La lampada-pianta che produce luce sfruttando l’energia dei batteri

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    Creon, premiata da Aidi, utilizza celle a combustibile microbiche collegate alla terra. Per ora per la casa, in prospettiva per ambienti pubblici.
    Una lampada da scrivania che fa luce grazie ai batteri. La stanno lanciando sul mercato i ragazzi di Creon, startup innovativa italiana con un chiodo fisso: le Mfc, ovvero celle a combustibile microbiche che grazie a un processo metabolico generano corrente sfruttando i microrganismi che vivono nella terra.
    Giardini, orti e anche semplicemente le aiuole delle nostre città sono l'humus di questa energia rinnovabile che prende vita da reazioni biochimiche, senza però produrre alcun gas di scarto o altri inquinanti.
    Una via di produzione naturale della luce, su cui i tre componenti della startup - Federico Merz, Giulia Minghetti e Alessandro Turcato - stanno lavorando da un po'.
    «L'idea ha iniziato a prendere forma nel 2015», racconta Giulia Minghetti, la portavoce del gruppo. Quando Merz, studiando biotecnologia, si imbatte nelle celle a combustibile microbiche gli si accende una vera e propria lampadina: perché non usare la terra, che pullula di microrganismi, per fare energia, e quindi usare questa energia per illuminare giardini e parchi?
    Applicazione tecnologica, business model e go to market hanno richiesto tempi di incubazione non banali. Ma hanno portato anche riconoscimenti vari: ultimo nell'ordine temporale quello dell'Associazione Italiana di Illuminazione che ai primi di dicembre ha assegnato il premio “Start Up Light Up” proprio a Creon
    Le idee ora sono chiare: «Il successo del prodotto – spiega Minghetti - sarà dettato dalla nostra abilità di riuscire a creare fascino e interesse per le nostre luci, puntando sulla tecnologia che in questi anni si è dimostrata avere una forte presa sulla gente, suscitando una genuina curiosità».
    Creon vuole agire sia sull'illuminazione pubblica che su quella privata aggiungendo componentistica IoT per rendere il sistema adatto a smart city ma anche ad altri settori come per esempio l'agricoltura.
    «Biologica» è l'elettricità proposta dalla startup che – anticipa qualche dettaglio Merz - si basa su un punto luce «sotto forma di lampada-pianta da interni in grado anche di misurare anche la qualità dell'aria in casa». Seguiranno lampade da esterni e colonnine di ricarica per dispositivi elettronici, da posizionare presso le fermate dei mezzi pubblici o nei parchi pubblici.,
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