David Purley, un pilota eroe di altri tempi

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    Nato Il 26 Gennaio 1945 a Bognor Regis nel West Sussex, David Purley, era per molti uno sconosciuto, in seguito diventerà un esempio per tutti,negli anni 70, dove perdere la vita in gara era molto frequente.
    In Formula 1 non ottenne risultati eclatanti, ma gli appassionati lo ricordano ancora per il suo gesto eroico.
    Facciamo un passo indietro, quando all’età di 20 anni si arruolò nell’esercito reale, il corpo d’élite dei più coraggiosi al mondo. Dopo 3 anni decise di lasciare l’esercito per dedicarsi alle corse, dove debuttò nella massima serie nel 1973, anno in cui divenne “famoso” per il suo nobile eroismo.

    Era il 29 luglio ed eravamo sul circuito di Zandvoort, decima gara valida per il campionato di Formula 1. Al settimo passaggio una vettura uscì di strada a causa del dechappamento di una gomma, urtò un terrapieno, si ribaltò e prese fuoco, incastrando al suo interno il pilota.

    I commissari di percorso, terrorizzati, tentarono di spegnere le fiamme provocate dalle decine di litri di benzina della monoposto ancora a serbatoi quasi pieni, con un ridicolo estintore. David Purley si accorse della drammatica situazione e non pensandoci 2 volte arrestò la sua March per soccorrere lo sfortunato collega.

    Una situazione simile a quella si verificherà tre anni più tardi con Niki Lauda e Arturo Merzario, con la differenza che per l’austriaco le cose andarono diversamente. O come quella avvenuta pochi mesi prima a Kyalami nel gran premio del Sud Africa, con Mike Hailwood che estrasse Clay Regazzoni dall’abitacolo in fiamme della sua BRM.



    Purley, che era un combattente nato, tentò di rovesciare da solo la vettura e rimetterla sulle 4 ruote. Nulla da fare era troppo pesante. Chiese aiuto agli steward che se ne stavano in disparte senza dargli il minimo supporto. Purley urlava, si agitava, strappò dalle mani di un commissario un estintore e cominciò ad inondare la vettura di schiumogeno. Ma l’estintore era troppo piccolo. Chiamò il pubblico ad aiutarlo ma, per paura che gli spettatori entrassero in pista, arrivano anche dei cani per scoraggiarne l’ingresso. Passaono diversi minuti e Purley era ancora lì a cercare di salvare il suo collega, da solo, senza alcun aiuto. Il pilota inglese, tentò addirittura di fermare qualche pilota in corsa poiché, la gara non era stata sospesa, rischiando anche di essere investito, Francois Cevert lo schivò per miracolo.

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    I commissari a questo punto entrarono in azione allontanando Purley dal terrificante incendio, ma lui si oppose finché capì che non c’era più nulla da fare: piangendo e disperandosi si allontanò dal luogo dell’incidente. Il pilota nella vettura in fiamme era Roger Williamson, giovane inglese di 27 anni, che correva su una March di un’altra scuderia. Purley durante un’intervista disse che Williamson nella vettura dopo l’incidente era cosciente e urlava aiuto.



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    Per questo eroico gesto, Purley fu decorato dalla Regina Elisabetta con una Medaglia al Valore.
    Nel 1977, il pilota di Bognor Regis, decise di realizzare una sua F1, prendendo il nome dall’azienda di famiglia produttrice di frigoriferi; la LEC.
    1977 David Purley
    motorsportretro.com

    La monoposto, debuttò ufficialmente al gran premio del Belgio, quando la pioggia scombinò gli assetti provati durante le prove; tutti andarono ai box per cambiare le gomme, Purley no. A un certo punto si ritrovò terzo, ai box nessuno ci credeva, ma era vero! Nei giri successivi la LEC CRP1 si ritrovò a competere con i grandi, che lo superarono senza tanti problemi, ma il pilota inglese riuscì a resistere alla Ferrari di Lauda, rovinando di fatti la corsa dell’austriaco, che furibondo, lo insultò a fine gara.

    Con la sua freddezza Purley rispose al campione della Ferrari: “Hai faticato a passarmi, non sei degno di stare nel libro dei campioni“, Lauda sprezzante gli disse: “Coniglio!”
    Così nel gran premio successivo, in Svezia, Purley attaccò l’adesivo di un coniglio sulla sua LEC.

    Si arrivò a Silverstone 1977, gara che vide il debutto di Gilles Villeneuve in F1 e l’esordio effettivo della Renault. La casa transalpina, presentò il modello RS01, spinto, per la prima volta da un motore turbo V6.

    Durante le prequalifiche, a causa di un guasto all’acceleratore che rimase bloccato, David Purley uscì di strada alla curva Beckett’s, schiantandosi frontalmente con la sua LEC contro le barriere di protezione. David riportò 29 fratture alle gambe, bacino e costato, 3 slogature, durante le operazioni di soccorso accusò 6 arresti cardiaci. Ma incredibilmente sopravvisse. Passò alla storia come il pilota sopravvissuto a un incidente con la più alta decelerazione media mai sopportata dal corpo umano.
    “Tornerò, non bisogna arrendersi mai.” disse David Purley durante la sua convalescenza e ci riuscì nel 1979 con la sua LEC di F1 nella serie Aurora.

    Poi il 2 luglio 1985 perse la vita durante un’esibizione di volo acrobatico, a soli 40 anni.


     
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