10 film impressionanti che han fatto scappar via la gente dal cinema

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    Al festival di Cannes 2018 The House That Jack Built di Lars Von Trier ha scatenato quel fastidio e quella repulsione a cui raramente mirava. Violenza ma non solo, violenza sadica, violenza su chi non lo merita, violenza mostrata nell'atto di fare male, di massacrare e di farsi macabra. Il sangue e il peggio di noi stessi, insomma tutto ciò che un regista sa essere duro da sostenere e che, se non viene trattato con ironia e con la finzione del cinema, si trasforma in un’esperienza estrema, accettabile per i cinefili più arditi, terribile per tutti gli altri.

    Fermo restando che il pubblico che fugge dalle sale a metà di una proiezione per eccesso di visione è sia una realtà, sia un grande espediente di marketing per film che desiderano essere estremi, non sono pochi i film che negli anni si sono guadagnati divieti iperbolici, che sono stati banditi e che non hanno potuto essere proiettati a causa di quel che contenevano. Alcuni oggi sono un po’ superati, altri sono ancora terribili, altri ancora ci parlano del nostro tempo. Ecco 10 film così insostenibili da essere rimasti nella storia (anche o soprattutto per questo).

    10. Arancia Meccanica

    Uno dei padri del genere. Pensato per essere disturbante, pensato per massacrare lo spettatore, per mostrargli una violenza ingiusta e percepita per questo come fastidiosa, riesce nell’intento di trasferire il male che il suo protagonista fa sul protagonista stesso. Lui mena altri esseri umani ma quando sarà violentato psicologicamente dal sistema, dal governo e dalle strutture legali, la visione non sarà meno dura.
    Nel 1971 fu devastante e fu decretato improgrammabile nella tv italiana in prima serata per 30 anni, oggi chiaramente non è più così devastante nella sua efferatezza ma lo rimane nella violenza psicologica.

    9. Martyrs

    A memoria d’uomo Martyrs è il primo film di cui il suo stesso regista dice: “Non è per tutti”. Scritto e diretto da Pascal Laugier nel 2008 (evitare il remake più moderno) e con Xavier Dolan in un ruolo non fondamentale, è una storia di una famiglia per bene che viene massacrata. Ma non si ferma lì. Quel primo massacro è niente in confronto a quel che i massacratori scoprono nel loro sottosuolo, un mondo di violenza allucinante con una finalità pazzesca.
    In Martyrs non solo quel che si vede è estremo ma il dolore percepito è altissimo, ci sono torture orribili ma il primo torturato è lo spettatore, seduto e costretto a guardare e soffrire.

    8. Human centipede

    Già dal suo presupposto e dalla sua sinossi questo film americano a basso costo ha fatto l’eccitazione degli appassionati. Uno scienziato matto rapisce e mutila dei turisti (era il 2009, gli anni dell’influenza di Hostel) per formare un centipede umano, unendoli insomma dall’interno, in fila.

    7. Pink Flamingos

    Non c’è per forza bisogno di violenza per disturbare. Questo film di John Waters non è professionale, era cinema fatto da sé, indipendente in anni in cui il cinema indie voleva dire comprare una macchina da presa Super 8 e usare amici come attori. A Baltimora Waters era un freak, un emarginato, un gay appassionato di camp (termine coniato per lui) che con l’amico travestito Divine, gira questo film proiettato in spettacoli di mezzanotte, denso di schifo, vomito, putrescenze e animali infilati in orifizi umani (o viceversa) per puro piacere.
    Fare schifo per attaccare una società perbenista che marginalizza.

    6. I Spit On Your Grave

    Considerato uno dei film più antifemministi di sempre, bandito in paesi come Germania, Islanda e Norvegia, I Spit On Your Grave racconta di una donna violentata (una gang bang ripresa con sadismo) che va regolarmente in Chiesa e cerca di attirare i suoi violentatori per la vendetta. Oggi suona più datato di quanto non potesse essere all’epoca, ma pareva fatto per far imbestialire le persone.

    5. A Serbian Film

    A un certo punto in Serbia si sono cominciati a produrre degli horror fuori da ogni canone, così efferati e duri da suscitare domande sulla sanità mentale di chi li concepiva. Era (ed è) la generazione cresciuta durante il conflitto bellico degli anni ‘90, ora arrivata ai vertici dell’industria del cinema, e capace di mettere in immagini la violenza che avevano vissuto e a cui erano sopravvissuti.
    A Serbian Film è la punta più alta di tutto questo, storia di un pornodivo che per mollare il suo genere fa un film d’autore ma scopre di essere coinvolto in uno snuff. Quello che dovrà penetrare va oltre ogni possibile fantasia malata.

    4. Cannibal Holocaust

    Fieramente proibito in più di 30 paesi, condannato a più riprese e a tutt'oggi film tabù per qualsiasi animalista, Cannibal Holocaust è un film italiano (con Luca Barbareschi) che ha inventato il genere found footage (quello di The Blair Witch Project e Paranormal Activity, fondato sulla finzione di aver ritrovato un video amatoriale che contiene orrori) e segnato indelebilmente il cinema.
    Nella storia una troupe va in Amazzonia a cercarne un’altra dispersa, troveranno efferatezze e del materiale che visioneranno tornati in città, lì scopriranno cosa è successo a questa compagnia di persone che a furia di vedere violenza intorno a sé è impazzita e ha cominciato a perpetrarla sugli animali e sulle persone, scatenando la furia di una tribù di cannibali. Il dettaglio che rende il film quello che è, è che ogni animale che si vede morire è stato sul serio ucciso in quel momento, sul set. Si tratta di bestie che sarebbero morte comunque nel normale processo di caccia e mattanza finalizzato all'alimentazione, ma la visione rimane incredibile.

    3. Audition

    Aghi. Aghi che finiscono ovunque, nei punti più incredibili e nelle zone in cui generano maggiore fobia. Takashi Miike è un maestro della violenza, così abile da sapere perfettamente che non bisogna fare chissà cosa per disturbare, che non è necessario implicare chissà quale dolore o squartamento, basta mostrare bene (con dovizia di sound design appropriato) un ago infilato in una pupilla.

    2. Occhi Senza Volto

    Esiste qualcosa di strano e disumano legato al volto. Questo film italo-francese degli anni ‘60 (con Alida Valli), che racconta di uno scienziato matto la cui figlia viene sfigurata e che farà cose assurde per ridarle un volto, nel solo giocare con le maschere, le facce trapiantate e le espressioni incredibili che ne derivano si è guadagnato bandi e strali negli anni ‘60, rimanendo impresso per decenni come una pellicola insostenibile.

    1. Men Behind The Sun

    Il primo film a ricevere il divieto ai minori di 17 anni in Cina, prodotto ad Hong Kong nel 1988, ha tutta una ragione politica per la sua efferatezza: racconta le atrocità che i giapponesi hanno commesso sui cinesi durante la seconda guerra mondiale tramite armi chimiche. Non solo il film non si risparmia nessun dettaglio ma il regista sostiene di aver usato vere immagini di autopsie su bambini e in una scena lancia un gatto in mezzo a centinaia di ratti che lo mangiano vivo.

     
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