Nel cinema porno [SHOTACON - YAOI]

racconto erotico shota gay

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    Era la settimana del mio sedicesimo compleanno e come tanti altri compleanni anche quello era vissuto sotto tono. Nessun regalo, solo del denaro per comprarci quello che volevo. Nessuno aveva mai avuto tempo da dedicare a me. Così quel pomeriggio con quei soldi in tasca me ne andai in città. Mi fermai ad un'edicola dove erano esposti giornaletti di culturismo. A quei tempi non c'era riviste pornografiche e per me vedere quelle foto di maschi palestrati quasi completamente nudi provocava una intensa emozione. Lo infilai nella tasca dei pantaloni senza aprirlo, volevo gustarmelo una volta tornato a casa da solo nella mia stanza e poi farmici sopra un bel segone. Con questi pensieri nella mente e con l'uccello già duro nelle mutande mi ritrovai non so come dofronte ad un cinema in cui veniva proiettato in seconda visione il film "Gli uccelli". Mi ero perso questo film alla sua uscita e desideravo molto vederlo; così decisi di concedermi un altro po' di divertimento... tanto nessuno mi aspettava a casa.
    Era questo cinema un grande edificio che, ai suoi tempi, doveva essere stato molto elegante e molto frequentato, ma adesso si vedeva chiaramente che stava andando in lenta rovina. Non ci ero mai entrato ma adesso mi misi ad osservarlo con attenzione. Rimasi colpito dal contrasto un po' inquietante di questa facciata ,adesso grigia ma un tempo nobile, forte e possente su cui contrastavano i manifesti dei film molto colorati, molto moderni... il nuovo che si univa al vecchio, due età che si abbracciavano intimamente.
    Guardai la porta di ingresso ancora pervaso da questa strana associazione di idee, quando fui colpito dallo sguardo ammiccante che mi rivolse un uomo che entrò nel locale. Era un sorriso a cui si accompagnò un "Ciao".
    Rimasi perplesso, forse era qualcuno che mi conosceva, ma perché quel sorriso? La porta non si era ancora chiusa che l'uomo nuovamente si
    voltò verso di me, sempre con quella espressione strana che non conoscevo ma che in qualche nodo mi incuriosiva, mi intrigava. provavo come un vago piacere nell'essere stato oggetto di tanta attenzione.
    Allora entrai anch'io.
    Mi ritrovai in un atrio molto ampio, difronte a me la cassa dietro cui c'era un uomo molto corpulento il cui viso ricordava quello di un pugile invecchiato ed ingrassato. Intravidi l'uomo che mi aveva sorriso scomparire dietro le tende. Ai lati della sala c'erano due file di poltroncine che un tempo dovevano essere in platea. C'era deduto solo un ragazzo che sembrava molto più giovane di me, stava leggendo un giornalino e pareva aspettasse qualcosa o qualcuno. Mi guardò per un attimo e poi tornò alla lettura.Ero arrivato alla cassa quando dietro di me sopraggiunse un altro uomo che mi sfiorò con il suo corpo; di istinto mi feci un po' da parte.
    Anche lui mi rivolse uno sguardo molto ammiccante, anche lui mi salutò con un "ciao"
    Ero perplesso, incuriosito, intimidito. Non seppi cosa rispondere e cercai di darmi un contegno facendo finta di cercare i soldi. Intanto non potei fare a meno di ascoltare la conversazione tra quest'uomo ed il cassiere:
    "C'è movimento oggi?"
    "solo lui, è da una mezz'ora che aspetta"
    "lo conosco, è un tipo che ci sta... ok, fallo entrare"
    vidi l'uomo che allungò il denaro per un altro biglietto e poi senza aspettare si diresse verso le tende della platea. Il cassiere fece un cenno al ragazzino che si alzò, venne a prendere il biglietto ed anche lui entrò. Mentre i tendaggi si chiudevano notai che l'uomo aveva messo una mano sulla spalla del fanciullo.
    Un brivido, una strana emozione si impossessarono di me. Dove ero capitato? Forse quello era il luogo che tante volte nelle mie fantasie avevo immaginato sognato? Inghiottii a fatica, adesso del film non mi inetressava più nulla, erano altri gli uccelli a cui stavo pensando, ma sarei riuscito ad affrontare questa realtà? Dovevo farmi coraggio, dovevo vincere la mia timidezza.
    "entra Alberto" mi dissi "se non entri ora domani ti sarà più difficile".
    Le tende pesanti e logore della platea si chiusero alle mie spalle e mi trovai immerso in una oscurità totale piena di fumo acre. Mi avvicinai lentamente al muro che sfioravo con una mano. improvvisamente toccai qualcosa di diverso, era una persona; ritrassi immediatamente la mano, mi fermai, non sapevo come procedere, feci lentamente un altro passo ma di nuovo sentii questo corpo davanti a me. Il cuore mi batteva forte, di sicuro lui mi vedeva. sentii una leggera pressione, si doveva essere avvicinato, la mia mano sfiorò qualche cosa di caldo, grosso e duro; sentii chiaramente che un grosso cazzo stava strusciandosi alla mia mano. Il respiro si fece nuovamente affannato; altro che le foto sui giornaletti, questa volta avevo a portata di mano un cazzo vero, un cazzo grosso come mai avevo immaginato. fermo in quella oscurità cominciai a muovere lentamente la mano, cominciai ad accarezzarlo a sentirne la consistenza, la durezza ed era bello, infinitamente bello sentire questa cosa grossa che pulsava nella mia mano.
    poi vicino all'orecchio una voce mi sussurrò
    "E' tutto tuo, se vuoi te lo faccio succhiare"; Poi un colpo di lingua mi bagnò l'orecchio. Mi sentii attraversato da una scossa elettrica. Presi quel grosso uccello con entrambe le mani e cominciai a stringerlo più forte che potevo poi cominciai ad esplorare quel corpo sconosciuto. si doveva essere calato i pantaloni, accarezzai le palle e poi feci scivolare le mai su due cosce sode e pelose ed era tutto vero non era un sogno, davanti a me un uomo mi si offriva completamente.
    "avanti frocetto succhialo un po' non farti desiderare"
    mi stava chiedendo una cosa che non avevo mai fatto, succhiare un cazzo, come si faceva? Non volevo mollare la presa, era tutto troppo bello.
    fu in quel momento che un'altra mano alle mie spalle si posò sul mio sedere. Cominciai a sentirmi palpato e di nuovo un ordine
    "buttati giù i pantaloni, fammi sentire il culo"
    "accontentalo perché lui è impaziente e quando vuole una cosa nessuno può dirgli di no"
    Lentamente mi sbottonai i pantaloni e poi calai anche le mutande, adesso ero nudo in una sala sconosciuta in mezzo a gente sconosciuta che mi stava dando ordini e questo mi piaceva, oh se mi piaceva, era quello che avevo sempre fantasticato e non mi importava nulla se qualcuno poteva vedermi... anzi sentivo un forte piacere in quella situazione.
    Quattro mani cominciarono ad accarezzarmi da per tutto, sentii stringere il mio cazzo che era già bello duro, sentivo delle dita che premevano al buchetto del mio culo per cercare di entrare, mi venne alzata anche la maglia e una grossa mano cominciò a pizzicare il petto, io li immobile... si, fate quello che volete, prendetemi.
    in quel momento l'uomo che mi stava dietro mi prese con entrambe le mani la testa, mi voltò verso di lui e con un gesto deciso che non ammetteva rifiuto mi baciò. Una lingua grossa ruvida profumata di tabacco mi costrinse ad aprire la bocca, era la mia prima penetrazione, dentro di me stava entrando una'altra persona ed io stavo entrando dentro il corpo di un altro... che importava se era uno sconosciuto. in quel momento si esisteva soltanto io e lui, tutto il resto non aveva più importanza, il mio passato, la mia stessa identità, stavamo diventando una sola cosa. senza lasciare la mia testa, senza staccarsi dalla mia bocca mi sentii spingere verso il muro, il suo corpo scivolò sul mio, un movomento lento ma deciso proprio come la sua lingua nella mia bocca; sentii la necessità di aggrapparmi a lui e così lo strinsi con entrambe le braccia, era massiccio e doveva essere molto alto.
    poco a poco cominciai ad intravedere i suoi lineamenti, doveva avere una cinquantina di anni, se sue sopracciglie erano lunghe e folte, i capelli tagliati corti.
    in preda ad un delirio totale quasi non toccavo terra
    le sue gambe entrarono in mezzo alle mie, il suo ventre strusciava sul mio uccello, stavo quasi per venire.
    lui se ne accorse ed allora improvvisamente si staccò da me, si allontanò di qualche passo, mi ritrovai solo, mi sentii quasi abbandonato, sentii come un crampo allo stomaco... perché? Tutta la mia eccitazione scomparve in un attimo, provai come un senso di vergogna; che ci stavo a fare li' perchè tutto era finito in questo modo?
    "allora ti sei calmato ragazzino?"
    si era nuovamente avvicinato
    "non possiamo finire adesso, il gioco è appena cominciato"
    mi prese una mano e cominciò ad accarezzarla
    "su rivestiti che ti porto di la..."
    mi dette un buffetto sulla gota, una carezza
    "il tuo papà non ti abbandona, hai bisogno di imparare e io sarò la tua guida"
    "ma adesso che cosa vuole fare?"
    "bravo mi dai del lei. bravo, ci vuole rispetto in queste cose. adesso te l'ho detto ti porto di la a continuare il gioco"
    Mi prese la mano e mi portò... di la.
     
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