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Mi presento, sono karin0 un ragazzo ora trentenne che con le donne non ha mai saputo trattare, anche se, alcune volte credo il contrario. Ma credere non è mai la realtà. Forse troppe seghe mi hanno fatto perdere il contatto con la realtà rifugiandomi nella fantasia e perseverando il gioco fantastico della mia mente mi ha portato a realizzare situazioni perverse.
Ho perso la mia verginità all'età di 19 anni grazie ad una mia cugina (no la puffetta... si chiarirà più avanti) che, ancora minorenne mi ha sedotto impaziente di perderà la sua verginità al solo fine di aumentare la sua autostima, quindi sedotto e abbandonato per la prima volta e con la prima cugina. Anche se mi sentivo strano, per me era come se ormai era fatta e che ci saremmo amati e scopati per sempre. Ma, ahimè, mi sono sbagliato perdendo del tutto i contatti con il mio primo amore.
Dopo quasi 8 anni la situazione si ripropone con un'altra mia cugina detta "puffetta". Più grande di me di 5 anni. Bassina, con un fisico minuto e proporzionato, tette piccole e sode, culo a mandolino bella e leggera.
Dopo una relazione burrascosa finita in tragedia con il suo ex psicopatico e il divorzio dei genitori mia cugina errava di in cerca di qualcosa e di qualcuno.
Incominciai a capire qualcosa quando un pomeriggio, andandosene da casa mia mi chiese: " che fai stasera?" - e io : "forse esco con gli amici.E tu?" e lei, sull'uscio della porta, stringendo le cosce e guardandomi con gli occhi di chi vuole chiedere ma non osa farlo, mi rispose: "guardo un film, ora posso fare solo quello".
Ora vedi, cara lettore o lettrice, da ciò potevo dedurre, ma in realtà preferii segarmi che tenere duro (nel vero senso della realtà) e constatare se quello era un invito o meno.
La poca fiducia in me stesso mi fece abbandonare l'idea che mia cugina mi desiderasse, e come un tonto continuavo la mia vita da studente inerte non vedendo nulla al di là di un velo di maya, che avevo creato dopo l'amara fine del mio primo amore.
Invece, mia cugina mi voleva proprio. Non me precisamente. Cercava una situazione più perversa che mai. Incominciai a delineare i suoi desideri tra i vari discorsi e battute alla presenza dei miei e suoi zii, che, notando che era ancora sola, scherzosamente e maliziosamente, le dicevano di non andarsene in giro vestita in maniera provocante e che in Africa una come lei sarebbe tentata
da più uomini. Lei rispondeva sempre "magari!".
Lavoro e casa e qualche avventura, ma mai niente che la sfogasse del tutto.
Quello che percepivo e he avesse bisogno di una situazione che nè il piccolo paese dove vive nè la apparente veste di brava ragazza le poteva dare.
Mi decisi e un giorno d'estate uscimmo insieme. Lei tutta scosciata e con le piccole tette spinte fuori dalla maglietta tutta abronzata guidava la sua macchina agitatissima come se stava per commettere un reato. Io le facevo complimenti del tipo: "quanto sei bona" e "che profumo che hai" lei timidissima mi rispose "oggi proprio non mi sento provocante", ma già me lo faceva venire duro. Come se ormai era fatta cominciai a corteggiarla, ma lei non capiva quello che voleva o distratta non si rendeva conto che io ero pronto a soddisfarla ancghe se ero il cugino "piccolo". Dopo andati a bare i ritirammo a casa mia a dormire nel lettone dei mie. Solo con l'intimo addosso sdraiata rigida al mio fianco, le accarezzavo le sue cosce liscissime. Sembrava non desiderasse altro: un uomo a suo fianco. Non faceva niente, non rispondeva alle mie carezze e andava in bagno continuamente fino a quando non mi addormentai. E quindi non accadde nulla.
Ci riprovai invitandola a raggiungermi nella città dove mi ero spostato a studiare. Lei stavolta era molto più decisa, ma io no. Avevo intrapreso una mezza relazione con una studentessa e avevo deciso di fare il bravo ragazzo anche dopo aver avuto dei guai con la legge. Ci provai solo quando fummo a letto, lei in posizione fetale l'abbracciai e le dissi che solo adesso mi accorgevo di quanto era minuta. Questo le è bastato per rifiutarmi. E quindi non accadde nulla.
Ancora una volta io a casa ai domiciliari mi raggiunse. Non stava bene aveva un casino nella testa e mille preoccupazioni. Io ero in modalità marpione e le chiesi se voleva bere del rum. Accettò. Il rum scorreva. All'inizio era tutto un fuoco, ma poi, inizio a parlarmi dei suoi problemi. Io dispiaciuto mi resi conto che non potevo approfittarmi di lei. Abbandonai l'idea e cominciai a schiarirle le idee svestito dai panni del marpione mi misi nei panni del filosofo. Mi apprezzava molto e pendeva dalle mie labbra. Non mi aveva mai visto così amorevole nei suoi confronti. Infatti io con lei ero sempre odioso e stronzo, proprio perché frustrato dal desiderio di scopare con lei. Quella sera il desiderio svanì, volevo aiutarla e le volevo bene come cugino.
Lei parlava, piangeva io le rispondevo e intanto si beveva.
Ma l'alcool cominciò il suo effetto e io mi sentivo arrapato, ma non capivo cosa provava lei nei miei confronti. Perchè piangeva e parlava come una piccola troietta vogliosa di cazzi. Ormai ubriaco mi pareva che tutti quei pianti erano solo una farsa per attirare attenzione. Non mi piaceva quello che faceva. Mi son detto: "sveglia! è quello che vuoi. Tua cugina ubriaca eccitata come una giumenta pronta all'uso", ma poi mi sovveniva un pensiero opposto: "se piange per davvero e tu te ne approfitti. Non posso rischiare" e intanto usci dai miei pensieri e ascoltai lei che disse: "ho bisogno di affetto": Allora mi lanciai abbracciando, stringendola e catapultandola sul divano con la frase questo è affetto. Mi venne durissimo. E mi allontanai. Ha gradito il mio abbraccio la presenza del mio cazzo duro, ma voleva continuare e io non ero capace, perchè ancora non capivo se lei era d'accordo a trombare. Lei mi guardò come per dire: questo non scopa mai, ho sbagliato persona. E' proprio questo che comunico. Prima le faccio bagnare e poi non mi decido a usare la mazza.
"Ce ne andiamo a letto?" - dissi. Acconsentì. In intimo tutti e due sdraiati e rigidi come due verginelli. Due che non conoscono i propri corpi, che non conoscono il sesso.
Il cazzo mi scoppiava fuori dalle mutande l'alcool in testa, agitazione ... stavo scoppiando. Li presi la sua mano, credo mentre dormiva già e la poggiai sul mio cazzo duro. Si alzò di scatto e mi disse: "perché ce l'hai duro?" con il tono di una puttanella lolita, e con una mossa si mise a cavalcarmi, strusciandomi la fica bagnata sul mio cazzo. Non ci credevo. La mia cugina che poco tempo prima piangeva e si disperava di essere incapace di trovare il vero amore, mugolava come una troia in calore ripetendo frasi dei peggiori film porno di bassa qualità: "sii... siii ... grosso e duro... grosso e duroooooo..."
Infoiata e indemoniata, potè finalmente toccarla tutta. Con forza le stringevo quel culo bellissimo. Lei continuava a rompere i coglioni con quella vocetta da troia: "sii... siii ... grosso e duro... grosso e duro...". Mi bloccai non potevo diventare preda io di quella puttana. I pianti erano tutta una farsa. L'orgoglio di mi fece rinvenire. Dissi: "non posso". Allora lei si levò da sopra e mi disse ciò che mai mi sarei aspettato dalla mia cugina matura, quella che aveva passato una tragedia familiare tremenda: "ti faccio una pompa così ti passa!" Non ho ci ho visto più.
Le tolgo le mutande e vedo la fica depilata tranne un ciuffetto sopra la clitoride,un spettacolo bellissimo!
Mi lascio andare lo ficco dentro. Entra benissimo, è tutto bagnato e scivola. Chissà da quanto tempo la sua figa colava. Non posso stare molto dentro a stantuffare già la voglia di venire si fa sentire. Di solito ci metto un po' ma lei è troppo troia. Mi allontano. Forse è meglio mettere il preservativo le dico ma lei non vuole assolutamente "prendo la pillola, puoi venirmi dentro è sicura al 99%", ma io non mi fido. Mi siedo sul suo ginocchio e strofino l'ano sulla punta, mi guarda fissandomi negli occhi e noto che si sta sgrillettando alla grande. "Mi fai impazzire quando ti masturbi" apprezza il complimento e aumenta il ritmo della masturbazione. Lei rincara la dose: "mi vieni in bocca?" me lo chiede proprio supplicandomi. Non mi è mai capito di sentire una donna che ha proprio bisogno, una voglia immane di fare la porca, pensavo solo nei film.
Io sono in ginocchio si alza pure lei. Il cazzo non è dentro, non lo tocca, non lo tocco io eppure mentre si sistemava i capelli bagnati dal sudore, all'improvviso schizza. Faccio solo in tempo a dire: "sto venendo!" e appogiare la mano sulla sua testa che lei è già sotto a bere e ingoiare tutto.
"Rimane duro anche dopo la venuta" lei se lo toglie dalla bocca e mi dice: "non ti preoccupare, sono abituata". Cotanta troiaggine mai in vita mia. incominciamo a scopare alla missionaria prima e poi a pecora. Mentre mi divertivo a far scorrere tutto il mio cazzo nella figa bagnatissima, lei pareva ormai abituata al movimento tanto da desiderare altro: "me lo metti nel culo" supplicandomi ancora, "lubrifica prima" le rispondo.
Incomincia a succhiare solo la punta della cappella: "sei bravissima!" e ride, solo tanta esperienza può indurre a succhiare in quella maniera e toccare punti delicatissimi con la lingua. Prendo la sua mano la sposto un po sotto le palle, tra la sacca e il culo e con un dito mi sfiora l'ano. Mi sente godere e mi chiede sorpresa: "dove? ...qua?" infilandomi un dito nel culo. Finalmente ho qualcosa da impararle anch'io. Succhia come una pazza si eccita a infilare il dito. Sono pronto per inculare per la prima volta.
"Come si fa?" - chiedo. E' già alla pecorina che aspetta il mio cazzo che alla domanda mi risponde stizzita: "come fai dall'altra parte nella figa" . Non vuole più aspettare. Punto il cazzo. Non sono tanto agile da ubriaco, allora, lo infilo troppo forte mi urla di fare piano, ma noto che ha il culo rotto, non c'è tanta differenza da metterlo davanti. Inizio a muovermi dentro e fuori, c'è spazio per infilare tutto il cazzo. "sii... siii ... grosso e duro... grosso e duro...ti piace, vero?! è stretto" mi spiaceva deluderla, ma non era vero. Mi piaceva inculare, andai per toccarli la figa da sotto, ma incontrai la sua mano che già sgrillettava il clitoride freneticamente. "sii... siii ... grosso e duro... grosso e duro..." ripeteva continuamente e poi "che trombata" disse con un tono di chi si era tolto un grosso peso dalle spalle. Questo mi basto per farmi venire di nuovo. Due colpi e schizzo nel culo senza neanche chiedere il permesso.
"prendimi la carta igienica" - un po' contrariata. Vado in bagno mi lavo, torno le porgo la carta, lei mi aspettava non si era mossa, ancora alla pecorina con il dito che tappava il buco del culo per non fare uscire lo sperma. Si pulisce. Il mio cazzo ancora duro.
"mi fai una pompa?" chiedo e lei esegue. Sa che ci metterà molto tempo a farmi venire. Se ne lava le mani dicendomi che era stanca con il solito tono da bugiarda. Ci addormentiamo.
La mattina il cazzo ancora duro, appena apro gli occhi la vedo in posizione fetale accanto e le ficco il cazzo in figa. Senza battere ciglio, quasi senza svegliarsi attaca il disco "sii... siii ... grosso e duro... grosso e duro..." e io vengo togliendolo immediatamente dalla figa. Vado in bagno.
La ritrovo nervosa la madre, mia zia, l'aveva chiamata in continuazione durante la notte non sapendo che rimaneva a dormire da me. In realtà era nervosa perché mi ha chiesto di venirle dentro 2 volte e non l'ho fatto. Ci vestiamo stonati dall'alcool e l'accompagno a casa, dove mia zia ci aspetta preoccupata e in ansia di rivedere sua figlia.
L'ho scopata un'altra volta. Ha goduto, ma all'inizio non giocava come la prima volta perché lei piace predare... questo me lo devo ricordare!
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