sverginata da suo padre

racconto erotico incesto padre figlia

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    Per Guido, fu una notte alquanto strana, non era innanzitutto abituato a dormire in un letto che non fosse il suo e poi la situazione che si stava delineando con sua figlia Arianna, non era di certo di facile soluzione. Durante la notte, con l’aria condizionata al massimo, si era accorto d’avere freddo e si era alzato modificando il timer portando la temperatura attorno ai ventiquattro gradi. Verso le sette, lui, si svegliò, guardò sua figlia al suo fianco, la vide nuda, completamente scoperta, a pancia in giù, abbracciata teneramente al cuscino. Quelle meravigliose natiche, così invitanti, per lui, che era un cultore del sedere femminile, furono come una ventata di energia che naturalmente si concentrò subito all’interno dei corpi cavernosi del suo possente cazzo. Pensò che entro un paio di giorni, quella dolce ed estenuante tortura avrebbe avuto fine. Si alzò dal letto nel massimo silenzio e si infilò in bagno, chiudendosi dentro a chiave. Si apprestò alla tazza, quindi forzò il fusto del pene verso il basso e piegando il tronco un po’ in avanti, liberò il torrenziale getto d’urina dentro al water. Se lo scosse per bene e poi lo lasciò libero, il grosso obice puntò dritto verso il lavandino appoggiandosi sul bordo. Si guardò a lungo il viso accarezzando l’ispida pelle e dopo essersi spalmato la schiuma da barba, iniziò a radersi con meticolosa cura. Pelo e contropelo, fin quando, lisciando con la mano destra le guance, si rese conto di aver fatto un buon lavoro. Aprì l’acqua della doccia e chiuse ermeticamente il vetro scorrevole del box, quindi si mise ad armeggiare sulle varie manopole e si trovò così investito da tutte le parti da potenti e massaggianti getti d’acqua. Era in pratica una doccia idromassaggio e lui se la godette per buoni quindici minuti, quindi usando il bagnoschiuma messo a disposizione dall’hotel, si deterse passando la morbida spugna naturale su tutto il corpo. Quando uscì dalla cabina doccia, gli sembrò che il sangue nel suo corpo viaggiasse al doppio della solita velocità, irrorandogli anche i punti più remoti e periferici. Indossò l’accappatoio e si asciugò, quindi se lo sfilò d’addosso e lo agganciò all’appendino, poi, senza remora alcuna aprì la porta e nudo come un verme entrò in camera da letto. Proveniente dal soffitto, una ventata d’aria fresca lo colpì e lo fece rabbrividire, lei, l’angelo ricattatore, era ancora nella stessa posizione precedente. Per Guido questa condizione era assolutamente insostenibile. Non poteva vivere a così stretto contatto con Arianna, sempre nuda, sempre esposta, sempre maledettamente attraente e provocante! Mentre pensava a queste cose la grossa protuberanza che lui aveva lì davanti si animò e si sollevò nuovamente.
    Guido distolse lo sguardo da quell'incantevole panorama, aprì l’armadio e scelse una camicia bianca pulita, un paio di mutande di Enrico Coveri, dei calzini a righe orizzontali beige e marroncino scuro, un vestito color cammello e una cravatta in tinta con il vestito. Si sedette sul letto e iniziò ad infilarsi i calzini, poi le mutande e via via tutto il resto. Infine, nuovamente seduto sul letto indossò dei mocassini inglesi rossicci, se li allacciò e fu pronto. Arianna, nonostante il rumore, che pur facendo attenzione, Guido aveva per forza di cose provocato, dormiva ancora beatamente. Lui, vestito di tutto punto, si sedette dalla parte di lei, sul bordo del letto e le sfiorò con i polpastrelli la vellutata pelle della schiena, Arianna si lamentò come se la cosa le desse fastidio, poi lentamente si girò supina, quindi aprì gli occhi e vide suo padre che la guardava.

    “Ciao pà, ma che ore sono??”

    “Le otto e un quarto, è ora che ti alzi sai??”

    “Noo, daiii, lasciami dormire ancora cinque minuti ti pregooo….”

    “Ok, io intanto scendo giù nella Hall….”

    “No, aspetta papi, mi alzo adesso, aspetta, così scendiamo assieme e facciamo colazione anche assieme…..”

    “Dai, allora sbrigati, come vedi io sono pronto…..”

    La mano di Arianna si appoggiò sulla coscia di suo padre, lui fece per alzarsi ma lei gli buttò le braccia al collo e lo attirò a se. Gli schioccò un bacio sulla bocca e poi si mise a sedere al suo fianco.

    “Paparino, sei stato cattivo sai, potevi svegliarmi prima, quando eri ancora a letto, così cominciavamo bene la giornata……”

    “Piantalaa….. muoviti, vatti a lavare e vestiti un po’ in fretta, per le nove e mezza abbiamo un appuntamento in fiera.”

    “Un appuntamento??? Ma con chi scusa??”

    “Con una ditta che fornisce macchinari per la logistica dei magazzini automatici….”

    “Ah, va bene, cavoli, volevo giocare un po’ con te…..”

    Guido, vedendosela in piedi li davanti a lui, ancora seduto sul letto, le appioppò una sonora sculacciata sul delizioso sederino e lei……

    “Ahiaaa, papiii, ma che fai mi sculacci come quando ero bambina????”

    “Dai, muoviti, sbrigati che il tempo passa!!!!”

    “Ok, ok, faccio veloce…!”

    Guido, seduto in poltrona, attese una decina di minuti leggendosi una rivista di viaggi, poi la sua divina creatura comparve e lui la seguì con lo sguardo, nello stesso modo con il quale si ammira una splendida Venere. Poco alla volta il quadro fu deturpato dagli indumenti che gradatamente andarono a coprire la fantastica raffigurazione del corpo femminile. Nei pantaloni del povero papà un terremoto di eccitanti emozioni stava facendo alzare come un ponte levatoio l’autore che quel quadro aveva a suo tempo contribuito fattivamente a generare.
    Uscirono finalmente dalla camera e si fermarono a fare colazione nella raffinatissima sala ristorante, dove, sopra ad alcuni tavoli in fila era stato preparato un ricchissimo buffet con ogni ben di Dio. Data la fretta, furono obbligati a mangiare una sola brioche a testa, ordinarono poi due cappuccini che un solerte cameriere si premurò di servir loro entro pochi minuti. Quindi, con l'ascensore interno, raggiunsero il garage, presero la macchina e poi a tutta velocità, arrivarono alla via Emilia e quindi finalmente in fiera.
    Alle nove e trenta in punto Guido e sua figlia furono davanti allo stand del fornitore.
    Il direttore commerciale di questa azienda, mentre parlava con il suo cliente, sbirciava di continuo le cosce ampiamente scoperte di Arianna, che stava seduta su un divanetto di fronte. Guido se ne accorse e pensò che la bambina non piaceva solo a lui ma molto probabilmente piaceva a tutti gli altri uomini eterosessuali del mondo. Papà Guido e l’azzimato direttore commerciale si strinsero vigorosamente la mano e si salutarono.

    “Pà, che maiale quello lì, mi guardava e si leccava le labbra con la lingua.”

    “Però, figlia mia, pure tu con tutte le cosce scoperte, ti si vedevano le mutande!!!”

    “Ho delle belle gambe, che male c’è a farle vedere??”

    “Fin che sei con me, lo puoi pure fare, ma quando sei da sola, devi fare attenzione, in giro ci sono un sacco di malintenzionati!! Ti prendono di portano da qualche parte e se ti va bene si limitano a scoparti, ma se ti va male , magari ti possono pure uccidere!!!”

    “Va beh papi, lascia stare le paternali per favore!!! E poi pure tu mi hai “violentata” !!”

    “Mi sa che sei tu che hai violentato me, comunque tu sei ancora vergine quindi……”

    “Si, va beh, ma per poco vero paparino mio???”

    “Dai, smettila e giriamo sto padiglione che ci sono degli stand che mi interessano!!”

    “Va beneee….. “

    I due, verso le tredici, entrarono nel self service della fiera e si misero in coda. Giunsero all’incirca mezz’ora dopo in prossimità del bancone delle vivande. Entrambi scelsero delle insalatone composte da un sacco di ingredienti, una pagnottina di pane e una bottiglietta d’acqua.
    Pranzarono velocemente e alle quattordici e trenta in punto uscirono dal locale e iniziarono a visitare gli ultimi spazi espositivi. Erano le diciotto, quando, con le gambe a pezzi decisero di far rientro in hotel. Li accolse un nuovo portiere che in modo alquanto affettato consegnò loro la chiave della camera. Il lift li accompagnò fino al piano e li salutò cortesemente. Inserirono il badge elettronico ed entrarono, il letto era stato rifatto e cambiato, anche il copriletto che in precedenza era rosa confetto, adesso era invece azzurro cielo. Aprirono la porta finestra che dava su un terrazzino semicircolare ed uscirono entrambi, automaticamente il ronzio dell’aria condizionata cessò di colpo. Era ancora chiaro e la vista dall’alto del mare era incantevole.
    Arianna, prese suo padre sottobraccio e romanticamente gli posò il capo sulla spalla, lo guardò con sguardo rapito e pieno d’amore. Lui le accarezzò i capelli e poi le diede un buffetto sulla guancia…….

    "Che facciamo bimba mia?? "

    “Facciamo che adesso vado dentro e mi faccio un bel bagno nella vasca idromassaggio.”

    “Ok tu vai che io prendo ancora un po’ d’aria qui fuori”

    Guido rimase una decina di minuti all’esterno, poi rientrò in camera e in quel momento vide uscire sua figlia dal bagno, avvolta nel vaporoso accappatoio di morbida spugna, lui, ne approfittò per spogliarsi ed andare a sua volta ad immergersi nella vasca.
    Si fece un lungo bagno usando dei sali minerali che l’albergo metteva a disposizione dei clienti e poi uscì dalla vasca e decise di darsi una ripassatina alla barba, quindi prese il suo accappatoio lo indossò e fece ritorno in camera. Arianna era fuori, seduta sul terrazzino completamente vestita con un vestitino rosso molto corto e scollato. Lui si vestì a sua volta infilandosi un paio di jeans “Carrera” di colore azzurro, una polo “Ralph Lauren” blue scuro con un grande logo in rilievo all’altezza del cuore e un paio di scarpe da ginnastica blue e bianche della “Superga” .
    Si guardò allo specchio e si piacque, ritornò in bagno si ravvivò i capelli con alcuni colpi di spazzola e quindi andò a bussare sullo spessissimo vetro della porta che dava sul terrazzino esterno. Arianna si alzò e vide suo padre già pronto……..

    “Ehi papi, che figo che sei!!! “

    “Ti piace il tuo vecchio genitore??”

    “Ti sei proprio vestito fighissimo…”

    “Bene, anche tu sei figa, ma questo già lo sai vero? Chissà quanti te lo dicono di continuo!!”

    “Sei geloso papi???”

    “Ma va là fatti furba, dai scendiamo a cena, ho una fame da morire!!”

    “Si papi, anch’io ho un casino di fame!!”

    Erano le venti e trenta quando varcarono la porta del ristorante “Dolce Vita”, furono accolti, da un giovane cameriere che li accompagnò subitamente al tavolo. Sulla stessa tavolata, dove al mattino c’era di tutto e di più per la colazione, la sera c’era invece un buffet enorme di antipasti e stuzzichini vari, da far venire l’appetito anche ad una persona malata di anoressia.

    I due, ordinarono dell’acqua minerale San Pellegrino e del prosecco D.o.c.g. di Valdobbiandene, Terra Serena, quindi si alzarono e si avvicinarono al buffet riempiendosi abbondantemente i piatti con le portate più invitanti, ritornarono al tavolo e si diedero da fare a divorare golosamente tutte quelle fantastiche prelibatezze. Poi fu portato loro il menù e scelsero entrambi delle lasagne al forno, nel giro di una decina di minuti videro arrivare un carrello guidato da un cameriere che si fermò proprio vicino a loro. Con stile ed eleganza il giovane ragazzo, dopo avere sollevato il coperchio dal piatto di portata, tagliò due identiche porzioni di lasagne e le fece scivolare nei loro piatti…..

    “Wowww, papi, che buona!!!”

    “Si, hai ragione è veramente buona, nemmeno la mamma le sa fare così!!”

    Per i secondi consultarono il menù di pesce, Arianna scelse un’orata alla sorrentina con contorno di patate al forno, mentre Guido optò per il branzino al sale con delle semplici carotine lesse condite con sale, pepe, olio e limone.
    Fu molto scenografica la pulizia del pesce, effettuata con l’uso di uno speciale cucchiaio e il susseguente servizio nel piatto. Guido pensò che di solito, a casa, quando si puliva lui il pesce, alla fine ne rimaneva pochissimo e quel poco era tutto disfatto, invece, il suo branzino fu suddiviso miracolosamente in due filetti bianchissimi e assolutamente integri. La stessa cosa avvenne con l’orata ordinata da Arianna. Indiscutibilmente, a papà Guido questo soggiorno sarebbe costato un capitale, ma visto che i soldi servivano per poterli spendere e che per fortuna, lui, essendo un imprenditore di successo, non soffriva di problemi economici, pensò che la vita la si doveva vivere e che se ne fregava altamente dei soldi!!!.
    In fondo, a parte la loro relazione peccaminosa, insieme, padre e figlia, stavano bene, lui, quella sera la osservò a lungo, mentre lei si gustava questo lusso con gioia, la vedeva assaporare lentamente ogni boccone di cibo, ogni tanto lei guardava suo padre e gli sorrideva, era felice e lui di questo ne era contentissimo. Se di mezzo non ci fosse stato quel rapporto incestuoso, forse lo sarebbe stato anche lui. Ma, invece, quell’ombra minacciosa, si allungava su di loro, e nel cervello di Guido si propagava a macchia d’olio. La maschera esteriore che indossava lui nascondeva il suo vero stato d’animo agli occhi della gente, ma, specie i suoi occhi denunciavano il profondo malessere che in verità lo macerava dentro.
    Dopo cena, Guido firmò il conto e prese per mano Arianna uscendo a piedi dall’hotel.
    Passeggiarono nel parco che scoprirono essere stato dedicato al grande Federico Fellini, il quale aveva girato in quell’albergo molte scene del suo famosissimo film “Amarcord” . La serata era tiepida e in lontananza si udiva la risacca del mare. Sempre per mano, come due innamorati, si avviarono lentamente verso la spiaggia. Guido era un po’ brillo, il prosecco fresco l’aveva alquanto inebriato e si sentiva romantico e innamorato di sua figlia.
    Giunsero sul lungomare e percorsero una passatoia che portava in spiaggia, lui si tolse le scarpe e la stessa cosa fece lei, a piedi nudi camminarono lungo la battigia e si trovarono in una zona quasi buia, dove i lampioni della strada erano praticamente assenti. Poco più in là un chiosco chiuso e dietro a questo locale, una piccola barca rovesciata sulla sabbia. Arianna appoggiò il sedere alla carena della barca, Guido le fu davanti, le loro dita si incontrarono e si incrociarono, lei lo guardava come solo una donna innamorata può fare, poi gli sussurrò in un soffio……

    “Grazie pà, sei un grande…..”

    “Di cosa….????”

    “Di tutto quello che mi stai facendo vivere con te…..”

    Lui la baciò sulla fronte, le accarezzò il viso, le sue dita si fermarono tremanti sulla bocca di lei, le lambirono delicatamente le labbra percorrendole in tutta la loro lunghezza, Arianna dischiuse le labbra e le dita di Guido si trovarono in balia della lingua di sua figlia. …….

    “Pà, ti desidero da morire…..”

    “Anch’io ho voglia di te sai…..”

    “Prendimi, pà, prendimi qui, in questo magnifico posto, fallo adesso papi mio……”

    “Ari è pericoloso, potrebbe arrivare qualcuno da un momento all’altro….”

    Lei gli prese il viso tra le mani e posò la sua bocca carica di desiderio su quella di suo padre, lui non seppe resistere e rispose con passione al bacio.
    Le mani di Guido percorsero frementi il corpo sinuoso di sua figlia, percepì chiaramente i capezzoli puntuti sotto il sottile tessuto, li accarezzò qualche secondo sentendo la sua tenera bambina rabbrividire dal piacere. Con la mano destra sollevò l’orlo del vestito e salì fra le sue cosce, lei gli agevolò il compito, divaricando lievemente le gambe, con i polpastrelli lui sentì l’umidità delle mutandine, ci infilò le dita spostandole da una parte, fece scivolare il dito medio fra le pieghe dell’umida fighetta che si spalancò immediatamente accogliendo l’intruso con l’umido calore della sua vergine intimità……

    “Pà, scopami, ti prego, scopami, ho voglia di te, non ce la faccio più, prendimi, ti prego prendimi!!!”

    Lui, in quel momento si arrese incondizionatamente, tirò giù la zip dei pantaloni, slacciò la cintura e aprì la patta, estrasse il grosso membro e lo indirizzò verso l’inguine rovente di Arianna. Lei si premurò di sfilarsi le mutandine buttandole sulla sabbia, poi appoggiò la schiena arcuandola sulla barca, lui gli si coricò praticamente sopra e sentì la sua cappella incontrare il virginale orifizio di Arianna, la spinse dentro un po’, poi titubante si fermò, lei gli abbrancò i fianchi e lo attirò fortemente a se, Guido ebbe l’impressione di entrare in paradiso, fu accolto da un forte e umido calore, avvolgente e stretto, fin quando ruppe gli indugi e sprofondò in lei. Un urletto acuto accolse l’invasore, lui si fermò un attimo e poi iniziò a muoversi dentro di lei. La barca sotto di loro, ad ogni colpo si muoveva un po’, il vestito di Arianna sollevato fin oltre il seno, le mani di lui che strizzavano le piccole tette e lei che si lamentava appena appena, poi la vocina di lei che sensuale sussurrava a suo padre tenere parole d’amore……

    “Ooohhh, papii, che belloooo, ti amo papiii, belloooo, belloooo, ooohhhhh, siiiii, papiiii, siiiii……”

    “Ari, sei fantasticaa, fantasticaaa……..”

    Ora lui la penetrava profondamente, lei ansimava e stringeva Guido fortemente a se, la barca batteva contro qualcosa di duro con un toc toc regolare…..

    “Papiiiii, la mia prima venuta con un cazzo dentroooo, sei fantyyyy, papiiiiii, ti amoooo, ti amooooo, ancora papino miooo ancoraaaaa, siiiiiiiii, con…ti…nuaaaa, oohhhh siiiiiii, siiiii, an…co…raaaa, vengo papi, vengo, oohhh Dioooo miooo, vengo, vengoooooooo……”

    Guido lo sfilò giusto in tempo e per non sporcarle il vestito si girò repentinamente innaffiando abbondantemente la sabbia di sborra calda. …
    Si sistemarono alla veloce e poi, come se non fosse successo nulla, si incamminarono ancora teneramente mano nella mano. Appena la luce di un lampione rischiarò la penombra, si guardarono, osservandosi reciprocamente, quindi si diedero una ulteriore riassettata e poi, teneri teneri fecero ritorno in hotel.
    I due, quella notte, la trascorsero amorevolmente abbracciati, come due amanti dopo una lunga sessione d’amore selvaggio.
    Fu l’ultima notte che trascorsero al Grand Hotel di Rimini e alle dieci del mattino successivo, entrarono nuovamente nei padiglioni della fiera, una rapida visita presso un possibile fornitore e poi l’Audi Q 5 li riportò a casa. Per un certo periodo di tempo i due amanti segreti, carnalmente parlando, non si incontrarono più, poi una volta che la moglie di Guido ebbe ad assentarsi per assistere una zia malata, loro…………
     
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