Puro piacere

Tradimento

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  1. Black Wings of Yuen
     
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    L’estate stava finendo e si avvertiva nell’aria. Il tardo pomeriggio era colmo di quell’aria frizzantina che a tarda estate, lentamente, pervade il tramonto. Un tardo pomeriggio dei primissimi di settembre, dedicato a un piacevole e dolce lasciarsi andare. Un buon aperitivo in un bel lungomare fatto di pedane in legno, piccole cabine e sabbia finissima e dorata che ornava i viottoli del nuovissimo lounge bar.
    Si erano dati appuntamento davanti al cancelletto verde del locale, quasi sempre aperto, alla cui sinistra si arrampicava un profumatissimo gelsomino che come un ago di una bussola segnava la rotta: Sicilia.
    Avevano deciso senza pensarci su: si sarebbero incontrati direttamente al lounge, dopo una lunghis-sima giornata spesa tra lavoro, scuola, ufficio e qualche spiacevole inconveniente domestico.
    Anna e Lorenzo erano amici. Lei era un’intensa e sensuale trentatreenne mora, dai tratti mediterranei, la carnagione tendente all’olivastro; due occhi grandi e luminosi come perle nere con un taglio molto particolare che le dava uno sguardo molto profondo e malizioso, simile a quello di una pantera pensierosa. Un bel corpo, ben tornito, due seni densi, turgidi che senza alcuna timidezza facevano sempre capolino da sotto i vestiti eleganti, semplici e mai volgari che Anna amava indossare. Due belle gambe, con un taglio slanciato che disegnano una bella curva che lasciava Lorenzo spesso senza respiro. Ma la cosa che rendeva Anna particolarmente sensuale erano le labbra. Carnose, ma non troppo; grandi e così agili da suscitare in Lorenzo gustosi pensieri piccanti.
    Lorenzo era un po’ più giovane. Aveva circa ventotto anni. Begli occhi castani, incastonati in un viso dolce e allo stesso tempo capace di esprimere un’ingenua malizia. Delle belle mani, con dita lunghe ed energiche, un corpo asciutto, anche se non particolarmente scolpito. Non amava la palestra, e ogni tanto si concedeva qualche bella nuotata o una corsa per mettere a riposo la mente e attivare il corpo. Era alto all’incirca un metro e ottanta centimetri, ma erano le sue gambe lunghe e slanciate a dargli un aspetto più imponente di quanto in realtà fosse. Anche Lorenzo aveva delle particolari e sensuali labbra. Le sue erano carnose, molto carnose, e pronunciate. Agli occhi delle sue donne sotto gli effetti del desiderio si trasformavano in vere e proprie armi di seduzione, quasi un vero e proprio organo sessuale pulsante e vitale. Ad Anna piaceva molto Lorenzo, ma il loro rapporto era di bella e forte amicizia. Lorenzo aveva attraversato alcuni momenti di turbolenza sentimentale, ma adesso aveva ristabilito un buon rapporto con la sua compagna, che negli ultimi mesi viveva tra Palermo e Bologna, dove seguiva dei progetti, cui teneva particolarmente.
    Anna conosceva la compagna di Lorenzo, erano amiche. Ogni tanto, quando questa era fuori, a Lo-renzo

    e Anna piaceva trascorrere del tempo assieme, magari sorseggiando un buon drink e svelandosi reciprocamente qualche confidenza, rafforzando così la bella e intensa amicizia.
    Entrambi sin da subito avevano avuto la percezione che tra loro, oltre la bella amicizia, ci fosse qualcosa in più. Un qualcosa in più non definito, che si traduceva in un gioco di allusioni e scherzi che toccava e lambiva il terreno del piacere e della seduzione.
    Nel segreto dei suoi sogni, Lorenzo era attratto da Anna; a volte, durante le lunghe conversazioni, gli occhi di Lorenzo penetravano lo sguardo di Anna, cercando e anelando un sussulto, un piccolo segnale di approvazione, posandosi con falsa ingenuità sul suo seno lasciata pudicamente scoperto. Lorenzo fissava per pochissimi istanti i capezzoli inturgiditi di Anna, e sentiva l’acquolina in bocca farsi più densa, desideroso di poterglieli mordicchiare. Subito si risvegliava da quel lussureggiante sogno e allora il suo Io censorio lo riportava all’amichevole conversazione che la sua bella amica stava intessendo.
    Anche Anna era attratta da quel bel ragazzo, ma il suo carattere censorio e pudico, la faceva desistere da qualsiasi viaggio fantastico lungo il suo corpo.
    Quella sera avevano deciso di lasciare tutti i fastidi della quotidianità alle spalle. Avevano scelto un luogo molto rilassante e piacevole, dove tra un aperitivo e qualche bicchiere di prosecco si lasciarono andare a belle chiacchierate sui loro problemi di lavoro e su qualche confidenza molto privata.
    Anna era un po’ annoiata, la sua vita sentimentale non aveva ancora preso alcuna svolta. Gli uomini le sembravano piccoli, poco interessanti, quasi inesistenti, e sentiva l’esigenza di innamorarsi per davvero. Lorenzo avrebbe voluto consolarla, ma dentro di sé sapeva che quello che Anna cercava diventava sempre più difficile. Quella sera Anna si era sfogata a lungo, aveva parlato di una storia cui le sarebbe piaciuto dare inizio ma aveva percepito la totale aleatorietà dell’uomo che voleva scoprire. Sarebbe stato soltanto sesso, magari bello e intenso, ma ad Anna non bastava più. Così quella sera non parlarono più di storie, né di amore, lasciarono che il buon vino e il prosecco fluissero dentro i loro stomaci e che l’euforia li avvolgesse in un mantello di dolce e incosciente stato di oblio.
    L’alcool li cullava e allo stesso tempo rendeva l’atmosfera particolarmente frizzante. Tanto frizzan-te. Lorenzo rideva e con molta giovialità aveva portato con sé, nei campi dello scherzo e del gioco anche Anna. Adesso il prosecco lo aveva completamente sciolto e la sua immaginazione si era fatta più attiva, audace, forte. Guardava Anna e la vedeva lì, sensuale, con le gambe scoperte, i piedi che calzavano delle belle scarpe con i tacchi a spillo che le davano grande slancio, nel suo bel vestito, né lungo né troppo corto, ma che, seduta sul divano, le lasciava abbondantemente scoperte le cosce, tanto da rendere visibile, o da lasciar intravedere, il nero intenso del suo intimo. L’attenzione di Lo-renzo però si concentrava sui seni, vellutati, morbidi e allo stesso tempo pareva che danzassero; uno spacco lì davanti metteva in risalto la procacità di quel bel paio di tette. Non poteva definirli in altro modo, quelle di Anna erano proprio delle belle tette, che volevano soltanto essere leccate e mordic-chiate con lussuriosa voracità, almeno così pensava Lorenzo. Dallo spacco ogni tanto si intravede-vano i capezzoli che andavano sempre di più inturgidendosi, un po’ per l’aria fresca, un po’, forse, per l’euforia che cominciava a rapire anche Anna. In effetti, Anna si muoveva dolcemente, muoveva le gambe, ogni tanto nervosamente e ossessivamente, come quando si inizia a percepire una certa eccitazione. Una energia vitale che dentro ti spinge verso qualcosa, qualcuno. La distanza tra Anna e Lorenzo si faceva sempre più esile, anche Lorenzo aveva un particolare luccichio negli occhi. Sarà stata forse la sua immaginazione che adesso sovrapponeva alle immagini di Anna intenta con il suo bicchiere di vino, quella di Anna nuda, seduta lì sul divanetto, con dei bei capezzoli turgidi. Lorenzo si stropicciò più volte gli occhi, ma le due immagini sempre di più si alternavano in un continuo e rapido flash-back. La sua immaginazione lo aveva portato ad uno stato di eccitazione febbrile che gli rendeva difficile non avvicinarsi alla bella Anna. Lorenzo sentiva una forte attrazione che gli prendeva la pancia e che saliva sino alla gola. Lorenzo era molto attratto dalla bella Anna.
    Si era fatto tardi e Anna era molto brilla. Chiese a Lorenzo se poteva accompagnarla a casa. Le ave-vano dato un passaggio. Lorenzo non se lo fece ripetere una seconda volta. In men che non si dica erano l’uno accanto all’altra nella macchina di Lorenzo, che mise in moto e uscì dal parcheggio. Girò a sinistra e mentre guidava lanciava delle occhiate molto intense ad Anna che sembrava non rac-cogliere la sfida, ma almeno non subito.
    «Porca Puttana!» disse veemente Anna mentre scrutava nella sua borsa. Lorenzo ebbe un soprassal-to. Cosa succede - disse. Ho lasciato le chiavi di casa in ufficio e non posso entrare a casa - rispose Anna. “Andiamo in ufficio a prenderle” disse Lorenzo. “Non ho nemmeno le chiave dell’ufficio, sono nella merda”, rispose Anna. Lorenzo non esitò: “Vieni da me per stasera, non ci sono problemi, dormo sul divano e ti lascio il letto”. Anna non era molto propensa, cercava sul cellulare un’ancora di salvezza. Avrebbe potuto chiamare i suoi genitori, ma erano partiti. Non aveva altre chance. “Ok, se vai sul divano, accetto il tuo invito” disse, lasciandosi scappare un piccolo sorrisetto, lievemente ma-lizioso.
    I venti minuti che li separavano dall’arrivo a casa di Lorenzo trascorsero in silenzio. Anna era titu-bante. Aveva percepito l’elettricità con Lorenzo, e non voleva affatto trovarsi in una situazione im-barazzante, anche perché era molto brilla e alle strette era consapevole che avrebbe potuto cedere. Quel ragazzo, in fondo, le piaceva, e quella sera in modo particolare. Lanciava delle occhiate di fuoco verso le sue labbra che avrebbe voluto mordere e succhiare, ogni tanto lasciava che il suo sguardo cadesse anche sulla vita e in mezzo alle gambe. Il prosecco le aveva accesso molte fantasie e avrebbe tanto voluto vedere Lorenzo nudo, era proprio curiosa di vederlo meglio, anche lì in mezzo alle cosce, vedere che scettro possedeva. Subito dopo si destò dalla sua immaginazione sempre più spinta e si accorse che erano arrivati.
    Lorenzo aprì la portiera dal lato di Anna e la fece scendere dalla macchina. Parcheggiò ed entrarono in ascensore. Un ascensore molto piccolo, per non più di tre persone, che li costringeva a stare l’uno attaccato all’altro. Anna sentì un contatto strano, Lorenzo si era accostato e così ebbe modo di per-cepire la sua eccitazione. Attraverso i jeans sentiva il suo membro duro. Si lasciò andare ad una risata quasi isterica, che denotava il suo stato di totale incoscienza. Lorenzo sorrise, ma lasciò cadere la cosa. Arrivarono al quarto piano ed entrarono in casa di Lorenzo.
    Anna conosceva bene l’appartamento, c’era stata più volte e più volte aveva trascorso belle serate in compagnia di Lorenzo e della sua compagna. Entrò in bagno e si sedette sul water. La testa le girava, ma si sentiva euforica, si sentiva eccitata. Il contatto in ascensore le aveva messo un po’ di agi-tazione. Fece pipì e non avendo con sé un cambio di intimo decise di togliersi gli slip. Si alzò, si sciacquò, si avvicinò allo specchio e si guardò. Si lavò le mani e andò verso la stanza da letto. La porta era socchiusa e non pareva fuoriuscire alcuna luce. Aprì la porta di botto. “Ihhhh” – esclamò. Lorenzo si stava cambiando e proprio nell’istante in cui Anna apriva la porta era completamente nudo a favore della porta. Anna lo vide. Vide Lorenzo nudo, proprio come avrebbe voluto vederlo mentre erano seduti nel divanetto del Lounge. Aveva un bel corpo, belle gambe slanciate e in quel momento aveva il membro turgido, ma non al massimo dell’erezione che intuitivamente Anna ipo-tizzava potesse avere. Lorenzo non era affatto imbarazzato, né face cenno di ricoprirsi. Rimase così. Anna, dopo un primo imbarazzo, sorrise e richiuse la porta. Dentro di sé sentiva un desiderio fortis-simo farle tremare le gambe. Rimase così per qualche istante. Pensava a Lorenzo, alla sua compagna, al fatto che non avrebbe voluto trovarsi in quella situazione. Ma allo stesso tempo, pensava al corpo di Lorenzo, a quelle gambe, e a quel bel membro semiturgido e grosso che avrebbe tanto voluto saggiare. In quel momento avrebbe voluto sentirne la consistenza, e si sarebbe voluta mettere in ginocchio a guardarlo da vicino. Fece un passo indietro, verso il bagno. L’alcool gioca brutti scherzi, pensò. Ma non ebbe il tempo di tornare indietro, che girandosi vide Lorenzo sul ciglio della porta, sempre nudo. “Lorenzo per favore copriti” disse. “Anna, scusami. Bussa la prossima volta” rispose Lorenzo. “Scusami tu, e comunque sei molto carino, tutto.” disse Anna sorridendo. Lorenzo allora si prese di coraggio e visibilmente eccitato le si avvicinò alle spalle e avvicinò le labbra alle orecchie di Anna. “Anche tu sei molto bella, e mi piaci un casino”, disse Lorenzo. Anna si lasciò andare in un sospiro e muovendo la mano sinistra come per scostarsi sbatté sull’uccello di Lorenzo. Lo aveva toccato. Era proprio duro, adesso non era più semiturgido, si era inarcato all’insù ed era duro, la cappella ingrossatasi faceva capolino tra le sue gambe, e ne percepì la consistenza marmorea. Anna chiuse gli occhi, voleva resistergli. Ma non ce la fece, tirò un sospiro, si voltò e dette un bacio intenso a Lorenzo, Gli prese le labbra tra i denti, e intanto gli infilò la lingua in bocca a cercare la sua, saldandosi con essa e iniziando una danza molto intensa. La mano di Anna strinse il membro di Lorenzo che si ingrossava al suo contatto, Lo strinse forte. né senti pulsare la vena e lo sentiva sempre di più inarcarsi. Iniziò ad andare su e giù con le dita lungo l’asta, e scoprì del tutto la cappella. Era grosso. Anna ebbe un sussulto. Si sentì calda, vibrare, eccitarsi ancora di più. Sentiva le cosce umide, si ricordò che non indossava alcun intimo e allora dischiuse un po’ le gambe. Le co-lavano gli umori e il respiro era sempre più affannoso. Lorenzo allora la strinse a sé, le tolse la maglia e la lasciò nuda, stringendole le tette che iniziò a leccare. Le dita di Lorenzo ripagarono la maestria con la quale Anna lo masturbava. Si posarono sulle grandi labbra e il medio con impertinenza la penetrò, per poi fermarsi sulla clitoride e giocarci su, penetrandola ancora, accarezzandola lì dove si faceva sempre più turgida. La loro eccitazione stava diventando insopportabile, erano in piedi, Anna aveva gli occhi socchiusi e la testa chinata indietro lasciando liberi i suoi bei capelli neri. Completamente nuda, i capezzoli turgidi e ritti, le gambe aperte e ben messe a terra, umide, bagnate dal piacere che le colava dal sesso, che, riempito dalle dita di Lorenzo, brillava sotto la luce tenue di una lampada d’ambiente. Lorenzo le stava dietro, anche lui completamente nudo, le stava attaccato, lasciando che la sua lingua le sfiorasse le orecchie e il collo gustandosene il sapore. Aveva il membro ritto, grosso e duro, talmente in stato di eccitazione che era arcuato all’insù e ad ogni movimento delle mani di Anna sembrava esplodere. Si toccavano con un ritmo che ricordava quello dei tamburi dei riti dei nerboruti popoli neri africani. Lorenzo era davvero bello in quella posa, e impertinente come gli piaceva essere sussurrò ad Anna: «sei davvero bella, e godo… Ho voglia di scoparti… ». Anna era su di giri, eccitatissima. Sì, sì, rispose. Non lasciò a Lorenzo il tempo di farla adagiare sul divano che si inginocchiò e si avvicinò al suo bel membro. Alla vista di quell’arnese grosso e duro si lasciò scappare un’esclamazione che non avrebbe mai fatto in una situazione di normalità. «Che gran bel cazzo duro!» disse come un gemito. A quel punto la distanza con la bella cappella turgida era inesistente, senza dire altro lo strinse tra le dita e se lo infilò in bocca. Era molto grosso. Un sapore forte ma buono che la rendeva ancora più eccitata. Ne succhiava la cappella, aiutandosi con veloci colpi di lingua. Lo infilava tutto in bocca cercando di accogliere tutta l’asta, per poi buttarlo fuori e lasciare che la lingua scivolasse tra le palle, ben depilate di Lorenzo. Gliele leccò, girava e rigirava con la lingua, e sentiva l’eccitazione dell’amico farsi più intensa. Di nuovo tutto il cazzo in bocca, era in estasi. Sentiva i testicoli di Lorenzo ingrossarsi e farsi turgidi ai colpi di lingua. Non resistette e si mise a pomparlo con forza. Le sue labbra e la sua lingua si saldarono all’asta e iniziarono un succhiotto senza mai fermarsi. Lorenzo era molto eccitato, si sentiva le palle gonfie e turgide e stava per schizzarle il seme. La fermò. Non voleva affatto limitarsi ad un rapporto orale. Non voleva che l’eccitazione e il desiderio finissero lì, ad un pompino. Delicatamente le scostò la bocca dall’uccello. La baciò intensamente infilandole la lingua dentro. Anna era assolutamente succube della mascolinità e della forza di Lorenzo. Lui la fece alzare, continuandola a baciare le cinse la vita e con due dita scivolò lungo le sue natiche. Le palpò il culo. Lo sentì turgido e invitante, e non esitò ad infilare due dita nell’ano che si contraeva attorno al suo medio. Lei schiuse le labbra e gemette. Sei fantastico, ti adoro, disse. Lorenzo non se lo fece dire due volte. La fece sedere sul divano e con un movimento lento ma deciso le aprì le cosce. La toccò e sentì i suoi umori. Era bagnatissima. Fantastica. Prima di penetrarla però, volle assaggiarne il sapore. Si mise in ginocchio e accostò il naso alla fica calda di Anna. Un profumo di sesso salì lungo le sue narici eccitandolo ancora di più. Schiuse le labbra e infilo la lingua tra le grandi labbra di Anna. La lingua dritta e curva quasi come se fosse un membro; la spinse tutta dentro e sentì gemere. La sua lingua cominciò a leccarle la clitoride, titillandola, solleticandola e muovendosi al ritmo dei gemiti di Anna, che iniziava a farfugliare in preda al piacere. Sì, godo, bello, godo. Ti adoro Lorenzo. Sì, ripeteva. Lorenzo continuava a leccarla e cominciò a solleticarle l’ano. Anna seduta lascivamente sul divano a cosce spalancate, Lorenzo in ginocchio con la lingua dentro di lei. Anna era talmente in estasi che aveva quasi perso conoscenza. Ma ebbe un guizzo: si alzò scostando la bocca di Lorenzo, si girò e si mise in ginocchio sul divano, offrendo le natiche a Lorenzo. Aveva assunto la posizione della pecorina che metteva in risalto le sue belle gambe e il suo magnifico culo. Prendimi bello mio, disse. Lorenzo non se lo fece ripetere due volte. Si scappellò e accostò il suo uccello grosso e duro, bagnato dalla saliva di Anna, alla sua vagina, prendendola da dietro. Non ebbe difficoltà a infilarglielo tutto dentro sino a toccare con i testicoli le grandi labbra. Un fortissimo calore accolse il suo uccello. Si fermò e respirò. Il corpo era caldo e vibrante. Iniziò a prenderla, dentro, sempre più dentro, ballando, gemendo. Un entra ed esci che lasciava Anna assolutamente spossata e bagnatissima. Lorenzo le spingeva dentro il cazzo con vigore. Lei era magnifica, una bellissima ragazza mora con un corpo statuario, assolutamente presa dal piacere. Godo, disse. Anche io rispose Lorenzo. Lorenzo continuava a scoparla, sì, proprio a scoparla. Le apriva meglio le natiche mentre la prendeva nel sesso. Anna, adesso, voleva condurre il gioco. Lo fece uscire, lo strinse con le dita e si girò. Lo fece sedere e si sedette di sopra infilandoselo dentro. Comandava lei adesso. Entra ed esci. Entra ed esci. Inizio a toccare i testicoli duri di Lorenzo, massaggiandoli. Sussurrava un sì. Poi disse: “ che bel cazzo che hai, amore è proprio duro. Sì che belle palle…” Anna non era in sé, non amava affatto le volgarità, ma il piacere era così intenso e animalesco che solo quelle potevano essere le parole per esprimerlo. Anna dominava Lorenzo e il suo membro. Adesso però lo voleva prendere dietro. Si alzò, lo prese per mano e si avvicinarono alla parete. Gli dette le spalle e disse: “mettimelo dietro”. Allargandosi le natiche accompagnò il membro di Lorenzo e lentamente lo fece entrare tutto. Lorenzo era ormai in preda al piacere. Godeva. Anna mentre veniva scopata nel culo, si toccava masturbandosi. Proprio come le capitava di fare qualche sera quando, tornando a casa, fantasticava proprio su Lorenzo. Non avrebbe mai avuto il coraggio, era troppo amica della sua compagna. Ma lo desiderava. Adesso erano lì, godevano, lo stava scopando. Presa da tutti questi pensieri e dall’eccitazione sentì un forte calore giungerle dal basso. Venne copiosamente gemendo. Lorenzo continuava a prenderla da dietro e danzava dentro di lei mentre la sentiva godere. Un orgasmo molto intenso che placò solo in parte le sue voglie. Anna aveva il membro duro di Lorenzo dentro il suo ano. Così dentro che sentiva le carezze dei testicoli dell’amico. L’eccitazione era così forte che la sensazione di essere posseduto nel secondo canale l’aveva abbandonata ad un orgasmo forte e intenso, che però non le aveva placato la voglia verso quel bel ragazzo che finalmente poteva possedere. Lorenzo aveva gli occhi chiusi, danzava dentro Anna e con le dita le accarezzava le grandi labbra bagnate dagli umori e luccicanti. Con un gesto dolce Lorenzo face scivolare fuori dall’ano di Anna il suo uccello ancora turgido ed eretto. Era ancora in uno stato di profonda eccitazione e per placarsi iniziò a toccarsi. Lo stringeva forte in un andirivieni nervoso; poi lasciò l’asta e accarezzò i testicoli. Anna si compiaceva della scena e dello stato di visibile eccitazione del suo amico. Adesso, placatasi la sua di eccitazione, aveva voglia di dare il massimo piacere e di godersi a pieno quel bell’arnese. Lorenzo si era sdraiato supino sul divano, e Anna allora si inginocchiò nuovamente davanti al suo cazzo. Lo strinse tra le mani e iniziò a masturbarlo. Anna lo guardava fisso negli occhi, e con un sorrisetto malizioso disse: «Ti piaccio, ve-ro?... mmmm sei proprio bello». Lorenzo annuì e la lasciò fare. Il suo membro pulsava, era ormai molto turgido, pronto per donarle con violenza il frutto del piacere. Anna intuì che stava per venire e allora decise di fermarsi. Non voleva perdersi nulla di quel miele che il suo uomo, almeno per quella sera, le avrebbe donato. Prese in fazzolettino imbevuto e iniziò a giocarsi facendolo scivolare lungo l’asta del membro e soffermandosi sulla cappella. Una volta pulito per bene, non esitò e lo prese in bocca, succhiandolo con voracità. Non dovette aspettare molto che sentì in gola gli schizzi copiosi e caldi dello sperma di Lorenzo. Forti, intensi, abbondanti, la sua bocca era colma dello sperma caldo e gustoso del suo amico. Anna e Lorenzo avevano realizzato le loro fantasie. Sesso, tanto sesso. Esausti si lasciarono cadere sul divano e si addormentarono.
     
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