La prima volta con mio cugino

racconto erotico shota gay

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    Avevo circa quattordici anni quando mio padre stette veramente male. Non è della sua malattia però che intendo parlare. L'ho detto solo per spiegare le ragioni per cui restai solo per lungo tempo. Lui fu ricoverato, per vari mesi, in una clinica altamente specializzata di una grande città e la presenza di mia madre diventò per me, ad intermittenza: passava molti giorni vicino a mio padre e quando tornava a casa aveva miriadi di cose di cui occuparsi da tralasciare inevitabilmente me. Non fui comunque abbandonato a me stesso ma affidato ai miei zii che abitavano nello stesso caseggiato. I miei zii però lavoravano entrambi e, per giunta vigilavano anche sul negozio gestito dai miei genitori, che in quel periodo era rimasto affidato all'unico dipendente che avevano ed anche alla sorveglianza di mio zio.
    Le mie giornate tipo erano: sveglia, scuola, pranzo con mia zia (lo zio non tornava a casa per il pranzo), compiti, collaborazione all'attività del negozio (reintegravo sugli scaffali le confezioni di merce venduta), cena, televisione e nanna. Che palle!
    Per giunta non mi sentivo neanche del tutto a mio agio con gli zii, che mi impedivano di andare a dormire a casa mia (al piano di sotto, nello stesso stabile) perché la zia non voleva (o non poteva) occuparsi di due case, oltre lo svolgere il suo lavoro. Dormivo nella stanza di mio cugino Giorgio, il quale però tornava solo nei fine settimana, e neanche tutti, perché frequentava l'università in un altra città. Un poco per scacciare la noia ed un poco per curiosità io spesso rinunciavo alla televisione con la scusa di dover studiare o ripassare qualche materia, e mi ritiravo nella stanza di Giorgio. Mi piaceva frugare tra le sue cose; in particolare nella ben fornita collezione di fumetti. Ancor più dopo averne scoperti, tra i tanti, alcuni un poco particolari: decisamente a soggetti porno e disegnati in maniera fantastica. Anche se le parole dei fumetti erano pochissime, io neanche le leggevo, ma stavo a lungo a guardare certi disegni fantastici, tirandomi seghe nel vedere cazzi enormi dentro fighe dilatate o tonde chiappe, tette esagerate, accoppiamenti sessuali in posizionamenti acrobatici a volte improbabili. A volerli leggere in un ora forse li avrei letti tutti, ma a volerli guardare su ogni disegno ci potevo stare il tempo di una sega...e più o meno era quello

    che facevo: una rapida scorsa ad un certo numero di immagini poi...concentrazione massima su una, quella che di volta in volta più mi attraeva e...vai con la mano... Una volta partito il disegno non serviva più. Chiudevo gli occhi ed immaginavo me stesso e qualche altra, fare le cose che avevo viste disegnate . “Qualche altra” spesso indefinita, totalmente immaginaria, altre volte invece persone reali, magari la super bona insegnante di lettere, una cliente del nostro negozio che faceva letteralmente girare la testa a tutti e, perché no?..A volte anche la zia, un po matura con gli anni ma che gnocca ragazzi! Lo dicevano tutti e la vedevo pure io.
    Fruga, fruga tra i vari fumetti, in cerca di quelli erotici (mai raggruppati tra loro ma distribuiti non so con quale criterio, forse a caso, tra i tanti altri, probabilmente per nasconderli meglio) una sera ne trovai uno particolarissimo, con metà copertina strappata, forse per caso o per eliminare il titolo, di certo non l'immagine che era rimasta: (era un enorme cazzo che schizzava). Di certo non l'avevo visto in precedenza. L'ho sfogliato con interesse perché era diverso da tutti gli altri. D'acchito lo trovai quasi shoccante, poi mi sono abituato alle scene ben disegnate; tutti maschioni iper muscolosi, con jeans e t-shirt aderentissimi, con membri smisurati, qualcuno con il cappello da marinaio in testa. Maschi che facevano sesso con altri maschi, bocche che si baciavano, mani che contenevano natiche, cazzi infilati in bocche ed ani, chi più ne ha più ne metta.
    Chissà quanti di voi riterranno quel giornaletto una ingenua ragazzata.
    Il fatto è che non parlo di oggi ma di quando navigare su internet era cosa per una ristretta élite di iniziati e quelli che come me avevano solo quattordici anni al massimo conoscevano qualche giochetto da fare sul Commodor 64, con monitor in bianco e nero, non i siti erotici, se già esistevano. Di sesso teorico sapevamo solo quello che le nostre fantasie riuscivano ad immaginare e di quello concreto solo le esperienze fatte con noi stessi, con le nostre proprie mani. Certo che a volte, non di rado di sesso se ne parlava anche tra coetanei, ma stando molto sul generico perché tutti evitavamo di scendere nei dettagli, non per pudore, ma per non far scoprire la nostra ignoranza. Per me quei fumetti erano quasi come una enciclopedia del sesso. Altro che disegni caricaturali, per l'alterazione esagerata delle proporzioni fisiche dei personaggi. Mi accorsi, senza sorprendermene tanto, che quel giornaletto mi eccitava molto di più di tutti gli altri visionati in precedenza. Non solo ebbi una forte erezione ma addirittura, guardando quei disegni, mi accorsi di avere delle contrazioni anali e mi ritrovai a succhiare il mio pollice. Ebbene sì mi immedesimai anche, forse prevalentemente, con i passivi. Roba da matti.
    Il turbamento non si placò, come altre volte, con la masturbazione, neppure con i prolungati giochi delle mie dita nella mia bocca ed intorno al mio buchetto intimo. Quella sera presi sonno a tarda notte per sfinimento fisico, svegliandomi presto al mattino successivo, per tornare a pensare di nuovo a quei disegni...ossessivamente. Per tutta la mattinata non fui capace di relazionarmi con il mondo reale circostante. Devo essermi comportato in modo strano se persino il mio compagno di banco ad un certo punto mi chiese cosa avessi combinato perché ero strano, molto strano, aveva sottolineato. Non mi ricordo cosa gli dissi, di certo badai di più alle cose che dicevo ed a quelle che facevo, ma sforzandomi, perché nella mia mente su ogni altra cosa, anche su quelle reali, dominavano le scene viste disegnate sul fumetto gay.
    Il venerdì sera mio cugino Giorgio tornò a casa. Era la prima volta che si accavallava la sua presenza con l'assenza di mia madre, la prima volta cioè che ci fu il problema o di farmi dormire da solo in casa mia o....non c'erano alternative... non se io non avessi proposto: però giù da noi c'è il lettone dei miei libero, potrebbe venire Giorgio a dormire con me di sotto. La mia proposta piacque a tutti tranne che a Giorgio, però fini, suo malgrado, con l'adeguarsi alle circostanze.
    Quando ci ritrovammo solo io e lui nella casa, non credo per onestà ma quasi certamente per provocarlo, gli dissi d'aver sfogliato i suoi “giornaletti”. Dal tono allarmato con cui mi chiese “quali?” capii che quelli osé li teneva di nascosto. “Tutti-risposi- anche quelli spinti”
    Vidi mio cugino in notevole disagio per qualche attimo, poi affrontò il problema: -Non l'avrai mica detto anche ai miei di..quelli...spinti?
    -Certo che no, mica sono scemo. Anzi non sanno neppure che li ho toccati. Ogni volta ho rimesso esattamente al posto dove ho preso, il giornaletto che ho visto. Se non te lo dicevo io neppure tu te ne saresti accorto... dove vuoi dormire? Nel mio letto o in quello grande?
    -Avrei preferito il mio, comunque scegli tu
    Fantastico! Non osavo sperare tanto! Scelsi io:-dormiamo tutti e due nel lettone? Per non disfare troppi letti, mica per altro.
    Di nuovo la mia proposta fu accolta. E' inutile dirvi che già covavo speranze. Niente di preciso, solo speranza che qualcosa, chissà cosa, durante la notte potesse succedere. Volevo che succedesse senza riuscire a focalizzare cosa desiderassi precisamente.
    Di certo non mi distrassi neppure un secondo mentre Giorgio si spogliò. Non aveva le fattezze dei personaggi del fumetto gay, aveva un corpo normale non bicipiti più grandi di fianchi, non glutei che stessero in una mano, non collo taurino...Giorgio era semplicemente un bel giovanotto, con il pelo sulle gambe slanciate e pure un poco storte, spalle di dimensioni normali, niente corpo a clessidra come quelli del giornaletto, ma era reale, era di carne non di carta disegnata, il suo corpo emanava anche odore di maschio... e dico odore, non puzzo, perché appena arrivato in casa sua s'era fatta la doccia, come prima cosa, ed ancora sprigionava odore di bagno schiuma e di dopo barba.
    Una volta coricati e spenta la luce dissi:- ho visto anche il giornaletto con la copertina strappata.
    -Quale ha la copertina strappata ? Nessuno era strappato!
    -Quello con i maschi
    -Pure quello???? Ma...azzo è vero...non l'ho tolto quello... Non pensare cose strane, ho preso una fregatura, credevo fosse un fumetto hard normale quando l'ho comprato, invece...infatti...è vero..lo stavo strappando...poi...chissà com'è che è rimasto li
    -A me è piaciuto tantissimo invece. Mi sono eccitato più con quello che con gli altri- confessai
    Giorgio non rispose. Aspettai abbastanza una sua reazione che non ci fu. Poi, all'improvviso, senza stare a pensarci troppo prima di parlar gli dissi: Ehi! Dormi già? Io no, non ci riesco. Ripensando a quel giornaletto mi è venuto duro, a te no?
    Sentii Giorgio rigirarsi nel letto, dalla posizione di spalle a me, alla supina. Poi disse:- ehi, non fare il furbetto con me, parla chiaro, cerchi qualcosa forse?
    Che voglia di dirgli “sì, voglio te, voglio fare con te le cose viste su quel giornaletto”
    Invece (e comunque non fu poca cosa) allungai solo una mano verso di lui, trovai il suo corpo più vicino a me di quanto credevo, toccandolo gli dissi “io no,...tu , invece?!
    - Io? Cosa?
    -Tu non cerchi niente? Non vorresti qualcosa che adesso ti manca?
    - E vorresti darmela tu? Non potresti. Tu non hai quello che vorrei io adesso
    - Stai pensando ad una ragazza vero?
    - Certo, a chi altri se no?
    Non seppi dargli una risposta. Ma non tacqui. Gli dissi:-su quel fumetto ci sono disegnati uomini che stanno con uomini...
    Il silenzio scese tra noi. Dopo un poco ritrassi la mano che era rimasta a contatto con lui. Fu allora che si girò dalla mia parte, fu lui ad allungare un braccio verso me, non timidamente, venendo a poggiare l'intera mano sul mio ventre. Subito portai la mia mano sulla sua. Si strinse a me con il suo corpo. Sentii la sua erezione premere contro una mia anca. Mi feci coraggio e gli disse: se vuoi sarò la tua ragazza per questa notte.
    In un baleno venne col suo corpo sul mio, mi schiacciò con il suo peso e fu bellissimo per me, tanto che lo strinsi forte con le mia braccia mentre lui iniziò a baciarmi.
    Nel sentire la sua lingua introdursi in me persi ogni autocontrollo e allargai anche le gambe per sentirmi al massimo femmina per lui. Mi disse :-Ti scoperei davvero. Gli dissi: perché non lo fai?
    Potrei dire “lo fece” e chiudere il racconto.
    Non fu così semplice. Ci provò ma io tanto disponibile a parole e in teoria, all'atto pratico serrai i glutei per difendermi dal dolore. Io ero vergine e poco più che ragazzetto lui superdotato, poco paziente e poco esperto. Mi fece solo male.
    Per questo gli dissi: proviamo ad invertire le parti, forse il mio che è meno grande del tuo non ti farà male.
    Adesso si che posso chiudere il racconto con un semplice “No, non gli feci male”.
    Per circa un anno , ogni volta che ci fu possibile, io e Giorgio facemmo sesso insieme. Poi lui ha trovato un ragazzo fisso nella città dove studiava e mi ha liquidato con un consiglio: “impara pure a prenderlo oltre che a darlo”. Non sapeva che già lo prendevo da un mio compagno di scuola che non era iper dotato come lui. Il troppo a volte storpia: meglio la giusta dose.
     
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