Volodymyr Zelensky: biografia e storia del presidente dell'Ucraina

Storia e biografia di Volodymyr Zelensky, l'uomo che è stato prima attore, sceneggiatore e politico ucraino, diventando infine Presidente dell'Ucraina.

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    Volodymyr Zelensky
    Nato il: 25 gennaio 1978
    Movimento politico: Servitore del Popolo
    Pensiero politico: Movimento centrista, favorevole all'adesione alla UE, alla NATO, centralizzazione del potere.
    Titoli e cariche: attore, regista, sceneggiatore e comico ucraino, successivamente politico e presidente dell'Ucraina
    Eventi storici: il 20 maggio 2019 è stato eletto presidente dell'Ucraina
    Frase celebre:
    "Noi non disponiamo di altrettanti soldati come la Russia. Nè possiamo misurarci con i loro mezzi e i loro missili. Ma abbiamo qualcosa che loro non hanno: un popolo che ama la libertà ed è pronto a combattere per difenderla. Questa è una guerra del popolo e ogni cittadino ha un ruolo da svolgere."

    Chi è Volodymyr Zelensky?
    Il presidente dell'Ucraina
    Ucraino russofono di origini ebraiche, lavora per anni in televisione come attore e autore di sketch comici. Dopo il successo della serie televisiva che lo vede nei panni di un professore diventato per caso presidente del paese, dà vita a questa realtà candidandosi e vincendo le elezioni ucraine del 2019.
    Le origini ebraiche di Volodymyr Zelensky
    Quando e dove nasce Zelensky
    Vladimir o Vova Zelensky nasce nel 1978 a Kryvyi Rih nella regione di Kryvbas.
    L’appartamento nel Kvartal 95
    La sua famiglia ha un appartamento nel Kvartal 95, un agglomerato di enormi condomini-formicaio frutto dell’architettura brutalista, all’interno della città più lunga d’Europa: 73 chilometri di lunghezza lungo il tracciato dei pozzi minerari di uno dei più grandi giacimenti ferrosi del mondo.
    Zelensky è figlio unico di una famiglia di origine ebraica
    Figlio unico di Oleksandr, direttore del dipartimento di economia e tecnologia dell’università statale della città, e di Rimma, ingegnera, Vladimir è figlio unico di una famiglia benestante e di origine ebraica, anche se non praticante, in una società ancora segnata da un diffuso antisemitismo, retaggio del regime sovietico: l’ebraismo è una civiltà oltre che una religione, con tutto un insieme di valori che impediva la tabula rasa culturale necessaria per sviluppare l’attaccamento al comunismo.
    I primi anni di Zelensky
    Per seguire il lavoro del padre, Vova vive 4 anni in Mongolia a Erdenet, dove inizia le elementari, tornato poi in Ucraina, cresce e compie gli studi brillantemente, coltivando anche altre passioni come lo sport e la musica.
    Zelensky ed il gruppo Kvartal 95
    Zelensky alle superiori
    Alle superiori Zelenskij e i suoi amici si dedicano alla musica e al teatro, fondando un gruppo chiamato Kvartal 95 che si esibisce in varie competizioni.
    Si iscrive alla facoltà di legge
    Preso il diploma e per far contenti i suoi, molto preoccupati delle sue inclinazioni artistiche, si iscrive alla facoltà di legge nell'università dove lavora il padre.
    Zelensky e la sua squadra partecipano al gioco televisivo
    La squadra di Zelensky vince l’edizione 1997, poi cambia nome in Kvartal 95 partecipando alle edizioni successive fino ad arrivare alla semifinale nel 2002; lui è già un mattatore, un vulcano di idee e spicca anche sui compagni di squadra, ma quando gli viene proposto di continuare esibendosi come solista rifiuta di abbandonare gli amici e lascia la competizione.
    Si laurea in legge ma si dedica alla recitazione
    Consegue la laurea in legge ma dopo i due mesi di praticantato si dedica solo alla recitazione.
    Fonda la casa di produzione Kvartal 95
    Nel 2003 il gruppo Kvartal 95 si trasferisce a Kiev e fonda una casa di produzione per lavorare in televisione; negli anni conoscono un successo sempre più vasto che travalica i confini nazionali (si esibiscono in russo).
    Il tentativo di consolidare l’unità nazionale
    Nel delicato periodo dopo l’indipendenza, si cerca di consolidare l’unità nazionale incentivando l’uso dell’ucraino nei media e gli sketch del gruppo iniziano a essere percepiti come un po’ troppo volgari e legati alla cultura sovietica e russa, anche se le frecciate contro il Cremlino e lo stesso Putin sono numerose.
    La primavera russa
    Il 2014 è un anno difficile per il paese:
    scoppia una rivolta popolare conosciuta come Euromaidan o Seconda Rivoluzione ucraina in febbraio che porta alla deposizione del presidente filorusso;
    con la rivoluzione scoppiano disordini nell'area sud-orientale del paese, dove vi sono molte forze separatiste e la Russia procede illegalmente all’annessione della Crimea con l’invio degli “omini verdi”, dei soldati russi senza insegne riconoscibili;
    i disordini vengono sobillati fino a innescare la guerra separatista del Donbass, per ottenere il controllo delle città russofone dell’Est, nella regione mineraria e siderurgica del paese, una guerra a bassa intensità ma con numerose vittime: 14.000 morti in 8 anni).
    Il distacco dai russi
    La distruzione dei già precari rapporti con Mosca, costringe molti professionisti a tagliare i rapporti con il mercato russo; anche il gruppo di Zelensky deve segnare il distacco dall’invasore e rivede i contenuti dei propri spettacoli, oltre a donare un milione di grivnie all’esercito ucraino.
    La libertà di espressione in Ucraina
    Uno dei pochi risultati positivi è che ora in Ucraina è consentita un’enorme libertà di espressione, e i suoi cittadini guardano senza farsi più problemi al modello politico e sociale europeo; anche la casa di produzione Kvartal 95 abbozza un progetto su una serie televisiva innovativa.
    6Sluga Naroda e le sue ombre
    Sluga Naroda: serie televisiva di satira politica
    Nel 2015 esce in televisione la serie Sluga Naroda, una serie comica con protagonista Vasilij Goloborodko, un professore di storia che viene segretamente ripreso da uno studente mentre sbraita contro le elezioni, lamentandosi della classe politica e denunciando la corruzione diffusa, e che grazie alla viralità ottenuta dal video su Youtube diventa il nuovo presidente del paese.
    Il cast recita in russo
    Dato che si tratta di una produzione privata il cast recita in russo, anche per vendere il prodotto anche su quel mercato nonostante i recenti avvenimenti; ci sono pochi riferimenti temporali per lasciare spazio alle gag, i personaggi sono caratteristici della società ucraina, volutamente poco definiti per esaltare per contrasto la rabbia e i desideri del protagonista.
    Il successo della serie
    Il successo è clamoroso, anche se si tratta di un prodotto poco più che discreto; il colpo di genio sta nel trattare un tema di enorme attualità mettendo in ridicolo le magagne della classe politica degli ultimi decenni.
    Ma c’è comunque un’ombra: la serie va in onda su 1 + 1 che un canale di proprietà dell'oligarca ucraino Igor Kolomoisky. Kolomoisky si è arricchito negli anni ‘90 grazie alle collaborazioni con la malavita e dopo aver collocato suoi uomini in parlamento, riesce a controllare alcune grandi società petrolifere e ad acquisire la più importante banca del paese.
    Igor diventa governatore
    Diventato governatore crea il battaglione Dnipro-1, una specie di milizia privata che nella regione di Dnipropetrovsk elimina le compagini filorusse con metodi violenti.
    La fuga dell’ex governatore all’estero
    Nel 2016 viene rimosso dall’incarico di governatore e perde la Privatbank che viene nazionalizzata, ma l’oligarca sottrae un terzo dei depositi dalle casse (risparmi dei contribuenti che lo stato sarà poi costretto a risarcire) e fugge all’estero mantenendo il controllo dell’emittente televisiva. In molti vedono il suo finanziamento alla serie comica un modo per denigrare il presidente attualmente in carica, Poroshenko, suo rivale e oligarca a sua volta.
    Zelensky scende in campo
    Nasce il partito “Servitore del popolo”
    Nel 2016 da persone molto vicine alla società Kvartal 95 viene registrato un partito con il nome Partito del cambiamento decisivo, ma nessuno rilascia dichiarazioni in merito; nel 2017 il nome viene mutato in un palese Servitore del popolo, omonimo della serie televisiva, segno che sta maturando il progetto su una futura candidatura.

    Zelensky annuncia la sua candidatura

    Sul canale 1+1 (in piena campagna elettorale) l’ultimo dell’anno 2018 compare Zelensky con un messaggio tra il serio e il comico, al posto del tradizionale messaggio del presidente; un’esibizione ai limiti del legale che comunque porta risultati: nei sondaggi popolari, si piazza terzo, dopo il presidente uscente Poroshenko e l’ex prima ministra Julija Tymoshenko.
    A gennaio 2019 c’è finalmente l’annuncio ufficiale della scesa in campagna senza però una vera e propria campagna elettorale:

    continua a lavorare come attore, facendo comparsate in tv senza mai parlare di elezioni e rifiutando le interviste della stampa;
    escono brevi video su Instagram con le sue idee (tutto sommato banali) su come far funzionare l’Ucraina;
    chiede ai suoi follower di elencare i 5 problemi principali del paese per permettergli di trovare le soluzioni;
    un’altra mossa ai limiti della legalità è l’uscita della terza stagione della serie, proprio a ridosso del voto.
    Zelensky vince le elezioni
    Il 31 marzo 2019 ottiene il 30% al primo turno, nel confronto pubblico con Poroshenko vince su tutti i fronti conducendo l’incontro a suon di battute. Il 21 aprile vince con il 73% dei voti, è il nuovo presidente dell’Ucraina.
    Gli obiettivi del nuovo Presidente
    Il 20 maggio nel suo discorso di investitura sottolinea quelli che saranno i punti cardine del suo governo:

    l’Europa,
    combattere la povertà,
    la pace nel Donbass.

    L’ideologia di partito
    L’ideologia del suo partito assume finalmente una forma più definita, improntata al libertarismo:

    guidare la semplificazione fiscale,
    riorganizzare la giustizia per combattere la corruzione presente in tutti i livelli e, a tale scopo,
    organizzare la totale digitalizzazione amministrativa in modo da avere “Il paese in uno smartphone” e bypassare tutti i funzionari corrotti,
    investire nelle grandi infrastrutture per la ripartenza del paese.

    Poca esperienza politica
    Tre quarti dei deputati del nuovo governo sono eletti per la prima volta in vita loro e molti sono completamente digiuni di politica, come il loro presidente del resto, che dall’elezione gira molto meno video per Instagram e pubblica solo sul sito ufficiale del governo condividendo poi sui social istituzionali.
    Vertice all'Eliseo per la pace nel Donbass
    Ma la vera prova di fuoco per il neo presidente Zelensky è il 9 dicembre 2019: partecipa al vertice che si tiene all’Eliseo tra i capi di Stato di Ucraina, Russia, Francia e Germania, il tema è la guerra nel Donbass.
    Putin e Zelensky tentano l’intesa sul Donbass
    Deve cercare la pace ma senza scendere alle umilianti condizioni proposte dalla Russia compromettendo l’unità nazionale, ovvero la concessione dell'autonomia alle regioni di Donetsk e Luhansk, che diventerebbero così due stati fantoccio nelle mani di Putin ma in grado di influire pesantemente sulla politica ucraina. Dopo 9 ore di riunione non riesce a imporre le sue condizioni ma non cede nemmeno alle pretese del presidente russo.
    Curiosità
    Il primo incontro con gli ambasciatori europei nel febbraio 2019 è disastroso: Zelensky fatica a capire e a esprimersi in inglese e ucraino, sembra ignorare le basi della maggior parte delle questioni, sembra confuso e impreparato alle domande.
    Le riforme di Zelensky
    Le riforme
    Dopo i primi balbettamenti, il presidente dimostra di avere imparato la lezione, e a parlare perfettamente l’ucraino che per lui è la seconda lingua, e nel 2020 il suo governo inizia a ingranare:
    a marzo viene approvata la riforma fondiaria per la vendita dei terreni agricoli;
    il 13 maggio il parlamento adotta (su richiesta del presidente) una legge che stabilisce che le banche in crisi non possono comunque tornare a essere private, (in sostanza una legge anti-Kolomoisky) e nella stessa giornata il Fondo Monetario Internazionale sblocca un prestito di 5 miliardi di dollari, con la certezza che i soldi non verranno incamerati dall’oligarca di turno;
    a Oleksij Reznikov viene assegnato il ministero per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati.


    Modernizzazione della rete stradale
    Con il progetto de La “Grande costruzione” a metà 2021 vengono modernizzate e costruite oltre 14.000 chilometri di strade, la rete stradale ucraina non è più tra le peggiori d’Europa.
    Organizza a Kiev il vertice internazionale
    Zelensky approva un insieme di misure per rientrare in possesso della Crimea e organizza a Kiev il vertice internazionale per il 23 agosto 2021.
    La legge anti-oligarchi
    Il 5 novembre viene approvata la legge anti-oligarchi, che prevede un registro dei nomi di privati facoltosi che possiedono la maggior parte della propria ricchezza in settori specifici.
    Gli oligarchi iniziano a vendere alcune aziende per non venire segnalati, ma è comunque una legge troppa vaga per essere veramente efficace, una mossa maldestra per soddisfare una promessa elettorale o per manipolare gli oligarchi che vogliano collaborare con il governo piegandosi e finanziando le iniziative statali.
    Curiosità
    Da maggio 2019 ad agosto 2020 l’Ucraina è stata l’unica nazione al mondo insieme a Israele ad avere sia il capo di stato che il primo ministro ebrei.
    Lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina: l’invasione del 24 febbraio 2022
    Russia e i confini con un paese ex federato
    La Russia non tollera più la presenza sui suoi confini di un paese ex federato, che si avvicina ai governi di stampo occidentale con il rischio di trasmettere idee contrastanti con il suo modello autocratico.
    L’annuncio di un’invasione dell’Ucraina
    I servizi segreti americani lanciano segnali d’allarme e diffondono tramite la stampa le informazioni in loro possesso, tra le altre quella che riferisce di un’imminente invasione dell'Ucraina, notizia che immobilizza temporaneamente la lenta ripresa economica.
    L’ultimatum della Russia
    Il 22 gennaio 2022 arriva un ultimatum dalla Russia, nel quale si chiede che l’Ucraina dichiari di non fare mai domanda alla Nato e il ritiro delle truppe Nato dall’Est Europa; in risposta Zelenskij firma il 2 febbraio un decreto che sospende per 5 anni le trasmissioni in territorio ucraino di tre emittenti televisive filorusse, che fanno circolare la propaganda del Cremlino.
    Il 24 febbraio 2022 scoppia la guerra tra Russia e Ucraina
    All’alba del 24 febbraio 2022, dopo uno sproloquio sulla necessità di compiere un’operazione militare speciale per denazificare l’Ucraina o “piccola Russia”, dimostrando così di assimilare il nazionalismo ucraino al nazismo e agli estremismi in generale, il presidente Putin dà l’ordine all'esercito di iniziare il progetto di Novorossija (Nuova Russia ) cioè annettere i territori russofoni riconoscendo l'indipendenza delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk.
    Zelensky chiede di entrare nella NATO
    Inizia l 'invasione dell’Ucraina con i bombardamenti delle prime città; la sera stessa Zelensky dichiara di aver nuovamente chiesto ai paesi europei di far entrare l’Ucraina nella Nato e ancora nessuno gli ha risposto.
    La fuga da Kiev
    Nel primo giorno di guerra la metà degli abitanti di Kiev lascia la città, sono quasi 2 milioni di persone.
    L’Ucraina di Zelensky verso l’Europa
    Le disinformazioni sulla guerra
    Il 25 febbraio i russi diffondono voci sulla fuga del governo ucraino, ma Zelensky li smentisce: esce per strada con tutti i membri del suo governo in tenuta militare e si riprende con uno smartphone incitando la popolazione. Nell'organizzare la risposta militare, affida a civili il ministero della Difesa per non rischiare di coinvolgere ufficiali corrotti.
    La richiesta ufficiale di adesione all’UE
    Il 31 marzo fa partire la richiesta ufficiale di adesione all’UE e il 4 aprile si reca a Buča, dove sono stati giustiziati almeno 400 civili; gira un video invitando Merkel e Macron a prendere atto delle conseguenze del mancato ingresso dell’Ucraina nella Nato e degli ostacoli posti all’armamento del paese.
    Gli aiuti dall’Occidente all’Ucraina e le sanzioni alla Russia
    I paesi occidentali iniziano l’invio di rifornimenti di armi per l’Ucraina e stabiliscono sanzioni per la Russia, che gioca la carta della fornitura di gas per mantenere la liquidità necessaria per il conflitto.
    I messaggi e le sollecitazioni di Zelensky
    A un certo punto sembra che la Russia rinunci al suo obiettivo primario, la conquista di Kiev e l’eliminazione del presidente, che intanto rilascia interviste sui social media e dichiarazioni ufficiali in collegamento con i governi di altri paesi, ai quali sollecita una presa di posizione dichiarando che a essere sotto attacco sono i valori della democrazia, mentre per il suo popolo gira video messaggi quotidiani, anche ripresi in modalità selfie.
    L’Ucraina entra ufficialmente nella Nato
    Il 9 aprile la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si reca a Kiev, dove consegna a Zelenskij il modulo per la candidatura dell’Ucraina; il 13 luglio 2022 l’Ucraina entra ufficialmente a far parte della Nato.

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