I RAGAZZI DEL TRASLOCO

impresa traslochi con servizio completo

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  1. leccami81
     
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    Quando ho traslocato nella casa in cui vivo ora mi sono fatta aiutare da un’impresa di traslochi. Il giorno del trasloco faceva una gran caldo, era metà giugno. A metà mattina suonano alla porta della mia vecchia casa i ragazzi dell’impresa, due maschioni ben piazzati. Sarà stato il caldo ma avevo, anche quel giorno, la fica in calore. Parlano poco i due uomini, mi squadrano, spiego loro cosa devono fare. Caricano velocemente la roba nel camion e vogliono capire meglio dove devono portare tutto. Per fare prima decido di salire con loro nel camion per dare indicazioni precise. Il tragitto non è molto lungo ma sufficiente per fare conoscenza. Al volante c’è Marco: moro, mediterraneo, 30 anni, maglietta bianca della ditta, pettorali ben segnati e bicipiti pieni, segno di molte ore in palestra. Indossa dei jeans corti strappati che mettono in mostra delle gambe muscolose e sode e quella giusta peluria irsuta che mi fa impazzire se la sfrego contro il mio seno o la mia patatina. Accanto a me c’è Luca: ragazzo giovane, forse 25enne, capelli castani, barba incolta, fisico tonico e vestiti da lavoro. Un bel ragazzo con un fisico normale. Visto il trasloco e il periodo indosso una canottiera-vestito bianca abbastanza ampia e senza reggiseno: se non faccio troppa attenzione a come mi muovo si vede tutto. La canotta mi fa anche da mini gonna e, visto il caldo, avevo deciso di non indossare le mutandine. La situazione per me è molto eccitante: l’afa è forte e mi trovo seduta tra due bei ragazzi nella cabina di un camion. Dimentico l’obiettivo della giornata per un momento e provo a stuzzicare quei due bei tori e a vedere quello che succede.
    Decido di provare un approccio soft, dopo aver seminato domande maliziose e accavallato le gambe più volte, liberando nell’abitacolo della cabina un po’ di afrore di fichetta umida.
    Bevo un po’ d’acqua dalla bottiglietta che avevo con me e ne faccio cadere un po’, fingendo che mi sia caduta per goffaggine, sul petto. Immediatamente divento miss maglietta bagnata. La canottiera diventa semi trasparente e mette in mostra i miei due seni sodi e i capezzoli bruni che velocemente diventano turgidi e duri. C’è poco da immaginare ormai rispetto al mio seno: è lì in mostra alla mercè di due torelli. Faccio un’esclamazione di disappunto per attirare l’attenzione su di me e quasi non andiamo fuori strada, avendo distratto l’autista. Candidamente i due fanno finta di niente ma capisco, da un’occhiata reciproca che si sono lanciati, che qualcosa hanno intuito circa le mie intenzioni.
    Molto ingenuamente esclamo “fortuna che non mi sono bagnata più in giù perché, non avendo le mutandine, si sarebbe visto tutto anche lì!”. I due mi guardano e si guardano. Contemporaneamente a questo scambio di occhiate apro le gambe piano e le divarico fino a sfiorare quelle dei due ragazzi. Fingo di perdere l’equilibrio in cabina e con una mano mi aggrappo alla coscia dell’autista e la faccio scivolare verso il suo pube. L’altro, che sembrava essere timido, vista questa mia mossa allunga una mano sulla mia di gamba e salendo piano con le dita si avvicina sempre di più alla mia patatina fino a sfiorarla e a toccarne le grandi labbra. A quel dito che piano si avvicina ho un sussulto. L’autista, capita la situazione, toglie una mano dal volante e l’allunga sotto la mia “gonna”. Mi lascio totalmente sopraffare dal piacere. Due dita grosse e ruvide mi stanno entrando piano nella fica che si dilata sempre di più, stimolata dalla situazione. Il ragazzo alla mia destra si fa più audace e mi scopre un seno e comincia a leccare e mordicchiare un capezzolo mentre continua a giocare, con l’altra mano, col mio clitoride. Presa dall’estasi apro un occhio e vedo che siamo quasi arrivati. Anche se la cabina del camion è alta sembra sconveniente dare spettacolo in pieno centro abitato.
    Con un filo di voce, infoiata dalla voglia di questi due ragazzi, propongo di parcheggiare e salire in casa e darci da fare con un po’ di ginnastica. Una volta in casa stendo un lenzuolo a terra e ci aggiungo un paio di cuscini. Mentre sistemo il tutto vedo i due ragazzi che, chiusa la porta dell’ingresso alle loro spalle, si avvicinano con la patta aperta e due cazzi incandescenti dritti e minacciosi come spade.
    Mi avvicino a loro e comincio a succhiarli e a masturbarli. Ne prendo in bocca anche due alla volta. Il ragazzo che guidava il camion ha una nerchia più grossa che lunga, l’altro ha un bel cazzo biondo e lungo e due grossi testicoli che mi riempiono la bocca. Invito uno di loro a sdraiarsi e lo guardo fisso negli occhi mentre mi tolgo la canotta e rimango nuda e con due dita mi massaggio l’interno della fica, facendo colare un po’ della mia voglia. Mi accovaccio sopra di lui, a smorza candela, mentre l’altro mi guarda, e sfrego il suo cazzo contro il buchetto del sedere, e gli faccio sentire la temperatura della mia fica. Lui mi afferra le tette che gli riempiono le mani e mi strizza i capezzoli forte. Mi preparo a far entrare il suo cazzo nella mia fica bollente ma prima dico all’altro di sfondarmi il culo. Divarico bene le gambe e le pareti della mia fica incontrano la cappella lucida dell’autista che già chiude gli occhi per il piacere. Lo faccio scivolare piano dentro perché voglio sentirlo tutto per bene. Sento che è grosso ed entra con forza nel mio giovane fiore. E’ come mandare giù qualcosa di grosso. In un colpo sento di averlo dentro tutto e comincio a muovermi su e giù ansimando. L’altro ha cominciato a leccarmi il buchetto e ad entrarci piano con la lingua. Dopo averlo ben inumidito decide che è tempo di provare a entrare e infila il suo uccello piano, per poi dare un’accelerata per entrare. La penetrazione anale mi piace da impazzire ma gestirne due cazzi contemporaneamente mi fa svenire dal piacere. Mi muovo piano, per assecondare il ritmo di entrambi. Il palestrato grida “cazzo che troia! prendilo tutto! Godi!” mentre l’altro, si limita a un semplice “sì-sì”. Mi sento aprire in due e sento che i ragazzi spingono. Sento i loro membri incontrarsi dentro di me, mentre i ragazzi ansimiamo forte. Il ragazzo sotto di me dice che sta per venire e io lo assecondo: mi allontana un po’ ed estrae il suo dardo che copioso spruzza sui suoi pettorali e sui suoi addominali. Mi appoggio a lui con una mano che riceve un grosso schizzo e mentre me lo lecco via golosa lo guardo fisso negli occhi e lui mi sorride. L’altro si è fermato. Gli chiedo di continuare e non se lo fa ripetere. La situazione lo ha caricato molto e in pochi secondi è pronto a eruttare: mi sborra sulla schiena con la sua lava calda. Stremata mi stendo a terra e l’altro si affianca a me. Mi ritrovo in mezzo ai miei torelli che si sono dati parecchio da fare con me. Con una battuta chiedo loro uno sconto sul prezzo del trasloco.
     
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  2. Ringo1
     
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    ti inculerei anche io bella maialona
     
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  3. leccami81
     
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    si può fare...
     
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  4. docbaby
     
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    Da dove dgt così organizziamo?
     
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3 replies since 7/5/2014, 12:17   7032 views
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