Rita mi invita

Racconti erotici lesbo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    11,430

    Status
    Mentre ero sul treno che mi riportava a Bologna contattai Rita che fu entusiasta nel sentirmi così presto, quella donna dall’aspetto così gracile , austero e misterioso mi affascinava , i suoi occhi verde chiaro mi ipnotizzavano , il pallore della sua pelle mi trasmettevano un senso di candida delicatezza, le sue labbra sottili e la sua voce sempre pacata la facevano sembrare saggia e sicura di se come di chi sa come affrontare qualsiasi situazione e qualsiasi problema mantenendo saldo il controllo , più chattavamo più diventava misteriosa e affascinante.
    Dovevo assolutamente rivederla e così fu, il sabato successivo andai a trovarla , viveva in una cascina tenuta in modo impeccabile alle porte di Parma , era la tipica tenuta di campagna che si vedono nella pianura padana .
    Rita nel 2017 era una signora benestante di 52 anni , divorziata da 15 , viveva da sola con il suo cagnolone Gennaro nella stessa casa in cui era nata , era sola al mondo nel senso che non aveva più parenti stretti i suoi genitori erano morti già da anni e non aveva figli, era allegra e solare e nonostante fosse un’affermata manager viveva in modo semplice , non aveva macchinoni ma una semplice utilitaria, non aveva un attico ma una casa che per quanto grande era essenziale e funzionale , non ostentava la sua ricchezza ma appariva umile, mi diceva sempre sono figlia di contadini e tale rimarrò per sempre .
    L’implacabile dirigente dopo aver contribuito a gestire una multinazionale tornava a casa a spaccare la legna per il camino , oppure con martello e chiodi alla mano sostituiva l’asse del recinto spezzato da un ramo caduto.
    Passammo il sabato a sistemare le tegole di quella che un tempo doveva essere una stalla e quando finimmo eravamo sporche e stanche ma allo stesso serene , ci sdraiammo per terra ammirando il lavoro appena concluso.
    -ti ho fatto venire fin qui per farti lavorare ragazza … mi dispiace.
    Mi girai verso di lei e le presi la mano sottilissima.
    -vorrà dire che ti sdebiterai con una buona cena… Rita ho passato un pomeriggio stupendo era davvero tanto tempo che non stavo così bene.
    Lavorare all’aria aperta con il vento primaverile sul viso mi faceva ritornare indietro nel tempo quando aiutavo mio nonno o mio padre a fare qualcosa in campagna e anche se è fisicamente sfibrante alla fine della giornata ero felice e contenta.

    Ritornammo dentro mano nella mano con Gennaro che ci seguiva in cerca delle attenzioni che io gli avevo rubato, anche lei sembrava stare bene e cercava di dimostrarmelo con piccoli gesti e con sguardi dolcissimi mi disse di andare a farmi una doccia e di farmi bella che saremmo andati a mangiare fuori, invece le proposi di rimanere a casa e che se per lei non fosse stato un problema di preparare io la cena.
    Mi guardò un po’ perplessa ma accettò , la mandai a lavarsi dicendole che avrei pensato a tutto io e così mi diedi da fare , non preparai un banchetto tipo battesimo calabrese ma quando ritornò vestita come se dovesse uscire rimase a bocca aperta.
    -Hai fatto il mio piatto preferito!come facevi a saperlo?
    -com’è hai detto settimana scorsa? “Io ho un dono riesco a pesare le persone “ beh anche io ho un dono … riesco a carpire i gusti delle persone da pochi semplici dettagli.
    Andò in cantina e prese due bottiglie di vino , mangiammo a lume di candela con il camino acceso e anche se la giornata non era fredda il tutto dava un senso di romantica intimità , mi affascinava anche il suo modo di mangiare a piccoli bocconi e i movimenti lenti ed eleganti la facevano sembrare una nobildonna d’altri tempi, un’immagine che cozzava ancora con la Rita di poco prima sulla scala con delle tegole sbeccate in mano , il suo vestito attillatissimo le dava un aspetto ancora più magro quasi scheletrico era una di quelle persone che se l’avessi vista per strada non mi sarei degnata neanche a darle uno sguardo ma conoscendola e osservandola meglio mi ipnotizzava sempre di più come un serpente di fronte l’incantatore , credevo di essere io a condurre il gioco ma alla fine mi ritrovai ad essere la preda di una sorta di creatura mitologica metà lupo e metà Shmoo (personaggio dei fumetti che adora essere mangiato), la cosa certa era che in presenza di Rita dimenticavo completamente Betty e tutto il resto, non sentivo la necessità di bere , drogarmi o di fare qualsiasi cosa estrema atto a colmare il vuoto lasciato dalla donna che amavo, in poche parole era lei stessa una droga.
    Dopo mangiato andammo sul retro della casa dove c’era un giardino interno delimitato da mura alte e un soffice prato inglese, al centro un gazebo chiuso , il tetto era trasparente e il cielo stellato con la luna quasi piena illuminava quel piccolo ambiente rendendolo quasi magico , finimmo la bottiglia di vino sedute su una panchina bianca imbottita , Gennaro ormai si era rassegnato ed era ritornato dentro nel suo angolo preferito , non sembrava essere abituato a vedere gente in casa .
    Gli chiesi se si comportasse cosi anche con Stefania e per l’ennesima volta mi diede una risposta piena di enigmi.
    -No effettivamente con lei non fa cosi … diciamo che Stefania è una persona particolare , e al contrario di quello tu possa pensare non è la mia amante o la mia amica… è più …
    Si fermò a pensare qualche secondo cercando il termine esatto.
    -È più la mia dama di compagnia, una persona che spesso sta con me in cambio di divertimento , lo capirai col tempo.

    La fissai cercando di capire cosa volessero dire quelle parole ma alla fine ci rinunciai , avevo voglia di baciarla e così tirai a me quello scricciolo di donna che si mise a cavalcioni sulle mie gambe, anche lei mi desiderava e ci baciammo il mio desiderio aumentava secondo dopo secondo , le proposi di andare in un posto più comodo ma che prima volevo fare una doccia , avevo ancora i vestiti sporchi di sudore del pomeriggio.

    -Hai un odore stupendo, ti voglio cosi.

    Facemmo il tragitto dal gazebo alla camera da letto baciandoci e per quei cinquanta metri diventò un lupo affamato mordicchiando , leccando e baciando .
    Mi spinse sul letto e con un gesto fece scivolare il suo vestito rimanendo solo con le mutandine, mi tolse le scarpe e inizió a dedicarsi ai miei piedi come quella sera nel locale ,mi tolse i pantaloni e ricominciò a risalire baciandomi e leccandomi io vedevo solo la sua massa di ricci avvicinarsi , superò la mia intimità ancora coperta dalle mutandine , mi scoprì sopra soffermandosi alle mie ascelle .
    -Hai un odore stupendo amore e sei bellissima, così giovane … ti voglio solo per me .
    Io la tirai e la baciai con irruenza , un bacio con risucchio che la lasciò senza fiato , scesi sui suoi seni sodi ma minuscoli con i capezzoli ben in tiro , li baciai e li mordicchiai , le tolsi le mutandine scoprendo un pube completamente depilato , era liscia e glabra , aveva una vagina meravigliosamente strana con labbra sporgenti e strette, le baciai poggiando delicatamente la lingua e al solo contatto lei mugolò di piacere , era come se non lo facesse da una vita perché venne subito stringendo quelle sottilissime labbra che la fecero sembrare senza bocca , infilai la punta del dito ed era strettissima nonostante fosse bagnata all’inverosimile e quando lo feci rotare sembro quasi sussultare dal piacere , con fatica infilai il secondo dito e continuai a lavorare di lingua sia sul clito che su quelle labbra grandi e succose facendola arrivare per la seconda volta con un orgasmo ancora più forte del precedente.
    Mi tolsi le mutandine e mi sedetti letteralmente su di lei, iniziammo una 69 e il piacere reciproco fu immenso, era una leccatrice bravissima, la migliore abbia messo la lingua nella mia intimità era come se sapesse in ogni istante dove andare con precisione chirurgica e lo faceva con una passione incredibile , persi il conto di quante volte arrivammo così come perdemmo la percezione del tempo, non avevamo più nessuno punto che non fosse stato baciato , leccato ed esplorato più volte e quando smettemmo sfinite conoscevo ogni centimetro del suo corpo, ogni piega della sua pelle ogni ruga , ogni macchia , tutto insomma , ho conosciuto più di lei in una notte che di Betty in tre anni.
    Il mattino seguente mi svegliai con lei che esplorava di nuovo la mia vagina e l’orgasmo fu atomico, ancora una volta mi impedì di andare a lavarmi dicendo che il mio odore era sublime da vera femmina , mi rifece rimettere a letto e dopo avermi portato la colazione lo rifacemmo ancora , solo lo squillo insistente del telefono ci fece alzare in tarda mattinata .
    Nel pomeriggio finalmente andai a lavarmi con un bagno caldo, ovviamente insieme a lei in una grande vasca idromassaggio , ormai era un fiume in piena e mi raccontò la storia della sua vita anche le cose più intime, l’avevo rapita allo stesso modo in cui lei aveva rapito me e nonostante i trent’anni di differenza non c’era nessuno disagio e nessun tabù tra noi , nemmeno quando lo facemmo ancora ma con più irruenza possedendola in modo selvaggio con uno strap-on provai soggezione… anzi , sentirla così stretta e vederla godere mi diede un senso di potere mai provato prima, fu come se l’orgasmo della sua vita, l’apice supremo del suo piacere dipendesse da me .
    Quella sera mi pregò di restare ancora ma con rammarico dovetti rientrare a Bologna, il giorno dopo sarei dovuta andare a lavoro e visto che non possedevo un auto sarebbe stato impossibile andarci il giorno dopo, la lasciai con la promessa che il venerdì successivo sarei tornata e non vedevo l’ora .
     
    Top
    .
0 replies since 4/4/2023, 10:18   388 views
  Share  
.