Sessantanovesimo piano

Tradimento

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  1. theaterofthebass88
     
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    L’indirizzo era esatto ed il taxy mi aveva lasciato proprio li davanti dopo una estenuante e nauseante corsa contro il tempo. Era il 1433 di Broadway theatre. Aspettavo questo giorno, questa ora da mesi e stavo per arrivare in ritardo. Arrivai di corsa dinanzi al maestoso ingresso, mi sistemai l’abito, feci un sospiro ed entrai. La hole era immensa, fontane e giochi di luce fantastici. Uno stile moderno e di classe. Mi avvicinai alla reception e dissi alla donna aldilà chi ero.” Sessantanovesimo piano stanza uno” disse. Andai all’ascensore e partii per la scalata.
    Quando le porte si aprirono fui abbagliato dalla luce. Un grande androne bianco molto illuminato con piccole piante in vasi poste agli angoli e divanetti in pelle bianca arredavano la stanza. La porta numero uno era la più grande, mi avvicina e bussai. Una donna sui trentacinque anni mi aprì la porta, lunghi capelli biondi ed occhiali da vista neri. Non molto alta ma magra e slanciata. Indossava un tailleur verde acqua attillatissimo che ne risaltavano le rotondità quasi perfette, camicetta bianca con scollatura vertiginosa che risaltavano in modo universale i suoi seni grossi e sodi. Gonna con spacco laterale quasi ad altezza vita con calze a rete e scarpe tacco dodici. Dopo essere riuscito a distogliere lo sguardo dal suo corpo statuario e perfetto notai l’azzurro ghiaccio dei sui occhi. Favolosi. “buongiorno signor Banner, la stavamo aspettando”. Una voce dolce e delicata, calda e penetrante, da sciogliere la calotta polare in un solo istante. “ mi segua” esclamò. La vista posteriore era favolosa. Un culetto sodo e tondo che si muoveva in maniera sinuoso e sensuale con il suo passo veloce sul tacco dodici. La gonna attillatissima metteva in risalto il suo perizoma che lasciava poco spazio alla fantasia. Per fortuna il tragitto fù breve e la mia mente tornò alla realtà.
    Mi fece accomodare su una poltrona di pelle dinanzi alla sua scrivania. Lastra di vetro poggiata su due piedi di marmo laterali. Non terminai di immaginare l’istante in cui si sarebbe seduta che subito accadde. Si sedette e la gamba destra si accavallò alla sinistra. Un movimento sensuale ed eccitante. Per pochi centimetri i suoi slip non furono visibili. Faticai a distogliere la mente dai cattivi pensieri ed iniziammo.
    Il colloquio fu rapido e fui molto pronto nonostante la difficoltà nel mantenere la lucidità a rispondere alle sue domande. Fui soddisfatto di me e un barlume di speranza si accese nella mia mente. Iniziai a navigare con la testa, arrivai al primo giorno di lavoro, a quello che avrei potuto indossare, percepii subito l’ansia che saliva piano piano dallo stomaco. Fui riportato subitò alla splendida realtà che
    avevo di fronte dalla sua voce: “beve qualcosa?” mi chiese. “con piacere” le risposi. Si alzò e si avvicino al frigo mimetizzato nel muro in pietra bianca. Invisibile. Si chinò ed estrasse delle bottiglie dal frigo facendomi deglutire alla vista del suo splendido culo messo a novanta gradi. Poi aprì un altro sportello nascosto, posto sopra al frigo ed estrasse due bicchieri. Mi chiesi quali altre sorprese doveva riservare quella stanza. Mi fece scegliere tra un rum invecchiato, vino bianco e martini. Poca scelta considerando che avrei preferito un acqua liscia od una limonata. Scelsi il rum. Bevemmo un goccio dopo un piccolo cin cin e ricominciammo a parlare. Il tono si fece più confidenziale. Iniziò a trasparire la ragazza che era dietro le vesti da manager. Il suo sorriso era favoloso, le sue labbra carnose lo mostravano in tutto il suo splendore. Non notai anelli a nessuna delle dita e questo mi rincuorò.
    Al secondo bicchierino di rum i miei occhi cadevano sempre più spesso sul suo seno, e sulle sue gambe accavallate. Lei aveva notato ma non pareva scandalizzata. Anzi sembrava compiaciuta, il che non fece altro che alimentare il fuoco che sentivo dentro. Il mio pene inizio ad indurirsi. Lo sentivo crescere. Il pantalone cucito su misura mi preoccupava. Sicuramente non sarebbe stato un buon alleato nel nascondere le mie forme. La preoccupazione durò poco visto che lei si tolse la giacca e rimase con la camicetta bianca di seta. Erezione immediata. Sentii il mio cazzo diventare duro all’astante. Abbassai gli occhi e vidi il pantalone riempito di una forma inequivocabile fino alla tasca laterale. Vidi lo sguardo della dottoressa West cadere sul mio inguine e vidi la sua espressione, i suoi occhi. Desiderio. Si mordicchio il labbro inferiore come un gesto istintivo. Fu il momento in cui capii che potevo affondare il colpo. Mi feci scivolare sulla poltrona assumendo una posizione meno eretta e meno carina ma così facendo, misi in bella vista il mio cazzo sotto il pantalone nero. Mi spostai anche leggermente verso di lei. Cercai di avvicinarmi lentamente mentre si continuava a parlare di cose che non importava a nessuno. Vidi il suo sguardo cadere di nuovo sulle mie forme e vidi di nuovo i suoi occhi esclamare quasi ”ti voglio!!!”. Rispose alle mie provocazioni chinandosi un po in avanti verso di me per farmi vedere il tunnel meraviglioso tra le sue tette. Non resistetti. Con una mano le presi la nuca e la baciai. Secco. Forte. Deciso.
    Fu un piccolo attimo di interminabile piacere. Uno schiaffo di quelli che stenderebbero un leone mi arrivò dritto in faccia. Non appena tornai in me dopo il colpo vidi il mondo crollarmi addosso. I miei sogni andare in fumo. Tutti i miei sacrifici gettati al vento. Volati via. Un'altra sberla. Con egual potenza mi arrivò sull’altra guancia. Mi sentii spinto col le spalle sulla poltrona. Con le mani mi bloccava le braccia come sulla croce. “porco” gridò. “sei un porco!!”. Aprii gli occhi e le sue tette erano davanti alla mia faccia. A due centimetri. Sentivo il loro profumo. Era a cavalcioni su di me. La sua gonna era arrivata quasi alla vita, quasi le vedevo gli slip. Mollò la presa e si strappò la camicia. Le sue grosse tette esplosero fuori coperte solo dal reggiseno che sembrava potesse cedere da un momento all’altro. Si buttò in avanti e mi ritrovai la faccia tra le sue enormi tette. Un quarta che pareva una sesta sul suo corpicino minuto. “ti piace così porco?”esclamò. “huuhhhmmmm” dissi tra le sue tette. In realtà voleva essere “soffoco!!”. Si sedette su di me e sentii Il mio cazzo che stava per esplodere. Iniziò a sfregarsi ondeggiando con il bacino sul mio cazzo in totale erezione. Le misi le mani sul sedere, la gonna ormai le era arrivata quasi alle ascelle e sentivo la sua pelle soda e liscia come la seta. Bellissima. Si tirò indietro e respirai. Le sue tette erano enormi. Decisi si reagire. “senti il mio cazzo duro troia?” esclamai con tono severo. “ora te lo infilo tutto dentro!” le mie parole furono come una sniffata di cocaina. Emise un gemito di piacere, alzo la testa e si passo mano tra i capelli con gli occhi chiusi e la bocca aperta e sospirante di piacere. Con le mani ero arrivato a schiacciarle il delicato buco del culo che si dilatava leggermente frenato solo dal filo del perizoma. Sentivo che la cosa la faceva impazzire e immaginai subito che poco dopo l’avrei inculata per bene. Il cazzo mi divenne ancora più duro. Iniziai a sentire umide prima le dita che tenevo sul suo culo e poi la verga. Si stava bagnando come una spugna appena emersa dall’acqua. aveva inzuppato i mei pantaloni fino ad arrivare al mio bastone turgido. Continuava a dimenarsi e cavalcarmi. Con una mano le schiacciavo il culo e con l’altra mi diressi all’attaccatura del reggiseno. Lo slacciai. Le sue tette esplosero sulla mia faccia, turgidi capezzoli eccitati davanti ai miei occhi che ballavano al ritmo della sua cavalcata. Godeva. Godevo. Iniziai a leccarli e succhiarli, con la mano le stringevo l’enorme tetta e sentivo accelerare la cavalcata. “sbam!!” le tirai uno schiaffo sul sedere e lei emise uno grido di inequivocabile piacere. Stufo la presi con forza e la buttai sul divano. Cadde in ginocchio appoggiata sulle tette. Il suo culo in bella vista. Iniziai a sculacciarla, e lei godeva. Mi abbassai i pantaloni e lei di scatto si girò e mi afferrò il cazzo con i denti. Per fortuna avevo ancora gli slip. Lei aveva uno sguardo assatanato, voglioso di cazzo. Lo baciava fissandomi negli occhi. Lo mordicchiava. Tirai piano piano giù gli slip. Lei pareva in continuo orgasmo. Quando verrà cosa farà mi chiesi. Mi eccitai ulteriormente. Finalmente liberai la bestia dalla gabbia che schizzò fuori gli slip schiaffeggiando il viso della troia. Le piacque ed allora afferrai il cazzo e le tirai dei forti colpi in faccia e sulle labbra carnose. “succhialo tutto” le ordinai. Senza esitare lo infilo in bocca. Fece fatica per le dimensioni, ma era evidente che questo la faceva impazzire. Inizio a succhiare con veemenza. Le sue labbra carnose erano bellissime poggiate sul mio cazzone. Le presi la testa e la spinsi fino a farle ingoiare tutto. Un reflusso involontario bloccò la sua succhiata ma riprese immediatamente, giusto il tempo di respirare. Continuai per qualche minuto a fottere la sua bocca e la sua gola poi stufo la presi con forza, la sollevai e la capovolsi. Un sessantanove in piedi . la tenevo cingendola per il bacino con un braccio mentra con l’altro le spinsi prima la testa sul mio cazzo, che lei riprese a succhiare e segare con rinnovato piacere, e poi scostai la sua zuppa e minuscola mutanda per infilarle la lingua dentro la sua figa rasata. La infilai di colpo sentendo mugugnare di piacere dalla sua bocca piena di cazzo. Le leccai tutto dal clitoride turgido e delicato fino al suo splendido culetto, probabilmente ancora vergine. Mi buttai all’ indietro sulla poltrona un po affaticato dallo sforzo e continuammo questo sessantanove al sessantanovesimo piano con molta foga e molta voglia di figa, da parte mia, e di cazzo da parte sua. Sentivo le sue tette sul mio pube, sentivo i suoi duri capezzoli. Godevo da morire. Alternava il pompino profondo in gola con la succhiata forte della cappella con le leccate di delle mie palle, mi faceva impazzire e mi eccitavo sempre di piu leccando la sua calda ed umida figa. Sentivo tutto il suo sapore in bocca. Godevo. La penetravo con le dita facendole gocciolare direttamente sulla mia lingua attaccata al suo clitoride tutto il caldo succo che bevevo come acqua dopo due giorni di secca nel deserto. Iniziai anche a pentrarle dolcemente il culo con un dito, poi due. Lei godeva. Le penetravo sia la figa che il culo e sentivo le mie dita toccarsi dentro i suoi meravigliosi buchi. “voglio fotterti” le dissi. Lei balzo in piedi e si mise a novanta appoggiata allo schienale del divano. Da dietro mi avvicinai e puntaii il mio cazzo alle sue labbra gonfie dal piacere. Con dolcezza e lentamente entrai dentro facendole sentire un po per volta tutto il mio largo cazzo. Sentivo la sua figa dilatarsi intorno alla mia cappella insieme a tante contrazioni di piacere iniziai ad accelerare e lei inizio a gridare, “siii scopami siii” urlava di piacere. Le schiaffeggiavo il sedere e lei ansimava. La cavalcavo con vigore e forza alternando movimenti lenti con accelerazioni veloci e potenti. Con una mano le stimolavo il clitoride e con l’altra iniziai a penetrarle il culo. Mi accoglieva con piacere. Sentivo la sua acqua gocciolarmi lungo le palle fino a schizzarmi sulle gambe. Mai vista una troia bagnarsi cosi. Lo tiro fuori e mi siedo sul divano facendola salire di nuovo a cavalcioni su di me ma stavolta le infilo il cazzo dritto nella figa senza esitazione. Lei lo riceve tutto godendo. Dai suoi occhi azzurri si leggeva la voglia di un grosso cazzo che la penetrasse violentemente. Mi cavalcava come una forsennata sfregando il suo clitoride sul mio pube e bagnando ogni cosa nel raggio di un metro. Sentivo il mio cazzo toccare il suo utero, lo teneva tutto infilato nella figa delicata ma dannata. Gridava di piacere. Le infilai di nuovo le dita nel culo, questa volta quattro dita: indice e medio di entrambe le mani. Sentivo che le voleva sempre più dentro la troia. Iniziò ad urlare più forte ed accelerò il ritmo. Stava per venire. Le godevo nell’orecchio facendole sentire il mio piacere. Ed ogni tanto le succhiavo i grossi capezzoli che lei stessa mi porgeva in bocca. Accelerò sempre di più fin quando non iniziò a tremare. Si scostò di colpo all’indietro facendo uscire il mio cazzo e con una mano allargò la sua figa facendomi schizzare il suo succo tutto sul mio corpo fino a farmelo arrivare sul collo. Esplose come un vulcano. Il secondo getto fu più forte e mi arrivò dritto in faccia bagnandomi tutto. Godevo da morire, sentivo il cazzo pronto ad esplodere in una mare di sborra. Ma era presto e resistetti alla tentazione. Continuò a schizzarmi il suo succo addosso ancora per un pò fin quando non si accasciò su un lato. Ero completamente bagnato e stupefatto. Ero eccitato a mille. Il mio cazzo sembrava addirittura ancora più grande di prima. Volevo sborrare. La presi con forza mentre ancora era in estasi. Gocciolava. La misi a novanta con il petto poggiato sul divano la sua figa ed il suo culo completamente in bella vista ed aperti a me. Con decisione presi il mio cazzo e lo spinsi nel suo culo ancora dilatato dalle mie dita e dal suo orgasmo vulcanico. Urlò dal dolore, cercò vanamente di muoversi ma era inerme e bloccata dalla mia spinta. Infilai tutto il mio enorme cazzo nel suo culo. Fino in fondo. Fino alle palle. Gridava. Ora non so più se dal dolore o dal piacere. Iniziai a scoparla con forza. Vedevo il margine del suo culo dilatarsi e vedevo scomparire il mio cazzo al suo interno. Bellissimo. Le grida si trasformarono in gemiti di piacere. “sfondami siii” gridava. La sborra inizio a salire dalle mie palle, la sentivo pronta a spruzzare fuori. Le sue grida non facevano altro che eccitarmi ulteriormente. Non resistetti più. Tirai fuori il cazzo, girai la troia verso di me e segandomi con forza arrivai al culmine del piacere. Lei a bocca aperta ricevette il mio getto bianco e bollente su tutto il viso. Come bicchieri d’acqua la mia sborra calda e bianca inondò la sua bocca ed il suo viso. Infilai il mio cazzo esausto tra le sue enormi tette mentre lei gustava con estasiata il mio succo prelibato. Leccò tutto. E bevve tutto. Mentre io rilassavo il mio cazzo tra le sue enormi tette.
    Mi rilassai per qualche minuto accanto a lei ed al suo corpo meraviglioso. Ancora non credevo a quello che era successo. Bella e troia. Un connubio difficile da trovare.
    Qualche giorno dopo una telefonata mi avvertì di un nuovo appuntamento nella stanza numero uno del piano sessantanove. Questa volta era per la firma del contratto. Sono stato assunto. E grazie al cazzo.
     
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