Come cane e gatta Scopata tra fratelli

racconto erotico incesto fratello sorella

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    11,422

    Status
    -Mi raccomando, Marco, cercate, tu e tua sorella, di andare d’accordo per questi 15 giorni che stiamo in ferie. Io e tua madre vogliamo stare tranquilli, e non trovare la casa a soqquadro
    -Non ti preoccupare. Questa sacca dei beni di conforto te la metto sul sedile posteriore-
    -Si va bene, e poi adesso non siete più bambini, siete maggiorenni, sei tu il più grande e tocca a te usare la testa, sai come è fatta tua sorella-
    -Si! una rompi-
    -Ecco, non cominciare e porta pazienza-
    -Va bene, fate buon viaggio e fateci sapere quando arrivate-
    Dopo aver salutato i genitori, Marco rientra in casa e trova in cucina la sorella in accappatoio a far colazione.
    -Elena, cosa hai intenzione di fare oggi?-
    -Che ti frega?-
    -Cominciamo bene! Dovremmo metterci d’accordo sui pasti, le spese, e tutto il resto-
    -Va bhe!, scusa, io faccio una doccia e poi mi trovo con le amiche al centro commerciale, mangeremo un boccone lì e poi stasera esco con Franco-
    -Ah, lo stronzo-
    -Fatti i cazzi tuoi-
    -Certo lo devi frequentare tu non io-
    -Appunto, e tu cosa fai?
    -Dopo che sei uscita mi cambio e vado al circolo per una partita di tennis e stasera andiamo a cena con la compagnia-
    -A domani allora se non ci incontriamo stasera .
    Al suo ritorno a casa ancora vestito da tennis, trova sua sorella seduta sul divano con una faccia da funerale da far paura.
    -Cosa c’è? Mi sembri un pochino abbacchiata, raccontami-
    -Sei ancora vestito da tennis, non ti fai la doccia dopo la partita? Se vuoi parlare con me lavati prima, puzzi da far paura.-
    -Faccio la doccia a casa, così mi preparo per uscire per non cambiarmi continuamente, vado e torno.
    In boxer e a torso nudo dopo un quarto d’ora, Marco ritorna a sedersi vicino alla sorella.
    -Vado bene adesso? Tutto lindo e profumato. Dai dimmi tutto, sfogati
    -Quella testa di cazzo mi ha dato buca, vuole andare con i suoi amici alla partita-
    -Ma va’!!!, ma non è domani?-
    -Si ma dice che è un evento speciale , ci sarà casino e non vogliono restare imbottigliati col rischio di non arrivare in tempo, così partono stasera. Mi ha detto che hanno deciso all’ultimo, io sono a piedi senza le amiche già impegnate. Mi porti a cena con te?
    -Ma i miei amici non erano tutti sfigati con la puzza sotto il naso e le ragazze delle sciaquette sbiadite?
    -Piuttosto di stare a casa di sabato sera uscirei col gobbo di Notre Dame-
    -Grazie della considerazione, ma se ti comporti bene almeno con le ragazze ti ci porto-
    -Grazie-
    E schiocca un bacio sulla guancia del fratello che scuote la testa rassegnato. Più tardi Marco è pronto ed Elena, come solito, si fa attendere.
    -Ti sbrighi, che siamo in ritardo, non voglio fare la figura del buzzurro che si fa desiderare-
    Dopo alcuni minuti scende Elena, minigonna e giubbino di jeans, e sotto il giubbino, come al solito, niente; va bene che a 18 anni e con tutto lo sport che fa, le tette non hanno bisogno di aiuti per stare su nonostante le loro dimensioni, notevoli senza essere esagerate, ma Marco avrebbe preferito qualcosa di più castigato. Con i sandaletti tacco 11 fa proprio una splendida figura.
    -Stangona come sei ti servivano anche quei tacchi?
    -Hai paura che faccia fare brutta figura ai tuoi amici tappo?
    -Ah, ah, in effetti molti li surclassi-
    -Cos’è? fai anche i complimenti adesso?-
    -Andiamo vah-
    In auto, sulla strada del ritorno i due fratelli sono rilassati ed allegri, la cena è andata bene, senza intoppi e con soddisfazione di entrambi, ridono contenti ricordando alcuni episodi della serata.
    -Ma tu non potresti essere così anche a casa, stasera sei stato spiritoso, hai fatto divertire tutti con le tue battute, eri l’anima della compagnia senza essere il solito sbruffone. C’erano quelle due di fronte a te che mangiavano te con gli occhi e con gli stessi incenerivano me per essere lì. Ci scommetto che erano bagnate fradice. Quante te ne sei scopate delle presenti?
    -In primo luogo sono così anche in casa, ma quando faccio battute ti incazzi permalosa come una gatta randagia. E poi sono un gentiluomo, certe cose si fanno ma assolutamente non si dicono, non è educato né corretto nei loro confronti-
    -Non sapevo di avere un lord inglese come fratello.
    -Piantala, se no mi diventi spiritosa anche tu.
    -Buona notte- -Anche a te, ma prima mi faccio una doccia-
    -Ancora? È la terza oggi-
    -Hai ragione, ma mi sento tutta attaccaticcia con questo caldo afoso, beati papà e mamma in ferie, ma hanno chiamato?
    -Si, arrivati tutto bene-
    Dieci minuti dopo Marco sta leggendo a letto, quando sente un richiamo
    -Marco! Mi vieni a mettere la crema?
    Sottovoce –uffa- Arrivo
    Sulla soglia della camera si blocca di colpo. Di traverso sul letto matrimoniale, sdraiata a pancia in giù, c’è sua sorella, nudaaaaaaa. Le lunghe gambe ben disegnate leggermente divaricate lasciano intravedere il solco delle natiche ombreggiato da una leggera peluria che si intensifica più sotto. Sapeva di avere una sorella bellissima, ma vederla nel suo massimo splendore è stato uno shock.
    -Sei nuda!!!!!!!!!!!!!!!
    -Perché? Volevi mettermi la crema sui vestiti?
    -Almeno le mutande-
    -Apri il secondo cassetto del comò senza guardare e prendi la prima cosa che ti capita in mano.
    Così facendo Marco si trova in mano uno string, due sottili cordoncini trattenuti da un triangolino di pizzo blu. Elena intanto si è girata di schiena, spicca così un folto tappetino di lucenti peli neri a proteggere le rosee grandi labbra della figa. Si rende conto che quello striminzito cosino non avrebbe neppure coperto del tutto quel morbido pube. Elena appoggia un piede sul torace ed uno sui boxer dello stranito fratello.
    -Allora? Cambiava qualcosa? E quelle non sono le più piccole.
    -No, no, ma cazzo sei mia sorella!
    Intanto Marco accarezza il piede profumato di gelsomino, il bagnoschiuma di sua sorella; e sente un guizzo fra le gambe, il piede di Elena comincia a fare il suo effetto; si porta il dito piccolo del piede alla bocca e prima lo bacia teneramente e poi lo succhia con voluttà. L’altro piede intanto è riuscito ad abbassare i boxer che ora sono scivolati a terra. Anche Marco adesso è come mamma, lo sport, e una sana alimentazione l’ha fatto: un ventenne di quasi 1,90 con muscoli giusti.
    -Siiiiiiiiiiiii. Secondo me è tabù se mi metti incinta, ma che differenza fa se mi baci i piedi come stai facendo, o un capezzolo, una guancia, o magari la figa. Sono sempre io. Non ti piaccio?
    -Sei una bellissima donna-
    -I tuoi amici, e questo lo so perché qualcuno me l’ha riferito, dicono che sono una strafiga. Ti prego leccami tutta.
    Imperterrito Marco assapora ogni dita del piede della sorella insinuando la lingua fra l’uno e l’altro, succhia più avidamente l’alluce. Elena mugola sommessamente, emette un suono come di una gatta che fa le fusa; si sta godendo intensamente quanto il fratello le sta facendo. Un leggero umidore compare dalle grandi labbra della figa che si aprono con il divaricarsi delle gambe. Marco mordicchia ora il tendine delle sottili caviglie da puledra di razza. Striscia la lingua sul polpaccio tornito prima di arrivare all’incavo del ginocchio e lambisce goloso una goccia di sudore, prodotto del caldo e della tensione erotica che attanaglia Elena. I mugolii si alternano come un mantra a dei siiiiiiiiiiiiiiii, sussurrati a bocca spalancata, vogliosa e soddisfatta. I piccoli morsi nella tenera parte interna provocano alla ragazza un sussulto che per un attimo fa perdere, alla bocca di Marco, il contatto con la serica e profumata pelle. Si riprende subito evitando il pube ma abbassandosi sul fianco, e superato il culo sodo entra sul ventre teso e piatto per infilare la lingua nell’ombelico. Prosegue per la base del seno ignorando il capezzolo, grosso come una nocciola, teso, duro, dolorante per l’eccitazione. Raggiunge infine l’ascella pelosa, sudata ma profumata ,comincia a lambire come un cagnolino assetato tutti liquidi che la sorella gli offre.
    -Ti da fastidio se sono pelosa?
    -Assolutamente no, baciare le depilate mi sembra di essere un pedofilo, le bambine sono lisce, le donne hanno i peli, e i tuoi sono dolci e profumati.
    Intanto una mano di Marco accarezza il pube e due dita tentano di entrare nella fessura della figa ormai fradicia. Operazione facilitata dalle gambe spalancate, desiderose di accoglierlo, il palmo di lui è appoggiato per intero sul monte di Venere della sorella e preme sul grosso clitoride sporgente ed arrossato. Una mano di Elena afferra il cazzo ormai duro come un paletto, non si muove, si limita a stare strettamente avvinghiata a quel pene che non riesce neppure a circondare con tutte le dita, lo impugna quasi fosse uno scettro da non perdere a nessun costo.
    -Scopami, chiavami, scopami, chiavami, scopami, scopami-
    Marco non se dà per inteso, continua ad assaporare il corpo magnifico ed opulento della sorella, mai sazio dei suoi sapori e profumi, che ora provengono anche dalle secrezioni della figa. Quando mordicchia un capezzolo, strappa un urlo di piacere alla sorella che si inarca tendendo tutti muscoli delle gambe e del ventre, una visione eccitante. l’arrivo della bocca sul clitoride infiammato, provoca uno spasmo e per non urlare ancora si porta la punta del cazzo alle labbra per baciarlo e leccarlo con l’avida linguetta, la mano non lo lascia, sempre strettamente avvinghiata .
    -Se vuoi che ti scopi lo devi lasciare- le sussurra Marco
    Liberato dalla presa, si inginocchia fra le cosce della sorella ed appoggia il cazzo sull’apertura della figa che si spalanca ad accoglierlo, e lentamente entra, la ragazza spinge di colpo il bacino contro il corpo del fratello, lo vuole tutto e subito. Gli avvinghia le gambe sulla schiena, lo attira a sé per un bacio vorace, le lingue che si succhiano dolorosamente si mordono, si intrecciano e lei gode con un rantolo a bocca spalancata come fosse trafitta a morte.
    -Prendo la pillola ma non sborrarmi dentro, ti voglio bere-
    Ormai non potendosi più trattenere, esce dalla calda figa della sorella e si sdraia, teso come la corda di un violino, lei gli è subito sopra pronta ad ingoiare il cazzo lucido dei suoi umori odorosi ed appoggia la sua figa sulla faccia del fratello. Il getto improvviso, potente e copioso, la trova quasi sorpresa, ma serrando strettamente le labbra non ne perde una goccia. Per un po’ assapora il gusto dello sperma, e poi voluttuosamente lo ingoia a grandi sorsi. Marco ha la faccia imbrattata da liquore della sorella tanto copioso che la sua lingua non è riuscita a berlo tutto, ma sta leccando, goloso, le cosce ed i peli fradici di lei. Restano così per lunghi minuti, soddisfatti ma increduli per quanto successo, si stringono per non perdere quanto si sono dati. Ascoltano i cuori rallentare il ritmo furioso che li aveva squassati pochi attimi prima. Il respiro, prima rapido ed affannoso si va regolarizzando, ma le lingue non rinunciano a leccare la pelle sudata e bagnata. Finalmente acquietati
    -Andiamo in bagno-
    -Vai prima pure tu-
    -No, assieme-
    -Perché?
    -Con la mia piscia ti lavo il cazzo e tu mi lavi la figa con la tua-
    -E’ la sera delle sorprese, io simpatico, e la sorellina faccia d’angelo una troia-
    -Ah, ah, no, troia grandisssssima, con almeno quattro esse.
    Dopo questo rito pagano, abbracciati tornano a letto, lui sdraiato sulla schiena e le mani dietro la testa, lei accoccolata addosso a lui con una gamba sulle sue, la mano ad accarezzare l’ormai morbido pene, con le unghie gli stuzzica la tenera pelle fra i coglioni ed il buco del culo, provocando dei lievi sussulti all’esausto Marco. Gli lecca le ascelle, gli mordicchia il capezzolo come ha fatto lui prima.
    -Senti Marco, facciamo un patto, non possiamo vivere assieme, continuiamo la nostra vita come prima, io con i miei fidanzati stronzi, tu con le tue sciacquette anemiche, ma quando te lo chiedo tu stai con me, se non vai a puttane, e quando mi vuoi tu, mi prendi. Ti va?
    -Io non vado a puttane, non ho mai pagato una donna per tua regola e poi, come si può rifiutare un’offerta così e fatta dalla più bella troia del mondo.
    -E’ il più bel complimento che mi potevi fare, sarò sempre la tua troia, sono giovane ma nessuno mi ha fatta godere come te stasera, ho perso la testa.
    Dopo queste parole Marco sprofonda in sonno pesante e ristoratore, il tennis, la cena, e la splendida scopata hanno fatto effetto. Con un sorrisino beato lei continua a sbaciucchiarselo ancoro un po’, poi, spenta la luce, si distende dalla sua parte. Non dorme, gli occhi sbarrati fissano il soffitto, cambia continuamente posizione, suda copiosamente per la tensione che le afferra le viscere, un pensiero ossessivo in testa. Va in bagno ad asciugarsi, apre la finestra per cercare sollievo, a nulla serve. Dopo alcune ore di questa tortura si rialza e scende in cucina. Marco, imperterrito continua a dormire. Al suo ritorno in camera, accecata dopo aver spento la luce del corridoio inciampa dolorosamente e nella sedia che precipita fragorosamente a terra. Il fratello si sveglia di soprassalto ed accesa l’abatjour vede la sorella in piedi a massaggiarsi uno stinco dolorante.
    -Cosa è stato?
    -Niente, sono inciampata nella sedia, non riuscivo a dormire e sono scesa a bere un bicchiere di latte-
    -Perché non dormi? Ti senti in colpa per quello che è successo? Ti capisco, non è molto normale-
    Le tende una mano e la attira a sé, l’abbraccia, e la coccola. Lei appoggia il capo fra la spalla ed il collo del fratello, lo bacia, gli mordicchia un orecchio.
    -Vuoi scherzare spero? Non sono pentita per niente, te lo ripeto e ficcatelo bene in testa, è stata la cosa più bella che mi potesse capitare. No, è altro-
    -Forse se ti sfoghi te ne liberi-
    -Prima, quando ti ho visto il cazzo tutto duro così grosso….-
    -Grosso, non lo so, non mi pare una esagerazione.
    -Tu i cazzi li hai visti solo mosci, quando fate la doccia voi maschi e non ti rendi conto, ma ti garantisco che rispetto a quello di Andrea e di Franco è quasi il doppio più grosso solo poco più lungo.
    -Ma con Andrea non avevi ancora 16 anni!!!!!!!!!
    -A lui ho fatto solo qualche pompino e un po’ di seghe, mi ha sverginata lo stronzo, ma adesso fai silenzio se no non ti dico più niente. Ti dicevo, quando l’ho visto il primo pensiero è stato: se me lo mette nel culo vergine mi spacca a metà come una impalata.
    -Non devi preoccuparti per quello, sono convinto che due persone adulte e consenzienti possono fare tutto quello che vogliono, purché sia gradito. Non ti costringerò mai a fare qualcosa che non vuoi.
    -Non è quello, è che io lo voglio. Ho pensato tutte queste ore: stai calma, nel pomeriggio ci mettiamo nudi a letto, me lo faccio leccare un po’, un filo di crema, prima un dito e poi due ad allargarmi lentamente e con cautela farmelo infilare. Non ce la faccio ad aspettare, ti voglio subito. Una leccatina, poi lo appoggi sul buco, mi afferri per le spalle, le tette o i fianchi come è più pratico e mi sfondi senza tanti complimenti. Voglio urlare mentre ti prendi la mia seconda verginità, per non farmi sentire da tutto il quartiere, morderò il cuscino. Non voglio obbiezioni, fallo e basta.
    Marco resta senza parole stordito dalla lussuria della sorella, la guarda mettersi carponi con le splendide chiappe per aria, tutta spalancata per lui, la peluria ad incorniciare il fremente buco del culo, la mani di lei ad allargarsi le sode rotondità, la testa affondata nel cuscino. Non può fare a meno di leccare voracemente quel solco invitante, ma lei è impaziente e gli ordina di mettersi in posizione.
    -Quando ti dico vai, sfondami-
    Al comando, Marco afferra i fianchi della sorella e con uno strattone solo affonda dolorosamente nel buco del culo di Elena, l’urlo si perde nelle piume del cuscino, ma le sue braccia sono tese, tutti i tendini ed i muscoli doloranti per lo sforzo di affondare le unghie nel materasso. Anche a Marco non è andata meglio, quel buco così stretto quasi gli strappa il prepuzio. Affondato fino al bacino si ferma in attesa che il suo dolore e quello della sorella si acquietino un po’.
    -Adesso ti sento tutto, il dolore è stato atroce ma mi è piaciuto, adesso montami, piano fammelo sentire bene su e giù, sto già quasi per venire-
    Ed infatti dopo solo pochi colpi lunghi e profondi del grosso cazzo invasore gridò il suo estatico : godooooo- sentito il grido di gioia stava per ritrarsi.
    -Se lo fai ti potrei uccidere, adesso mi sborri tutto dentro e poi voglio anche il tuo piscio.
    A queste parole allucinate, anche Marco perse tutti i freni inibitori, ma era la sua seconda volta quella notte. Solo dopo molto tempo, sudato fradicio ed i muscoli doloranti per la tensione, venne con lunghi densi fiotti di sperma, leggermente calmato cominciò un lunga e liberatoria pisciata che invase le viscere di Elena, che sentendosi invasa, urlò il suo nuovo e secondo orgasmo squassante, da stordirla. Si accasciò sul materasso trascinando su di sé il fratello, stretto nella morsa dello sfintere che lo imprigionava. Ci volle un po’ perché si calmassero uno sull’altra, la tensione erotica, lo stress dell’atto doloroso ma infinitamente appagante, avevano stremato entrambi, incapaci di altri gesti. Le natiche dure di Elena continuavano a trattenere il pene ormai molle di Marco che le respirava affannoso sul collo.
    -Adesso sarà dura, mi devi portare in braccio fino in bagno stando dentro, altrimenti facciamo un disastro immane, mi devo svuotare.
    Con non poca fatica, molte acrobazie, grazie anche all’ottima forma fisica di tutti e due, riuscirono nell’intento e lei gli permise di uscire solo da seduti sul water. Se ne venne con una scarica sonora ed abbondante di tutto ciò che le si era accumulato dentro. Lui sul bidè si stava lavando il flaccido cazzo.
    -Ti ho sporcato? Mi spiace.
    -Solo poco, non importa e poi è roba tua e mia-
    Toccata da quella frase prese la testa del fratello avvicinandosela per un bacio dolce, languido, fatto di tenerezza, le lingue a sfiorarsi delicatamente, a disegnare le labbra, non prepotenti ed invase, ma grate per il reciproco piacere che si sono dati. Una mani di lui su un seno ad accarezzarlo delicatamente e stuzzicare un duro capezzolo, la mano di lei a sciacquare li morbido pene. Poi fu la volta di lui a lavare le parti intime della sorella che con la testa appoggiata alla parete si offriva tutta alla sua mano che delicatamente le rinfrescava l’ano irritato e le lavava la folta peluria imbrattata da quegli umori appiccicaticci. Si beava di quel tocco fresco e delicato. Abbracciati, finalmente, caddero in sonno pesante e ristoratore, l’uno a respirare il fiato dell’altra. Dalle persiane socchiuse entra la luce del mezzogiorno quando lei apre gli occhi e si stiracchia come una languida gatta, riposata e serena come non mai. Marco non c’è, si mette a sedere agitata, ma un profumo di cibo proveniente dal basso la tranquillizza; nuda, a piedi scalzi si affaccia alla cucina e la sua statua greca è davanti ai fornelli con solo il grembiule della mamma a proteggerlo dalle scottature. Ha sentito il suo scalpiccio e senza voltarsi le augura –Ben alzata-
    -Mi potevi svegliare, mi hai fatto preoccupare-
    -Solo pochi gradini di distanza, e poi dormivi così bene. Qualcuno si deve pur preoccupare di far da mangiare-
    -Ecco il saggio fratello. Cosa fai?
    -Crèpes-
    -Buone!!, quante te ne mancano?
    -Un paio-
    Lo abbraccia da dietro puntandogli strettamente i capezzoli nella schiena, con una mano ad accarezzare il pettorale duro e ben disegnato, con l’altra più giù a contenere la morbida sacca dei coglioni e del pene adagiato su di essi, gli lecca il sudore che scivola lungo la spina dorsale.
    -Sono drogata-
    -Sei scema, non ti azzardare-
    -Non di quello, imbranato! finisci le crèpes e poi ti dico, sono affamata-
    Si abbassa continuando a succhiare la schiena muscolosa, si inginocchia, allarga le dure natiche e lecca vorace il buco di lui, sconcertato prima si irrigidisce e poi si offre a quella lingua golosa.
    -Sei meno peloso di me-
    -Sono l’evoluzione della specie, le scimmie erano pelose, noi piano piano perderemo i peli e saremo tutti pelati.
    -Allora io sarei una scimmia?-
    -No, una gatta deliziosa-Finito, cosa volevi dirmi a proposito di droga?
    -La mia droga è il tuo cazzo nel culo, voglio essere ancora inculata, ma stavolta alla “ultimo tango a Parigi”, me lo lecchi, ci metti un po’ di burro ed entri lentamente, lo voglio gustare centimetro per centimetro. Si sdraia sul tavolo afferrandosi le gambe e portando le ginocchia allargate al massimo vicino alla testa. E’ tutta spalancata, pronta per lui che esegue. Quando si appoggia lei lo avvinghia strettamente con le gambe intrecciandole dietro la schiena, comincia il lubrificato percorso, lentamente. I mugolii di lei sono rauchi, di gola, ogni poco un sussurro
    - fermati se no vengo subito-
    -Di già-
    -E’ da quando sono sveglia che ti aspetto, non riesco a resistere-
    Di colpo un fiotto di calda e limpida pioggia dorata zampilla dall’uretra di lei ad inondare gli inguini, le cosce serrate e ruscellare a terra lungo le gambe di lui.
    -Mi hai schiacciato la vescica-
    -Dopo ci sarà da pulire parecchio-
    Sperava di allentare la tensione con quella battuta, ma il risultato fu pessimo.
    Difatti dopo pochi secondi un rantolo più profondo e lo stringersi spasmodico delle sue gambe lo avverte dell’orgasmo di lei ; termina in fine il suo percorso e dopo pochi lunghi affondi anche lui scarica lo sperma nelle viscere della sorella. Come ad una marionetta cui abbiano tagliato i fili, lei si affloscia, gambe e braccia spalancate penzolanti dal tavolo; è una visione sublime, la vista di quel florido lucido corpo abbandonato, disteso come un’offerta votiva su un altare pagano, a lui destinato, quasi lo commuove. Quel corpo che si è dato a lui senza remore, con passione impudica, esaltando senza limiti il loro piacere assoluto senza imbarazzi e con gioia. Tenerezza, affetto se non amore incondizionato. Gli occhi lucidi per l’emozione, guardano quello che dovrebbe essere un frutto proibito.
    -Cosa c’è? Hai una faccia che non ti ho mai visto. Piangi?
    -No, scema, è il fumo. Guardavo te che sei bellissima-
    -Meglio far riparare la cappa allora, anche a me vengono i lucciconi
    Esce dalla calda accoglienza di lei, accarezza una gamba e si porta un piede alle labbra per baciarlo con devozione, mentre lei con la mano a coppa raccoglie quanto le esce dal culo e se lo gusta.
    -Anche se esce da lì è sempre buono. Ma adesso a tavola-
    -Non puliamo prima?
    -No, viene troppo tardi, prima mangiamo, siediti che porto in tavola io-
    Si siede in braccio a lui.
    -Fradicia come sono non vorrai che sporchi la sedia?
    -Sei proprio una troia-
    -Grandissima, tua e te la sei goduta tutta. Ti adoro cagnolone mio-
    -Anch’io, e non sai quanto mia dolce, calda, morbida gatta pelosa....
    E’ domenica pomeriggio ed i due fratelli si guardano un po’ imbarazzati.
    -Cosa facciamo? Io starei a casa-
    -Assolutamente no, rispettiamo gli impegni presi, l’accordo è di continuare la vita normale, quello che è successo non deve condizionarci troppo, anche se non sarà possibile. Non posso ancora crederci. Mi aspettano al circolo, e tu le tue amiche e stasera lo stronzo.
    -Hai ragione così lo mando a cagare e non ci penso più, ma in fondo è merito suo. Mi mancherai-
    -Capirai! qualche ora non sono un’eternità-
    -Stronzo impossibile-
    Alle sette di sera squilla il telefonino di Marco: è la sorella.
    -Ciao, che c’è a quest’ora-
    -Non esco più con Franco, l’ho mollato, sei contento, e adesso sono sola, vieni a casa con me?
    -Non posso, sono già impegnato per la cena, fatti accompagnare qui da qualche tua amica, e per lo stronzo era ora, senza secondi fini, solo perché non ti meritava.
    -Preferivo casa ma arrivo-
    Quando entra nella club house Marco porta la sorella al centro, le solleva le braccia sulla testa e la fa girare per mostrarla ai presenti.
    -Qualcuno di voi conosce già mia sorella, altri invece no, questa è Elena, si ferma a cena con noi, ma se qualcuno fa lo spiritoso gli spezzo le gambe.
    Ridono tutti, anche lei con finto imbarazzo, con quegli occhi non può certo atteggiarsi a timida mammoletta. Il rientro in casa è convulso, lei gli si slancia contro per un abbraccio stritolante un bacio violento, voluttuoso e lussurioso, che lui asseconda con altrettanta passione.
    -Mi sei mancato, tre ore, troppe-
    Si spogliano a vicenda dirigendosi in bagno, e dopo essersi lavati i denti mano nella mano sono a letto. Lei si lascia cadere a peso morto sul materasso aprendosi tutta, lui si inginocchia fra le cosce della sorella e comincia a baciarle l’ombelico, sale ai capezzoli già duri per l’eccitazione, poi scende all’inguine leccando la morbida e folta peluria, con i pollici apre le grandi labbra e comincia a leccare la figa proibita e il clitoride infiammato. E’ uno snervante alternarsi di voraci succhiate e lente lappate dal clitoride al pulsante buco del culo. Elena ansima rumorosamente sente l’orgasmo arrivare ma lo vuole con lui dentro, desidera quel cazzo imperioso con voluttà, vuole sentirsi riempire dal desiderio e dal piacere di suo fratello. Implora: -mettimelo dentro, ti prego, ti prego, ti voglio, godimi tutta.- come non accontentare quell’adorata donna che si è data a lui con tanto ardore.
    Pochi colpi bastano ad entrambi per giungere simultaneamente all’orgasmo, restano abbracciati tuttora stupiti ed increduli per il piacere che riescono a donarsi.
    Ormai il sole è alto quando lei si sveglia, ma stavolta il fratello è lì accanto, sveglio, appoggiato, su un gomito la guarda estatico.
    -Sei bellissima, è la cosa più sbagliata che potesse capitare ma al tempo stesso la più meravigliosa-
    -Dimostralo, ho il buco del culo voglioso, lo stai trascurando e si potrebbe offendere-
    Si mette a pancia in giù, si allarga ed attende, lui non oppone resistenza, ogni volontà di resistere svanisce, il pensiero di commettere un delitto non lo sfiora davanti al culo della sorella incestuosamente e deliziosamente oscena. La penetra lentamente affondando fino all’attaccatura ed inchioda al materasso la sorella, le assi del letto cigolano rumorosamente ad ogni affondo, ma solo un grido di piacere simultaneo interrompe quegli assalti. In quei caldi giorni estivi senza i genitori, è una ubriacatura stordente di sesso, a volte dolce e languido a volte violento ed urgente, come fosse l’ultima volta possibile con il terrore di perdersi. Ogni occasione è buona, un semplice sfiorarsi diventa un amplesso sudato, eccitato, golosi uno dell’altra, tutto viene esplorato, ammirato, baciato. Una sera lei prende un paio di sue calze di seta, le avvolge ai polsi di Marco e lo lega se pur morbidamente alla testiera del letto.
    -Cosa hai in mente?-
    -Niente di particolare, voglio solo godermi per intero il mio amante senza che lui interferisca. Fermo, immobile e lascia fare.
    Una tortura medioevale non sarebbe stata tanto terribile, la lingua, le mani, le dita sono passate sul corpo di lui in ogni modo, a mordere i capezzoli, sentire la lingua della sorella nelle orecchie, a lambire il cazzo duro e voglioso di eruttare, ma lei si ferma, aspetta che si calmi per riprendere. Gli succhia tutte le dita di mani e piedi una per una, si intrufola prima con un dito nel culo facendolo sussultare e grugnire, lui che non sopportava neanche le supposte si trova ad amare quell’intrusione, poi era la lingua a fare lo stesso percorso, ma a quel punto l’autocontrollo va a farsi benedire e lunghi fiotti di sperma cremoso si spargono sul suo ventre e sul petto. Lei lo lecca tutto prima che scivoli sul lenzuolo, e dopo averlo pulito fino all’ultima goccia
    -Sei stato precipitoso, dovrò ricominciare da capo per renderti ancora utile per una sana scopata-
    -Precipitoso un corno, è mezz’ora che mi tormenti, e poi così legato non posso toccarti-
    -Ah, lo chiami tormento, ragazzo non sai cosa vuoi dire, hai perso la testa, era solo un assaggio-
    E ricomincia fino a farglielo ridiventare duro, dopo di ché si impala su di lui e gode impudicamente. Come gli scioglie i polsi lui l’abbraccia con forza, non vuole perdere quel dono.
    -Mi stai stritolando, soffoco, non temere non ti lascerò mai, i fratelli non possono divorziare.
    Fra esperienze nuove e lunghe notti insonni a giocare come cuccioli, passano i giorno e si avvicina il momento terribile del ritorno dei genitori. Fanno finta di non pensarci ma il pensiero affiora.
    -Una soluzione la troveremo, e poi sai, magari il brivido del proibito con loro che dormono qui accanto-
    -Non ci pensare, se dovessero scoprirci o ci ammazzano o muoiono di crepacuore loro, non se ne parla neanche, andremo nel mio appartamento dell’università alla meno peggio.
    -Ma sono 150 km, ci andiamo una volta al mese e per una sveltina, trova qualcosa, sei tu il genio della famiglia.
    -Intanto quando comincia l’università da quest’anno ci sei anche tu, e la cosa si sistema, sarà solo per pochi mesi-
    -Capirai! pochi mesi, non riesco a dominarmi per poche ore, figuriamoci pochi mesi
    -I patti però erano che si continuava la vita di prima e solo in caso di necessità ci saremmo trovati-
    -Primo io ho sempre necessità di te, secondo non vedo l’urgenza di frequentare altri stronzi, se mai li trovassi e se mai mi facessi scopare, solo con te comunque farei l’amore e il culo è assolutamente solo tuo; e infine i patti sono stipulati anche per essere violati.
    -Assolutamente no, i patti fra persone che si stimano devono essere rispettati a costo della vita-
    -Ecco il solito moralista intransigente, comunque mancano ancora cinque giorni, ci penseremo, vieni-
    Così dicendo gli prende la mano e lo porta in camera, lo spoglia baciandogli la pelle che man mano si scopre, nudo lo spinge sul letto e davanti a lui comincia un lento spogliarello.si distende al suo fianco e comincia a baciargli il morbido cazzo ed ad accarezzarglielo.
    -Se fai il bravo non ti lego-
    Comincia a lavorare solo sul cazzo del fratello con mani e lingua, non si sposta da lì.
    -Intenzioni?
    -Goditela e basta-
    Alla fine Marco esausto eiacula una quantità esagerata, lei lo stringe in pugno e guarda estasiata quei getti convulsi, sono zampilli che ammira e poi sparge su di lui e su di lei, lo lecca guardandolo negli occhi.
    -Volevo ammirare come riesci a godere di me, volevo vedere il tuo piacere sgorgare da te per merito mio, volevo vedere quanto la mia voglia di te potesse fare. Ho fatto un buon lavoro, ti adoro e grazie per godere così di me-
    Quando si alza per andare in bagno Elena lo segue, mentre lui orina nel water lo abbraccia da dietro e glielo prende in mano sussurrandogli in un orecchio:
    -Le ultime gocce le fai assaggiare a me-
    -Che dici?-
    -Ho bevuto tutto di te, sborra, sudore , saliva, adesso assaggio anche questo, poche gocce.
    Si abbassa ad accogliere l’ultimo spruzzo e leccare la goccia appesa alla punta del cazzo, se la passa sul palato per assaporarla-
    -Magari fra un po’ mi dici che ti è piaciuto e mi chiederai di pisciarti in bocca-
    Si alza leccandosi le labbra.
    -E se così fosse? Se ti dicessi “per favore……. pisciami……in bocca ,vorrebbe dire che mi fa piacere, e la convenzione internazionale impone che quando un amante chiede al suo amato di dargli piacere lui non si può rifiutare, saresti passibile di denuncia per violazione dei diritti umani, non puoi pensare di rifiutarmi un piacere comunque sia, sarebbe una crudeltà
    -Sei completamente pazza, comincio ad avere paura.
    -Si, pazza di te-
    Gli dà una affettuosa e divertita pacca sul culo e se ne va ridendo.
    La realtà però incombe, arrivano i genitori, la vita cambia drasticamente per i due fratelli, solo incontri furtivi e stressanti, qualche volta approfittano delle assenze dei genitori sempre con il timore di rientri improvvisi, alberghi fuori mano, e persino, quando la tensione erotica strabordava, in macchina con il rischio di indesiderati incontri. I genitori sono piacevolmente sorpresi per i nuovi rapporti amichevoli dei due fratelli che da cane e gatta sembrano diventati due maturi adulti senza più insulti, battute maligne richiami irridenti ai rispettivi fidanzati. Inizia alfine anche l’università. La convivenza si rivela quanto di più piacevole si possa immaginare, scomparsa la paura di essere sorpresi, sono rilassati si fanno compagnia con piacere, anche gli studi funzionano alla grande, si aiutano a vicenda cosi come il disbrigo delle faccende. La vicinanza reciproca infonde fiducia e tranquillità, il sesso è quanto di più appagante potessero pensare, mai sazi l’uno dell’altra, sempre disponibili, quando gli sguardi si incrociano, immancabile scappa un bacio.
    -Non so se sia giusto, ma è bello-
    -Sei tu il genio cosa è “giusto”?-
    -Smettila col genio, tu che hai avuto 100 e lode alla maturità, sei arrivata terza in tutta Italia nel test di ammissione della facoltà più selettiva, dimmelo tu una volta.
    -Giusto è quello che due persone si concedono a vicenda senza danneggiare altri-
    -Non basta, l’uomo è un animale sociale, e bisogna vivere con regole che consentano la civile convivenza, ogn’uno di noi ha un compito anche sociale che vivendo così non possiamo adempiere, le persone che ci circondano, quelle che amiamo, i genitori i parenti gli amici vivono con quelle regole e se trapelasse qualcosa saremmo giudicati con quel metro e faremmo loro del male, le nostre azioni non sempre sono fatti isolati che non interferiscono con gli altri.
    -Non lo faremo mai sapere, non andremo certo in piazza a pubblicarlo. Io amo te, tu ami me, spero, questo mi basta.
    Qualche anno dopo alla festa di laurea di Marco conseguita con il solito 110 e lode e menzione, fa un brindisi alzandosi da tavola alla richiesta classica degli amici più cari “ discorso, discorso”
    -Vi ringrazio per essere qui a festeggiare questo momento così importante della mia vita. Se devo essere sincero sono immodestamente orgoglioso del risultato, ma tutto ciò non è solo merito mio, il merito va condiviso con le tre persone più importanti della mia vita: i miei genitori che mi hanno sempre sostenuto, è bastata la fiducia che riponevano in me a spronarmi ad essere sempre migliore per rispettare i loro sacrifici, mai un rimprovero, mai un rimbrotto, solo quello sguardo di assoluta fiducia, come potevo deluderli. E poi, anche se non sembrerà vero, la mia cara ed adorata sorella, lo dico senza ironia, ma la sua vicinanza mi faceva sentire casa, la sua allegria mi alleggeriva il peso dello studio anche nelle fasi più complicate, è stata la mia musa per i due anni che abbiamo convissuto in quell’appartamento. Grazie, senza di voi non sarebbe vita-
    I tre si alzano ad abbracciarlo contemporaneamente, le due donne piangendo come vitellini al macello, il padre, più burbero ma con l’occhietto lucido. Quel giorno si dovevano capire molte cose, ma nessuno ha fatto collegamenti.
    Anche Elena si laurea brillantemente un paio d’anni dopo, sempre convivendo in quell’appartamento, perché Marco ha subito trovato lavoro nella città dell’università, tornando a casa come sempre nei fine settimana, per la gioia dei genitori. Alla laurea di Elena, Marco le propone di associarsi a lui per costituire una società di consulenza, La sua ormai consolidata esperienza, le sue capacità professionali, il fascino naturale che emana, e la conduzione amministrativa di Elena, decretano un immediato successo.
    Alcuni anni dopo, Elena è in attesa, nella sala di una grande bella villa immersa nel verde, del rientro del marito; è nervosa e tesa; deve affrontare un difficile momento dopo solo otto mesi di matrimonio, è un po’ di tempo che la cosa si trascina, è peggiorata nelle ultime settimane e la cosa l’angoscia, ma la notizia ricevuta quel giorno ormai l’ha fatta decidere. Sente la porta chiudersi e lo chiama.
    -Siediti, ti devo parlare, ho notizie spero buone per te-
    -Allora perché quella faccia?
    Gli si avvicina e lo abbraccia,
    -Aspettiamo un bambino-
    -Grandioso, sono l’uomo più felice della terra, avere un figlio da te mi rende orgoglioso, solleverei il mondo-
    -Aspetta, io ti devo lasciare, taci e lasciami parlare, parli dopo se vorrai. Io ti voglio bene e te ne ho voluto sempre tanto, il figlio lo voglio assolutamente e sarà sempre nostro, ma non riesco ad innamorarmi, speravo che il matrimonio trasformasse l’affetto sincero in amore, ma non è stato così. Non sono una buona moglie e lo so, oltre ad essere una buona padrona di casa, so di non soddisfarti. Prima ti rifiutavo 4 volte su 5, mi sono accorta di essere incinta quando la voglia è scomparsa del tutto come quelle femmine di animali che dopo essere state ingravidate rifiutano il maschio. Sono frigida più di un iceberg, non posso continuare a fingere cose che non provo, tu sei giovane non puoi a trentadue anni continuare a vivere senza le gioie che una donna normale può dare, non te lo posso permettere perché ti voglio bene. Il figlio è tuo sicuramente, ma se vuoi faccio anche l’esame del DNA. Ti lascio tutta la libertà di predisporre le cose come preferisci, torno dai miei genitori, mi basterà un aiuto per il bambino solo perché ti senta partecipe della tua paternità, ma non ti chiedo altro, sai che non mi mancherà nulla.-
    -Non voglio perderti, io ti amo-
    -Non puoi dire così, sei troppo intelligente per non sapere che ho ragione, sono solo otto mesi che siamo sposati, forse ancora speri di farti amare, ma fra un po’ sarai costretto a cercare un’altra donna o tante altre per avere ciò che non sono in grado di darti io, e allora sarà solo squallore e vergogna, non voglio arrivare a questo, rifatti una vita serena e felice, ti ricorderai sempre di me attraverso nostro figlio che educheremo assieme.
    -I tuoi lo sanno? E tuo fratello?
    -Non lo sa ancora nessuno, sono cose nostre e dovevano essere risolte solo fra noi tra persone che si apprezzano, si stimano e si vogliono bene, e poi perché mio fratello?
    -So che eravate molto uniti, e poi non te l’ho mai detto ma mi ha fatto paura il giorno del matrimonio, quando è venuto a salutarmi prima di partire mi ha detto con un sorriso da squalo predatore che mi ha impressionato, “ti porti via mia sorella, se le capita qualcosa, il resto della vita la passerai su una sedia a rotelle”. Se questo è quello che hai deciso, va bene! Ma sappi che ti amerò sempre, le altre saranno palliativi, chiama tuo fratello.
    -Si, è meglio che vada a casa dai miei con lui, sarà più facile, è sempre stato convincente con i miei genitori, so che saranno delusi, ma l’arrivo di un nipote compenserà.
    -Ciao Marco, domani vengo da te, ho notizie da darti e torniamo a casa assieme.
    -Successo qualcosa?, non farmi preoccupare con i tuoi soliti indovinelli, problemi con Alfredo?
    -No, te lo passo che vuole salutarti.
    -Ciao, si tua sorella ha qualcosa da dirti, ma una cosa te la posso dire io, aspettiamo un bambino, sarai zio, Elena sta bene ma il resto è meglio che te lo dica lei, ci vediamo.
    Si abbracciano e si consolano a vicenda da persone affezionate e civili.
    -Basta Marco non ce la faccio più, ti devi convincere, voglio solo te, mi hai fatto fare una vita di merda, sempre a cercare fidanzati per acquietare la tua coscienza. Quando ti ascoltavo poi duravano quindici giorni, un mese a far tanto, o li lasciavo io o mi mollavano loro. Non sono mai riuscita a scopare con nessuno, sempre asciutta come il Sahara, non riuscivano neanche ad infilarci un dito nella figa che sembrava piena di segatura, rimediavo a volte con una sega o con un pompino ma poi finiva sempre cosi, mentre con te era sempre l’apoteosi. Con Alfredo ho fatto finalmente una scopata anche se un po’ faticosa e anch’io speravo, ma non sono mai riuscita a godere. Speravo che il matrimonio potesse migliorare la situazione, ma l’ha peggiorata. In otto mesi ho goduto in due occasioni, quando sono venuta da te. Sapere che i nostri incontri non sarebbero stati frequenti mi abbatteva, sono calata 5 chili, ho deciso di dire basta adesso che sono incinta perché voglio il mio bambino, ma se continuo così mi muore dentro. In tutti questi anni hai finto di rispettare il nostro patto, ma non ti sei mai cercato una fidanzata, volevi fare il martire e salvare l’onore della tua sorellina, Alfredo mi ha riferito solo ieri quello che gli hai detto il giorno del matrimonio, mi ha fatto telefonare subito terrorizzato che potessi pensare che la colpa fosse sua. Ho capito solo ieri come sono andate le cose con Luca, mi hai sempre detto che era caduto nel parcheggio quando si è rotto la gamba. Camminerà zoppo per colpa tua solo perché mi ha dato uno schiaffo, ma io non te l’avevo mai detto.
    -Non è come credi!-
    -Taci e lasciami finire, per tornare al mio matrimonio, non so se prima o dopo aver minacciato mio marito sei venuto a salutarmi, mi hai baciato come mai avevi fatto ma non hai pronunciato quelle tre parole che volevo sentirti dire “rimani con me” bastavano queste.
    -Si, bastavano a scatenare un putiferio ed uccidere i nostri genitori-
    -Cinque soli secondi ma ti ho odiato; e poi con quella che ti sei portato dietro che ti stava appiccicata come una sanguisuga, tutto allegro e felice. Tutta commedia, ora basta ti prego accettami, sto appassendo come un fiore reciso gettato via, non far morire me e il mio bambino.
    -Hai torto ed hai ragione, per Luca ho saputo subito chi ti aveva fatto un occhio nero, ma la sera dopo gli ho offerto da bere gli ho detto può capitare, ma da adesso stai a non meno di 500 metri da Elena. Solo una settimana dopo viene ad invitarti a ballare con me presente, è vero che l’hai mandato via, ma lui era venuto per me.
    -Non ti vergogni! Sei un campione di karate, cosa pensavi ti potesse fare? Glielo potevi dire
    -Erano in tre e Oscar il buttafuori li aveva avertiti di stare calmi quando ci ha visto uscire, ci conosciamo bene perché si allena nella mia palestra, ma pensavo di riuscire a gestire la cosa, mi sono saltati addosso subito, mi sono dovuto difendere.
    -Si spaccandogli una gamba e sei rientrato senza un capello fuori posto, mi ricordo.
    -Le fidanzate le ho cercate, ma è vero non cercavo loro ma cercavo te. Quando realizzavo che non eri tu le violentavo, nel senso che facevo sesso cattivo, duro violento appunto. Poi le lasciavo perché mi vergognavo come una bestia, mi sembrava di essere un serial killer, ogni tanto quando vedevo i tuoi sforzi per trovare qualcuno partivo anch’io, ma finiva sempre così. Finché non ho trovato quella del matrimonio, ammalata poverina, una masochista all’ultimo stadio. Anche lei non l’ho più cercata dopo la prima volta, mi cercava lei. Mi rivoleva, mi giurava che le era piaciuto, che voleva di più, che adorava il sesso violento, mi sono lasciato convincere, almeno non avrei violentato nessun’altra. E così è stato, la seconda volta lei aveva goduto ed io no, allora sdraiata sulla schiena mi ha detto: “PICCHIAMI” gli ho risposto che io picchio nessuno tanto meno una donna
    -Solo i fidanzati della sorellina-
    -Piantala! E poi perché ti dovrei picchiare? “ perché io ho goduto ma non ho fatto godere il mio signore e padrone, merito una punizione esemplare” vorrai scherzare “ ti prego picchiami se no non sono tranquilla per l’offesa che ti ho fatto” si è alzata, ha sfilato la cintura dai miei pantaloni e me l’ha consegnata dicendomi “sulla figa traditrice e sul culo incapace” io ho fatto dondolare la cintura su di lei tutta spalancata ma mi ha gridato fortissimo “frustami a sangue”. L’ho colpita tre o quattro volte, si è calmata ma non era molto soddisfatta. Ha cominciato a portare un frustino da cavallerizza, un cazzo di gomma pieno di borchie e protuberanze che deve fare un male cane dovunque entri, un frusta con un grosso manico anche quello borchiato e una serie di strisce di pelle, Di quello dopo che l’avevo frustata, voleva tutto il manico nel culo, una cosa da star male. L’ho lasciata il giorno del tuo matrimonio, dopo che sei partita siamo venuti qui, l’ho appesa al soffitto,
    -Come appesa? Vergognati.
    - non toccava terra con i piedi, doveva sentire dolore dappertutto, ma mi implorava di tirarla, l’ho frustata, le ho infilato il manico nel culo e il cazzo finto nella figa, ne voleva ancora, continuavo a frustarla, ogni tanto le toglievo uno di quegli aggeggi e ci infilavo il cazzo, la pazza godeva supplicandone ancora .Ho perso la testa, qualche santo ha guardato giù perché ad un certo punto sono rientrato in me, ho smesso, la potevo uccidere. L’ho slegata, sanguinante, piena di lividi imbrattata di tutto e di più che le colava dai buchi, scivolava sulle gambe e colava sul pavimento dalle dita dei piedi martoriate, la bava dalla bocca, si è inginocchiata a baciarmi i piedi e ringraziarmi perché il suo signore aveva gradito la sua offerta, pazza da legare. Mi ha in seguito riferito cha a casa davanti allo specchio, solo guardandosi in quello stato, ha avuto un orgasmo. Ho vomitato due giorni, per quello che avevo fatto e per averti perso. Rigettavo anche l’acqua. Mi ha perseguitato per mesi, ero imbarazzato perché quando mi incontrava mi implorava di riprenderla, ovunque fossimo e piangeva come una fontana. Un giorno ho tentato un esperimento, ho accettato di portarla a cena e poi siamo andati da lei. Non ti dico cosa aveva per torturare una persona, morsetti corde fruste, di tutto, doveva aver svaligiato un porno shop, e mi ha detto di scegliere. Io l’ho presa dolcemente come faccio con te…..
    -Qualche volta, e troppo poche volte-
    -Non le ho torto un capello, neppure un graffio, non ho mordicchiato né capezzoli né lobi delle orecchie né labbra. Sono venuto dentro di lei tre volte e lei una volta sola, ho impiegato ore, alla fine le ho detto” io sono questo, hai visto che così godo di te, ma tu no, non siamo fatti l’uno per l’altra, le altre volte è stato un caso, ti auguro ti trovare uno compatibile ma non farti ammazzare. Ha capito, ma mi ha detto “ se per caso qualche volta mi vorrai, con chiunque io sarò, io sarò tua. Fine della storia-
    -E da allora chi è entrata nel tuo letto?
    -Solo tu quelle due volte-
    -Due volte in otto mesi! Sei in astinenza da allora!!!!!!!!!! Vigliacco a non dirmelo, ma adeso è finita-
    -Scusami, volevo che ti formassi una famiglia normale-
    -Famiglia è dove si sta bene, famiglia è dove ci si sente protetti, dove si è complici, dove c’è solidarietà e ci si aiuta a vicenda, dove il cazzo che ti invade ti da gioia, piacere soddisfazione, non devi fingere e non hai bisogno di chiedere perché lo sanno prima quello che ti serve, la mia famiglia sei tu.
    -Mamma ciao, non ce la faccio per pranzo perché ho una sorpresa, sarò a casa per cena quasi sicuramente. Mamma! È una sorpresa se te la dico non è più un sorpresa. State tranquilli.
    Prende per mano la sorella, si avviano in camera, si spogliano a vicenda poi in un crescendo rossiniano lentamente si cercano si accarezzano, si baciano, ritrovata la consueta intimità diventano febbrili, impazienti, mani che accarezzano, premono, afferrano, stringono, violano gli orifizi, bocche che si cercano, lingue che si assaporano, che leccano seguendo i rivoli di sudore, il cazzo che non cede mai entra in tutti buchi della sorella che lo accoglie con gioia, godimento, assaporando tutta la voglia del fratello ed in fine l’ appagamento per troppo tempo negatole. Lentamente si acquietano, tornano a sfiorarsi, le urla di piacere lasciano il posto ai sospiri di appagamento. Il letto è un vero campo di battaglia, le lenzuola stropicciate, fradice del loro sudore e dei loro umori.
    Marco aprendo la porta di casa esclama “ sorpresa!!!!!” e fa passare la sorella, con gioia e stupore la mamma le corre incontro ad abbracciarla, “ che bello la mia Elena a casa” il padre, più misurato aspetta che la figlia si stacchi da sua madre e vada da lui “ Ciao papà” “ Sei sola?” Ecco, bisogna affrontare l’argomento, ma è il suo Marco che la toglie d’imbarazzo,
    -Siamo arrivati tardi perché ho aspettato lei che vi deve dire alcune cose, aggiungi un piatto mamma ci laviamo le mani e vi dirà tutto a tavola prima che si raffreddi-
    -Due notizie, una non vi farà molto piacere, ma una vi renderà felici, ne sono sicura, quella ve la dico dopo così assorbite la delusione. Io e Alfredo ci separiamo.
    -Come, dopo soli otto mesi, cosa è successo?-
    -Non è successo niente, e proprio perché non è successo niente che ci separiamo. Gli volevo bene e gliene voglio ancora, ma non sono riuscita ad innamorarmi e prima di farci del male abbiamo concordato di separarci, Non mi sono mai sentita a mio agio, lui mi ha messo forse su un piedestallo troppo alto, avevo una bella casa che aveva lasciato arredare a me, ma non mi ci trovavo. A letto a volte mi sembrava di essere con uno sconosciuto. Sono dimagrita da far paura, e adesso non posso permettermelo. Perché la seconda notizia è che aspettiamo un bambino, e così rischierei di perderlo, lo vogliamo intensamente tutti e due ma abbiamo capito che non possiamo farlo vivendo assieme così. La mia vera casa è qui se mi rivolete.
    -Che gioia, diventiamo nonni ,è vero siamo felicissimi. La tua camera è sempre pronta e questa sarà sempre casa vostra, non ci avete mai delusi tutti e due, siamo fieri di voi, qualunque cosa facciate.
    -Torna a lavorare con me, ma prima me la dovete rimettere in sesto, all’inizio verrà un paio di giorni la settimana, poi aspetteremo la gravidanza e ci organizzeremo.
    Dopo cena, i genitori, contenti di avere i loro figli a casa, sul divano con il papà che circonda le spalle della moglie, i ragazzi sulle poltrone ai lati uno di fronte all’altra, guardano distrattamente la televisione conversando del più e del meno, viene l’ora di andare a dormire per gli anziani
    -Buona notte ma andiamo subito anche noi-
    Elena si alza, va in cucina a bere un bicchiere d’acqua, al ritorno si siede in grembo al fratello, la testa sulla spalla gli sussurra
    -Per fortuna c’è stato oggi pomeriggio, se no era la volta che lo facevamo con i genitori di là-
    -Si, per fortuna-




    Tag: inculate gratis, inculate gratis, inculate gratis, ventenni incesto, ventenni incesto
    , ventenni incesto, film porno animali, film porno animali, film porno animali, pornostar labrador, pornostar labrador, pornostar labrador
    , webcam storie vere, webcam storie vere, webcam storie vere, universitarie scarpe, universitarie scarpe, universitarie scarpe, raccontieroticigratis
    , raccontieroticiincesto, raccontieroticianimali, raccontieroticilabrador, raccontieroticistorievere, raccontieroticiscarpe, racconti erotici gratis
    , racconti erotici incesto,Teen,Nudist,Photos,Young,Nudist,Teen,Nudist,Sauna,Young,Nudist,Sex,Nudist,Family,Log,Teen,Nudist,Age,Nudist,&,Nudism,Teens
    ,Young,Girl,Orgasm,Kind,Nudist,Girls,Kind,Nudist,teen,Nudist,Fruit,Tube,Young,Sex,Pure,Nudist,Hairy,Nature,Girls
    ,Vintage,Teen,Nudism,Uncensored,Nudist,Films,Shy,Cam,Teens,Sweet,Teen,Nudists,Swiss,Beach,Nudism,Young,Nudist,Pictures, ,Teen,Nudist,Archive
    ,Too,Good,TGP,Young,&,Hairy,Nudism,Nudist,Gallery,News,Nudist,Girls,Videos,Nude,Beach,Teen,Nudist,Teen,Pics,Teen,Nudist,Porn,Nude,Model,Pic,Family,Sex
    ,Orgy,Teen,Nudist,Images,Real,Voyeur,Sex,Little,Nudist,Worl,Young,Family,Nudism,Young,Lover,Nude,Young,Lip,Cams
    ,Family,Nudism,Teen,Nudist,Pics,My,Hidden,Cam,Tape,Sexy,Cam,Teens, ,Categorized,Galleries,Young,Hairy,Nudist,Young,Nudist,Friends,Scooby,Tube
    ,Family,Fucked,Nudist,Show,Pure,Teen,Nudism,Nudist,Sun,Freikorperkultur,Videos,Underground,Videos,Teen,Loca,TGP,Active,Voyeur,Teen,Nudist,Pics,Nudist
    ,Youth,Colony,Teen,Nudist,Tube,Nudism,Tube
    ,Nudist,&,Naturist,Girls,Lil,Nudist,Undies,Soshit,Naked,Cams,Young,Nudist,Movies,Teens,For,Free,Youngs,Photos,Young,Adult,Nudism,Young,Fuck,Family
    ,Teen,Nudist,Gallery,Naked,Girl,Videos,Young,Nudist,Girlies
    ,Teen,Nudist,Porn,Nude,Beaches,Too,Sexy,TGP,Teen,Home,Cam,Tube,Teenag,,Nudists,Lo,Teen,TGP,Young,Tribal,Nudes,Family,Nudist,Movies,Young,Nudist
    ,Club,Nude,Beach,Album,Lala,Naked,Teen,Ethnic,Tribal,Girls,Post,Your,Girlfriends, ,Young,Nudist,Fun,Naked,Teens,Teen,Naturism,&,Nudism
    ,Mom,Son,Bed,Family,Nudist,Movies,Bare,Family
    ,Nudist,Photo,Collection,Public,Flashing,Vids,Naked,Webcam,Videos,Teen,Nudist,Movies,Nudist,Collections,High,Quality,Nudism,The,Young,Nudist
    ,Nu,Photographer
    ,Naked,Teen,Videos,Young,Nudist,Play,Will,It,Hurt,African,Girl,Scans,Teen,Nudist,Girls,Group,Sex,Orgies,Low,Girl,Cams,Very,Good,Cams,Naked
    ,Ethnic,Girls,The,Young,Naturist,Nudist,Beach,Pure,Young,Nudism,Nudisteens,Naturism,Wife,Sex,Orgy,Hot,Fresh,Teens,Good,Nudist,Galleries
    ,Nudist,Teens,Big,Mature,Breasts,Nude,Beach,Photos,Vintage,Nudist,Videos,Naked,Wife,Videos,Moms,Nudist,Explosion,Thumbed,Nudism,Best,
    Mature,Videos,Nude,Beauty,Girls,Public,PussyRacconti di incesto , animal sex , xxx porn , racconti , Storie di sesso incesto, racconti sessuali in famiglia, a scuola, in chiesa , sesso , pompini
     
    Top
    .
0 replies since 27/3/2014, 16:20   9979 views
  Share  
.