Scopro il sesso con mio cugino [yaoi shota]

racconto erotico gay yaoi shotacon

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    Mio cugino Tony ed io, Giacomo, abbiamo la stessa età, lui è di una settimana più vecchio. I nostri papà sono fratelli e noi ci assomigliamo molto. Avevamo la stessa altezza, circa un metro e settantacinque, ambedue con un fisico asciutto, capelli carota e visi lentigginosi.

    Il mio zio Marco, il papà di Tony, ci aiutò a spostare un letto ad una piazza dalla stanza degli ospiti alla camera di mio cugino. Tony aveva detto a suo papà che voleva che condividessi la sua camera da letto invece di usare la vecchia stanza polverosa degli ospiti ed il papà rispose che gli stava bene.

    “Lo giuro, sembrate più fratelli di tuo padre e me.” affermò zio Marco .

    Mio zio era “cool” a confronto del mio vecchio. Quando non era al lavoro mi chiese di fare diverse cose con lui, ci chiese se volevamo andare a fare campeggio e pescare con lui. Io accettai subito l'offerta e Tony ne fu felice come di solito faceva quando suo papà lo portava fuori per il fine settimana.

    “Tu e tuo papà siete veramente intimi?” Chiesi. “Sì, lo siamo, tu non lo sei con zio Michele?” “Papà ed io facciamo poco insieme.” “Forse perché tu hai due sorelle ed io sono figlio unico?” “Forse.”

    Quasi impazii la prima volta che mio cugino, mio zio ed io sono andammo a nuotare un fine settimana che stavamo facendo campeggio. Mio zio si tolse pantaloncini e maglietta gettandoli lontano e calciando via i sandali prima si correre nudo nel lago. Dieci secondi più tardi, Tony si liberò dei vestiti e fece lo stesso!

    “Cosa stai aspettando?” Gridò mio zio. “Vieni, l'acqua è spettacolare!” gridò a squarciagola mio cugino. “Ma voi nuotate nudi!” dissi. “C'è un altro modo di nuotare?” Chiese mio zio dicendomi di spogliarmi e raggiungerli.

    Coprendomi le parti private con le mani dopo essermi tolto i vestiti e mostrando il sedere a quei due, entrai nel lago. Quando l’acqua mi arrivò alle ginocchia, mi voltai e mi tuffai veloce come una pallottola.

    Era il 1954.

    “Non c’è bisogno di essere timido, sono solo uccelli.” disse mio zio sorridendo. “Un uccello è un uccello.” Aggiunse chinando la testa sotto l’acqua.

    Tony strillò quando suo papà nuotò tra le sue gambe. “C’è sotto un pescespada?” Chiese mio zio mettendosi le mani in testa e guardando suo figlio. “Papà, non imbarazzarmi eh.” gemette Tony. “Perché?” Rispose suo padre . “Lo so, papà, abbiamo parlato di tutta quella roba.” borbottò mio cugino.

    “Quale roba?” Gli chiesi. “Zio Michele non ti ha mai parlato degli uccelli e delle api?” “Beh.” borbottai. “Beh?” “No, mai.” Bisbigliai. “Chiedi a papà se vuoi sapere qualsiasi cosa. Lui ti dirà tutto. Non credere che il sesso sia sporco.”
    “Cosa?” Chiesi. “Diamine no Giacomo, il sesso è sesso, non è vero?” chiese. “Se lo dici tu.” Risposi. “Voi due, vi ho sentito citare il mio nome?” ChieseZio Marco.

    “Zio Michele non ha mai detto a Giacomo di...” Cominciò mio cugino . “Zitto linguaccia!” Gridai. “È solo sesso, Giacomo” “Tu e mio fratello non avete mai fatto una chiacchierata da uomo a uomo?”

    Io scossi la testa, ero rosso cremisi ed avrei voluto uccidere il mio caro, dolce cugino.
    “Qualsiasi cosa tu voglia sapere devi solo chiedermela, ok?” disse zio Marco sorridendo. “Sì grazie, molte grazie.” borbottai.

    Pensai che sarei morto quando mio cugino nuotò tra le mie gambe e pensai che sicuramente sarei morto quando mio zio nuotò tra le mie gambe.

    Zio Marco rise spingettandomi una manciata d’acqua in faccia. “Dai Giacomo, rilassati, gioca, la vita è troppo corta.”


    Mio cugino mi afferrò per le spalle da dietro e mi bisbigliò: “Nuota tra le gambe di papà, ha un’erezione!” “Tu si matto!” esclamai abbassando la testa e soffiando bolle sulla superficie. “Anch’io ne ho una.” Disse mio cugino ridendo e spingendo in avanti le anche.

    Sentii il suo uccello diritto toccare la fessura del mio culo. “Sei strambo!” Esclamai. “Sei sicuro di non averne anche tu una?” “Io no!” Quasi urlai. “Scommettiamo.” disse tentando di farmi girare.

    Era difficile occultare nell’acqua le mie parti private, dovevo cedere o affogare.

    “Sapevo che l’avevi, che bell’uccello” disse mio cugino dando un colpo alla superficie dell’acqua. “Non dirlo a tuo papà.” borbottai. “Che importa, conosci papà. Un uccello è un uccello. Ce l’hai grosso eh?” chiese ridacchiando. “Non farlo Tony.” gemetti.

    Tony si spostò quando la testa di suo papà emerse e ansò fissandomi negli occhi. “Per Giove, dove hai preso una dimensione del genere?” chiese sbalordito. “È veramente grosso, non è vero papà?” Chiese mio cugino a suo padre. “Dio, è più grosso del mio, è stupendo!”

    Mio zio ridacchiò e disse: “Devi averlo ereditato da qualcuno della famiglia, un maschio ben dotato, ma non saprei chi, non mio padre, il papà di tuo papà. Ma sicuramente sarà qualcuno della nostra famiglia , un capriccio della natura ma non male.” Fino a quel punto della mia vita non mi ero reso conto della taglia del mio pene. Avevo visto alcuni altri cazzi e non erano grossi come il mio, ma avevo pensato che stessero ancora crescendo. Avevo pensato che il mio uccello avrebbe smesso di crescere quando avevo 16 anni, ma non lo fece.

    A 18 anni era lungo 25 centimetri. Non avevo mai visto il pene di mio padre, mai. Non riuscivo nemmeno a ricordare di aver mai visto mio padre in mutande. L'avevo visto con pantaloncini da nuoto alcune volte ma non avevo mai guardato il suo inguine. Mi sarebbe sembrato strano farlo.

    Corsi fuori dal lago prima di mio zio e mio cugino, raccogliendo tra le braccia i miei vestiti e vestendomi dietro un cespuglio. Mio zio e mio cugino ridacchiarono vestendosi uno di fronte all'altro.

    Mi svegliai presto, come al solito, la mattina seguente. Rotolai su di un fianco girandomi verso Tony che era anche lui su di un fianco di fronte a me, nudo, col suo uccello da tredici centimetri curvo e duro.

    La sua mano sinistra era sotto la guancia e la punta delle dita della destra appoggiate al cuscino.

    Il mio uccello si contrasse mentre guardavo il membro duro di Tony. Feci scivolare una mano nelle mie mutande sotto il lenzuolo che celanava il mio inguine. Cominciai ad avere di nuovo quelle sensazioni di quando avevo sentito di uomini che fanno certe cose a se stessi e con altri.

    Chiudendo gli occhi, trascinai indietro il mio prepuzio. Un grido; le mie palpebre si aprirono immediatamante. Gli occhi di Tony erano aperti e mi stavano fissando.

    Mosse la sinistra a toccarsi il torace e lo strofinò prima di muovere la mano verso il basso. “Ce l’ho duro tutte le mattine, e tu?” Chiese bisbigliando. “No, mai.” Mentii e lui ridacchiò. “Sicuramente ce l’hai, succede a tutti i ragazzi della nostra età.”
    Stando su di un fianco mi sembrava che l'erezione di mio cugino gli venisse fuori dagli intestini. Lui fece scivolare le dita intorno alla carne del suo uccello e lo piegò puntandolo verso di me. Chiuse gli occhi e cominciò massaggiarsi l’erezione mattutina.

    “Tony, cosa stai facendo?” Chiesi bisbigliando. “Cosa ti sembra?” chiese aprendo un occhio. “Stai...” Dissi ansando quando lui si strinse l’uccello.

    Lo lasciò andare e si sedette. Allargò le gambe ed io vidi il suo cazzo diritto e le palle rotonde e strette. Tony si alzò.

    Io rotolai sulla schiena e poi sull’altro fianco girandomi verso il muro. Diedi uno strattone per togliere la mano dalle mutande ma lo feci troppo velocemente perché metà del mio pene ne venne fuori. Afferrai l'orlo del lenzuolo e me lo tirai sopra le spalle.

    “Vediamolo.” Disse Tony a bassa voce col culo nudo appoggiato al bordo del mio letto e chinandosi sopra la mia mia spalla. “No Tony.” Borbottai.

    “Vediamolo Giacomo.” Mormorò trascinando il mio lenzuolo. “Cosa stai facendo?” Chiesi sentendo il lenzuolo che mi scivolava addosso.

    “Mettiti sulla schiena.” disse Tony toccandomi un braccio.

    Usando ambedue le mani le misi sulla mia erzione nelle mutande quando Tony mi toccò un’anca. “Avanti Giacomo, voglio vederlo di nuovo duro. Non riderò.” bisbigliò.

    Ci pensai un momento ‘Perché dovrebbe ridere, io ho un grosso uccello, il suo non è bello da vedersi?’ “Perché Tony, come mai vuoi vederlo?” chiesi arrossendo.

    “Voglio solo vederlo, non ne ho mai visto uno così grosso come il tuo, l’ho intravisto ieri ma era sotto l’acqua.” Borbottò pizzicandomi l’anca. “Lasciamelo vedere.” Disse a bassa voce con le dita sulle mie anche prima di muoversi con più forza.

    Le mie mani facevano del loro meglio per celare la mia verga quando fui sulla schiena. “Hai vergogna?” Chiese Tony . “No, ma mi sembra strano.” Bisbigliai. “Tu hai visto il mio. Pensi che ho un bell’uccello?” Chiese. “Beh.” Borbottai. “Allora?” “Sì lo è.” Borbottai. “Vediamolo, Giacomo, solo un'occhiata.” Girò il corpo facendo scivolare un ginocchio sotto il culo. Pizzicò il lato delle mie mutande. “Chiudi gli occhi se vuoi e sposta le mani.” mormorò.

    Il mio polso colpì il suo quando portai le braccia ai miei fianchi.

    Le mie mutande erano tese sopra la parte sinistra della mia anca, fui imbarazzato quando sentii la punta delle dita di mio cugino spingere leggermente contro il centro della parte inferiore del mio pene duro come un osso.

    La punta delle dita scivolò alla base della mia verga prima di andare alla parte inferiore del mio uccello quasi a toccare l’anca.

    Una quantità tremenda fluì sotto il mio cofano. Il mio corpo si scosse ed imbarazzato ansai ed ansimai.

    “Alza il culo.” disse mio cugino a bassa voce pizzicando i lati delle mie mutande. “Un poco più in alto, Giacomo.” Mormorò.

    La mia biancheria intima scivolò alle mie ginocchia. I miei occhi si chiusero con forza, sentii che il mio corpo tremava. “Adesso lo toccherò.” Bisbigliò.

    Il suo palmo caldo toccò piano la parte inferiore della mia verga venata e dura. Mi lamentai ed ansai alla sensazione della sua mano che scivolava su e giù sulla parte inferiore del mio cazzo intonso e furioso.

    “E’ così grosso confronto al mio.” Disse piano stringendo le dita intorno al centro del mio uccello.

    “E’ così caldo e così sodo.” Borbottò. “Allarga, mi inginocchierò tra le tue gambe.” Borbottò rilasciando il mio tronco.

    Fece scivolare le mutande alle mie caviglie prima di strapparmele; se le lanciò oltre le spalle dicendomi di allargare le gambe. “Va tutto bene, Giacomo.” Mormorò afferrando le mie caviglie per allargarmi le gambe.

    Aprii un occhio e girai la testa a sbirciare Tony.

    “Più larghe, Giacomo più larghe.” Mormorò mentre sentivo le sue ginocchia che toccavano le mie caviglie. “Di più Giacomo” Disse sottovoce inginocchiandosi e strisciando tra le mie gambe separate.

    “Le tue palle sono tre volte più grosse delle mie.”

    Sentii le sue ginocchia premere contro la parte superiore dell'interno delle mie cosce e si mise il culo sui talloni.

    Non lo feci apposta, non potevo farne a meno, il mio uccello si raddrizzò, cadde a schiaffeggiare la mia pancia ed io grugnii e gemetti. Tony ridacchiò chiedendomi di contrarre di nuovo la mia erezione.

    La mia verga intonsa si raddrizzò. Tony la catturò con ambedue le mani. Io ansai alzando il mio mento e spingendo i gomiti nel letto.

    Le sue mani avvolsero l’asta e bisbigliò: “Due pugni e c'è ancora spazio per un altro.” Dovevo espirare; non potevo trattenere il respiro più a lungo. Tony mi strinse il cazzo quando tentai di rilassare ogni muscolo del mio corpo.

    “Devi pisciare?” Chiese. “Uh-huh.” Borbottai. “Mi piace pisciare quando ce l’ho duro, anche a te?” “Qualche volta.” Mormorai fissando il soffitto dellai camera. “Come ti senti con i miei pugni intorno al cazzo?” “E’ incredibile.” Grugnii. “Posso menartelo?” “Ok.” Bisbigliai.

    “Ne stai versando un sacco. Guarda come scivola il prepuzio sulla testa dell’uccello e poi scivola di nuovo indietro.” “Lo vedo.” Gemetti. “Lo fa sempre quando...” Lui mi interruppe. “Quando ti fai una sega?” Mi chiese. “Sì.” Risposi grugnendo quando strinse la carne del mio pene.

    “Giacomo, guardami mentre lo accarezzo, guarda.” Mormorò. “Riesco a vedere ogni vena dell’uccello.” Aggiunse.

    Quattro punte di dita scivolarono alla base del mio pene duro. Il mio prepuzio fu completamente ritirato. Tony soffiò aria calda sula testa del mio uccello. Io grugnii ed ansai. “Alzati e guardami.” Disse soffiando di nuovo aria calda sulla mia verga.

    “Se ti alzi e mi guardi, ti succhierò.” MormoròTony . “Forza!” Esclamai facendo come lui chiedeva.

    Mio cugino ghignò quando ci guardammo: “Pensi che debba farlo?” Chiese guardando il mio uccello. “Sì, hai detto che puoi, non è vero?” Chiesi quasi implorando.

    “Te l’hanno già fatto?” “No, mai.” Risposi guardando la testa del mio uccello. “Ok Giacomo, ti succhierò solo la testa.” Borbottò.

    Mio cugino si leccò le labbra. “Andiamo.” Bisbigliò.

    “Tony!” barrii.

    “Taci.” disse spostando la testa dal mio uccello. “Vuoi che ci sorprendano?”

    A labbra chiuse scossi la testa. “Ok, allora sei pronto?” Chiese dopo essersi leccato le labbra. “Uh huh.” borbottai spingendo i gomiti nel letto prendendo un profondo respiro e trattenendo l’aria nei polmoni.

    Non riuscii a trattenere il respiro quando prese la verga in bocca. Ansai e girai la testa per mordermi la spalla!

    “Ohhhhhhhhhhhhh! Ohhhhhhhhhhhh!” gemetti affondando i denti nella parte superiore della spalla.

    “Mmmmmmmmmm! Mmmmmmmmm!” Tony rispose succhiando delicatamente il mio uccello.

    “Com’è la sensazione?” chiese con un sorriso da orecchio ad orecchio fissandomi negli occhi. “Sto per venire.” Risposi ansando. “Davvero?” Chiese ridacchiando. “Sì.” Dissi a bassa voce ansando. “Se vuoi puoi sparare ed io ti succhierò ancora.” Disse Tony abbassando la testa a prendere il mio uccello e stringendo con quattro punte delle dita la base del mio attrezzo adolescente.

    Fece più di solo succhiare la verga, fece turbinare il fianco della lingua intorno al prepuzio e poi girò la testa scavando sotto con la punta della lingua.

    Gli occhi mi facevano male tanto li stringevo per non gridare.

    “Mmm, mmm, mmm” Borbottò mio cugino muovendo la testa su ed in giù sulla testa del mio uccello.

    “Tony!” Dissi tentando di fare del mio meglio per bisbigliare. “Uh-huh?”

    “Sto andando, ci sono.” Risposi grugnendo. “Uh-huh.” Mormorò continuando a spostare la testa su e giù e dando dure succhiate al mio cazzo.

    Portò la punta della lingua al buco della pipì.

    Io vidi le stelle!

    Le mie palpebre scattarono ad aprirsi. Alzai lateralmente la testa. “Ora!” Grugnii.

    “Ug, ug mmm, ug mmm, ug mmm, mmm il mmm!” Rispose Tony avvolgendo i pugni intorno al mio uccello e stringendolo con forza. Sentii che mio cugino ingoiava. Ingoiò cinque volte. “Tony, Tony, Tony per favore fermati.” Non lo fece finché non sparai un altro carico in fondo alla sua bocca. “Mmm.” Borbottò allentando la presa.

    “Ne hai sparato un sacco.” Disse a bassa voce leccandomi la testa del cazzo.

    Ringhiai quando spinse la punta della lingua nella fessura. “Mmm.” Borbottò succhiando delicatamente la verga.

    Usando la punta delle dita pizzicò la base della mia erezione. “Non ne hai più?” chiese pizzicando forte.

    “Mmm.” Mormorò facendo scivolare il lato della lingua sulla punta della verga. “Ancora?” chiese facendo scivolare le dita a metà della mia erezione. “Mmm.” Borbottò usando il lato della lingua pulsante sul mio uccello. “Devi averne ancora un po’.” Disse facendo scivolare solo la punta delle dita ed arrestandosi più in alto sotto il bulbo del mio cazzo. “Mmm.” Disse a bassa voce leccando ed avvolgendo la testa dell’uccello. “Penso che sia l’ora.” Disse rilasciando il mio pene dolorante.

    “Hai sparato 8 o 9 volte.” Disse seduto sui talloni e fissandomi negli occhi.

    Sorrisi incapace di respirare senza ansare. Tony ridacchiò e io dissi: “Non pensavo che mi avresti permesso di spararti in bocca realmente, e poi l’hai fatto ed hai ingoiato, tutto!” Affermai deglutendo.

    Lui rise piano e chiese: “Tu non lo ingoi quando ti succhi?” Il mio uccello non era mai stato così rigido ed arrossii come una barbabietola. “Non lo fai?” Chiese. “Io sicuramente lo farei se potessi succhiare il mio o se ne avessi uno delle dimensioni del tuo. Forza Giacomo, non essere timido, dimmi, lo fai?” Chiese. “Sì.” Bisbigliai. “Me lo farai vedere?” “Ok.” borbottai. “Dai Giacomo, per favore!” Implorò. “Ok Tony.” Dissi ghignando.

    “So che non ce l’ho grosso come il tuo ma me lo accarezzeresti?” “Te lo succhierò se lo vuoi.” risposi audacemente.

    Lui disse se mi andava bene che mi succhiasse l’uccello contemporaneamente. “Ok.” risposi.

    Tony si voltò, ci sdraiammo su di un fianco. Il suo uccello era fottutamente duro e bagnato.

    Afferrai il suo cazzo con la destra. Tony gemette e si contorse. “È possibile che spari, ci sono troppo vicino.” Disse a bassa voce chinandosi sul mio inguine a stuzzicare la parte inferiore della mia verga con la punta della lingua.

    Il suo pene era molto più duro del mio. Prese la base del mio torcendola e tracciando le vene con la punta della lingua.

    Io trasudai lo sperma che era rimasto nell’asta dell’uccello. Tony avvolse la testa del mio cazzo ed io mi contorsi.

    Io presi il suo uccello intonso nella mia bocca scendendo alla base della verga mentre lui muoveva le anche.

    Lui uggiolò ansando prima di prendere la testa in bocca.

    Rilassando le labbra, sentii la sua rigidezza e la sua erezione contorcersi ai lati della mia bocca.

    Tony rilasciò il mio uccello mantenendo la mia verga tra le labbra. La sua mano si mosse in giù a tirarsi indietro il prepuzio.

    Gli spostai le dita e lui portò la mano in alto. Pizzicando la base del suo uccello, conficcai la punta della lingua nel prepuzio.

    Mio cugino grugnì succhiando la mia verga e mi afferrò le palle.

    Io feci girare la punta della lingua nel suo prepuzio gocciolante prima di usare le labbra per tirarglielo indietro. Tony lasciò andare le mie palle e afferrò il mio uccello alzando la testa. “Sono così eccitato.” Grugnì. “Tenta di resistere ancora.” Mormorai pizzicando la base della sua erezione ed avvolgendo la testa del suo uccello.

    Stillava una massa di pre eiaculazione dolce ed appiccicoso. Non potevo attendere ricordandomi del mio nettare.

    “Carezzalo, Tony e lecca contemporaneamente la mia verga.” Implorai prima di spingere la sua asta nella mia bocca.

    Le mie labbra scivolarono alla base della sua erezione. Lui grugnì ed io aprii la bocca il più possibile. Il suo uccello penetrò la mia gola. Io lo ingoiai spremendogli la testa.

    “Giacomo!” Sto andando!” disse prima di spingere il cazzo nella mia bocca.

    La sua erazione si mosse nella mia gola. Il suo uccello mi stava solleticando le tonsille. Volevo che sborrasse e lui lo fece.

    Lui stava ansando ed anelando spremendo il mio uccello e leccandogli la testa sempre più velocemente.

    Versò un carico enorme da teenager nella mia gola. Io ingoiai spremendogli la verga. Lui sparò altri sei carichi nel fondo della mia bocca.

    Alzai la testa succhiando la testa dell’uccello. Lui stava grugnendo e gemendo ma non smise di succhiarmi il cazzo.

    Sparò un altro carico. Io strinsi le labbra sulla sua cappella.

    Il mio corpo si contorse e la mia nuca si appoggiò al materasso. Feci roteare in bocca la sborra di Tony poi mi appoggiai indietro e la ingoiai lentamente.

    Mi sedetti e ruttai. Scoppiammo a ridere a lungo. “Non vorresti sparare per me?” Chiese ansando.

    “Tocca a te ora?” Chiesi.

    Tony si illuminò come un albero di Natale!

    Spostai il culo ai piedi del letto, alzai le gambe su ed aprii la bocca guardandomi l’uccello. Lo feci penetrare nella mia bocca e Tony si sdraiò su di un fianco ansando. “Come vorrei poterlo fare!” Mormorò impressionato.

    Succhiai la testa dell’uccello prima di girare la testa di lato e fissare negli occhi mio cugino. “Forse puoi, te lo devo insegnare?” “Merda sì ma non adesso.” Disse sorridendo radioso.

    Stando su di un fianco portò la sua testa accanto alla mia chiedendomi di portare la mia testa a succhiare il mio uccello. “Mmm.” Borbottò succhiando la testa del mio uccello. “E’ grosso.” Borbottai girando la testa a prendere la mia erezione tra le labbra.

    “Si può veramente sparare succhiandosi?” Chiese. “Sì, guardami mentre lo faccio.” Dissi con la verga schiacciata contro il mento.

    Con l’uccello in bocca cominciai a muovermi avanti ed indietro fottendomi la faccia. Tony affascinato si lamentava quanto me. “Lasciami dare una succhiata prima che tu venga.” bisbigliò.

    Gli chiesi di accoccolarsi più vicino. Piegò la gamba e la spinse sotto la base della mia spina dorsale. “Sì, così, mettiti il braccio dietro la schiena e appoggia la guancia alla mia spalla.” Mormorai.

    La parte inferiore della sua erezione strofinò la mia anca. Se fossimo stati più vicini saremmo stati incollati insieme.

    Io proseguii a fottermi la bocca per un minuto prima di girare la testa per permettere a Tony di succchiarlo. La sua lingua era magnifica. Il mio uccello era così fottutamente sensibile.

    “Sparerò tra qualche secondo, tieni la testa accanto alla mia e quando verrò afferrerò il mio cazzo e lo punterò verso di te, ok?” “Fa in fretta, voglio che tu sborri.” Borbottò avvicinando ulteriormente la testa.

    La sua fronte toccò la mia tempia. Tony mosse la lingua dentro e fuori quando lo fissai grugnendo. Cominciò a muovere la parte inferiore del suo uccello duro contro la mia anca.

    Pizzicando la mia verga con le labbra corrugate ero pronto a scoppiare. Grugnii alzando le palle di qualche centimetro. “Ora.” Borbottai poco prima di colpire le mie labbra. “Puntalo così!” Implorò Tony avvicinando la testa.

    Sparai due carichi che colpirono le sue labbra ed il mento prima che si ficcasse in bocca il mio uccello. Sparai un altro carico sulla mia lingua.

    Tony si stava leccando due dita spingendo il mio seme adolescenziale tra le sue labbra. “Ora lasciamelo succhiare.” Implorò.

    “Vai, penso che riuscirò a sparare un altro carico.” Dissi spingendo il cazzo tra le sue labbra. “MMM!” Grugnì lamentandosi quando io sparai un carico in fondo alla sua bocca.

    Mi girai su di un fianco sul letto accanto a mio cugino. “Voglio farti una sega.” Dissi mettendo la destra intorno al suo uccello duro.

    Mi alzai su di un fianco, Tony era sulla schiena. Accarezzai la verga prima di cominciare a pompare la sua erezione dicendogli di venire.

    Lui si inarcò indietro. “Non fermarti, Giacomo, quasi ci sono, non fermarti!” Implorò.

    Il suo uccello pulsava, lo pizzicai alla base. “Vieni Tony, spara!” Lo implorai pigiando le labbra contro la sua tempia.

    Lui ringhiò e grugnì spingendo i talloni nel letto. Sparò un grosso fiotto di sperma. Si inarcò ed il suo uccello sparò ancora e poi ancora atterrando sul torace e sulla pancia. Ansò ed anelò rilassando il corpo.

    “Aspetta Tony.” Dissi allargandogli le caviglie. “Cosa stai facendo?” Chiese vedendomi abbassare la testa. “Ti leccherò.” Mormorai.

    Il suo corpo diede una scossa e si contorse quando la mia lingua si spostò lentamente sul centro della sua pancia e sul torace. La mia lingua si rivestì nel suo seme. “Lasciami succhiare la tua lingua.” Disse mio cugino anelando.

    “Mmm.” Borbottò succhiandomi la punta della lingua. “Mmm.” Mormorò succhiando più profondamente la mia lingua nella sua bocca.

    “Leccami ancora, Giacomo” Disse con un sorriso da orecchio ad orecchio. “Ok.” risposi.

    Chiusi gli occhi quando lui mordicchiò la punta della mia lingua. Le nostre labbra si abbracciarono con la mia lingua nella sua bocca. Io stavo ginocchioni su di lui, le mani ai suoi fianci e Tony afferrò i lati della mia testa.

    “Io non ho mai baciato prima d’ora.” Dissi fissandolo negli occhi dopo un lungo bacio .

    “Io si, parecchie volte.” Rispose con un sorriso che diceva che mi stava baciando di nuovo. “L’hai già fatto?” Chiesi sorpreso. “Uh-huh.” Disse a bassa voce riportando le sue labbra sulle mie.

    “Con chi, lo conosco?” “Sicuro che lo conosci, baciami Giacomo.”

    “Ed è stato anche meglio.” Affermò mio cugino sorridendo. “Se lo conosco, chi è?” “Qualcuno di più vecchio. Ma baciami di nuovo Giacomo.” “Ok, quanto più vecchio?” “Quarant’anni penso.”

    “Così vecchio?” “Uh-huh.” “Una signora?”

    Tony rise tenendo i lati della mia testa. “Ho detto lui non lei?” “E’ vero, l’hai detto, ma chi è o non me lo dirai?” “Baciami ancora.” “Ok.” “Quello è stato migliore.” Disse a bassa voce sorridendo alzando la testa a mordicchiarmi le labbra.

    “Oh mio dio, non era?” Chiesi serrando gli occhi.

    “Chi?” Chiese Tony ridendo.

    “Hai baciato tuo papà, lo zio.” Esclamai.

    “Sei matto!” Disse ciscondandomi il collo con le braccia ed alzando la testa a baciarmelo. “Allora chi?” Chiesi.

    “Ci ho fatto anche sesso, il vero sesso, completamente.” Bisbigliò.

    Lui rilassò il corpo e rilasciò il mio collo. Chiudemmo ambedue gli occhi ed io chiesi, “Veramente?” “Sono stato inculato.” Disse a bassa voce ridacchiando. “Tony, chi ti ha fottuto, chi ti ha baciato, chi hai baciato e ci hai fatto sesso?” Chiesi.

    Prima che rispondesse dovetti baciarlo tre volte. “E l’ho fatto bene anche.” Borbottò.

    “Tony, sto morendo, mi stai torturando, chi è?” Chiesi.

    “Beh.” Disse e fece una pausa. “Chi?” Chiesi, dovevo sapere. “Beh, sicuramente non era mio papà, cosa avrebbe pensato la mamma?”

    “Per favore dimmelo!” Implorai. “Ricordi Tom?” Chiese. “Tom, chi è Tom?” Chiesi confuso. “Ricordi quando avevi 14 anni e venisti a passare l'estate da noi?” “Sì, ma non ricordo nessuno che si chiamasse Tom.” Risposi. “Sicuro che lo sai, il signor...”

    “Non il Sig. Valeri!” Esclamai. “Bingo!” esclamò ridacchiando e lanciando le braccia intorno al mio collo.

    Avvolsi le braccia intorno a mio cugino trattenendolo quando io mi inginocchiai alzandomi. Lo tenni stretto e Tony mi baciò il lato del collo. “Il signor Valeri.” Mormorai. “Ora lo ricordi non è vero?” Chiese. “E come, wow!” Esclamai.

    Il Sig. Valeri, Tom è un vicino di casa di mio cugino ed è single. E’ un calciatore professionista, non avevo mai perso una delle sue partite.

    Tony mi chiese se volevo incontrarlo ed io dissi entusiasticamente di sì.

    Cosa mi aveva riservato il futuro?
     
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