Mio figlio che torello!

racconto erotico incesto madre figlio

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    Sfaccendo per casa, le solite pulizie quotidiane, sempre le stesse e sempre la necessità di doverle fare. Alle 11,00 esco per la spesa. Un’ora fuori per comprare le solite cose. Rientro preparo un pasto frugale, a pranzo sola, come ormai stabilmente succede, mio marito resta in studio, dice che quando i dipendenti sono fuori riesce a smaltire un sacco di pratiche, mio figlio in facoltà, gli orari delle lezioni non gli consentono di rientrare.
    Nel pomeriggio, con poca voglia mi sposto in camera di mio figlio. Regna il solito disordine. Un casino indescrivibile. Non so come faccia a raccapezzarsi in tutta questa confusione. Rassegnata cerco di sistemare in qualche maniera. Le felpe a lavare, i pantaloni nell’armadio, le scarpe a prendere aria sul balcone. È assurdo la confusione che regna sovrana sulla sua scrivania. Il portatile sempre acceso, collegato in h. 24 ad internet. Gli MP3 da scaricare sono all’ordine del giorno.
    Più di un’ora a sfaccendare, per quanto impegno dedichi alle sue cose sembra tutto in costante disordine.

    A proposito mi chiamo Lucia, ho quasi 43 anni, sposata, tre anni e sono nozze d’argento, un figlio, Roberto, bel ragazzo, 20 anni, universitario, fisico scolpito, alto statuario e dei modi che ne fanno la mia gioia.
    La mia vita è tutta qui!

    Spossata approfitto per fumare una sigaretta, cosa di meglio per giocare con il suo computer. Curiosa di sapere cosa il mio ragazzo scarica nelle sue statiche ed interminabili ore seduto davanti a quel video.
    Smanetto sul mouse, files diversi, musica, formazioni del fantacalcio, tante foto, qualche cartella dell’università e…poi una cartella richiama la mia attenzione.
    RACCONTI.
    Clicco e resto di stucco!
    Tanti titoli particolari, racconti erotici, ognuno dal contenuto rigorosamente simile.
    Interessata comincio a leggere.
    Sulla falsariga dei vecchi Grand’Hotel della mia gioventù, con una sola differenze, le pagine patinate di allora con le fotografie, rigorosamente, in bianco e nero ora sono racconti dove la trasgressione è il motivo del mio iniziale turbamento. Tante foto piuttosto esplicite. Una donna prosperosa, sembra mia coetanea, forse con qualche anno in più, da il giusto contorno alla peccaminosa storia. Riprese che non lasciano molto spazio alla fantasia, completamente nuda, in posa lasciva, è morbosamente impegnata in un amplesso coinvolgente.
    Le prime righe descrivono una gran troia che confessa di aver scoperto il proprio figlio eccitarsi nello spiarla. Invece di reagire con forza incentiva, morbosa, questa sua voglia, per cui accentua i suoi atteggiamenti di donna in calore per godere da morire nello spiare il figlio masturbarsi chiuso nel bagno.
    Tutto ruota sul suo piacere di essere consapevole oggetto del perverso desiderio dell’intimo muscolo del proprio ragazzo.
    Con una strana forma di curiosità passo ad un altro racconto.
    Ancora una mamma, anche lei sugli anta, confessa di fantasticare impazzita sul superbo uccello del proprio giovanottone che, ben cosciente dello scellerato desiderio della madre, le ostenta strafottente le meravigliose forme che cela tra le gambe.
    Ancora altri, sempre lo stesso contenuto, tutti trattante L’INCESTO!!!
    Femmine tutte accomunate da un'unica voglia di cazzo, impegnate alla ricerca di un muscolo giovane, duro potente pronto ad inondarle di violenti schizzi di caldo piacere.
    Leggo frustrazioni derivanti da una vita scialba, confessioni di chi ancora desidera godere del proprio corpo, con la celata vergogna di non sapere reagire e con la paura di soccombere a possibili scandali.
    Donne che prendono atto dell’esuberanza del proprio ragazzo. Donne che sorridono alle prime macchie nascoste tra le lenzuola, segnale inequivocabile di un avvenuta crescita sessuale.
    Donne deluse di prendere coscienza della propria vita incanalata verso una scadente routinarietà figlia del tempo che, inesorabile, trascorre.
    Pensieri latenti amplificati dalla protezione delle mura domestiche e dalla persistente voglia di godere del proprio corpo.
    Voglia che finisce con il materializzare il senso di una trasgressione dimenticata e che concretizza un bisogno di cazzo che si coniuga con la irrefrenabile voglia di un contatto carnale che lotta inesorabile con la necessità di non voler sfiorire a quarant’anni.
    La mancanza di cazzo è come l’acqua che manca alle, piante quando scarseggia le foglie appassiscono.
    Riflessioni che sembrano fotografare la storia dell’ultimo periodo del mio rapporto di coppia, con una unica, sostanziale, differenza.
    Non ho mai valutato l’opportunità di un altro maschio in casa!
    Turbata chiudo la cartella mentre la sigaretta ha bruciato il suo tabacco.
    Sposto il computer sul letto alla francese di Roberto, e continuo a mettere ordine sulla sua scrivania.
    Ancora una mezz’ora e cedo al pensiero di sapere quante altre cose sporche il mio figliolo nasconde sul suo computer.
    Sdraiata sul letto scopro nella stessa cartella un altro file sapientemente nascosto “MAMMA”.
    Lo schermo si apre su un collage di foto.
    Le guardo nervosa.
    Un'altra sigaretta accesa nervosamente accompagna la mia ricerca. Mi riconosco nei fotogrammi. Il solco del mio seno, stretto da piccoli reggiseno, ripreso in primo piano, una sequenza delle mie gambe accavallate sul divano fasciate da intriganti calze a rete. Il fondoschiena sino ai glutei mentre china spazzo sotto il mio letto.
    Fotografie rubate, non so quando ne come, ma sicuramente riprese con il suo telefonino.
    In fondo alla pagina un suo racconto.
    “Mia madre, un corpo che sprigiona sesso in ogni sua movenza. Nei suoi occhi forte è la voglia continua di cazzo, sculetta per casa per risvegliare i sensi assopiti di mio padre.
    Geme nelle sue notti dove è breve la passione. Al mattino gli occhi gonfi denunziano le sue notti insonni.
    Saprei io come farla gridare di piacere con il mio cazzo che le cresce tra le gambe, strusciando tra i peli di una fica che sbrodola di caldo piacere.”
    Sono sconvolta.
    Mi ero accorta della sua esuberanza sessuale. Una mamma è capace di leggere dallo sguardo del proprio figlio i suoi primi turbamenti carnali. So che è normale. È l’esuberanza di un ragazzo di primo pelo. Ma non avre i mai immaginato tanta perversa esuberanza.
    “… ieri le ho dedicato una gran pugnetta. Sciacquava le stoviglie in cucina, un comportamento quasi stizzito, sicuramente con una immensa voglia di cazzo in corpo. L’acqua le aveva inumidito la bianca magliettina e i capezzoli sembravano voler perforare il sottile tessuto. Ancheggiava conturbante mentre genuflessa sistemava il tutto nella lavastoviglie. Accanto a lei mio padre completamente assente, incurante del richiamo che lei gli stava lanciando, anzi con la più banale delle scuse l’ha salutata per andare a guardare la tv. L’uccello mi stava scoppiando tra i pantaloni. Mi sono toccato lì accanto a lei, ancora seduto a tavola con la paura di essere scoperto.
    Il cazzo mi cresceva a dismisura tra le mani, inebetito dal suo sculettare.
    Solo la vergogna mi ha spinto in bagno.
    Una gran fica, e mio padre invece di scoparla selvaggia preferisce dedicarsi ai più futili dei suoi passatempi, il calcetto di sabato pomeriggio, lunghe pedalate in bicicletta la domenica mattina, e durante la settimana lo studio da mandare avanti.
    Lei sempre sola con negli occhi una voglia di cazzo repressa. Sono certo che ha crisi di astinenza…. ”
    Ancora una sequenza di fotografie, quest’ultime un po’ più spinte. Non sono mie ma di un’altra donna, con una mia vaga somiglianza, impegnata a succhiare un giovane uccello.
    Segue una sequenza di sue fotografie, pose oscena. Il muscolo stretto tra le mani. È splendido. Che porco lo ha completamente avvolto in un mio reggiseno, ed è impegnato in una coinvolgente masturbazione.
    Nei suoi occhi la lucida espressione di una eccitazione bestiale, una voglia assurda di scoparmi. Una sequenza continua di scatti mentre raccoglie il suo seme tra le coppe traforate del delicatissimo pizzo.

    Sdraiata sollevo le gambe, smanio nervosamente. Indosso un leggero vestititino a fiori piuttosto corto, non ho niente sotto, solo una intrigante culottes di seta rossa.
    La mia rabbia produce calore. Il caldo lentamente si trasforma in un qualcosa di diverso. Prendo una matita sulla scrivania, raccolgo i lunghi capelli che pesano sul mio collo.
    Il caldo è sempre più opprimente. Comincio a bruciare, lentamente sbottono i primi bottoni del vestitino. Non è normale ma mi sto eccitando come una maiala.
    “…ho voglia di scoparla, farle ingoiare il mio cazzo, leccarle la fica, bere il suo piacere e farla godere del mio. Come farle capire la mia voglia. Se le mostrassi il mio sesso duro, sono sicuro cederebbe eccitata, potrei, finalmente, farle gridare il suo piacere. Si ma come devo fare…”
    Mio figlio brama del mio corpo al punto di materializzare la sua fantasia in scritti erotici.
    Sono, intanto, praticamente nuda.
    Morbosamente eccitata. Mi lascio andare. Divarico le cosce ed una mano scivola tra le gambe, le dita oltrepassano il bordo della culottes, comincio a toccarmi, inizialmente con rabbia, poi con insano impegno.
    Il dito medio si inumidisce del perverso piacere raccolto tra il solco delle grandi labbra. Mi fermo a giocherellare con la clitoride completamente eretta. Sembra un piccolo cazzo. L’altra mano si perde tra i capezzoli così duri come chiodi, li stringo tra le dita. Quasi mi faccio male.
    Non ragiono più, infilo nella caldissima fica indice e medio e comincio a fottermi selvaggiamente. Gli occhi chiusi e immagino che al posto delle dita ci sia uno di quei grossi cazzi fotografati nei suoi racconti. Un enorme muscolo duro come il marmo disposto a chiavarmi, ora, subito. Non mi importa di chi sia il cazzo della mia fantasia, se di mio marito, del mio vicino di casa, o di un perfetto estraneo.
    Non mi interessa, voglio un durissimo cazzo.
    E se fosse quello di mio figlio!
    È bastato solo il pensiero. Fantasticare sul mio Roby, tutto eccitato pronto a fottersi la mamma, che un fremito intenso mi scuote la schiena, gemo perversa mentre vengo spargendo tutti i miei umori tra le dita come una gran troia.

    Spossata continuo la lettura delle sue erotiche fantasie.
    “come trovare una occasione per farle saggiare la corposità di un muscolo che potente mi cresce tra le gambe. Come poterle far sentire tra le chiappe le pulsazioni di una cazzo teso. Come posso convincerla a prendermelo in bocca, farmelo succhiare inondarle il viso della mia sborra…devo riuscirci…”
    Il racconto si interrompe.

    Solo una doccia fredda può calmarmi.
    L'acqua fredda addosso mi scuote. Mi insapono tra le cosce, ma il pensiero delle sue fantasie spinge le mie mani tra le cosce, immagino la sua lingua persa tra i neri riccioli di una fica caldissima. Una mano spasmodica stringe la spazzola tra le dita, il manico è lungo, duro è grosso. Lentamente si perde tra le calde pareti di una fica che non smette di pulsare.
    La schiena poggiata alla parete. Tutto il manico perso dentro la fica e gemo come una delle sue puttane..
    Improvvisamente si spalanca la porta, Roberto entra in bagno
    "…Oh scu…scusa mamma, cred...credevo non ci fosse nessuno in casa …la lezione del pomeriggio è stata annullata …”
    "Tesoroooooo" (con l’atroce dubbio se quello fosse il momento migliore o peggiore per raggiungere l'orgasmo) "…Non ti preoccupare ho finito…"con il mio piacere che scivolava infido lungo le gambe.
    Impossibile che non sia accorto in quale perverso momento ero impegnata.
    Una voglia morbosa di cazzo ostinata cresce in me. Cerco una scusa per farlo rimanere. Aiutarmi a sciacquare un corpo eccitato. Stimolare la sua fantasia, spingerlo a scoparmi.
    È forte il mio perverso desiderio
    Avere un cazzo tutto per me, un bel cazzo per soddisfare una enorme voglia di godere.
    Ma lui, quasi balbettando, mi lascia sola.
    Non mi resta che sciacquarmi, sola.
    Indosso l'accappatoio con in testa il suo sguardo incredulo assistere allo sconvolgente orgasmo di sua madre con un palo tra la fica.

    Roberto è in cucina, mi siedo di fronte a lui, nel suo sguardo palpabile è la voglia di spogliarmi così come tangibile è il desiderio di scoparmi. Non vi dico della mia voglia di essere chiavata.
    Non faccio niente per mascherargli le mie nudità. Lascio che intraveda una buona porzione di coscia. Una sottile strategia e di piacevole involontarietà mi è complice in questi momenti. Gioco sull’ambiguità dei miei atteggiamenti, agevolo la scollatura per lasciarlo gustare del mio seno.
    I capezzoli si induriscono velocemente.
    Percepisco gli umori che ancora riscaldano l’intimo delle cosce.
    Mi alzo per cercare qualcosa in un pensile sopra il lavandino. Mi sollevo sulla punta dei piedi, mi tendo per quanto mi è possibile. Il corto accappatoio risale quanto basta mostrando il punto dove le cosce si congiungo ai glutei. Sfrontata contraggo le natiche. Sento i suoi occhi fissarmi, risalire le gambe. Non mi sta spogliando con gli occhi, no, è come se mi stesse leccando. Immagino la punta ruvida della sua lingua, impertinente, risalirmi dai polpacci fino al caldo interno della coscia.
    "…Mam...mamma cosa cerchi?”
    “una cosa che ho non trovo ….”
    “Sei la solita distratta... vuoi una mano?”
    “Non proprio tesoro, non necessariamente la mano….” Gioco sull’ambiguità delle parole volutamente sfrontata.
    Mi volto, il suo guardo è proprio basito.
    “Senti domani mattina …..mi lasci la macchina?”
    Mi giro, volutamente di scatto, l'accappatoio scopre ancor di più le mie forme.
    “Oh … proprio domani mattina? Non è possibile, ho preso l’appuntamento con l’estetista per i miei massaggi e che mi trovo faccio anche la ceretta”
    “La ceretta? ma non ne hai mica bisogno” in un impeto di coraggio
    mio figlio mi sta guardando il corpo, la cosa mi fa morire di piacere. Sono ancora eccitata.
    “ e tu come lo sai?”
    "Bhe si vede che non hai nemmeno un pelo"
    "Ah, e cosi mi guardi le gambe?" fingendo un tono di collera nella voce.
    Diventa rosso, non sa cosa dire o fare, ma è palesemente eccitato.
    "No...no e che poi"
    Dio, ho paura che scoppi. Alzo una gamba e appoggio il piede sulla sedia davanti a lui
    "guarda qui..."
    mentre parlo le mani risalgono, con studiata lentezza, dalla caviglia al polpaccio, accarezzo la pelle con fare languido.
    "A dire il vero, mi sembra che tu abbia ragione tesoro… ma se tocchi qualcosa si percepisce al tatto"
    mentre il gonfiore tra le gambe comincia ad essere palpabile
    Afferro la sua mano e la poso sulla mia gamba. Mi accarezzo, inizialmente è un po’ impacciato ma i lenti secondi che trascorrono lo fanno diventare più ardito. E a me piace. Oh come mi piace!
    Il cazzo continua a gonfiarsi a dismisura sotto i pantaloni.
    Sono sola con mio figlio, e lui mi sta accarezzando le gambe, è stupendo, mi sento ancora più eccitata, notevolmente eccitata
    "allora? Pensi ancora che debba rinunciare alla ceretta?"
    " mamma hai delle gambe perfette..."
    "Oh grazie, ma non lo dici solo perché ti serve la macchina vero?"
    "No, no mamma sono sincero. Hai delle gambe stupende. Mi piacciono".
    Mio figlio ha appena detto che gli piacciono le mie gambe, e l'ha detto con la faccia e il tono con cui lo direbbe ad una sua amichetta che vorrebbe chiavarla.
    “ e poi non ti piace avere una mamma ancora bella, che alla sua età riesce ancora a difendersi…”
    Ed ancora più provocante
    “tocca…tocca, e non dire che non ho il corpo tonico…”
    Accompagnando la sua mano a risalire sulle chiappe…
    “mmmamma ma che dici”
    Ei io ancora più sfrontata
    “allora non mi vuoi sciatta ed insignificante… vuoi la mammina ancora in tiro vero?”
    Mentre mantengo la mia mano sulla sua ed entrambe a palpare le cosce quasi quasi vicino al mio incandescente intimo….
    "mamma… scusa devo andare in bagno…"
    Veramente impacciato!
    Qualche minuto con la mente pervasa dal magnifico cazzo di mio figlio cresciuto a dismisura e il calore che si sparge tra le gambe
    Mi dirigo in bagno a vedere cosa sta facendo. Ho un dubbio uno splendido dubbio!
    Mi accovaccio davanti alla porta e guardo attraverso il buco della serratura. Il mio dubbio diventa subito certezza .
    È li davanti allo specchio completamente nudo, i vestiti buttati in un angolo, col suo magnifico attributo lungo e duro tra le mani la mia rossa culottes, lasciata in fretta in terra ai piedi della doccia, ancora pervasa dei miei umori, avvolta sul cazzo e pesta in modo stratosferico.
    Un ritmo furioso.
    Mi godo lo spettacolo.
    "amore tutto a posto?"
    Assisto al suo piacere, mugola serrando le labbra, ancora due colpi lenti, la mano stretta ben bene sul cazzo, la mia mano scivola tra le gambe. Sono bagnata, cazzo quanto sono bagnata.
    "Ohhh si mamma….. si"
    "Bene ti lascio qui il mio accappatoio, me lo appendi tu? Io vado a vestirmi"
    "Va beneehh…."
    Infoiata guardo le mani scorrere sulla stupenda mazza, lo seguo mentre irrigidisce la schiena e sborra. Sembra un idrante, schizza tra le pieghe della mia culottes ben avvolta sulla sua asta. Ogni goccia si raccoglie sul delicato tessuto.
    Sono sempre più eccitata, le dita continuano a raccogliere il mio piacere. Ho un orgasmo sensazionale.
    Seguo i suoi ultimi movimenti, con ancora il cazzo duro, continua a spruzzare il suo caldo seme tra le mie oniriche gambe.

    In poco mi rivesto, solo un felpa, piuttosto scollata moderatamente lunga e nient’altro, così provocante ritorno in cucina.
    Lui sta armeggiando in camera sua. Torna dopo una buon mezz’ora.
    “Ciao mamma esco”
    "Come esci, dove vai?"
    " Stasera sono a cena con la Maria"
    “ma sono ancora le sei.”
    “prima andiamo al cinema…”
    Oh cazzo! esce a cena.
    Ed io sola con una assurda voglia di cazzo!
    Rivado sul suo computer, riapro quella cartella, che sento stranamente anche un po’ mia, ho la certezza che avrà avuto il tempo di scrivere qualche altra sua riflessione. L’opportunità che gli offerto deve per forza aver incentivato qualche altro perverso spunto.
    Infatti.
    Un paio di foto del mio provocante culo, riprese mentre ero in cucina….poi
    “…è veramente una gran maiala, la sentivo fremere tra le mie dita, avrei voluto sbatterla sul tavolo e infilargli in bocca un muscolo che mi stava scoppiando tra le gambe, so che se gli lo avessi piazzato tra le labbra, avrebbe succhiato famelica. Quanto è porca mia madre avrei voluto sporcala con la mia sborra, farla morire al sapore delle prime gocce di sperma, le avrei succhiato capezzoli, infilato due dita nella calda ed umida fica, fatta gridare di piacere…e invece una altra maestosa pugnetta…”

    Mi sta uccidendo il piacere di ciò che scrive.

    L’ora di cena è vicina, mio malgrado chiudo tutto.
    Un’altra delle mie ordinarie serate. Provoco mio marito, l’eccitazione che ho in corpo è palpabile, sono eccitata come non mai, vogliosa di sperimentare nuove cose, di esser chiavata come la più troia delle puttane. Un paio d’ore di provocazione distribuite tra la cucina ed il divano e finalmente in camera a farmi scopare. Nulla di eccezionale. La sua prestazione si è consumata in un fiat. Messa alla pecorina mi ha piazzato in culo un cazzo che per quanto eccitato ha ormai perso il vigore dei tempi migliori. Ha ansimato forsennato come se mi stesse fottendo da ore, ma in pochi minuti sborra gridando il mio essere una splendida troia.
    Il suo dormire mi consente di tornare a fantasticare sul perverso pomeriggio.
    Mi sposto in soggiorno sul divano, con una gran voglia di cazzo. La mia voglia è ancora alta. Giocare con il mio intimo mi da piacere, ma non voglio godere, aspetto il ritorno del mio ragazzo.
    Rientra intorno alla mezzanotte. Vederlo scatena la mia eccitazione. È davanti a me, immobile, lo vedo deglutire con difficoltà, sarà la trasparente vestaglia nera che lascia intravedere il candore della mie pelle. Il suo sguardo è intenso. Si china per salutarmi, soffermandosi più del normale, una sua mano scivola sulle cosce, sosta qualche secondo. Sento il suo respiro crescere.
    “come mai ancora sveglia…”
    “non so, non riuscivo a dormire…”
    “io invece preferisco andare a dormire…”
    Ancora sola. Lascio passare un quarto d’ora e mi alzo, scalza mi avvicino alla sua camera. La porta è socchiusa, la stanza illuminata da una debole luce.
    Non dorme.
    La luce del computer mi restituisce il suo corpo.
    È nudo.
    Con il cazzo duro stretto in una mano. Veramente un magnifico cazzo.
    Sono morbosamente eccitata.
    Percepisco un suo sussurrare, sussultare, e vibrare di piacere è un tutt’uno!.
    "Ohh… mmmmhhhh…… …….. come mia madre oggi pomeriggio "
    pestando furioso sul meraviglioso cazzo.
    “…avrei voluto leccarti tutta…”
    La fica mi brucia.
    Entro decisa come se nulla fosse.
    "Come mai non dormi? Non stai bene?"
    Mi fissa con due occhi enormi, rosso in viso e col cazzo pulsante in mano. Innocentemente faccio scorrere lo sguardo prima dal video, poi su di lui, scorrendo la sua figura sino al suo durissimo cazzo.
    "Oh scusa non credevo che"
    "No mamma, non è come pensi non mi stavo mica"
    "…non devi dire nulla, non stai facendo nulla di male "
    "Ma mamma"
    "Ma cosa? …Con un muscolo del genere mica posso impedirti di toccarti. Ma è un delitto sprecare un cosi bel bastone solo per delle banalissime seghe"
    “che dici mamma”
    mentre cerca, senza successo, qualcosa per coprire la magnifica nudità.
    Sorrido continuando a fissargli il cazzo.
    "Vorresti forse insinuare che la tua mamma non si intende di cazzi?"
    La mia frase l'ha completamente spiazzato, mi sento sempre più bagnata e più porca. Voglio portare a termine il mio ditalino, voglio godere, e lo voglio fare con mio figlio.
    "E poi piantala di cercare di coprirti. Guarda che ti ho fatto io, l'ho visto mille volte il tuo bel pisellone"
    Avvicinandomi a lui
    "Mamma cosa fai?"
    Mentre mi siedo sulle sue gambe.
    "Non riesco a dormire, tanto vale che guardi un po' di tele no? Che cos'è?"
    Immagini porno scorrono sul video del computer.
    Una bionda (come me) con un discreto paio di tette (non per falsa modestia, ma le mie sono molto più belle) è sotto la doccia intenta a masturbarsi.
    Non sa più cosa fare, ma è chiaro che la situazione lo stia eccitando da morire, il muscolo non ne vuol sapere di abbassarsi nonostante abbia smesso di toccarsi da quando sono entrata in stanza.
    Lo sento pulsare sulla mia schiena
    "Mamma ti prego...scusa puoi...uscire? mi vergogno, mi hai scoperto a…...."
    "Ti ho già detto che non ti devi vergognare. E poi scusa, non mi hai forse visto sotto la doccia che mi stavo toccando anch’io?"
    Rimane zitto, con il cazzo che ripetutamente frusta sulla mia schiena.
    "Davvero hai capito cosa stavo facendo? …NO!...Non ci credo, davvero no"
    "Si, mamma l'ho capito. Ti ho visto che ti toccavi… per questo ti ho lasciata sola"
    "Non te l'ho mica detto io. Per me potevi anche rimanere"
    Mi sistemo meglio, e comincio a sfregare la mia coscia contro quella di Roberto.
    "Cos'è?… un film porno!"
    "ehmm ….si…"
    Riprendendo a sfiorarsi l'asta.
    “sai ho giocato con il tuo computer nel primo pomeriggio”
    “come?”
    Passano due o tre minuti in silenzio, durante i quali non sa cosa dire o cosa fare. E' immobile, io invece guardando il film, comincio a fremere, appoggio la schiena al suo busto, divarico le gambe, spingo il bacino contro il suo, stringo le mie cosce alle sue, lo sento fremere.
    "Non ti piace il film? L'hai scelto tu?” Guardandolo negli occhi con uno sguardo languido
    “Dai riprendi a toccarti, se no ti esplode…"
    ."E se entra papà?"
    "Quello? Oh non ti preoccupare, è esausto, abbiamo scopato, e adesso non lo sveglierebbe nemmeno un terremoto"
    "Avet...e …scopa…to…”
    "Sono sincera, papà, non è male ma è noioso a letto, non ha fantasia, e poi non lo vuole fare spesso... al contrario di me"
    “ papà non ti chiava come vorresti?"
    è finalmente diventato sfrontato mentre riprende a menarsi il cazzo. Avvolge la mano a pugno chiuso sulla sua mazza cominciando a muoverla su e giù lentamente.
    “sai a me piace trasgredire…”
    Sul video la tipa si masturba sotto la doccia, in mano, o meglio tra la fica, tiene un vibratore. Geme in preda ad una eccitazione bestiale.
    "Guarda….non ti ricorda qualcosa?"
    "Cosa?" finge di non aver capito
    "dai, oggi pomeriggio….?"
    "Si è vero, l’ho stavo vedendo proprio per questo"
    "Già, ma secondo me io ho delle tette più belle…vero?"
    "Cosa?"
    "il mio seno, non ti sembro più sodo ? Guarda."
    E in un sol gesto lascio scorrere le spalline della vestaglia e libero la mia quarta di seno.
    Roby accelera il movimento della mano.
    "Si mamma, si hai ragione sono più belle le tue"
    "hai visto che i massaggi servono "
    "non mi dire che è solo merito dei massaggi"
    "oddio un po’ di mio c’e anche… tocca…"
    "A...adesso?...”
    “si adesso!”
    Mentre gioco con i miei seni davanti ai suoi occhi, li palpo, mi stuzzico i capezzoli, li stringo vogliosa tra le dita.
    "non ti piacciono i miei seni…”
    “…ssssiii… hai il più bel paio di tette che abbia mai visto...te lo giuro …..”
    “…vorresti succhiarli...vero? leccarli, farmi sentire il tuo cazzo tra le chiappe…sporcarmi della tua sborra... "
    “…mamma che dici?... ….”
    “ho letto il tuo racconto, sai scrivi bene…. è vero… sono una donna porca… con la voglia di cazzo che continuamente mi assale… ma tuo padre sembra non accorgersene… ha altro da fare…”
    "…mamma non penserai forse che io…”
    "Allora non è vero che vorresti… farmi gridare di piacere… "
    " mamma …. "
    "che oggi pomeriggio mi avresti sbattuta sul tavolo, impalarmi con questo magnifico cazzo…. "
    Non risponde. Con grande lentezza muove la testa in direzione del mio seno mentre con una mano comincia a palparmi.
    Succhia un capezzolo, poi lingua lentamente scorre attorno al capezzolo, lo bacia delicatamente, poi torna a succhiare, succhia forte, mentre le dita non danno tregua all’altro capezzolo diventato turgido. Le sue labbra completamente perse sul seno mentre la mia eccitazione sale vertiginosamente.
    Un gemito interrompe la sua azione. La biondona è su un letto e viene chiavata da un cazzo impressionante.
    Il cazzo di un giovane amante.
    “sai quello è suo figlio…”
    Una scena coinvolgente un ragazzo la sta scopando forsennato nel culo mentre il gemere di sua madre pervade la stanza.
    La scena è intrigante.
    La mano di Roberto scivola tra le mie cosce divaricate, la lingua persa sul mio seno, sono vicina a raggiungere l'orgasmo.
    Allungo una mano, e la faccio scorrere sul suo braccio.
    Lui sta tremando
    "Sai, mi stavo toccando anch'io prima quando sei entrato ma non ho finito, continua a leccarmi, mi fai morire…. dai ancora … non ti fermare… mi fai godere..."
    Non parla. Fissa lo schermo, ma non sta guardando nulla. Ho la sua mano nella mia, la guido tra le mie gambe sotto lo slip. Ha un sussulto di piacere quando le sue dita arrivano a contatto con la mia soffice peluria. Ritraggo la mia mano lasciandolo solo in mezzo a quella calda foresta.
    Non si muove.
    "Forza, cosa aspetti? Non ti piace la calda fica della tua mamma?"
    "Si...è bella ma..."
    "Niente ma...forza scendi un po'...oh si cosi ecco lo senti quel bastoncino?"
    "Siii"
    "C'è il mio clitoride, forza giocaci dai fai come faccio io"
    E, gli afferro il cazzo carezzandolo lentamente.
    Erano anni che non sento un cazzo così duro pulsarmi nella mano. È meraviglioso. La fica si contrae ritmica a quelle sferzate.
    Spinge il suo corpo contro il mio, il culo è a diretto contatto con il suo uccello così duro, lo sento spingere sul mio fondoschiena
    "Oh si cosi… cosi brava…. brava mamma "
    Il suo dito medio scivola tra le grandi labbra, mi penetra, è diventato più audace le dita diventano due e subito tre.
    "Anche tu sei bravo, si mmmmhhh…."
    Sono un lago di piacere, un mio dito in bocca, lo succhio per ed attutire i gemiti del mio piacere. Sono così bagnata che le dita di Roberto scivolano veloci dentro la mia fica.
    I miei gemiti si uniscono alla troia nel video, come se entrambe stessimo partecipando ad un’orgia con i nostri rispettivi figli. Mi abbandono ad una eccitazione che è chiara e che ha imprigionato il mio corpo.
    Struscio il culo sull’enorme uccello percependone distintamente le pulsazioni che ormai a stento, credo, riesce a controllare,
    Chiudo gli occhi, le labbra ben serrate per zittire i miei gemiti.
    Senza alcun motivo interrompe le sue dolci carezze.
    "Noo, no, continua… …"
    "Aspetta …."
    Si stacca da me, mi fissa accarezzandomi le gambe, indugia un po' di più, sempre un po' di più sul mio interno coscia, che fa?
    Che porco, con la mano bagnata dei miei umori, si cosparge la mazza pulsante, mi guarda, sorride, stringe forte la sua mano alla mia, ed insieme riprende a masturbarsi.
    "Stai per venire…?
    "Siiiiiii...."
    Rallento il ritmo, E solo quando mi sento anch'io sull'orlo dell'orgasmo riprendo a spugnettare il suo uccello con più forza.
    "Anch'io. cerchiamo di venire assieme dai"
    Cazzo questa si che è una pugnetta, non godevo cosi da non so quanto tempo. Sono stravolta!
    Sconvolta mi sollevo e d’impeto mi impalo. Il cazzo scivola violento nella umida fica. Una vibrazione mi scuote. Un gemito secco si perde nella stanza. Cavalco furiosa sul suo muscolo teso e dritto.
    Un grido strozzato ma intenso mi sconvolge
    Assieme gemiamo con i nostri respiri che si fanno frenetici.
    Le sue mani ferme sui miei fianchi aiutano il mio cavalcare. Aumenta la velocità. Lo sento pronto. Sono pronta.
    Sbrodolo in un lago di piacere. Godo gemendo intensamente. Losento tramare sta per venire anche lui. faccio in tempo a sollevarmi e osservo estasiata gli schizzi di sperma zampillare fuori dal cazzo di Roberto. Il primo, il più potente, si spande sul mio seno. Gli altri cominciano a sporcarmi il viso mentre repentina mi chino a dissetarmi direttamente alla fonte del mio perverso piacere.
    "Ohh…. brava mamma, siiiii dai…succhia….cosììììì…."
    Lecco il magnifico cazzo, bevo la sborra che continua a sgorgare violenta. Il cazzo in bocca mi fa sussultare, tremo godendo come una maiala. I nostri gemiti si uniscono ancora al puttanone del film che sta godendo assieme a noi.
    Lo guardo soddisfatta, così come soddisfatto è la sua espressione.
    La lingua impazzisce sulla sua mazza. Le sue mani comandano il mio capo. Lecco forsennata il suo piacere, mentre il mio si sparge tra le cosce larghe.

    Mi alzo, lo bacio in fronte, adesso è ora di dormire.
    Lascio scivolare lungo le gambe lo slip intriso del mio orgasmo,
    “dovessi avere ancora voglia…”
    “Sai mamma… domani non ho lezione, ma non vado in piscina…”
    “Sai hai ragione forse non ho bisogno di ceretta”
    Richiudo la porta domani concluderemo il suo racconto!...
     
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