Sesso col bulletto della scuola

racconto erotico shota gay

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    Ero al primo anno delle scuole superiori e di certo non mi sentivo molto a mio agio nel nuovo ambiente.
    Forse perché era evidente la mia diversità forse perché l'ambiente era troppo diverso da quello che mi ero lasciato alle spalle.
    Mi sforzavo a sembrare più normale possibile ma finivo sempre per ritrovarmi oggetto di prese in giro dei gruppetti di ragazzi che nelle ore di ricreazione si riunivano sul pianerottolo del piano ed io timidamente facevo finta di non sentire le battutine alludenti alla mia femminilità.
    Me ne stavo il più del tempo in disparte cercando di mimetizzarmi con la tappezzeria per evitare le risatine dei miei colleghi ma la cosa non sempre funzionava.
    Un giorno nella ricreazione uscendo sul pianerottolo per prendere un po d'aria mi ritrovo al centro delle mira di alcuni ragazzi della classe vicina alla mia dove notai che uno dei miei compagni di classe sottovoce fomentava gli altri a battutine del tipo "ma la gonna quando la metti?", la cosa non mi stupiva più di tanto ma era pensante del solito tanto che arrossendo come un peperone mi uscì un flebile "basta smettetela", si misero a ridere ancora di più ed in quel momento mi si avvicinò uno del 5° anno pluri-ripetente con la faccia da pitbull che solo a guardarlo metteva paura e mi chiese cosa stava succedendo, io minimizzai imbarazzato cercando di ritornare all'interno della classe e lui rivolgendosi al gruppetto di cui ero l'oggetto del gioco con voce ferma disse "lasciatela perdere non dategli fastidio, finitela".
    Notai che pure lui si era rivolto a me col femminile ma apprezzai il suo intervento che aveva messo fine alle battutine piccanti nei miei confronti.
    Da quel giorno anche se notavo sorrisini alludenti e sguardi che facevano ben intendere lo scherno, in fondo erano cessati gli eccessi nel prendermi in giro per la mia natura diversa.
    Spesso il pitbull durante la ricreazione mi si avvicinava e mi chiedeva se qualcuno mi dava fastidio di informarlo se così fosse che ci avrebbe pensato lui. Mi sentivo lusingato di quel senso protettivo che aveva nei miei confronti anche in fondo a parte qualche battuta di rito non è che parlassimo molto io e lui.
    Passarono i giorni ed io mi sentivo sempre meno imbarazzato ad uscire sul pianerottolo nei momenti di pausa.
    Lui mi controllava anche da lontano ed alzando il sopracciglio accennava un saluto.
    Certo incuteva timore, non sembrava un tipo molto raccomandabile ma in fondo anche se non osavo neppure avvicinarmi mi faceva sentire tranquillo.
    I giorni passavano e la vita scolastica trascorreva quasi serena, i gruppetti c'erano sempre ma nessuno osava fare battutine, anzi avevo notato che in fondo quando stavano in gruppo le critiche sottovoce c'erano sempre ma singolarmente anche quelli che ridevano della mia diversità, a volte quando nessuno li guardava, quasi ci provavano con me assumendo posizioni sulle sedie dei banchi in modo da evidenziare i loro rigonfiamenti fra le gambe e passandosi la mano sopra guardandomi.
    Ovviamente non mi fidavo di loro e quindi quando capitavo situazioni del genere distoglievo lo sguardo facendo finta di niente.
    Un giorno durante l'ora di educazione fisica, che praticamente consisteva nel passare l'ora a giocare a calcetto nel parco della scuola o chiacchierare in compagnia, e ne la prima ne la seconda mi vedeva protagonista ovviamente, rientrai nell'edificio per andare al bagno mentre tutti erano fuori nel cortile ed entrando nel bagno mi trovai faccia a faccia con pitbull (così lo chiamavo mentalmente) che si stava specchiando, lui mi vide e mi salutò, io andai nel bagno chiusi la porta dietro di me con lo sguardo basso ed ovviamente feci la pipì.
    Uscendo la bagno lo ritrovai dove ci sono i lavandini, con le gambe larghe i jeans slacciati che si stava sistemando la camicia dentro i pantaloni, io chiesi scusa e mi affrettai verso la porta mentre lui mi dice "le mani

    non te le lavi?" io mi fermai senza rispondere, tornai indietro, ed aprendo il rubinetto sempre con lo sguardo basso mi lavai le mani, lui si avvicinò e mi chiese come stavo, io accennai un bene con le spalle, poi mi chiese se qualcuno mi dava fastidio, gli risposi di no e lui mi disse "cmq io sono Francesco" io gli sorrisi ma non dissi niente, lui aprì il rubinetto del lavandino a fianco al mio, si bagnò le mani e se le passò fra i capelli, ed io dallo specchio guardai il suo pacco fugacemente.
    Rimasi per alcuni minuti a lavarmi le mani come mi fossi inceppato e lui appoggiando la mano sul muro rivolgendosi verso di me mi disse "sono pulite ora", io chiusi il rubinetto e mi avvicinai all'asciugatore sulla parete a destra e presi ad asciugarmi le mani, lui mi si avvicinò mi prese dal braccio e mi disse "visto che hai le mani pulite vieni un po con me" portandomi verso il bagno, io un po terrorizzato non opposi resistenza e lui mi invitò ad entrare nel bagno standomi dietro e richiudendo la porta dietro di se.
    Ero molto preoccupato, avevo paura che mi menasse e la mia paura era evidente sul mio volto, lui mi tranquillizzò e mi disse "non preoccuparti non ti faccio niente sta tranquilla", poi accarezzandomi la guancia mi disse "io ti proteggo ma tu in cambio qualcosa la devi pure fare", si mise la mano sul pacco e se lo toccò, io rimasi immobile ed ammutolito e lui senza troppi problemi si abbassa la cerniera e se lo tira fuori, io glielo guardo e sussultai vedendo il suo cazzo già' scappellato e barzotto, lui mi accarezzò la guancia sfiorando le mie labbra col pollice e la sua mano scivolò sulla mia nuca spingendo delicatamente la mia testa verso il suo cazzo.
    Io non ero vergine perché ero già stato iniziato al sesso da mio cugino l'estate precedente ed assecondandolo mi inginocchiai davanti a lui lasciandolo entrare nella mia bocca.
    Lui mi prese ma lesta fra le sue mani forti e con un gemito di piacere, spingendo il bacino in avanti lo affonda nella mia bocca stando in piedi a gambe large sopra di me.
    Cominciai a succhiarlo e lui muovendo il bacino agevolava il movimento della mia testa fra le sue mani si muoveva piano spingendolo sempre più a fondo fino a sfiorare la mia gola.
    Era duro e grosso e la mia bocca non lo conteneva, mi faceva male la mandibola per lo sforzo della bocca spalancata.
    "Sei brava" mi disse, allontanò la mia testa dal suo cazzo ed io bramoso resistevo a lasciarlo andare cercando di riprenderlo in bocca. Lui mi disse "aspetta aspetta" si risistemò dentro la patta il pisellone duro a fatica e tirando su la cerniera mi lasciò turbato per il godimento interrotto. Mi alzai mi passai la mai sulla bocca per asciugare le mie labbra del suo umore, ed uscendo dal bagno mi diressi verso la porta quasi scocciato per come fosse finita, e lui raggiungendomi mi fermò e mi disse "dove scappi? Non ho ancora goduto", non capii cosa volesse dire ma mi fermai e lui "seguimi", uscimmo dal bagno lui avanti ed io a poca distanza da lui. Lo vidi scendere le scale e scesi seguendolo, arrivò al piano terra ed imboccò la rampa di scala verso l'interrato dove non avevo mai osato andare, si girò per assicurarsi che lo seguivo e lo ritrovai ai piedi della scala che mi aspettava.
    C'era poca luce a quel piano, molta polvere ed un sacco di tavoli e cattedre messi uno sull'altro, gli dissi che avevo paura e lui cingendomi il fianco col suo braccio disse che dovevo fidarmi.
    Ci addentrammo in quello che sembrava un vero e proprio deposito che evidentemente lui conosceva bene, ed arrivammo davanti ad una porta, lui apre la porta e mi fa cenno di entrare, era un altro deposito di tavoli e sedie, chiude la porta dietro di se e disse "qua possiamo stare tranquilli". Ero eccitato e soddisfatto all'idea di poter continuare quello che pensavo fosse un episodio finito male anche se impaurito un po per il buio e l'ambiente.
    Lui si slacciò i pantaloni e se li abbassò ed io davanti a lui mi abbassai per mettermi in ginocchio per continuare il bocchino interrotto, lui mi fermò e mi facendomi rialzare disse "no no voglio mettertelo" io gli risposi che avevo paura che ci scoprissero e lui senza preoccuparsene mi spinse verso un banco facendomici chiare sopra, ero eccitato ed avevo voglia ma la paura di essere scoperti era tanta, lui disse "dai che aspetti mostra il culo", io mi slacciai i pantaloni ed abbassandoli sentii le sue dita già insalivate sul mio buco a massaggiarmi l'ano.
    Mi disse "mmmm sei già rotta e sei pure bella calda"!
    L'eccitazione della situazione mi aveva fatto rilassare l'ano che era già stato ampiamente utilizzato dal mio cuginetto.
    Mi appoggiò la cappella sul buco e me la spinse dentro tenendomi le sue mai sulla schiena caricando un po del suo peso.
    Affondò il suo cazzo dentro di me ed io a sentirlo entrare tutto sospirai gemendo e lasciandomi andare sotto di lui.
    Mi stava sopra come uno stallone e si muoveva dentro e fuori con ritmo regolare alternando le spinte al movimento rotatorio.
    Gemevo e godevo da matti e lui con il respiro pesante di chi fatica non mi dava tregua.
    appoggiai le mie mani sulle sue cosce a rallentare il suo ritmo crescente e lui me le tolse e con colpi sempre più forti tanto da spostare il tavolo sul quale ero chinato continuava a dominarmi come fossi una giumenta sotto monta.
    Gemeva, spingeva, mugolava ed io gemevo a mia volta abbandonato e totalmente aperto sotto di lui, le sue mani sulle mie spalle mi facevano sentire totalmente suo, un gemito più lungo, un colpo di reni ben assestato e sentii un caldo nelle viscere che si riempivano della sua sborra.
    Rimase qualche secondo dentro di me immobile mentre io esausto non avevo la forza di fare nulla poi lo tira fuori lasciandomi chino sul tavolo mentre la sua sborra colava dal mio buco fra le mie cosce.
    Ero appagato e felice.
     
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