Incesto con lo zio [SHOTA]

racconto erotico shotacon

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    Avevo tredici anni e già da tempo sentivo dentro di me una curiosità morbosa verso la figura di uno zio che abitava insieme alla mia famiglia.
    mi incantavo a vederlo così imponente, massiccio; mi affascinava il suo silenzio, il suo essere quasi sempre distaccato da tutto e da tutti. La sua calma che contrastava con il nervosismo degli altri adulti.
    Eravamo in estate e faceva molto caldo. Lui aveva preso l'abitudine a girare per casa indossando solo un paio di sbiaditi pantaloncini corti ed una cannottiera. Questo abbigliamento metteva in mostra due poderose cosce che parevano tronchi d'albero e due braccia forti e muscolose. Si muoveva sempre lentamente quasi come una bestia della giungla. Ogni volta che incontravo il suo sguardo mi sentivo intimidito ed affascinato, avrei desiderato avvicinarmi a lui, toccare il suo corpo stringere quelle braccia forti e pelose, ma avevo paura delle sue reazioni a qualunque mio gesto a qualunque mia richiesta.
    E poi che cosa avrei potuto chiedergli, io così distatnte dal suo mondo, così completamente diverso da lui, io fragile, magro, che arrossivo a qualunque suo sguardo.
    Sentivo dentro che avrei desiderato diventare la sua preda, che mi sarebbe piaciuto essere divorato da lui, sentire la potenza delle sue mani che distruggevano il mio corpo.
    Pensavo che quei miei desideri non si sarebbero mai potuti realizzare.
    Questo pensavo, fino a quel pomeriggio.

    Erano circa le tre e per una serie di circostanze tutti erano al lavoro, in casa ero rimasto solo io e lui. Lo avevo visto passare ma questa volta in mutande, andava in bagno. L'emozione fu indescrivibile. Era quasi nudo, quelle mutande a mala pena contenevano una massa enorme di carne, pareva che dentro ci fossero come due grosse mani chiuse a pugno. Inghiotii a fatica. Poi lo vidi andare in camera sua. Aspettai qualche minuto. La porta della sua camera era appena accostata. Sbirciai per vederlo disteso sul letto. C'era difronte lo specchio dell'armadio che rifletteva la sua immagine. Era disteso supino a gambe larghe. Si era tolto la cannottiera. Involontariamente mi appoggiai alla porta che cigolò leggermente. Mi spaventai. Il cuore prese a battere forte. Ma non accadde nulla. Mi misi in ascolto e sentii leggero il suo russare. Stava dormendo. Meno male!
    Ma sentivo come una calamita che mi stava attirando. Mi piegai sulle ginocchia e lentamente, quasi strisciando, arrivai ai piedi del letto. Stavo facendo una cosa terribile, mi esponevo totalmente ma non mi interessava più nulla. Ormai dovevo andare avanti. Girai intorno al letto ed arrivai ai suoi piedi. Quei grossi piedi che mi avrebbero potuto schiacciare con estrema facilità. Aspirai con estremo piacere il loro odore, li avrei voluti leccare. Ero davanti a lui, le sue cosce aperte mostravano quel mistero che tanto mi affascinava. Dovevo toccare. Lentamente allungai un braccio sulla coperta. Il suo ronfare mi diceva che stava ancora dormendo. Sfiorai appena il pelo di una sua coscia. Provai una scarica elettrica. Arrivai alla stoffa delle mutande, con la punta delle dita tpccai quel leggero cotone. Non successe nulla, o almeno così stavo credendo. Mi feci coraggio e poggiai appena appena la mano su quel suo grosso pacco.

    Ma lo zio si era svegliato. Quel contatto lo aveva destato da quel suo sonno leggero. E fu facile per lui sollevare il capo e vedermi riflesso nello specchio alle mie spalle. Ma io questo non lo sapevo. Io sapevo, o meglio credevo che fosse ancora addormentato e così mi feci ancora più coraggio, strinsi con più forza quella enorme massa di calore. Ormai non avevo più alcun controllo di quello che stavo facendo. Strinsi ancora più forte e sentii che qualcosa si stava indurendo. ed era bellissima questa sensazione. Potevo sentire adesso la forma del suo grande cazzo che stava gonfiandosi.
    Fu in quel momento che lui mi strinse con forza bestiale tra le sue gambe...


    Seconda parte

    lo zio:
    - Sono incazzato col mondo intero, non ne posso più di questa vita merdosa, non ho più voglia di vivere in questa famiglia di matti. Sempre arrabbiati, sempre di malumore e poi sempre a chiedere come sanguisughe denaro, denaro, denaro.
    Devo cecidermi ad andarmene via. Meno male che almeno oggi sono tutti al lavoro, mi butto un po' sul letto e voglio radunare le idee, voglio trovare un motivo valido per andarmene via. Tanto qui non ci sto a fare nulla. Anche questa ultima troietta che mi faceva le fusa solo per spillarmi quattrini, anche lei, quando ne ha avuti abbastanza se né è andata a spremere quel vecchio bavoso del mio padrone. E io stupido e scemo che gliel'ho presentato.
    Vado a pisciare e poi sul letto. In cucina ti vedo seduto al tavolo. Povero nipote, ti hanno lasciato solo, quella zoccola di mia sorella e quel magniaccio di suo marito; anche di te a loro non gliene frega nulla.
    Mi sembri una bestiolina che non aspetta altro che di essere divorata da qualche predatore.
    Sdraiati sul letto chiudo gli occhi per pensare meglio, anche perché quello specchio che mi sta difronte proprio mi disturba.
    In questo bel silenzio sento la porta di camera cigolare, strano, non c'è vento. Chi l'ha mossa?
    Faccio finta di russare.
    Dopo qualche istante sento come un qualcosa che sta strisciando a fianco del letto. C'è solo mio nipote in casa, ma cosa cazzo sta facendo? sollevo appena la testa, quel tanto che basta a vedere riflessa nello specchio la sua immagine. Brutto stronzetto ma che cosa vuoi fare? Adesso ti ci metti anche te a darmi noia. Tale e quale a quelle teste di cazzo dei tuoi genitori. ma te lo faccio io lo scherzo, aspetta e vedrai come ti condisco. Mi vuoi fare il solletico? Ma perché non lo fai ai piedi, lo sai bene che li ci soffro se mi ci toccano. Perché allunghi la mano? Ma cosa vuoi toccare? Non ci posso credere, mi stai sfiorando il cazzo. Ma che cosa ti è preso? Mi verrebbe la voglia di darti una pedata ma devo frenarmi, voglio vedere dove vuoi arrivare. Allora ti piace la fava, allora sei un povero finochhietto. Senti senti come la accarezzi con piacere, mi stai quasi facendo arrapare, con queste tue manine dolci. Allora vanti fatti coraggio cerca la cappella, bravo, l'hai trovata. Sei proprio un esperto. Si btavo continua così, senti come mi diventa duro.

    Ma improvvisamente sento che mi prende la voglia di stringerti forte tra le gambe. Voglio farti capire che a condurre il gioco sono io, che te sei soltanto una piccola preda, ed allora con violenza e con grande piacere ti stringo fra le gambe -.


    Mi sento preso in trappola, le sue cosce mi stanno soffocando. Ho paura ma sono anche felice di sentire questa forza intorno a me. Ma il respiro mi manca, cerco di liberarmi.

    - brutto stronzetto stai fermo che sennò ti strozzo. e stringo forte e ancora più forte e sento che tu stai cedendo. Non riesci quasi più a reagire. Allora hai capito vero chi comanda? -

    Ho paura, non respiro, ho paura ma sono anche felice. Si stringimi forte, fammi diventare tutto tuo e come in estasi non reagisco più ed è bello avere il viso tra queste tue enormi e forti cosce e la bocca che quasi sfiora il tuo cazzo. E sento che mi sto pisciando addosso.

    - Ma che cazzo fai? Ti sei pisciato addosso, ma fai proprio schifo. Provo un senso di pietà nel vederti così fragile. In definitiva non sei altro che un piccolo essere indifeso. Sono stato uno stronzo a trattarti così male. Allento la presa, ti prendo tra le braccia:
    "su levati quelle mutande pisciose che mi bagni il letto"
    E con sorpresa vedo tra le tue gambe una bella verga dritta e dura.
    "ma porca puttana, allora ti piace proprio il tuo zione. Vieni accanto a me."
    Ti abbraccio stretto sul mio petto ed anche tu come una scimmiettina ti stringi a me. Sento che mi accarezzi il torace, sento che sei preso da una voglia infinita di me, che ti stai strusciando in modo osceno sul mio cazzo. Ti metto una mano sul culo, tu hai un fremito. Abbasso le mutande e faccio uscire fuori la mia verga infuocata. La metto tra le tue cosce. E tu la stringi forte.
    "ti voglio bene" mi sussurri
    "non lasciarmi mai"
    Mi commuovono queste tue brevi frasi. E mi eccito a sentire questo tuo gracile corpo che cerca la forza del mio. E' bello questo intreccio. Allora ti bacio, sulla fronte, sugli occhi, sulle guance, sulla bocca. E tu la apri questa tua bella boccuccia e lasci che io ci metta tutta la mia lingua e mescoli la mia con la tua saliva.
    Poi ti stendo sul letto, ti allargo le braccia. Ti monto sopra. Mi dici che anche questo ti piace, mi dici che è bello sentire il mio corpo sul tuo.
    Allora ti ordino di prenderlo in mano, accarezzalo forte, ancora più forte, dacci tanti baci, si così, bacialo teneramente. E tu lo fai con passione, lo baci e lo lecchi come fosse un gelato, ma è caldo, brucia. Poi alzi lo sguardo verso di me e mi dici ancora grazie di questo bel gioco. E allora io non mi trattengo più. E tu godi di tutto questo mio amore, di questa mia forza incontrollata che si spande sui nostri corpi sul tuo dolce viso. E ci baciamo e ci lecchiamo fino allo sfinimento -.
     
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