Tendenze Moda Uomo 2022: Let’s get physical

quarant'anni fa il tormentone su come rendere tonico il fisico. Ora passiamo ai capi che sanno metterlo in mostra

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    Il Postulato di Lavoisier funziona sempre: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, tanto nella fisica quanto nella moda che spesso parte da uno spunto del passato per tradurlo in qualcosa da indossare nel presente.
    Prendiamo una delle immagini più iconiche della storia del cinema: la corsa in principio sfiatata e alla fine a perdifiato di Sylvester Stallone nei panni di Rocky Balboa nel film che lo ha portato al successo. Il primo Rocky è del 1976, una produzione realizzata in appena 28 giorni e con un budget piuttosto risicato (poco più di un milione di dollari a fronte dei 225 milioni poi incassati al botteghino). Una storia tutto sommato semplice il cui immaginario influenza ancora oggi il modo di vivere lo sport.

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    Tra tutte, la scena della corsa nei sobborghi industriali di Philadelphia ha qualcosa di epico non solo per la colonna sonora Gonna Fly Now di Bill Conti, ma perché Rocky Balboa in quel momento siamo noi. Quella tuta grigia e le Converse Chuck Taylor in verità per niente adatte al running sono la divisa di chi decide di credere in se stesso e nel proprio corpo e, anche se non si direbbe, sono l’apripista all’immaginario glam dell’aerobica anni Ottanta.

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    Colori accesi, fantasie audaci, materiali scintillanti ed elastici per fasciare il corpo a quel punto diventato un simulacro da adorare: all’epoca si trasformava il proprio stile di vita anche grazie alle videocassette di Jane Fonda, pensate per chi si pompava i bicipiti in salotto davanti alla tv. Poco prima di quel successo da 17 milioni di videotape venduti nel mondo, Olivia Newton John esce con il singolo Physical, il cui video oggi probabilmente sarebbe tacciato di body shaming per come ironizza su uomini in sovrappeso, ma che ancora una volta affascina un mondo sempre più intento a trasformarsi in scultura vivente.
    Oggi consideriamo il fitness come uno strumento di benessere quasi più interiore, andiamo in palestra per scaricare le tensioni e in tanti corriamo nei parchi alla mattina presto. Le motivazioni per cui il fare sport ci affascina sono diverse da quell’epoca edonistica e sopra le righe, eppure la sua estetica in bilico tra lo spartano Rocky e la scintillante Jane è ben presente nelle collezioni di stagione.
    Lucidissime e a tinte forti sono le fashion-tute di VTMNTS il progetto di Guram Gvasalia, co-fondatore insieme al fratello Demna di Vetements, e qui anima della label che debutta negli store con la primavera-estate 2022 proponendosi di educare soprattutto i giovani a comprare capi di alta qualità, rifiutando le logiche del mass-market.
    Anche da Dolce&Gabbana fa capolino il mondo gym, in versione altrettanto brillante e con proporzioni oversize, mentre Martine Rose – designer di abbigliamento maschile britannico-giamaicana e fondatrice dell’omonimo brand – i suoi uomini in tuta li fa ballare. Sul fronte sporty shorts ci pensa JW Anderson a rielaborare il concetto con un mix di fucsia e turchese così anni Ottanta, mentre la potenziata collezione Ferrari gioca abbinando l’immancabile rosso con il blu elettrico. E una menzione particolare merita lo spagnolo Archie Alled-Martinez che, con il brand di maglieria che porta il suo doppio cognome, si tuffa appieno nel mood.
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