Faccio la zoccola perchè mi piace

racconto erotico

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    11,422

    Status
    Buona famiglia borghese ed almeno benestante, uno dei più famosi licei classici della città e tutto il resto.
    Uno splendido sabato pomeriggio la gita in bicicletta, era tardi ed ho bucato. Andate voi, io non ho problemi. Non c' è neppure la cameriera a casa, no, neppure qualcuno da avvisare, andate, grazie, vi vediamo lunedì a scuola. Poco indietro c'era una vecchia cascina con l' insegna di un ciclista, avrei provato li. Il ciclista c' era e mi ha riparata la gomma, ma doveva assolutamente andare altrimenti perdeva la corriera ed era l' ultima. Io per un' ora non potevo partire. Farebbe si e no un chilometro signorina, il mastice deve asciugare. Sul retro della cascina in disuso c'era una tettoia e mi mi ci son messa sotto a mangiare il panino portato per merenda e rimasto intatto. Stava facendo buio ma ero tranquilla, poi un rumore improvviso. Un uomo si avvicinava con il feltro che gli copriva il viso. Mentre mi alzavo senza essere minimamente preoccupata, un altro rumore dietro di me. Mi hanno presa, legata ed imbavagliata, portandomi poi su per una scala. Il resto potete immaginarlo da soli. No? Va bene. Erano quattro uomini, la unica cosa certa della loro identità è che parlavano un perfetto italiano di qui, di Milano e dintorni. Imbavagliata e bendata da subito, tenuta ferma, pur lottando terrorizzata ho potuto fare ben poco. Solo una cosa. Papà commerciava in stoffe e so riconoscere al tatto ancora adesso una lanetta mezzo peso eccellente da stoffe meno pregiate. Almeno un paio di loro indossavano abiti confezionati con simili stoffe molto costose. Un paio perchè nel frattempo ero rimasta nuda e delle corde che immaginavo lerce mi tenevano stesa tra i pali a gambe divaricate oscenamente. Assurdamente la sporcizia di quelle corde è la cosa che ancora oggi mi fa più schifo. A questo punto, per quanto molto giovane ero grande abbastanza per sapere cosa stesse per succedere. Ero anche stranamente lucida. Mi accorsi per esempio che dopo i primi momenti concitati parlavano pochissimo e che non avevo sentito nessun nome. Il primo mi venne sopra. Avevano discusso e tirato a sorte, sempre però bisbigliando e troppo distanti. Mi toccò i seni strizzandoli lungo e facendomi rabbrividire, ma, assurdamente pensai potesse essere il fresco della notte incipiente. Poi, sempre lo stesso mi sfregò il coso sulla fessura e rise, dai, disse piano una voce, sbrigati che anche noi abbiamo voglia di farcela. Un colpo doloroso ma non quel dolore, aveva sbagliato mira, ma non sbagliò mira poi. Un dolore acuto ma breve. -Cazzo se è stretta.- Cosa pensavi, che una così fosse come le puttane da due soldi del casino? Poi fece quel che voleva, ma non mi faceva più male neppure quando usciva per poi rientrare nel mio corpo. Mi sembrava ci giocasse. Non mi resi conto che stava eiaculando. Fece altrettanto i suoi comodi il secondo, poi il terzo e l' ultimo ma nessuno mi fece troppo male. Ero ancora presente a me stessa. Un poco almeno. Non so valutare il tempo, tutti mi avevano fatto la cosa una volta almeno e dopo un poco sentii il rumore di una macchina e non molto più avanti, mentre uno dei rimasti si accomodava di nuovo con me, -un antipastino- disse uno degli altri -mentre arrivarono le cibarie.- Da mangiare e da bere. Offrirono da mangiare anche a me ma rifiutai, non avrei proprio potuto mangiare ma avevo sete. Mi tolsero il bavaglio e potei bere della' acqua minerale gassata. Stavo tornando in me, era stato tremendo è vero ma avrei temuto peggio. Sazi di cibo loro ed io di nuovo impossibilitata a gridare, si rivolsero di nuovo a me, il loro giocattolo e giocarono a lungo. Il peggio fu quando mi girarono prona e usarono per i loro divertimenti il mio posteriore. Quando il primo di loro me lo forzò bestemmiando perchè non riusciva a far quelo che voleva, svenni od almeno credetti di svenire mentre sentivo la carne lacerarsi. Con gli altri non so quante volte fui meno fortunata. Anche il sesso però era ormai in fiamme ma ormai ero spesso priva di sensi. Mi risveglio a sufficienza solo mentre stava già facendo chiaro. Ero stata slegata. Presi i vestiti scesi, non desideravo altro che lavarmi e sotto c' era un rubinetto che avevo visto ed usato la sera prima. Mi girava la testa, ero tutta un dolore e piangevo ma ebbi forze sufficienti per pedalare in qualche modo fino a casa. Acqua calda, tanta acqua calda. Papà era via, Inghilterra e poi USA. Sarebbe tornato in aereo di li a qualche giorno. La cameriera invece telefonò che sua madre stava un poco meglio ma si assentava ancora due giorni, tornava martedì. Poco male. Non ero una gran cuoca ma due spaghetti sapevo farmeli ed aprire una scatoletta pure. Al ritorno della cameriera il martedì ero apparentemente a posto e due giorni prima avevo iniziato il mio periodo mestruale, la “malattia” come dicevo a papà quando mi vedeva sbattuta e pallida. Comunque non ero incinta e questa fu la cosa che mi decise al silenzio. Ho mantenuto il segreto con tutti. Papà avrebbe fatto fuoco e fiamme ma senza costrutto, non ero in grado di identificare nessuno e sarei diventata la favola della scuola e della città. Ripensando a quelle ore, di una cosa mi resi conto. Finché non fui sodomizzata non avevo provato dolore o quasi, forse, quasi una forma di perverso piacere unito ad un altrettanto perverso senso...di non so cosa. Confermai la sensazione di piacere anni più tardi, dopo la maturità. Non ero più vergine e senza patemi d' animo andai a letto con un giovanotto che scoprii essere piuttosto rude e mi piacque. Meno mi piacque qualche tempo dopo un altro uomo tutto gentile. Di nuovo con il giovanotto rude fu bellissimo. E' da allora il mio amante. Amante e padrone della mia volontà. Sua succube se volete. Faccio tutto quello che vuole, sempre e compreso questo. Marchette per me e per lui. Guadagno bene, molto bene. Il “giro” mi reclamizza come una splendida giovane signora della buona società. Per questo con i clienti, molto spesso, quasi sempre stranieri, indosso una maschera e posso così perdermi e tornare a quelle ore. Benedetti quei quattro. Non conoscerei C. e non guadagnerei quel che guadagno. Mi piace fare questo mestiere. Morendo papà non ha lasciato molto e farei la impiegata oppure avrei un marito tedioso e qualche marmocchio. Mi piace questo lavoro, chiavare e dare il culo a pagamento. Pompini no. Li faccio e con piacere solo a lui, C. Qualche volta con chi dice C.
     
    Top
    .
0 replies since 9/5/2014, 10:37   3487 views
  Share  
.