Le star di Hazzard difendono la Generale Lee dopo la polemica per la bandiera confederata

John Schneider e Tom Wopat si schierano con il Volo Auto Museum dopo la richiesta di rimozione dell'auto.

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    Mentre i simboli della Confederazione stanno scomparendo ovunque negli Stati Uniti, molto rumore ha fatto nei giorni scorsi la decisione del museo automobilistico di Volo, nell'Illinois, di rispedire al mittente le richieste di rimozione dalla propria esposizione della Generale Lee, l'iconica Dodge Charger del '69 con la bandiera confederata stampata sul tetto usata in Hazzard, sostenendo che si tratta di un pezzo di storia e che persone di tutte le razze e nazionalità la adorano e ricordano la serie con affetto. La presa di posizione controcorrente, in effetti, è stata molto apprezzata dai fan dei Duke, e nelle ultime ore anche dalle star della serie di culto, andata in onda negli anni '80 su CBS.

    "Non c'è mai stato un afroamericano che si sia avvicinato a me dicendomi che aveva un qualsiasi problema" con la bandiera, ha detto a The Hollywood Reporter John Schneider, che in Hazzard ha interpretato Bo Duke. "Questa cosa del politically correct è sfuggita completamente di mano". La co-star Tom Wopat, che ha interpretato il cugino di Bo, Luke Duke, ha aggiunto: "Ovviamente la situazione nel Paese è cambiata negli ultimi 40 anni. Mi sento fortunato a vivere in un'epoca in cui possiamo affrontare alcune delle ingiustizie del passato. Ma l'auto è innocente".

    L'87enne Gy Waldron, che Hazzard l'ha ideata, è cresciuto a Lenoxburg, nel Kentucky, e ricorda con affetto quel periodo dell'infanzia in cui entrambe le bandiere svolazzavano con orgoglio, ha concluso: "Ho parenti che hanno combattuto da entrambi i fronti della Guerra Civile e abbiamo sempre onorato entrambe le bandiere, quella americana e quella confederata. Nessuno ha mai collegato la bandiera confederata con la schiavitù. Faceva semplicemente parte della nostra cultura sudista. Detto questo, sostengo con tutto il cuore il movimento Black Lives Matter e il suo impegno per cancellare il razzismo in tutto il mondo".
     
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