla in cucina mi sentii presa da una forte emozione nonostante durante il concerto, avessimo spesso ballato assieme e spalmato a vicenda la crema solare sulle spalle mentre eravamo alla spiaggia. In quel momento ciò che più desideravo era toccarla ed essere toccata. Attraverso la sua corta vestaglia notai che non indossava alcun tipo di biancheria intima e mentre si inginocchiava e piegava davanti i cassetti potei apprezzare morbosamente le sinuose forme dei suoi seni e delle sue cosce nonostante la avessi già osservata nei minimi dettagli mentre eravamo alla spiaggia; inoltre il contrasto fra l'abbronzatura e il bianco della carnagione contribuiva ad eccitarmi ulteriormente. Uscì dal bagno con i capelli alquanto bagnati e si accomodò in cucina per consumare la colazione; nonostante il suo lungo accappatoio, buona parte delle cosce le rimasero scoperte non appena accavallò le gambe. Trovandomi in piedi davanti a lei, approfittai i suoi istanti di distrazione per osservare morbosamente le sue cosce e parte delle tette parecchio visibili grazie alla generosa scollatura dell'accappatoio. Notavo che appariva ai miei occhi molto più eccitante in quelle condizioni che quando l'avevo contemplata alla spiaggia coperta appena da uno striminzito bikini in quanto trovandoci da sole, esisteva la probabilità di saltarle addosso e darci ad intime e voluttuose effusioni che non avevo mai sperimentato con nessuna altra donna in virtù della mia timidezza e dalla paura di essere rigettata. Trovandomi però molto distante dalla mia città e dalle persone che bene o male mi conoscevano e che frequentavo ero anche consapevole di poter agire liberamente e senza alcun ombra di pudore e vergogna. Nonostante questi pensieri vagassero irrefrenabili nella mia mente riuscii a frenarmi e mantenere la compostezza chiacchierando con Odette del più e del meno. Suppongo che Odette avesse letto molto chiaramente la mia mente in quanto mentre mangiava mi fece accomodare affianco a lei e mi ringraziò per la colazione che le avevo preparata. Quando ebbe finita la colazione mi chiese con molta pacatezza :
    “Scusa l'indiscrezione, ma come mai prima di venirmi a trovare hai avuto bisogno di recarti al bar per sorbire un forte caffè italiano espresso e per giunta corretto ?”
    Credo di essere arrossita a quella domanda cui risposi con poche parole :
    “Odette, non so; ne ho avuto istintivamente un improvviso bisogno.”
    Ruppi i pochi istanti di silenzio che seguirono senza guardarla negli occhi :
    “Intanto che sparecchio la tavola e lavo queste stoviglie mi piacerebbe esserti d'aiuto riguardo quant'altro hai da sbrigare a casa.” riuscii a dirle.
    “C'è senz'altro qualcosa da fare; comunque ti ringrazio per essere tanto affabile e disponibile nei miei confronti.”
    Odette rimase a guardarmi compiaciuta e dopo un po' si alzò per prendere una caffettiera ed un barattolo di caffè da uno stipetto.
    “Come vedi anch'io conservo del caffè espresso italiano in quanto a volte ne faccio uso. Nonostante ne abbia già bevuto un'abbondante tazza, adesso sento anch'io il bisogno di sorbirne una tazzina corretto col Cointreau. Possiamo condividerlo ?”
    “Grazie Odette, credo di averne ancora bisogno. Il gusto all'arancia di questo squisito liquore si abbina perfettamente al caffè.” le risposi alquanto eccitata.
    Quando finimmo di sorseggiare lentamente quell'espresso, si alzò dalla sedia e si accinse a lavare le poche stoviglie.
    “Odette vorrei tanto aiutarti; che c'è da fare ?”
    “Dovrei pulire il bagno, riordinare la stanza da letto, caricare la lavatrice e vestirmi ma forse è meglio iniziare dalla stanza letto.”
    “Allora dimmi dov'è la stanza da letto ed inizio subito.”
    “Va bene, seguimi, lo faremo assieme.” mi disse prendendomi per mano.
    “Mi piace molto l'arredamento di questa casa; i mobili sono rotondeggianti e in pregiato legname di quercia. Di quale stile si tratta ?”
    “Stile Carlo X. Questa mobilia mi piace anche perché era della mia bisnonna.”
    Appena entrammo nell'ampia e comodissima stanza da letto, Odette si scusò subito per l'evidentissimo disordine. Non potei fare a meno di eccitarmi maggiormente osservando in dettaglio quello scenario : la serranda abbassata quasi del tutto lasciava trapelare la sufficiente luce che mi permise distinguere sandali, gonne, magliette, biancheria intima, un cuscino e parte del lenzuolo sul pavimento; notai anche tre cuscini abbastanza spiegazzati sul letto nonché due bicchierini contenenti ancora qualche residuo di liquore ed una bottiglia di Marie Brizard alla menta lasciata sul comodino. Anche l'aria che inalavo sapeva ancora di lussurioso piacere. Non avevo alcun dubbio che ambedue erano lesbiche e che le occhiaie di Odette erano dovute ad una notte quasi insonne in quanto dedicata maggiormente a sfogare i loro voluttuosi piaceri saffici. Nonostante tutto Odette mi guardò con molta disinvoltura.
    “Edda scusa tanto quest'eccessivo disordine ma Inaya è andata via in fretta e non abbiamo avuto il tempo di sistemare la stanza.”
    Di seguito aprì un cassetto del comò e ne estrasse federe e lenzuola pulite.
    “Dai Edda, cambiamo federe, lenzuola, raccogliamo gli indumenti che sono per terra e mettiamoli in lavatrice; riassettiamo il letto e sparecchiamo il comodino.” mi disse mentre sollevava la serranda e apriva l'ampia finestra per fare circolare dell'aria fresca.
    Nonostante la sua disinvoltura mi avesse stupito parecchio la aiutai eccitatissima anche perché i suoi continui movimenti facevano allentare poco alla volta il leggero nodo della cintura dell'accappatoio la cui apertura oltre a farmi gioire con i continui sbalzi delle sue tette, mi lasciava contemplare una vasta porzione delle sue cosce nonché parte del suo pube folto di sensualissimi riccioli neri. Sotto uno dei cuscini trovai uno slip nero e accortasi che mi fermai a guardalo, mi disse schiettamente :
    “E' lo slip di Inaya; per favore aggiungilo al mucchietto da mettere in lavatrice.”
    Risistemato il letto, Odette raccolse il mucchietto e andò a metterlo nella lavatrice intanto che io rimasi a riordinare il comodino. Rientrata nella stanza da letto mi trovò alla finestra a contemplare il panorama. Mi eccitava moltissimo stare in quella stanza in quanto ero sempre più certa che era stata l'unica testimone del loro amplesso. Senza fare alcun rumore in quanto scalza, si appoggiò alle mie spalle. Avvertii un morbosissimo brivido di piacere quando percepii il suo affannoso respiro sulla mia nuca, e mentre me la baciava delicatamente, le sue mani mi accarezzavano lentamente le braccia; mi accarezzò anche le tette da sopra la maglietta ed infine inserì spudoratamente le mani all'interno del reggiseno stimolandomi abilmente i capezzoli già abbastanza turgidi.
    “Edda, dal momento in cui ti ho vista ho desiderato stringerti tra le braccia. Mi accorgo che sei molto sensibile in quanto i tuoi capezzoli sembrano pietrificati. Poco fa ti sapevo già parecchio eccitata ma non fino a questo punto.”
    Mi girò verso di lei e guardandomi dolcemente nel profondo degli occhi mi baciò teneramente le mani, il collo e le orecchie. Indirizzò morbosamente lo sguardo verso le mie labbra e delicatamente vi appoggiò le sue per baciarmi appassionatamente. Risposi ardentemente al suo bacio lasciando che le nostre lingue si intrecciassero voluttuosamente a lungo ma un improvviso istante di esitazione mi indusse a distaccarmi da lei.
    “Perché ti allontani ?” mi chiese alquanto perplessa.
    “Odette, per favore scusami tanto ma non ho il coraggio di proseguire. Confesso che nonostante da parecchio tempo provo inspiegabilmente una forte ed ossessionante attrazione verso le donne, questa è la prima volta che mi trovo in una stanza da sola e a tu per tu con un altra donna. La mia timidezza e la paura di essere respinta hanno fatto sì che non mi insinuassi a nessuna delle mie amiche o a qualcun altra per un eventuale rapporto saffico. La nostra sincera amicizia è sbocciata casualmente e posso garantirti che mi sei piaciuta dal primo momento; la tenerezza, il carattere, il tuo modo di fare, l'onestà, la disponibilità e persino il tuo vellutato accento francese mi hanno colpita piacevolmente. Reputo opportuno confessarti che nonostante tu, Inaya e Zélie mi abbiate ispirato persino parecchi ditalini, in questo momento non mi sento di concedermi all'amplesso. Ho sicuramente bisogno di tempo per riordinare le mie idee.”
    Odette continuò a guardarmi teneramente e prendendomi per mano mi condusse verso il letto facendomi accomodare su di una sponda affianco a lei. Mi accarezzò la guancia e quando iniziò a sfiorarmi la tetta con la mano da sopra la maglietta mentre con l'altra mi accarezzava delicatamente le cosce, appoggiai istintivamente il capo sulla sua spalla.
    “Edda ti capisco perfettamente e giustifico pienamente la tua esitazione. Sono cosciente che il primo approccio ai piaceri saffici è al di fuori degli ortodossi stereotipi ma è anche vero che gli istinti non possono essere combattuti a lungo. Sappi che ero una convintissima eterosessuale e che sin dall'adolescenza ho avuto rapporti completi con molti uomini ma quando mi ritrovai a letto con Inaya, per una breve siesta pomeridiana, non riuscimmo a privarci di darci istintivamente all'amore; fu proprio allora che ambedue scoprimmo la nostra nascosta bisessualità e nonostante i cazzi non ci mancano mai, non perdiamo l'occasione di placare i nostri desideri saffici in quanto siamo coscienti che soltanto una donna sa soddisfare pienamente un'altra donna. Soltanto noi conosciamo esattamente sia i nostri tempi di eccitazione che i punti erogeni più sensibili e sappiamo meglio di qualsiasi uomo come e quando stimolarceli.
    “Odette mi fa piacere che fra voi esista quella perfetta compenetrazione ed intesa sessuale che purtroppo finora non ho avuto l'occasione di sperimentare con nessuna donna. Concordo pienamente col tuo punto di vista in quanto finora nessuno degli uomini con cui ho scopato mi ha fatto godere come ambivo.”
    “Edda, non nego che impazzisco per il cazzo ma ho sempre goduto più con le donne che con gli uomini; se hai bisogno di scoparti un uomo, posso presentartene anche alcuni molto discreti e ben messi coi quali scopo di tanto in tanto.”
    “Odette ti ringrazio molto anche se in questi giorni ne ho già adocchiati alcuni e fra non molto me ne scoperò qualcuno.”
    “Brava Edda, nonostante gli uomini sono quello che sono, purtroppo ne abbiamo bisogno per svariati motivi. Devi anche essere cosciente che trovandoti qui, lontana dal tuo abituale ambiente e per giunta dove nessuno ti conosce, puoi esprimere pienamente la tua sessualità anche saffica, senza alcun tipo di timore. In questi giorni ho notato che hai guardato me, Inaya e Zélie con un morbosissimo piacere; quando stamattina sei entrata a casa e ci siamo salutate abbracciandoci e baciandoci sulle guance, ho avvertito che tremavi dall'eccitazione e dal desiderio di andare a letto con me e me lo hai confermato confessandomi che prima di incontrarmi hai avuto bisogno di passare dal bar per sorbire un caffè espresso corretto. Ho subito sospettato che ne avevi di bisogno per affrontarmi con coraggio e ad esserti sincera anch'io ho voluto facilitarti il modo di spingerti a me uscendo dalla doccia senza slip e con l'accappatoio alquanto aperto affinché mi guardassi le tette e le cosce; ho inoltre preparato e sorbito l'espresso corretto col Cointreau assieme a te affinché ambedue ci facessimo quell'ulteriore e decisivo coraggio di cui avevamo bisogno per spingerci a letto. Infine mentre riordinavamo il letto mi muovevo in modo da lasciarmi sporgere le tette dall'accappatoio e lasciarti intravedere anche un po' la figa. Ieri sera anche Inaya ha avvertito i tuoi brividi mentre ballavi ogni tanto con noi e dopo mi ha confessato che le piacerebbe portarti a letto. Nonostante Zélie è decisamente eterosessuale, sei piaciuta anche a lei.” mi disse senza smettere di accarezzarmi.
    “Odette, concordo col tuo punto di vista; in effetti speravo incoraggiarmi con quel caffè corretto ma non ci sono riuscita. Anche a me piace molto Inaya e mi sono accarezzata la figa immaginando di scopare anche con lei.” le dissi spudoratamente senza staccare la testa dalla sua spalla.
    “Se oggi verrai al mare con noi guardaci spudoratamente quanto vuoi.”
    “Sono certa che non potrò assolutamente esimermi dal piacere di contemplarvi.”
    “Edda sarebbe bene che ti lasciassi andare; non ti accorgi che mentre ti accarezzo i tuoi continui brividi di piacere e desiderio si fanno sempre più insistenti ?”
    A quel punto le parole di Odette spazzarono via la mia titubanza.
    “Odette non ti sbagli affatto, per favore prendimi immediatamente; mi hai già disarmata e non sono in grado di resistere oltre. Avverto già l'effetto dell'adrenalina e sento essere pronta e sicura che è proprio questo il momento di concedermi; non riesco più ad oppormi alla travolgente idea di scoprire l'estasi del piacere saffico assieme a te. Ho un'irrefrenabile voglia di rimanere in questa stanza nella quale fino a quando non hai aperto la finestra, percepivo l'aria ancora impregnata dalla vostra lussuriosa permanenza e mi assale un forte desiderio di distendermi su questo letto dove stanotte e chissà quante altre volte, hai scopato con Inaya.”
    “In realtà su questo letto ho accolto anche altre donne ma adesso sono veramente lieta ed eccitatissima di accogliere anche te per farti sperimentare il piacere e l'emozione del tuo primo amplesso saffico. Sono entusiasta di essere la prima donna con cui giacerai per sfogare i tuoi più intimi e irrefrenabili desideri. Per favore, abbassa la serranda della finestra lasciandola a spiraglio e abbandoniamoci subito alla nostra impetuosa passione.”
    Quando mi trovai di fronte a lei si alzò dalla sponda del letto e stringendomi fortemente mi baciò ogni parte del viso e iniziò a spogliarmi lentamente. Ci distendemmo sul letto, mi accarezzò, baciò e leccò dappertutto e dopo avermi stimolato abilmente le tette si diede veementemente alla mia figa. Mi fece girare e dopo avermi leccata la schiena mi baciò ardentemente i glutei dedicandosi infine al mio buchetto inserendovi prima la lingua e dopo un dito. Mi fece girare nuovamente e lasciò strisciare abilmente i capezzoli contro i miei; mi diedi a leccarla dappertutto proprio come lei aveva fatto con me e godetti immensamente cospargendomi i suoi umori sul viso. Provai un altro fortissimo piacere quando cambiando di posizione, ci intrecciammo le gambe per mettere le nostre fighe a stretto contatto e man mano che le lasciavamo strisciare morbosamente l'una contro l'altra, raggiungemmo tante entusiasmanti raffiche di orgasmi che infine ci lasciarono esauste. Rimanemmo distese l'una affianco all'altra e a seguito di un lungo e appassionatissimo bacio, l'inesorabile prevalere della stanchezza ci fece assopire teneramente abbracciate. Non trascorse molto tempo che l'inconfondibile voce di Inaya irruppe nella casa facendo sì che mi svegliassi.
    “Odette, je viens d'arriver, où es-tu ? Odette, Odette !”
    Inaya avvertiva Odette del suo arrivo e le chiedeva dove si trovasse. Inaya ripeteva insistentemente quelle parole e dato che le ascoltavo sempre più da vicino intuii che si stava avvicinando alla stanza da letto. Ad onor del vero ero un po' imbarazzata dal suo improvviso arrivo in quanto mi avrebbe trovata distesa sul letto affianco a Odette. Pensai di alzarmi ma quando cercai di farlo vidi Inaya ferma sulla soglia della porta.
    “Buon giorno Edda, è un vero piacere vederti e trovarti distesa affianco a Odette; mi procuri una gioia che non aspettavo proprio.” mi disse visibilmente soddisfatta in uno stentato italiano col suo dolce accento francese.
    Cercai di coprirmi subito col lenzuolo ma si avvicinò con un dolce sorriso e fermandomi teneramente la mano, mi impedì di farlo.
    “Edda per favore non ti coprire; non privarmi proprio adesso dal forte desiderio che ho avuto sin dal momento in cui ti ho conosciuta, di apprezzarti in tutta la tua bellezza.”
    Inaya si chinò e baciandomi dolcemente sulle labbra, risposi d'istinto alla sua tenera effusione. Dato che Odette continuava a dormire placidamente, sussurrò :
    “Sono certa che ambedue avete goduto parecchio.”
    “In effetti Inaya; è stata anche la mia prima esperienza con una donna.”
    “Sono sicura che ti è piaciuto molto.”
    “Sì. Ho provato delle entusiasmanti sensazioni che finora non avevo mai sperimentate.”
    “Mi fa piacere saperti tanto soddisfatta.”
    “Odette mi ha anche detto che stanotte avete scopato a lungo.”
    “Infatti; scopiamo da parecchi anni e stanotte abbiamo dormito pochissimo.”
    Distaccò leggermente il viso dal mio e indirizzò morbosamente lo sguardo verso la mia figa.
    “Posso ?” mi chiese con gli occhi colmi di desiderio.
    “Accomodati pure Inaya; non hai bisogno di chiedermene il permesso. Sappi che Odette mi ha anche parlato del tuo interesse verso me e posso garantirti che lo contraccambio pienamente.” le dissi allargandomi istintivamente le cosce.
    Mi baciò delicatamente i peli del pube e mi sollevai istintivamente il bacino per agevolarle l'accesso alla mia figa. Data la mia nuova postura e prima ancora di appoggiare le labbra sulla mia figa, la contemplò soddisfatta; la sfiorò col naso e poi si diede ad accarezzarmi soavemente i glutei con ambo le mani ma ad un tratto mi introdusse lentamente il dito medio nello sfintere e mi mantenne sollevato il bacino con la mano destra. Iniziò a stimolarmi tanto abilmente la figa con la lingua e con le dita della mano sinistra che non potei privarmi di ansimare con incontrollabili gemiti di piacere. Dopo un po' si distaccò da me e si alzò.
    “Edda ti ringrazio di cuore per lasciarmi accedere alla tua splendida figa e spero che quanto prima possiamo concederci un amplesso completo.”
    “Senz'altro Inaya, senz'altro; anch'io ho un forte desiderio di scopare con te.”
    “Grazie Edda. Comunque è quasi mezzo giorno; continua pure a riposarti e intanto che Odette dorme, vado in cucina a preparare il pranzo.
    “Come vuoi Inaya. Ti ringrazio per avermi stimolato tanto bene la figa e avermi procurato tanto piacere sodomizzandomi senza farmi avvertire alcun dolore.”
    “Edda, ho goduto molto omaggiandoti la figa e mi è piaciuto constatare che rispondevi veementemente ai miei stimoli.”
    Accostò le sue labbra alle mie, ci baciammo teneramente e abbandonò la stanza. Quello stesso giorno Odette mi convinse a lasciare la pensione e mi fece trasferire a casa sua per tutta la durata della mia vacanza. Tutte e tre condividemmo delle splendide giornate e trascorsi le notti a dormire e scopare con loro nel comodissimo ed ampio letto di Odette. Fu così ed allora che ebbero inizio le mie prime esperienze saffiche . Fra noi tre si instaurò una solida amicizia e dopo la mia vacanza approfittammo qualche lungo ponte per rincontrarci anche nella mia città ma la loro lontananza, la mia timidezza e il bisogno che avevo di continuare a placare i desideri saffici che avevo cominciato a sperimentare con Odette ed Inaya, mi spinsero a frequentare puttane lesbiche di un'altra città per evitare di essere seguita e controllata. Man mano che Odette, Inaya ed io ci sposavamo partecipavamo alle nostre cerimonie ma a causa dei vincoli matrimoniali, le occasioni in cui ci rincontravamo a letto si ridussero a poche ore e soltanto quando trascorrevamo le vacanze assieme. Nonostante l'intensa attività sessuale che ho sempre intrattenuta con mio marito non ho mai rinunciato ai piaceri saffici e alcune puttane mi trasmisero addirittura parecchi dei loro vizi e senza rendermene conto cominciai a prenderci gusto nel baciare e leccare i loro piedi nonché ad essere picchiata. Constatai come il piacere misto al dolore aveva senz'altro cominciato a prendere il sopravvento su di me. Spesso mi assento parecchie ore per recarmi in un'altra città da Milena, una puttana che ho conosciuta tramite un'inserzione e con cui ho stretto amicizia; mi eccito moltissimo facendo le pulizie completamente nuda nel suo appartamento specialmente riordinando il letto su cui scopa con le sue clienti. Ad oggi non posso più fare a meno di qualificarmi come una decisa, servile e sottomessa lesbica e provo un morbosissimo piacere quando Milena mi sgrida, umilia col turpiloquio, obbliga a lavori degradanti e persino mi picchia.
     
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