Eko Navajo 12, meglio tardi che mai


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    Il progetto che voglio raccontarvi oggi riguarda il restauro e la conversione a mancina di una vecchia Eko Navajo 12, una jumbo credo risalente alla prima metà degli anni 70, prodotta nelle fabbriche di Recanati e donatami un paio di anni fa dopo un trentennio di soffitta da un cugino di mia madre. All’ inizio non avevo grande interesse per questo strumento e l' ho quindi trascurato in favore di progetti per me più interessanti fino a quando, frustrato dalla lunghezza interminabile dei miei lavori principali, non ho deciso di metterci le mani.
    Essendo un vero e proprio carro armato di laminati ricoperti da vernice antiproiettili lo strumento mi è arrivato in buone condizioni nonostante non sia stato trattato con particolari riguardi. L’ unico danno serio era una botta sulla parte bassa del top con conseguente perdita di materiale, apertura degli strati di impiallacciatura e distacco della catena di bordo che connette le fasce alla tavola armonica.
    L' approccio al lavoro è stato molto semplice, lavorarci il meno possibile intervenendo unicamente sui problemi strutturali e di assetto e metterla in condizione di suonare per le prossime decadi.
    Sono partito rimuovendo la parte di legno danneggiata, regolarizzando il buco e reincollando la controfascia danneggiata, ho poi ricavato una “toppa” da una vecchia chitarra asiatica dal nome impronunciabile, anch’ essa di legni laminati. Per l’ incollaggio ho lavorato le due parti con lo scalpello per ottenere uno scalino che mi permettesse di aumentare la superficie di contatto, orientato le fibre il più possibile coincidenti a quelle del top danneggiato e, armato di morsetti e calamite, fissato tutto in posizione. Dato lo spessore della vernice della Eko ( penso arrivi a 1/4 dello spessore totale della tavola armonica) si è creato uno scalino impossibile per me da livellare solo con una verniciatura, ho deciso quindi di tingere la toppa con la gommalacca e poi di portare le due parti allo stesso livello stratificando colla cianoacrilica (attak) poi carteggiato e lucidato a dovere rendendo l’ intervento impercettibile al tatto.

    jpg



    La riparazione è chiaramente visibile data l’ impossibilità di riprodurre la stessa tonalità arancione della vernice originale ma devo dire che la cosa non mi dispiace, anzi sono soddisfatto dato che l’ intervento è solido ma allo stesso tempo ben riconoscibile e si mostri come testimonianza della lunga vita dello strumento. Ho deciso comunque di ricreare il bordino nero che simula un binding che non c’ è, ho quindi fatto una mascheratura con il nastro adesivo e dipinto questa parte di nero a pennello con vernice acrilica restituendo contiuità alla decorazione che maschera la giunzione tra top laminato e fasce.
    Per la conversione a mancina ho prima di tutto rimosso il ponte: impresa ardua per 2 motivi, il primo è il tipo di colla utilizzato che, a differenza delle alifatiche per legno, non si ammorbidisce in nessun modo ed è quindi impossibile fare una rimozione pulita e senza danni, il secondo è la presenza di due rivetti che, tipici di queste chitarre, danno un idea del livello liuteristico generale piuttosto basso e non hanno nessuno scopo comprensibile.
    Ho rimosso i rivetti in alluminio con un paio di colpi di scalpello e ne ho chiuso i fori visibili sul ponte in wenge con scarti di binding sciolti nell’ acetone così da ottenere rapidamente un riempimento preciso. Per la compensazione ho dovuto ovviamente chiudere la vecchia fresata ed aprirne una nuova inclinata nel senso opposto.
    Queste chitarre, come molte costruite nello stesso periodo, avevano il ponte in metallo con due viti registrate su boccole filettate nel top sottostante che ne permettevano la regolazione in altezza, ho deciso di convertire anche questo meccanismo per non alterarne le caratteristiche tecniche generali: ho rimosso le boccole, chiuso i fori con materiale di recupero dalla solita chitarra donatrice, aperto dei nuovi fori coincidenti con la nuova posizione del ponte e riposizionato le boccole filettate.

    jpg



    Il resto sono lavori di routine, rettifica della tastiera e lucidatura dei tasti, oliatura della tastiera, lubrificazione delle meccaniche e set up generale. Non è stato necessario realizzare un capotasto nuovo, è bastato girare al contrario quello vecchio poiché le scanalature servono solo a mantenere le corde in sede avendo la chitarra un fret zero che ne determina l’ altezza e il suono “a vuoto”.
    Al test sonoro devo dire che la chitarra, probabilmente perché laddered, ha un suono medioso e “piccolo” nonostante le dimensioni generose della cassa. Nello strumming non regge il confronto con la sorella Ranger (X- bracing), che possiedo e preferisco, è pero più interessante suonata nel blues fingerstyle e magari in piccole parti solistiche avendo un tono sferragliante quasi gipsy, cosa che reputo comunque abbastanza inutile su una 12 corde.
    Il manico in 3 pezzi di mogano è piccolo e sottile e mi ha permesso di ottenere un set-up ed una conseguente facilità nel suonare che per una non 6 corde ha del paranormale ed è questa la caratteristica più interessante dello strumento.
    Nel complesso la chitarra mi piace, è facilissima da suonare ed ha un timbro tutto suo..a saperlo l' avrei riparata prima...va beh, meglio tardi che mai!

    jpg









    Note dello staff


    Nota dello staff: inserito CUT del testo ed immagine d'anteprima nella homepage del blog - 23/01/2019



    - modificate dimensioni dell'immagine d'anteprima - 14/02/2019



    3.03.2021 Ripristinate le seguenti immagini non più funzionanti:

    CODICE
    <p align="center">[IMG=jpg]https://image.forumfree.it/1/3/1/5/1/9/2/2/1548180050.jpg[/IMG]</p>
    <p align="center">[IMG=jpg]https://image.forumfree.it/1/3/1/5/1/9/2/2/1548179834.jpg[/IMG]</p>
    <p align="center">[IMG=jpg]https://image.forumfree.it/1/3/1/5/1/9/2/2/1548179707.jpg[/IMG]</p>





    Edited by Diari Acustici - 3/3/2021, 19:42
     
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    Davvero un ottimo lavoro, complimenti.
    Non sono un esperto ma credo che non ci fossero molte altre alternative per non mostrare la riparazione, buono così, da un aria vissuta, inoltre il bordo nero se non lo scrivevi tu non mi sarei accorto che era dipinto manualmente.
     
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    Ti ringrazio per i complimenti! Per mimetizzare la riparazione avrei potuto per esempio sverniciare e riverniciare l' intero top, eventualmente aggiungendo un sunburst a coprire la magagna.
    Ho preferito non farlo dato il forte rischio che il risultato non sarebbe stato all' altezza e la certezza che avrei comunque snaturato l' estetica originale dello strumento.
     
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    Mamma mia, la Navajo 12 corde, la mia seconda chitarra (parliamo della seconda metà degli anni '70)! E' vero, erano più dei carrarmati che delle chitarre, ma quanti ricordi...

    Bel lavoro, peccato che tu non sia riuscito ad avvicinarti di più al colore originale (rifarlo è impossibile, d'accordo). Se non sbaglio ne esisteva anche una versione sunburst, quindi non l'avresti snaturata molto (certo che sverniciare e riverniciare è comunque un lavoraccio, però avendo il manico avvitato avresti potuto fare solo la cassa... ma va benissimo così, al posto tuo probabilmente l'avrei fatto, ma solo per una questione di nostalgia :D ).

    In effetti la presenza dei due rivetti è abbastanza incomprensibile, vista la presenza dell'attaccacorde non c'è neanche la motivazione di rinforzare il ponte.

    Mi ricordo che aveva il capotasto in alluminio, immagino che tu abbia dovuto modificarlo per "girare" le corde per l'accordatura mancina.

    Ma che tipo di incatenatura ha? Non ho mai guardato perchè a suo tempo non capivo nulla di incatenature (e neanche adesso a dire il vero, sono solo più curioso... :)). Riusciresti a postare una foto dell'interno?

    Bravo, e grazie per avermi fatto fare questo tuffo nel passato!
     
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    Ciao! Non sapevo della variante di colore, ne ho sempre viste (poche) con il classico arancione sul top a differenza per esempio della Ranchero 12 che aveva spesso il sunburst. Devo ammettere che avrei comunque percorso la stessa strada senza mimetizzare l' intervento che vi assicuro essere meno marcato di quanto sembra nella foto.
    Il capotasto di alluminio ha 6 solchi praticamente identici per larghezza e profondità e tutti abbastanza grandi da far passare il mi grave, non era fatto assolutamente in maniera raffinata anche perchè il grosso del lavoro che normalmente compie un capotasto in questo caso lo fa il fret 0, quindi è bastato girarlo alla rovescia. Nella maggior parte dei casi il capotasto va rifatto di sana pianta invece.
    L' incatenatura è ladder ovvero ha due travetti trasversali alla direzione delle corde ( in questo caso sembrano travi da solaio per la verità) e poi due travetti longitudinali ai margini della buca. Somiglia vagamente alle catene delle gibson L 1 ovvero le acustiche non flat top che avevano catene ancora simili alle archtop coi fori ad F. Appena posso faccio qualche foto all' interno con la telecamera endoscopica e te le posto.
    Venendo ai rivetti, se il ponte è ben incollato al top non hanno nessuno scopo se non quello di limitare la vibrazione dello stesso, in questo caso ancora più inutili visto che il ponte, che come notavi tu ha la cordiera, non subisce particolari stress che ne giustifichino un rinforzo ulteriore per evitarne il distacco.
    Grazie a te per i complimenti e le domande interessate ed interessanti!
     
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    Grazie per la risposta! Certo che era veramente un carro armato, e l'incatenatura non è da meno!
     
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    Caro Gianmaria, avrei una mezza idea di inaugurare una playlist sul canale YouTube di Diari Acustici nella quale dei caricare dei sample relativi agli strumenti costruiti o restaurati i cui lavori sono stati relazionati nel blog.

    Insomma, sarebbe bello sentire come suonano 'ste chitarre! guitar

    Che ne pensi? Si può fare qualcosa? Io al momento non posso produrne, ma spero di poterlo fare presto.

    I sample naturalmente verrebbero poi postati in coda ad ogni diario...
     
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    Ciao Alessandro, l' idea mi piace però non ho un microfono attualmente. Cerco di organizzarmi al meglio e a breve! Approfitto per anticiparti che presto pubblicherò un altro restauro :)
     
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    Ottimo Gianmaria, attendiamo con ansia il tuo nuovo diario! book

    Riguardo YouTube, il canale potrà servire anche per caricare eventuali video dei diaristi, quindi se ti servisse di farlo non avrai che da chiedere. ;)
     
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    Il diario è pronto, purtroppo ho i soliti problemi di permessi e non riesco ad accedere alla sezione per pubblicare
     
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    Per farlo devi andare nella homepage e cliccare su Inizia un nuovo diario. :)

    Da desktop il pulsante è sulla destra:
    screenshot20190603_193453111

    Da mobile:
    screenshot20190603_193926399

    Se non trovi il pulsante o non ti appare, dimmi pure che te lo linko. :)
     
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    grazie, purtroppo a me non appare il pulsante
     
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    Gianmaria, ora puoi provare da desktop, il pulsante dovrebbe apparire. :)

    Da mobile devo ancora risolvere. :unsure:
     
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    Gianmaria Gengive-sanguinanti Gr fantastico lavoro, complimenti! Adesso che sto lavoricchiando sulla mia, capisco i lavori interminabili che hai evidenziato. Questa cura e rispetto del passato secondo me non ha prezzo, complimenti!
     
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    Grazie mille per le belle parole! Vedrai che a lavoro finito il tuo progetto non sará da meno
     
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