NUDA DIETRO LA SIEPE

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    Era ormai un mese che ci eravamo trasferiti nella nostra villetta a schiera nell'interland di Milano, mentre lui di giorno lavorava io mi godevo il piacere di prendere il sole sdraiata in giardino di fianco alla piscina.
    Una folte siepe garantiva la mia privacy, il sole incominciava a farsi caldo sulla pelle e mi sentivo inebriata dal profumo dell'erba appena tagliata, in una mattinata che avrei dedicato all'ozio e alla lettura.
    Presi l'olio solare, poi sicura che nessuno potesse vedermi, slacciai il reggiseno ed iniziai a passare le mani sugli splendidi seni che mi ero regalata per il mio trentesimo compleanno.
    Dopo alcuni passaggi mi ritrovai i capezzoli duri tra le dita, e abbandonandomi dolcemente al piacere lasciai scivolare le dita sporche d'olio tra le cosce.
    Slacciai il fiocco della mutandina e la tolsi per non sporcarmi, poi completamente nuda iniziai a masturbarmi mentre il sole mi accarezzava la pelle.
    Dopo aver goduto in silenzio decisi di continuare a prendere il sole nuda.
    Le ore passarono mentre leggevo le interminabili parole di R.R. Martin nel Trono di spade.
    Era quasi mezzogiorno quando sentii la voglia di entrare in acqua.
    Mi alzai dalla sdraio, ma la mia attenzione fu attirata dal rumore del tagliaerba che era stato acceso nel giardino di fianco.
    Mi resi subito conto che la siepe, folta e ben curata verso la strada, li era più rada e a tratti aveva dei veri e propri buchi.
    Quando vidi il marito della mia vicina che stava tagliando l'erba al di la della siepe istintivamente cercai il costume per coprirmi.
    Era un ragazzo di qualche anno più giovane di me, sapevo che insegnava Yoga nell unica palestra del paese e che sua moglie era la classica casalinga tutta casa e famiglia.
    Non potei non fissarlo per un attimo attraverso le foglie, indossava solo un paio di jeans sfilacciati tagliati sopra il ginocchio, che gli fasciavano un culo decisamente sodo, il torace e gli addominali erano ben scolpiti e leggermente imperlati di sudore.
    Ebbi l'impressione che si fosse accorto di me , per un attimo il pudore lotto' con qualcosa di più forte e primordiale che mi veniva da dentro, mi adagiai di nuovo sulla sdraio lasciando che i suoi occhi mi potessero vedere completamente nuda.
    I suoi passaggi si facevano sempre più frequenti, stavo con le gambe oscenamente spalancate ad aspettare di intravvedere il suo corpo sudato passare a pochi metri da me.
    Ogni volta sentivo i suoi occhi tra le cosce, mi guardavano pieni di voglia, ormai ero certa che mi stesse spiando lasciandomi addosso un eccitazione torbida e perversa.
    Ero combattuta, da un lato volevo ricompormi e rientrare in casa, dall'altro sentirmi desiderata e comportarmi da puttana con un uomo sposato mi stava eccitando terribilmente.
    Decisi di girarmi con il culo all'aria lasciandogli intravvedere la mia figa glabra restando leggermente supina, volevo essere spiata in ogni mio intimo recesso, come se con il suo sguardo potesse toccarmi, dare piacere al mio ego e alla mia voglia di essere guardata.
    Iniziavo a essere decisamente bagnata, quel gioco di sguardi mi stava piacendo da impazzire.
    "Amore il pranzo e pronto!!!!"
    Sentii la moglie chiamarlo, proprio ora che mi aveva messo addosso una voglia tremenda.
    Mi alzai dalla sdraio e completamente nuda mi diressi in cucina per sfogare la mia frustrazione su di una ciotola di frutta ghiacciata.
    La presi dal frigorifero e indossai una leggera vestaglia di seta quando dei rumori dall' esterno attirarono la mia attenzione.
    "Haaargh.....piano amore ci sentono! Si....si...si!!! Non così, come una cagna...haaaaa!!!"
    Capii subito che lo spettacolo che avevo offerto aveva avuto delle conseguenze davvero interessanti, mi avvicinai alla rete ricoperta d'edera facendo attenzione che non mi vedessero e guardai nell giardino.
    La giovane moglie era appoggiata al tavolo apparecchiato di fianco alla loro piscina, indossava una tuta da casa sgualcita che lui le aveva abbassato sulle ginocchia e un canotta che le lasciava intravvedere

    i seni.
    Aveva i capelli castani raccolti in una coda di cavallo, che lui, usandola come fosse una maniglia teneva in mano mentre la fotteva con decisione.
    La ragazza continuava a lamentarsi tra un gemito e l'altro ma questo le faceva solo guadagnare delle robuste pacche sul culo, che il marito le assestava con la mano libera.
    Lui si era liberato dei jeans e delle mutande e se ne stava nudo con il cazzo duro e nodoso piantato dentro di lei, la scopava con foga, tenendola girata di schiena, mentre vedevo i muscoli del suo sedere contrarsi per fotterla sempre più forte ebbi la certezza che il porco stesse immaginando di sbattere quegli splendidi addominali sul mio culo e non su quello di lei.
    Scostai la vestaglia, sentivo il bisogno di toccarmi, le urla erano sempre più chiare ed oscena.
    "Dai urla forte e chiedi che ti faccia il culo, dimmelo che vuoi essere stuprata troia!!!"
    La ragazza era finita sul tavolo trascinando a terra la tovaglia e tutti i piatti.
    "Noooo!!! Così mi sfondi, haaaarg ci sentono! I vicini ci sentono!!!!"
    Schiaffi e ritmo erano aumentati di intensità
    "Dillo che sei troia!"
    "Haaaaaa.....sono troia, la tua troia che va nei vicoli da sola per farsi violentare!! Si..... inculami, dai come me lo hanno fatto loro, sborrami nel culo......"
    Lo vidi cambiare canale e assestare poche bordate decise, poi li sentii urlare assieme mentre venivano, ed anche io mentre ormai mi fottevo con tre dita mi trovai piegata a godere con il fiato corto.
    Scoprire che la santarellina della casa di fianco andava di proposito a cercare qualcuno che la prendesse con la forza per poi raccontare tutto al marito mentre la chiavava mi eccito' ulteriormente, lui era uno splendido porco e quello che avevo visto mi aveva messo addosso voglia di cazzo vero.
    Sentii di nuovo accendersi il tagliaerba, capii che era arrivato il momento di agire, lasciai sulla sdraio la vestaglia e mi accostai alla siepe.
    Quando mi vide ebbe un sussulto, non si aspettava di vedermi così vicina e per giunta nuda.
    "Sbottonati e metti il cazzo tra i buchi della rete"
    Era chiaramente a disagio, la mia richiesta perentoria lo aveva sicuramente sorpreso.
    "Mia moglie...e' in casa a riposare, se si sveglia ci può scoprire"
    Lo disse, mentre come fosse un automa faceva spuntare venti centimetri di cazzo dall' edera.
    Mi chinai per succhiarglielo, appena lo presi tra le labbra sentii che sapeva della figa di lei e di sborra rappresa.
    Me lo feci scivolare in gola e inizia a lavarglielo con cura.
    "Scusa non mi sono ancora lavato.....hai sentito tutto vero?"
    I capezzoli mi si indurirono come due chiodi, non vedevo il suo volto ma la sua voce era profonda e suadente.
    "La hai scopata pensando a me non è vero, te la fai violentare perché ti piace sentirle dentro la sborra calda di altri uomini.....dillo!!!!"
    Il cazzo gli era diventato durissimo, il mio turpiloquio si fece ancora più osceno, fino a quando completamente nuda mi appoggiai con il culo contro la rete.
    "Fotti sta troia attraverso la siepe, dai che voglio svegliarla con le tue urla mentre mi scarichi in figa!"
    Le foglie fresche dell' edera mi solleticavano la pelle, sentii il cazzo che mi cercava tra le frasche e lo guidai nella mia figa ormai fradicia.
    La sua nerchia nodosa era decisamente più grossa di quella di mio marito, la sentivo riempirmi mentre lui la muoveva alternando il ritmo dentro di me.
    Quel modo di scopare osceno e inusuale stava facendo scempio della siepe, ormai c'erano solo le maglie della rete metallica a dividere il mio corpo dal suo, allungai le dita attraverso la rete a cercare le sue, mentre ormai a novanta mi preparavo per farmi sborrare dentro.
    "Si vengo......haaaaa dai che vengo!!!"
    Mi sfilai velocemente per farmi colpire al volto dalla sborra, rimasi accovacciata con la figa fradicia di umori che mi colavano tra le cosce ad aspettare che il cazzo terminasse di fare scempio del mio trucco con gli ultimi spruzzi densi e caldissimi.
    Avevo il fiato corto e mi sentivo la testa girare, mi lasciai scivolare sull' erba mentre il sapore aspro del suo miele mi colava dalle labbra.
    "Sono io che conduco i giochi, lei e' solo una bambina ubbidiente e la posso convincere a fare tutto quello che le chiedo"
    Sorrisi mentre la troia che era in me avrebbe voluto esultare.
    "Bene allora vatti a fare una doccia e parlale, sono arrivate una dozzina di roulotte di zingari ieri sera,ci andremo tutti e tre assieme e la scaricheremo davanti all'accampamento mezza nuda.
    Voglio che tu mi scopi mentre lei ci racconta quello che le hanno fatto quegli sporchi rom"
    Rimase sorpreso, ma la cosa in realtà lo eccito' molto, non mi rispose subito, lo vidi mentre si ricomponeva, infilando la grossa bega ormai moscia nelle mutande.
    "Ora vado a parlarle, mi sono accorto che ci stava guardando, ti faccio sapere domani"
    La mattina seguente baciai con trasporto mio marito augurandogli una buona giornata,mi aveva detto che si sarebbe fermato a Bologna per lavoro e la cosa mi lasciava libera di pianificare la serata.
    Appena fu uscito dal cancello con la macchina sentii qualcuno che mi chiamava da oltre la siepe.
    Mi avvicinai all'edera e vidi una figura tra le foglie.
    "Ciao sono Lisa..... se tu fossi un uomo cosa mi faresti conciata così ?"
    La timida ragazzina aveva i capelli sciolti, indossava solo un paio di zeppe alte almeno 12 centimetri e un vestitino cortissimo a rete nero, sotto figa e capezzoli erano in bella vista, non indossava un intimo vero e proprio ma una sorta di costume che le bordava le tette mentre i genitali erano esposti e pronti per essere snudati con un solo gesto.
    "Sai dove abbiamo deciso di portarti vero piccolina?"
    Mi avvicinai alla rete e appoggiai le dita sul filo metallico.
    "Max mi ha detto di venire da te e lasciarmi fare tutto quello di cui avevi voglia...."
    Lo disse accosciandosi sull'erba, il vestito risalì mettendole in mostra la figa completamente rasata.
    "Sai ho visto dal balcone cosa hai fatto a mio marito, ora e' il mio turno...."
    Mi scostai la vestaglia e lei docilmente fece passare la lingua attraverso le maglie di ferro della rete.
    Le prime leccate mi fecero provare un brivido lungo la schiena, tenevo le mutande scostate mentre la sua bocca giocava maliziosamente con il mio sesso.
    Quella rete metallica impediva un contatto completamente libero, rendendo il tutto una sorta di gioco perverso e irresistibile.
    Mi spinsi contro il metallo mentre la rete mi mordeva i capezzoli e le leccate si facevano sempre più audaci.
    "Brava cagnetta lecca bene!"
    Mi rispose con un docile "bau bau", i suoi occhi verdi mi fissavano mentre il suo lavorio di bocca mi stava per regalare l'orgasmo.
    Mi chiese se desideravo che la chiamassi padrona, io eccitata dalla prospettiva di averla completamente assoggettata alle mie perverse voglie gli risposi di si.
    "Sai padrona cosa si prova a essere usata come un oggetto da quattro maschi rudi e puzzolenti mentre il tuo uomo ti guarda e si masturba sentendoti gemere?"
    Le risposi che non riuscivo ad immaginarlo e le chiesi se non avesse paura.
    "Certo, ho una paura terribile, e questo mi spinge a essere ancora più troia e a non sottrarmi a qualunque loro richiesta, anche la più perversa......e questo che fa impazzire Max, te ne accorgerai mentre sarete in macchina a scopare!"
    La sua lingua riprese a fottermi, ormai la vestaglia era a terra e le sue dita si infilarono nella mia figa fradicia alternandosi in un crescendo di sensazioni meravigliose.
    Le venni sul viso mentre ancora mi strizzava il clitoride con due dita, come a volermi mungere il miele da dentro, poi lentamente si rimise in piedi passandomi la lingua sporca dei miei umori sui capezzoli e infine sulle labbra.
    "Ora penso che sia meglio ti prepari padrona, sarà una serata lunga e piena di piacere, il mio sarà quello di farmi seviziare per il vostro divertimento...."
     
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