De Laurentiis apre all’addio di Spalletti: «Lo lascio libero»

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    Il presidente del Napoli e l’allenatore vicinissimi al divorzio dopo l’impresa-scudetto: «Lucio è un fuoriclasse, ma dovrà trovare il campo dove esprimersi al meglio. Napoli? Lo spero»

    Tanto tuonò che piovve, e le parole di Aurelio De Laurentiis su Luciano Spalletti a Sky, all’apparenza sibilline, dicono tanto, probabilmente tutto, su un rapporto giunto al capolinea. C’è una frase detta in napoletano («Chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato») che più di tutte chiude la questione, rimanda ai saluti anticipati, rispetto alla scadenza contrattuale, dopo la stagione della grande impresa.

    Il Napoli ha atteso lo scudetto per 33 anni, l’addio potrebbe essersi consumato in tre minuti davanti alle telecamere dopo un batti e ribatti, tra presidente e allenatore, cominciato qualche settimana prima della vittoria del titolo e conclusosi con una cena che poteva suggellare una nuova intesa. Così evidentemente non è stato e Spalletti ha chiesto a lui di chiarire i termini del rapporto. De Laurentiis non si è fatto aspettare. Meno di un mese dopo aver esercitato l’opzione unilaterale per il rinnovo del contratto di un altro anno, si è (quasi) arreso all’idea che la sua era stata una mossa azzardata.

    «La libertà è un bene incommensurabile — ha detto — va rispettata. Non limiterei mai la sua perché non vorrei che lo facesse con me. Mai tarpare le ali a nessuno». Finita qui? Non ufficialmente, De Laurentiis è abile a lasciare aperto uno spiraglio: «È un fuoriclasse e deve trovare un field dove esprimersi al meglio. Mi auguro che ritrovi le motivazioni che lo hanno portato a fare cose straordinarie». Dove e con chi? «Beh, spero che sia col Napoli, ma l’importante è la gratitudine». Probabilmente mente sapendo di mentire ma è il gioco delle parti e va messo in conto. Ha già riaperto l’agenda, ha cominciato a sondare i possibili sostituiti. Nulla di nuovo, Aurelio non improvvisa sulle scelte importanti. E come quando ingaggiò Spalletti che corteggiava da tempo, così ha ripensato a tecnici che stima come Gasperini, Italiano e soprattutto Antonio Conte con il quale ha un rapporto di amicizia piuttosto datato. Presto per fare pronostici su chi sarà il prossimo allenatore del Napoli campione d’Italia, del resto c’è sempre da aspettare la decisione ultima che spetta a Spalletti, ancora sotto contratto per un anno.

    Oggi il tecnico terrà la consueta conferenza stampa prima della sfida con l’Inter: oltre al campo stavolta c’è molto di più. Più delle incomprensioni sorte nel corso della stagione, più dei malumori provocati da una Pec con cui De Laurentiis gli ha comunicato il rinnovo del contratto, oltre il legittimo risentimento per non aver ricevuto una telefonata di congratulazioni dopo la vittoria sul campo di Udine.

    In ballo c’è il futuro di una squadra che neanche ha cucito lo scudetto al petto e rischia di perdere il regista dell’opera prima. «Non farò mai un torto ai napoletani» ha ripetuto più volte Lucio mentre meditava di lasciare la panchina più felice della sua carriera. De Laurentiis ha intuito che forzare la mano sarebbe stato controproducente. «Nella vita bisogna sapere essere grati — ha aggiunto Aurelio — con gli allenatori che si sono avvicendati sulla panchina del Napoli mi sono lasciato sempre bene. Da Reja a Mazzarri ad Ancelotti a Benitez, persone con le quali conservo un legame».

    I malumori c’erano stati anche con loro, ma il tempo aggiusta le cose nel nome appunto della gratitudine. I titoli di coda stanno per scorrere e il presidente la chiude in musica: «Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto. Scurdammoce o passato, simmo ‘e Napule paisá». Difficile.
     
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