Il mare tra le cosce

Tradimento

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  1. theaterofthebass88
     
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    Avevamo lasciato la costa da ormai un paio di ore e lui non si era ancora fermato un attimo.
    Mio marito mi aveva regalato una giornata in barca a vela, visto che non potevo seguirlo nelle sue immersioni e la vita da spiaggia un po' mi stava venendo a noia.
    Il marinaio che governava la barca completamente da solo era un ragazzo sui trent'anni, con un fisico tonico e ben equilibrato.
    I suoi muscoli, che potevo ammirare mentre si tendevano sotto la pelle abbronzatissima erano chiaramente frutto del lavoro sulla barca e non di una palestra.
    Aveva un colore quasi dorato, che contrastava con gli occhi blu ed i capelli biondi schiariti dal mare, quello stesso mare che mi stava cullando come fossi una bambina, con le sue onde dolci ed il profumo di salsedine.
    Lo avevo conosciuto qualche sera prima, mi aveva detto poco di lui, sapevo solo che aveva venduto la sua casa per comperarsi la barca e si manteneva facendo il fotografo free lance in inverno mentre girava il mondo.
    In estate arrotondava affittando la sua piccola barca ai turisti che volevano vivere il mare in modo particolarmente intimo.
    Ero sdraiata sul legno del ponte, con indosso solo il costume, mi ero girata di schiena tenendo slacciato il sopra e lo spiavo con la testa pigramente appoggiata al telo da mare che avevo sistemato sul legno della barca.
    Era un ragazzo interessante, di poche parole, ma ogni volta che iniziavamo una conversazione su di un argomento restavo rapita dal suo modo di esprimersi.
    Lo vidi sparire sottocoperta e la brezza marina mi fece scivolare lentamente tra le braccia di Morfeo.
    Mi svegliai di soprassalto con un urlo, lui era dietro di me, le gocce di due moitho ghiacciati mi erano scivolate sulla pelle scottata dal sole.
    Mi ero svegliata con ancora la sensazione delle sue mani sul corpo, rapita dal sogno a cui mi ero appena abbandonata.
    "Fa parte dei servizi offerti dall'escursione?"
    Lo chiesi sorridendo senza curarmi dei miei seni in bella mostra davanti ai suoi occhi, che erano di un colore che mi ricordava il mare.
    "Non proprio ma se devo essere sincero tra i servizi che non offro ti potrei suggerire anche un delicato massaggio mentre lo sorseggi"
    Mi adagiai dolcemente sul ventre, i capezzoli tradivano tutta la mia eccitazione, il pezzo sopra del reggiseno ormai era andato e con lui tutte le mie residue inibizioni.
    "Vado a prendere l'olio, torno subito"
    Lo vidi sparire lentamente sottocoperta, la schiena nuda e muscolosa, vestito solo con un paio di jeans tagliati corti, presi il telefono e mandai un messaggio alla sua mail, con scritto quello che una donna raffinata e di classe come me non avrebbe mai avuto il coraggio di chiedere.
    Finimmo di sorseggiare i drink, lui interrompeva la delicata preparazione della mia pelle per gustarne un sorso mentre il vento tra le vele ed i gabbiani ci facevano le fusa.
    Quando fui unta e bagnata a dovere sentii le sue dita prendere possesso del mio corpo, il tocco forte e deciso mi scaldava, il pensiero che fossi in suo completo potere lontana da tutti e tutto mi dava un brivido lungo la schiena che scendeva fino a infradiciarmi tra le cosce.
    L'alcol a stomaco vuoto mi dava un senso di euforia, appena le sue mani scesero sulle mie reni spinsi oscenamente in fuori i glutei e restai con il mio frutto esposto da sotto la licra bianca del costume che i miei umori avevano completamente inzuppato.
    Il massaggio si fece più deciso le dita spostavano gentilmente il tessuto mentre mi sfiorava l'interno delle cosce, sentii le sue labbra appoggiarsi al mio collo.
    Mi fece girare, le nostre bocche si incontrarono e mentre il beccheggio ci dava il ritmo di un lungo bacio lo sentii incominciare a masturbarmi, prima con un lento massaggio al clitoride, poi quando le mie labbra si aprirono, oscenamente offerte alle sue dita, mi inizio' a fottere dolcemente, cercando all interno del mio corpo l'interruttore per accende dentro di me il paradiso.
    Il suo tocco esperto e la sua lingua dentro di me mi portarono velocemente all' orgasmo, venni copiosamente, urlandolo alle onde, poi stremata dal piacere gli chiesi di controllare se gli fosse arrivata una cosa sulla mail.
    Rimase sorpreso, in un certo senso pensai che fosse decisamente da stronza interromperlo dopo che avevo appena provato un piacere così profondo e mi stupii vederlo prendere il tablet senza sollevare alcuna obiezione.

    "Ascoltami, ora voglio che tu mi violenti, fallo con la forza, strappandomi il costume, non ti preoccupare tanto ne ho un altro, mi raccomando fallo sembrare vero, io mi ribellerò perché sono una madre e moglie modello, ma sono sicuro che alla fine saprai piegarmi con la forza, e mi raccomando non mi risparmiare il buco del culo"

    Lo vidi posare il tablet, sulle labbra gli si era disegnato un sorriso, poi il suo sguardo risoluto si poso' sulla mia carne.
    Ormai avevo innescato deliberatamente una cosa che non potevo più controllare, eravamo in mezzo al nulla e se anche avessi voluto tornare indietro non mi avrebbe creduto.
    Sentii la paura materializzarsi nella mente, e improvvisamente mi ritrovai fradicia.
    Tentai di alzarmi, ma lui era già sopra di me e mi teneva per i polsi.
    Le sue mani erano due morse, tentai di oppormi, ma con mio sommo piacere scoprii che era talmente forte che l'unica cosa che potevo fare era farmi piantare il suo cazzo in corpo come e dove gli pareva.
    Urlai forte, per tutta risposta mi prese entrambe i polsi con una mano e con l'altra, mentre mi trascinava sul ponte, mi prese la mutande e con un colpo secco me la strappo' di dosso.
    Sentii il bruciore che la licra mi aveva lasciato mentre si strappava in mille pezzi mordendomi la carne.
    " Ora ti chiavo in gola troia"
    Me lo disse deciso mentre si apriva i jeans, io già stanca di lottare spalancai la bocca pronta ad essere usata come una bambola di gomma nelle sue mani.
    " Non Lasciarmi segni in posti visibili, fallo per i bambini, sono pronta a fare tutto quello che vuoi ma non farmi male"
    Lo dissi soffocata mentre la sua cappella mi forzava le labbra, non lo succhiai, mi limitai a farmelo piantare in gola mentre lo sentivo duro e venoso pulsarmi dentro.
    Ero fradicia, ma volevo provocarlo, mi alzai di scatto e tentai di fuggire.
    Due passi e mi sentii afferrare per i capelli.
    "Haaaaarg farò la brava ti prego"
    Ero a carponi, l'unica risposta che ebbi fu il suo sputo che mi colava tra le chiappe.
    Mi prese in modo animalesco, da dietro, ma sentivo quanto fosse un amante esperto.
    Superata la fase del gioco, mi era scivolato dentro, una mano era sotto di me, mi aveva accarezzato il ventre, per poi iniziare a giocare con il mio clitoride che ormai era gonfio e duro come un cazzo in miniatura.
    Ad ogni affondo lo sentivo entrare con una magistrale lentezza, per farmi gustare quello splendido cazzo che si faceva strada in me come una lama nel burro.
    Sentico la sua bocca sul collo darmi brividi intensi.
    Avvertii la brezza del mare sfiorarmi i capezzoli, era come se avessi un secondo amante che mi accarezzava, mentre il cazzo di lui si muoveva sempre più deciso nel mio ventre.
    "Inculami, prenditi il culo tesoro sfondamelo!!!!"
    Non ebbi bisogno di incitarlo ulteriormente, mi sollevo' di forza, sentivo la potenza delle sue braccia sul mio corpo.
    Nelle sue mani ero come una bambola di pezza, fradicia di miele e schizzi di acqua marina.
    Mi fece appoggiare a poppa con le mani ben salde sul corrimano, le gambe oscenamente larghe, nella posizione che occupava la polena sui vecchi velieri.
    Lo sentii abbassarsi per lavorarmi tra le natiche con la bocca.
    Ero pronta, ma lui voleva gustare il sapore del mio piacere, le sue dita si accomodarono dentro il mio frutto iniziando a lavorare piano, in senso orario regalandomi un altro orgasmo, lo gustai mentre la sua cappella si faceva strada nel mio intestino, con il dolore ed il piacere che ballavano avvinghiati un ballo scabroso ed eccitantissimo.
    Passai il resto della giornata in spiaggia, approdammo in una caletta deserta, mentre avevo ancora il suo miele dentro di me.
    Restammo ad abbronzarci nudi fino al tramonto, mentre le sue dita mi sfioravano i capelli e le sue labbra giocavano con la mia pelle arrossata dal sole.
    Saremmo rientrati tardi e non sapevo ancora cosa raccontare a mio marito, ma non per il ritardo bensi' per la decisione di passare il resto della vacanza in barca con lui.
     
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0 replies since 3/5/2014, 15:27   3548 views
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