Orgia lesbo tra amiche

racconto erotico lebiche gay

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    Marzia Carla e Teresa sono sempre state inseparabili amiche, sin dal primo anno di scuola hanno
    costituito un sodalizio che pareva inattaccabile, sopravvissuto alle inevitabili tensioni
    dell’adolescenza, ai primi amori. Insieme sono cresciute, hanno frequentato le superiori, iniziato
    l’università.
    Io sono di un paio di anni più vecchio di loro, le ho viste crescere e vi confesso che sono rimasto
    molto stupito quando l’anno scorso il gruppo all’improvviso, senza un’apparente spiegazione si
    ruppe. Carla, rimase esclusa, triste e solitaria, e fu in quei giorni che io mi avvicinai a lei, dapprima
    solo come amico desideroso di aiutarla in un momento difficile, poi sempre più intimamente, sino a
    diventare il suo ragazzo.
    Carla è sempre stata la più bella delle tre, non che le altre fossero brutte, anzi, ma lei aveva qualche
    cosa di speciale, un tocco di perfezione nei lineamenti dolcissimi, nei lunghi capelli scuri, nelle sue
    deliziose curve, Marzia era decisamente più carnale con un fisico giunonico, grandi tette e morbidi
    fianchi, Teresa, troppo atletica per seere bellissima, gambe e fianchi snelli, seni piccoli, un culetto
    formoso ma impertinente.
    Avevo sempre avuto una predilezione per Carla, ma ora che sono il suo ragazzo, il mio sentimento
    si è ulteriormente rafforzato. Stiamo benissimo assieme e vi posso assicurare che da mesi non
    guardo un’altra donna con idee maliziose. Carla riempe la mia mente in ogni momento ed
    incomincio a convincermi che questa volta sia una cosa seria.
    Due settimane fa, Carla raggiante mi ha comunicato di essere stata scelta per uno stage di una
    settimana in un’università tedesca. Ho cercato di mostrarmi entusiasta quanto lei, ma l’intimità tra di
    noi è ormai troppa, e lei si è accorta che qualche cosa non andava. “Tu sei dispiaciuto, perché ?” mi
    domandò, io dapprima tentai di negare per non rovinarle la festa, poi ammisi “Scusami ma è un
    attacco d’egoismo, non riesco a pensare ad una settimana senza di te” risposi sinceramente.
    Lei mi sorrise dolcemente, e mi baciò quel giorno facemmo l’amore a lungo e teneramente, in un
    modo tanto soddisfacente che mi parve legarci in modo indissolubile. E ho continuato a crederlo
    sino a due giorni fa.
    Carla era partita il giorno prima, finite le lezioni del pomeriggio, stavo uscendo per tornarmene a
    casa. Camminavo pensieroso, quando ad un tratto, qualcuno davanti a me cadde a terra. Accorsi per
    dare aiuto, e mi accorsi che si trattava di Marzia e Teresa. Teresa a terra, si teneva la caviglia
    lamentandosi, mentre Marzia cercava di rincuorarla.
    Insieme l’aiutammo a rialzarsi, ma Teresa non riusciva a camminare “Sei in macchina ?” mi
    domandò Marzia “Si” risposi “Puoi darci un passaggio, in queste condizioni non può prendere il
    pulman” continuò Marzia “Vieni, aiutiamola, la macchina non è distante”. “Invece di andare a casa,
    non sarebbe meglio andare al pronto soccorso?” suggerii io “No, non voglio che mi ingessino,
    portami a casa, conosco un bravo fisioterapista, sentirò lui”.
    Sorreggendo Teresa, c’incamminammo e raggiungemmo la mia macchina. Salimmo ed io le
    accompagnai a casa di Teresa. “Viste le condizioni di Teresa, le accompagnai all’appartamento,
    depositammo Teresa sul suo letto, e per la prima volta, vedendola distesa sul letto, con le sue belle
    gambe lunghe ed affusolate, mi passò per la mente un pensiero eccitato. Subito lo ricaccia
    sentendomi in colpa e pensando a Carla.
    “Bisognerebbe metterle del ghiaccio, vieni andiamo a prenderlo in cucina” mi disse Marzia.
    Andammo in cucina, e lei mi chiese di prendere una pentola, mentre lei prendeva il ghiaccio dal
    Frigorifero. Mi abbassai a prendere la pentola sotto il lavello, e quando presa la pentola, mi voltai
    per rialzarmi, mi trovai con il volto a pochi millimetri dalle sue cosce, lasciate generosamente
    esposte da una cortissima minigonna.
    A fatica distolsi lo sguardo e mi rialzai, se lei notò il mio imbarazzo, non lo diede a vedere, ed
    iniziò a scaricare i cubetti nella pentola che io reggevo. Si agitava ed i suoi seni grossi e morbidi
    sobbalzavano elastici sotto la polo ed io capii che non portava reggiseno, inevitabilmente cominciai
    ad eccitarmi.
    Finito di prelevare i cubetti, lei andò in bagno, prese una borsa del ghiaccio e me la diede, poi iniziò
    a versare i cubetti nella borsa, quindi tornammo nella stanza di Teresa. “Non farmi male ti prego”
    piagnucolò lei, io le presi dolcemente il piede malato e vi posai la borsa. Lei al contatto lanciò un
    grido e ritrasse di scatto la gamba. Ero seduto sul letto, ai suoi piedi, e quel rapido movimento fece
    salire la già corta gonna ed io mi ritrovai di fronte l’incredibile spettacolo della sua rosea vagina, dal
    momento che Teresa non indossava mutandine.
    Rimasi pietrificato, incapace di distogliere lo sguardo da quel meraviglioso spettacolo, il mio
    membro prese ad ingrossarsi rapidamente. Ad un tratto mi scossi, ma solamente perché la mano di
    Marzia si posò sul gonfiore dei pantaloni, ormai evidente, iniziando ad accarezzarlo “Terry, credo
    che Flavio ora abbia un problema più grosso del tuo, ti dispiace se penso un poco a lui ?” la sentii
    dire, e subito dopo il rumore della zip dei pantaloni che si abbassava. La sua manina che penetrava
    nell’apertura, e s’impossessava del cazzo ormai durissimo.
    Teresa, divaricò oscenamente le gambe, e le sue mano si portò sulla rosea vagina dilatandone le
    grandi labbra, titillandosi il tenero clitoride con un dito. Quando sentii le morbide labbra di Marzia
    cingermi la cappella, affondarsela profondamente in gola e la lingua impertinente prendere a
    giocare con il mio cazzo, non fui più capace di resistere e mi avventai con il volto tra le cosce di
    Teresa, iniziando a baciare e leccare la sua vagina.
    Da quel momento le due troiette si scatenarono, e ben presto eravamo tutti e tre nel letto,
    completamente nudi, e le due davano prova di perfetto affiatamento, leccandomi e succhiandomi il
    cazzo all’unisono.
    I loro corpi non avevano la perfezione di quello di Carla ma erano comunque stupendi, esile e
    raffinata Teresa, prosperosa e morbida Marzia, le mie mani vagavano su di loro, palpando le
    chiappe sode e muscolose di Teresa, o quelle morbide di Marzia, accarezzando la curva nervosa
    delle tettine di Terry, o gustando il morbido contatto con le tettone di Marzia, le mie dita
    s’intruffolavano nella calde vagine, già tremendamente bagnate.
    Conducevano la danza, ed io subivo incapace di reagire, un delizioso supplizio. Marzia mi salì a
    cavallo ed il mio membro eccitato le affondò nel ventre lei prese a danzarvi mentre le palpavo le
    dolci tettine e le strizzavo i piccoli e rosei capezzoli.
    Marzia scorreva la tumida lingua sul mio cazzo e sulla vagina di Tersea, mi succhiava
    perversamente i coglioni, poi le due si diedero il cambio ed il mio viso venne sepolto dalle
    straripanti tette di lei. Bacia palpai e succhiai avidamente quelle meravigliose carni. Le mie labbra
    si appiccicarono ai grossi e scuri capezzoli, succhiandoli con forza. Non mi fermai nemmeno
    quando Marzia, fece entrare anche Carla nel nostro letto.
    “Povero Flavio, quella schizzinosa di Carla, deve tenerti a stecchetto, se sei così scatenato. Sentii
    che sollevava leggermente i potenti fianchi, il mio cazzo sfuggiva dal suo ventre per affondare nella
    bocca di Teresa, profondamente, sempre più profondamente sino a scomparirvi.
    “Dimmi Flavio, te l’ha mai succhiato così ?”, io sconvolto risposi “NO…..” con un gemito. Marzia
    scivolò lungo il mio corpo, accolse il mio cazzo tra le grosse mammelle e strinse deliziosamente le
    carni intorno all’asta, massaggiandola. “Ti piace, vedi lei non potrebbe fartelo, non ha delle tette
    così” disse fissandomi “Rispondi” m’intimò decisa ed io capitolai “No lei non può, le tue tette sono
    favolose” risposi sconfitto.
    Teresa, s’intromise nel gioco. Si mise carponi sul letto, dandomi le spalle e sculettando
    maliziosamente “Ti piace il mio culetto Flavio ?” domandò “Ti piacerebbe mettermelo li ?
    Scommetto che Carla non te lo ha mai fatto fare, ed invece a me piace tanto” insistette. Il mio
    cazzo, ebbe un sussulto tra le tette di Marzia. “Lui non risponde, ma il suo cazzo si, freme
    impaziente” disse Marzia.
    Teresa, si inumidì due dita di saliva e se le passò nel solco delle dolci chiappette, poi ripetè
    l’operazione affondandosi le dita nell’elastico sfintere “Basta, non resisto, Flavio mettimelo subito
    nel culo” gemette. Marzia mi lasciò ed io fremente la raggiunsi e spinsi con decisione la turgida
    cappella tra le sue chiappe, raggiunsi lo sfintere e vi penetrai.
    Teresa ebbe un gemito, ed un sussulto, poi inaspettatamente spinse con decisione indietro il bacino,
    ed io affondai completamente in lei “Che meraviglia, come lo sento, mi riempe tutta, dai Flavio,
    sbattimi ti prego” m’incitò la troietta, ed io afferratala per i fianchi inizia ad incularla con foga.
    Vidi Marzia avvicinarsi a Teresa e darle un tubetto “mentre te lo godi pensa a me” la sentii dire.
    Teresa, scossa dai miei furiosi colpi si cosparse il gel sulle mani, mentre Marzia si stendeva davanti
    a lei, scosciandosi oscenamente e prendendo ad accarezzarsi le tette ed il clitoride. Vidi Teresa,
    iniziare a penetrarla con le dita, prima una, poi due, poi sempre di più. Marzia gemeva e si
    dimenava, mentre Teresa ora spingeva con la mano ripiegata, tentando di penetrarla. La vagina si
    dilatava oscenamente e piano piano la mano di Teresa scomparve nel ventre di Marzia e lei
    incominciò a scoparla muovendola avanti ed indietro.
    Sentii Teresa fremere sotto di me, in preda ad un violentissimo orgasmo, le fece eco Marzia,
    urlando il suo piacere “Flavio, presto, incula anche me” gemette, quando riuscì a riprendere fiato, e
    Terse si voltò verso di me “Vai, mettiglielo tutto nel culo” mi disse.
    Il mio cazzo si sfilò dal culetto di Teresa con uno schiocco osceno, Raggiunsi Marzia che si era
    rotolata su di un fianco, mentre Teresa continuava a muovere la mano conficcata nella sua vagina
    dilatata.
    Il suo giunonico culo ondeggiava, le posi una mano sulle chiappe dilatandole ed avvicinai la
    cappella allo sfintere. Si contraeva ritmicamente mentre la mano di Teresa scorreva nella sua
    vagina. Spinsi con decisione, e Marzia lanciò un grido. Mi arrestai spaventato, ma lei subito
    m’incitò “Non ti fermare, ti prego, sfondami” disse con voce roca, ed io spinsi con tutte le mie forse
    e penetrai in lei sino a sbattere contro le morbide chiappe.
    Sentivo chiaramente la mano di Teresa che scorreva separata dal mio cazzo solo da una sottile
    parete, scopava Marzia, e nello stesso tempo mi accarezzava il cazzo strettamente fasciato dai
    muscoli di lei. Fu una sensazione indescrivibile, insieme io e Teresa sbattemmo Marzia sino a
    sentirla urlare in preda ad un nuovo orgasmo, ed io finalmente mi liberai a mia volta, gemendo e
    scaricando un’inarrestabile torrente di sperma nel suo intestino.
    Rimanemmo a lungo esausti nel letto, sino a che il ricordo di Carla non riprese possesso della mia
    mente, ed io afflitto dalla colpa, mi rivestii e me ne andai malgrado le lusinghe delle due.
    Nei giorni successivi, rimasi sconvolto, sia per il senso di colpa, sia per il ricordo di quelle
    indimenticabili ore passate con Marzia e Teresa. Non andai a lezione, rimasi a casa aspettando
    unicamente il ritorno di Carla. Venne il giorno del suo rientro, ed io attesi che come concordato mi
    chiamasse, ma passò tutta la serata senza che il telefono squillasse. Il giorno dopo mi decisi ed
    andai all’università sperando d’incontrarla, ma non la vidi. Telefonai a casa sua ma non rispose
    nessuno. Sconsolato tornai a casa ed attesi senza riuscire a concentrarmi sullo studio.
    Finalmente la sera, poco dopo cena il telefono squillò e mi precipitai al telefono “Carla finalmente,
    cosa è successo ?” domandai non appena riconosciuta la sua voce “Nulla, ero solo molto stanca per
    il viaggio, sono andata a letto ed ho dormito per tutto il giorno” rispose lei, la sua voce era
    melodiosa come al solito “Muoio dalla voglia di vederti” le dissi “Sono sola a casa i miei
    rientreranno solo dopodomani, vieni” mi disse, ed io mi precipitai da lei.
    Appena entrato nell’appartamento la abbraccia e bacia con trasporto, mi condusse nel salotto,
    parlammo di come era trascorsa la settimana, e lei mi raccontò, senza troppo entusiasmo del suo
    stage, mi parve distratta, e dal momento che io avevo una gran voglia di lei, pensai che anche lei
    provasse lo stesso, e l’abbracciai e bacia, spingendomi a scorrere le mie mani sul suo corpo.
    Lei mi respinse con garbo “Non avere fretta, hai aspettato una settimana , puoi aspettare ancora un
    poco” mi disse con uno strano sorriso “Mi hanno regalato una cassetta, ti va se la vediamo
    assieme ?” mi domandò, ed io annuii, ovviamente senza entusiasmo.
    Lei sintonizzò il televisore, si sedette accanto a me rannicchiata al mio fianco e premette il
    telecomando avviando il videoregistratore. Guardai distrattamente lo schermo, mentre il mio
    braccio le circondava le spalle attirandola a me. All’improvviso, però, mi bloccai mentre sullo
    schermo scorrevano le immagini registrate del mio incontro con Marzia e Teresa “Un regalino delle
    mie due care amiche, ti piace” sentii la voce di lei sussurrare.
    Ero incapace di qualunque azione, fissavo impietrito lo schermo sul quale passavano le immagini
    del mio folle amplesso con quelle due troie scatenate “Non rispondi, ma lui risponde per te” disse
    ancora Carla e mi accorsi con orrore che il mio membro si era eccitato premendo contro i pantaloni.
    Sentii la sua mano posarsi sul gonfiore, accarezzarlo, sorpreso riuscii a distogliere lo sguardo dallo
    schermo, lei aveva un’espressione imperscrutabile, mentre la mano incominciava a muoversi “Ti è
    piaciuto fare quelle porcherie con quelle due troie vero ?” mi domandò, ma la voce era strana,
    apparentemente calma, senza traccia d’ira “Carla, mi dispiace,……” cercai di scusarmi io “Rispondi”
    m’intimò lei ed io sconfitto annuii “Avresti voluto che ci fossi anchi’io con loro ?” continuò con la
    solita voce, mentre la sua mano accelerava nella carezza, sempre più succube annuii nuovamente.
    All’improvviso si fermò, si alzò e mi prese per mano “Vieni presto” disse, ed io la segui come
    un’automa, mi trascinò verso camera da letto, ma giunti davanti alla porta si fermò. “Spogliati” mi
    disse ed io cercai di ribattere, ma lei rimase inflessibile, mi spoglia e malgrado la difficile
    situazione, sfoderai un’impressionante erezione.
    Lei aprì la porta ed entrammo. La stanza era illuminata, e sul letto, completamente nude, stavano
    Marzia e Teresa. Le fissai stupito “Siediti li” mi disse Carla indicandomi una poltroncina. Mi ci
    abbandonai, sentendomi all’improvviso privo di ogni forza, solo l’erezione non mi abbandonava,
    curioso scherzo in una situazione simile.
    Carla davanti ai miei occhi prese a spogliarsi, “Caro Flavio, ti ricordi che un tempo io e loro
    eravamo inseparabili ?” mi domandò ed io annuii gettando un’occhiata alle altre due ragazze, poi il
    mio sguardo tornò al favoloso corpo di Carla ormai nudo “Devi sapere che eravamo molto più che
    amiche, eravamo amanti, si tre inseparabili lesbiche” mi disse, e si avvicinò a Marzia e Teresa, che
    l’abbracciarono subito incominciando a palpare e baciare il suo splendido corpo “Poi un giorno
    litigammo, ed accadde perché loro due volevano introdurre nel nostro terzetto anche un maschio. Io
    non capivo e me ne andai.”
    Disse e si abbandonò sul letto con Marzia e Teresa, le tre presero a baciarsi, accarezzarsi leccarsi,
    quasi dimentiche di me, le vidi eccitarsi, godere, poi all’improvviso comparvero dei falli di gomma,
    Marzia e Teresa, se li fissarono al pube, e mentre Teresa porgeva il suo alla bocca di Carla, Marzia
    si portava alle sue spalle e la penetrava iniziando a scoparla.
    Ormai non riuscivo più a trattenermi davanti a quello spettacolo, e la mia mano si portò sul cazzo
    incominciando ad accarezzarlo lentamente. Carla se ne accorse e smise di leccare il fallo che Teresa
    le porgeva “Allora io non ero mai stata con un uomo, mi bastavano questi, ma ora conosco te ed
    amo il tuo cazzo quanto amo loro” disse e poi tornò a chinarsi sul cazzo di Teresa, leccandolo
    voluttuosamente “Vieni Flavio, il delizioso culetto di Teresa ti aspetta
    Cambiarono rapidamente posizione, e Teresa e Carla si allacciarono in un 69, con Teresa sopra,
    mentre Marzia tornava ad affondare il fallo di gomma nel ventre di Carla e riprendeva a scoparla.
    Mi alzai e le raggiunsi, e con il cazzo teso mi portai tra le chiappe di Teresa, affondandovi con un
    solo potente colpo. La ragazza affondò il volto tra le coscie di Carla leccandole il clitoride mentre
    lei mi accarezzava le palle che sbattevano contro le natiche di Teresa.
    Continuai ad inculare Teresa mentre Carla mi accarezava e leccava lo scroto poi fu la volta di
    Marzia, presa alla pecorina ed infilzata nel suo capace culo, mentre Carla le leccava la vagina e le
    infilava un fallo di gomma e Teresa, si distendeva sul letto scopandosi contemporaneamente in fica
    e nel culo con un cazzo di gomma lungo e flessibile.
    Poi estasiato, vidi Marzia che cospargeva di crema il bel culo di Carla, affondava le dita nello
    stretto sfintere preparandolo, ad un tratto Marzia si staccò da me, e vidi il gruppo delle tre
    ricomporsi, con Marzia stesa sul letto che indossava nuovamente il fallo, Carla che le saliva sopra
    affondandoselo nel ventre ed iniziando a danzarvi, mentre Teresa tornava a porgerle il cazzo di
    gomma da succhiare.
    Le mani di Marzia afferrarono le perfette natiche di Carla dilatandole in un’osceno invito, al quale
    io non seppi resistere, le raggiunsi e con decisione violai lo stretto sfintere di Carla, affondando in
    lei incurante dei suoi gemiti.
    Teresa si era sfilata il fallo di gomma e ora porgeva la rosea vagina alla bocca di Carla che leccava e
    baciava eccitata, mentre Marzia la scopava e le succhiava le deliziose tette ed io la inculavo
    prepotentemente. La sentii fremere sotto di me scossa da un tremendo orgasmo, ed anch’io
    accellerai il ritmo per godere a mia volta.
    Intuite le mie intenzioni, Carla mi fermò e si staccò da me le tre si stesero sul letto, con i visi
    affiancati “Sborraci in faccia Flavio” m’incitò Carla, ed io mi masturbai velocemente, sino a che non
    riuscii a sfogare la pressione accumulata mugolando di passione ed iniziando a scaricare loro
    addosso copiosi schizzi di sperma, che si stamparono sui bei volti, imbrattarono i capelli, colarono
    nelle avide bocche. Esausto caddi sul letto mentre le tre si baciavano e leccavano ripulendosi di
    ogni traccia.


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