Alba, Michele e i loro figli gemelli

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    Sabato sera, i nostri figli fuori con gli amici, noi ci stavamo preparando per uscire, io stavo in mutandine e reggiseno neri, davanti allo specchio del bagno, mi stavo truccando pensando a quella cena al ristorante assieme a dei nostri amici. Sapevamo già che non sarebbe stata una serata divertente, loro amavano i luoghi chiassosi, magari con la musica ad alto volume e una pista dove, dopo cena, scatenarsi a ballare la salsa. Mio marito ed io, pur non essendo affatto snob, non eravamo mai stati entusiasti di quei posti così caotici, noi amavamo le vecchie trattorie, quelle con i tavoli di legno, con le tovaglie bianche, con le tendine alle finestre, dove servivano i piatti della cucina casalinga, quelli della tradizione regionale e anche il buon vino rosso; poi ci piaceva chiacchierare, prima, durante e specialmente dopo cena. Si, per noi era gradevole, parlare piano, in un ristorante, dove anche le altre coppie non alzavano troppo la voce, dove magari la musica di sottofondo si espandeva dolcemente facendo da degno contorno al nostro piacere di stare a tavola.
    Vidi Michele, mio marito, sulla porta del bagno, che, vestito di tutto punto, mi guardava con un atteggiamento impaziente.

    “Miky, due minuti e sono pronta, devo solo più vestirmi…”

    “Alba, per me potresti pure rimanere così come sei…..”

    “Vuoi che vado al ristorante vestita così? “

    “No, ma basterebbe che invece di vestirti tu mi spogliassi io, poi una telefonata agli amici per avvisare che tu o io non ci sentiamo tanto bene e poi……….”

    “Potevamo farlo ieri, ma a quest’ora mi sembra un pochino indelicato…”

    “Si scherzavo, dai vestiti che andiamo….”

    Naturalmente i due minuti divennero venti, ma, visti i miei quarantatre anni, volevo cercare di presentarmi agli altri in modo sufficientemente decoroso. Indossai un vestito nero, quattro dita sopra il ginocchio con uno spacchetto sul davanti profondo pochi centimetri. Era d’estate e oltre al vestito mi limitai ad infilarmi un paio di scarpe con un tacco dodici e come accessorio una borsetta molto piccola con una catenella dorata sul davanti. Miky era seduto sul divano che faceva zapping, quando io comparvi davanti a lui agghindata al meglio.

    “Ho sempre una moglie fighissima, ogni anno che passa mi innamoro sempre più di te!!”

    “Wow che complimenti stasera!! Anch’io ti amo sai?”

    “Andiamo va che siamo come sempre in ritardo….”

    Miky digitò sul Tom-Tom l’indirizzo del ristorante e partimmo.
    Arrivammo in mezzo alla campagna e finalmente individuammo il ristorante di fronte al quale, dall’altra parte della strada, si trovava il parcheggio privato. Da fuori si udiva la musica ad altissimo volume, e dal momento stesso in cui entrammo, per scambiarci qualche parola dovemmo urlare a squarciagola a pochi centimetri dalle orecchie.
    I nostri amici erano già tutti seduti attorno ad un lungo tavolo, tra noi e loro eravamo in dodici, sei coppie, esattamente come gli Apostoli, mancava solo Gesù Cristo.
    Sulla pista da ballo, esterna al locale ristorante, separata da un’ ampia vetrata, c’erano alcuni avventori che si dimenavano forsennatamente ballando qualche non ben definita musica Hawaiana. Guardai attentamente i nostri amici e li vidi tutti felici e raggianti, ridevano di gusto e mangiavano pure con appetito. Ne io ne mio marito siamo mai stati schizzinosi, ma tanto per cominciare, gli antipasti facevano veramente schifo. Il primo arrivò freddo e gli spaghetti erano terribilmente scotti. Per secondo ci servirono delle fettine impanate, che mangiavamo normalmente anche a casa nostra, con delle patate fritte che parevano di gomma. Verso le ventitre, urlai a mio marito che non ce la facevo più e che me ne volevo andare. Lui assentì immediatamente e si alzò dal tavolo, si scusò con gli amici, adducendo il pretesto del solito forte mal di testa e dopo essere passati dalla cassa a pagare, ce ne andammo di tutta fretta. L’aria fresca della sera, ci accolse tra le sue braccia e noi la respirammo a pieni polmoni, salimmo in macchina e senza attivare il Tom-Tom, ripercorremmo la strada che avevamo fatto all’andata. Improvvisamente ci trovammo ad un bivio, Miky prese quello di destra e seguì con lo sguardo delle luci che brillavano a circa cinquecento metri più avanti. Improvvisamente ci trovammo in uno spiazzo in cemento dove vi erano molte auto parcheggiate con le luci di posizione accese e gli occupanti dentro. Dissi a mio marito che la situazione mi pareva un poco strana, nei pressi non c’erano locali, case o che ne so un chiosco di bibite aperto. Nulla di nulla, ci fermammo parcheggiandoci in mezzo a due vetture. Guardai dalla mia parte e vidi un uomo sdraiato sul sedile completamente abbassato, con i pantaloni calati, il cazzo fuori e una donna che gli faceva un pompino. Miky, mi disse che dalla sua parte c’era una sola donna mentre i maschi erano in due, che la palpeggiavano dappertutto. Per vedere dalla parte di Miky, mi sporsi appoggiandomi inavvertitamente sul suo inguine. Il mio caro maritino era eccitato, lo accarezzai da sopra i pantaloni…, poi gli sbottonai la patta e glielo tirai fuori……

    “Alba, che fai? Vuoi fare anche tu le sozzerie in pubblico?”

    “Ummm, non lo so, tu che ne pensi??”

    “Se mi tocchi così, cosa vuoi che ti risponda??”

    “Dalla mia parte lei si è seduta sul cazzo di lui e sta sfottendosi da sola…”

    Lui si sporse e si sdraiò un po’ su di me, mentre spiava la coppia in macchina, mi accarezzò le tette, poi sentii dalla sua parte lo scatto della serratura, allarmato si drizzò a sedere e vide al suo fianco un giovane uomo con il cazzo duro fuori dai pantaloni, che se lo menava lentamente……..

    “Mi fate vedere cosa fate? Solo guardare, mi piace spiare gli altri, vi dispiace?”

    Miky mi guardò come ad attendere da me una risposta, io lo guardai senza aprire bocca, ma allungando la mano a impugnargli il cazzo duro. Lui comprese il mio tacito assenso e azionando la leva abbassò il sedile tutto all’indietro, mi piegai verso di lui, e guardando il voyeur, iniziai a succhiare la cappella. Succhiavo forte, con le guance incavate, mentre con la mano lo segavo. Il vestito, in quella posizione mi tirava sulle spalle, limitando i miei movimenti, così mi sollevai un attimo seduta e feci scorrere il vestito sotto il mio sedere, quindi lo alzai fino a vita. Ripresi la mia opera da brava pompinara mentre il bel cazzone dell’uomo era li a pochi centimetri dai miei capelli. Pensai che se sborrava mi avrebbe sporcata tutta.
    Lo scatto delle serratura dalla mia parte e una mano che mi palpava il culo, una voce gutturale che diceva:

    “Che culo che hai bella signora!!!”

    Educatamente dissi all’intruso…

    “La smetta per favore, chiuda la porta…..”

    “Dai amore, dammi del tu, togliti le mutande che io ti lecco la figa……..”

    Miky, rispose per me……..

    “Dai Alba, ascolta l’amico…”

    Il bastardo, voleva che un altro uomo mi leccasse la patata!!!!”

    “Miky, non mi sembra proprio il caso….”

    “Dai angelo mio, fa come ti dice lui…..”

    “Vedi che anche il cornuto di tuo marito vuole che te la lecco…..”

    Mi sedetti sul sedile e mi sfilai il perizoma, poi feci scorrere la zip laterale e mi tolsi del tutto il vestito.

    “Donna matura, figa da paura!!!”

    L’uomo poeta si diede da fare a togliermi anche il reggiseno e le mie tettone fuoriuscirono orgogliose di esistere. Miky si sollevò e fece salire anche lo schienale del sedile, l’uomo dalla mia parte mi mise una mano dietro la nuca e spingendomi il capo verso il basso mi invitò chiaramente a fargli un pompino. Glielo presi in bocca, sapeva un gusto forte, lo stesso gusto che avevo provato una volta quando l’avevo preso in bocca a Miky subito dopo che aveva pisciato. Aveva veramente un bel cazzone, abbastanza lungo e parecchio largo.
    Mentre spompinavo il tizio, Miky mi accarezzava una tetta. Smisi un attimo il blow-job e girai il capo verso mio marito, rimasi allibita dalla scena. Lo stava succhiando all’altro tipo!!!! Oddioo, pensai, mio marito è gay, eppure con me scopa come un mandrillo!!!
    La mano pressante del mio partner occasionale mi fece comprendere che voleva che continuassi. Ero stupita ma al tempo stesso eccitata, vedere mio marito con un cazzo in bocca, mi aveva dato una incredibile carica di adrenalina. In quel momento mi parve di vedere come un flash, pensai ai lampi di un lontano temporale e continuai nella mia opera. L’uomo mi spinse il cazzone in fondo alla gola e compresi, purtroppo in ritardo, che stava per sborrare. Provai a staccarmi ma lui mi teneva con la bocca premuta contro il suo pube e i fiotti di sperma giunsero uno dopo l’altro dentro la mia gola, li inghiottii fino all’ultima goccia, poi finalmente libera mi girai e vidi il cazzo dell’altro a pochi centimetri dal viso di mio marito. Miky attendeva l’eruzione, con la lingua protesa per meglio accogliere la lava bollente che da li a poco sarebbe giunta a dissetare la sua gola arida. Il primo getto lo colpì sul viso e poi lui per evitare di perdere il prezioso nettare, glielo prese direttamente in bocca deglutendo il tutto piuttosto rumorosamente. Gli sportelli della nostra auto si chiusero e i due uomini, così come erano venuti se ne andarono. Miky aveva sui capelli e sulla fronte un laccio di sborra che gli colava verso l’occhio destro, presi dal cruscotto un pacchetto di fazzolettini “Tempo” e gliene porsi uno, lui lo prese e si pulì, poi mi guardò e mi abbracciò affettuosamente…..

    “Miky, ma scusa, ma…. Insomma… sei gay???”

    “No amore, non lo sono, ma non so perché, stasera, per la prima volta, con quel cazzo così vicino, mi è venuta la voglia di provare a fare un pompino e così……”

    “Mi sa che sei bisex allora!!!”

    “Non lo so, può darsi, ma è strano che io l’abbia scoperto solo adesso, cavoli ho quarantacinque anni !!!!”

    “Come mai, mi hai detto di fare quel che mi diceva quell’uomo?”

    “Non lo so, sai che sono sempre stato geloso di te, sono un po’ sconvolto, però tu comunque l’hai fatto, ti è piaciuto almeno???”

    Gli presi una mano e gliela portai fra le mie cosce, la mia figa era completamente allagata, lui constatò la cosa e poi guardandomi negli occhi mi disse…..

    “Sei pure tu una bella porcellina!! Tanti anni per scoprire adesso i nostri desideri, fino ad ora completamente repressi, abbiamo sempre indossato la maschera della coppia per bene ed ora scopriamo d’essere due persone completamente diverse da ciò che credevamo!!”

    “Miky, non abbiamo mica novant’anni!!! Se tutto va bene, abbiamo ancora tempo a divertirci!!!”

    “Ok, va bene, basta che non andiamo mai più in quella schifezza di ristorante!!!!”

    Scoppiammo entrambi in una fragorosa risata, poi sentimmo nuovamente aprire lo sportello dell’auto dalla mia parte, mi affrettai a chiudere e ad abbassare la sicura. Un pompino va bene, ma non doveva diventare un abitudine. Così Miky mise in moto l’auto, inserì il Tom-Tom che ci portò agevolmente fin davanti a casa. Quella notte dormimmo veramente poco, scopammo in tutte le posizioni e in tutte le maniere possibili. Infatti al mattino a lui doleva il cazzo e a me la figa. Ci addormentammo sfiniti verso le sei e dormimmo fino a mezzogiorno inoltrato. Dopo di noi si svegliarono pure i nostri due giovani gemelli, maschio e femmina, che da lì a pochi giorni avrebbero compiuto i fatidici diciotto anni. Loro, erano inseparabili, uscivano assieme, mangiavano assieme, studiavano nella stessa scuola e frequentavano pure la stessa classe. Lei, Veronica e lui Manuele, due bravi ragazzi, molto educati, rispettosi dei genitori e delle altrui persone. Non dovrei essere proprio io a dirlo ma sono carinissimi tutti e due, biondi, occhi azzurri, lui capelli cortissimi e lei al contrario lunghissimi. Veronica, è alta un metro e sessantacinque, ha un bel fisico, con delle grosse tette, che ha preso da me e un bel personale molto aggraziato e anche un bellissimo culetto. Lui, alto uno e ottanta, ha un fisico un po’ effeminato e sul corpo, per il momento, non ha peli. Forse li avrà sul pube, ma in quella zona è parecchio tempo che non ho modo di vederlo.
    Preparai velocemente un pranzetto, tirando fuori dal freezer, alcune buste di “4 salti in padella” e mangiammo comunque un pranzo che fu di sicuro migliore della cena al ristorante la sera precedente.
    Da quel sabato sera incriminato, trascorsero una quindicina di giorni, poi, ancora un sabato sera, dopo cena, Miky venne in camera nostra nel momento che io iniziavo a vestirmi.
    Mi ero appena infilata le mutandine e il reggiseno e stavo per indossare il vestito che lui, mettendosi dietro di me, mi sganciò il reggipetto e mi abbassò il perizoma, poi mi disse……

    “Ti ricordi di quel parcheggio………..”

    Ero nuda, mi voltai e lo guardai, poi gli chiesi…….

    “Quale parcheggio???? E poi perché mi hai spogliata???” Vuoi….. scopare adesso???”

    “Nooo, adesso no, infilati il vestito, ma non quello, quello rosso, corto corto……”

    Mi avvicinai all’armadio e sfilai dall’appendiabiti il vestito in questione…….

    “Questo???...”

    “Si, quello….”

    “Vuoi che indosso un altro reggiseno e delle altre mutandine???”

    “No, voglio che ti infili il vestito, così sulla pelle nuda….”

    “Senza niente sotto????”

    “Già, senza niente sotto….”

    “Ma con sto vestito mi si vede tutto……”

    “Appunto….. Sai ho parlato con un mio collega che conosce bene quel parcheggio là, sai quello dove insieme abbiamo fatto due bei pompini???? “

    “Si, figurati se non me ne ricordo….”

    “Lui mi ha detto che vicino a quel posto, c’è, cinquecento metri circa più avanti, un locale un po’ particolare dove si possono fare incontri interessanti con persone giovani e anche meno giovani. Ecco, in quel locale, ci si incontra….. poi per…… concretizzare…… ci sono delle camere speciali e…..”

    “E io dovrei entrare in un locale praticamente nuda???”

    “Dai, accontentami, magari eccita pure te……”

    “Mah, va beh, lo faccio solo per te…..”

    “Brava, fallo per me….”

    Mi infilai il vestito, andai in bagno a pettinarmi e a truccarmi e poi uscimmo. Quando salii in macchina, il vestito mi salì a filo inguine e Miky, durante il viaggio, più di una volta mi infilò le dita nella figa. Ad un certo punto riconobbi il luogo della nostra perdizione e vidi che mio marito proseguiva più avanti. Nel parcheggio che avevamo appena passato c’erano già molte auto con i fari accesi e attorno ad esse diverse ombre che si aggiravano attorno.
    La strada terminava dentro ad un cortile dove un’insegna illuminata con un faretto, diceva: “CLUB F & M” . Parcheggiammo la macchina e quindi entrammo, all’ingresso una biglietteria, pagammo venti euro a testa, ci consegnarono due tesserine individuali e quindi superammo una prima porta scura. Percorremmo poi un corridoio e alla fine, una nuova porta scura, ci diede l’accesso alla sala. A ferro di cavallo, una fila interminabile di tavolini, uno attaccato all’altro e divisi da una parete che fungeva da separè. Ogni tavolo aveva un lampioncino acceso con un numero scritto sopra. Trovammo un addetto del locale e chiedemmo spiegazioni. Ci disse di leggere il numero sul biglietto e di andarsi a sedere al posto indicato. Io avevo il numero ventuno e Miky invece il quarantatre.
    Mi sedetti al mio posto mentre lui si sistemava molti tavoli più avanti. Sul tavolo un telefono di foggia antica, davanti a me, dall’altra parte del tavolino, un altro telefono, una sedia vuota, mentre a destra e a sinistra, per colpa del separè, non potevo vedere assolutamente nulla.
    Da lì a poco lo squillo del telefono mi fece sobbalzare, non sapevo cosa fare, così sollevai dalla forcella il microfono e risposi……….

    “Pronto???”

    Una voce con una leggerissima strana inflessione…….

    “Ciao, sono il trentasei, sei proprio una bella figa, sei depilata o hai la fregna pelosa??”

    “Ma scusi, come si permette?? Lei chi è ??’”

    “Non sei mai venuta qui vero???”

    “No, perché??”

    “Questo posto è un locale per incontri, io ti ho vista e mi piaci, se vuoi io vengo a sedermi davanti a te e poi ci parliamo se poi va bene a te e pure a me magari……..”

    Balbettai un……..

    “Va bene, venga, vieni pure io sono al numero vent……”

    “Si lo so il numero che hai tu…. Arrivo….”

    Dopo massimo un minuto vidi un uomo che poteva avere all’incirca ventidue, ventitre anni, molto alto, bruno, occhi scuri e una carnagione particolarmente ambrata. Vestito con dei jeans e una maglietta attillata bianca, che gli fasciava i pettorali e gli addominali. Non seppi distinguere subito la sua provenienza, ma compresi che dai tratti somatici, sicuramente non era italiano. Mi sorrise scoprendo una dentatura a trentadue denti bianchissimi e notai che sorridevano anche i suoi occhi. Mi porse la mano e mi stritolò fortemente la mia. Poi si presentò, mi disse di chiamarsi Amir e mi spiegò che significava: Il Principe.
    Io tenevo le mani appoggiate dalla mia parte e lui me le prese tenendomele nelle sue, ci parlammo a lungo, io scoprii che proveniva dall’Arabia Saudita e che era in Italia per lavoro.
    Notai le sue mani molto curate, una catena d’oro massiccio al collo e un anello con uno zaffiro all’indice della mano destra. Mentre ciarlavamo vidi una lucina rossa accendersi sotto il numero ventidue. La guardai e lui mi spiegò che c’era qualcuno che mi chiedeva il permesso per vedermi attraverso la webcam. Guardai Amir e lui mi disse che una di quelle persone presenti in sala, voleva spiare e sentire ciò che ci stavamo dicendo e poi mi chiese…..

    “Sei qui con un tuo compagno o fidanzato oppure marito?”

    “Beh, si sono qui con mio marito…..”

    “Allora è probabile che sia lui che ti chiede il permesso, però se non vuoi basta che premi il tasto rosso sul telefono e lui non ti può più chiamare. Se invece vuoi, premi il tasto verde….”

    Rimasi dubbiosa, poi premetti il pulsante verde. Amir sorrise e mi disse che l’aveva capito che avrei dato la possibilità di vedere e di sentire al mio uomo. Poi all’improvviso, mi chiese……

    “Vuoi scopare con me?”

    Guardai lui, poi volsi il mio sguardo verso la webcam e fissandola bene risposi…..

    “Si, mi piacerebbe farmi sbattere da te!!!”

    Pensai a mio marito, chissà se era contento della mia risposta, forse si, visto che nel parcheggio si era eccitato e per di più mi aveva spinta a spompinare uno sconosciuto!!

    “Vieni con me, fai il giro e torna qui….”

    “Mi alzai e passai dietro a molti altri postazioni, quasi tutte occupate, in alcune c’erano anche due uomini o due donne che tubavano fra di loro. Giunsi al numero quarantatre e vidi il mio Miky che stava corteggiando una donna. Una donna era un eufemismo, forse la tipa aveva diciotto anni, noi avevamo i nostri figli di quella età. Va beh che io stavo andando a incontrare uno che di anni non ne aveva molti di più. Lui, al mio passaggio, alzò gli occhi divertito e poi li rituffò in quelli della sua amica.
    Vidi, al fondo della sala, i cartelli che indicavano le toilette e visto che avevo un bisogno fisiologico da espletare, mi mossi in quella direzione. Lungo il corridoio, incontrai prima i bagno degli uomini, notai dei movimenti strani, gente che passeggiava, come se fosse in salotto, altri in piedi vicini agli orinatoi, che pisciavano con il cazzo in mano. Ne vidi un paio che si masturbavano reciprocamente.
    Entrai nei bagno delle femmine e trovai una coda interminabile. Mi accodai e attesi il mio turno stringendo fortemente le gambe. Finalmente riuscii ad entrare, era una stanzetta parecchio grande per essere un bagno, c’era il lavandino e la carta igienica. Feci la pipì poi mi diedi una sciacquata alla figa e quindi mi lavai per bene le mani. Uscii e raggiunsi Amir , mi scusai per l’attesa e lui mi disse che stava pensando che l’avessi bidonato.
    Lui era proprio un bel ragazzo, ma io non ero poi così convinta, una cosa fatta a freddo, mi pareva di essere una puttana a pagamento. L’avventura del parcheggio era stata bella perché condivisa con Miky, eravamo assieme, invece adesso, io ero da sola, con uno che in fondo era un emerito sconosciuto, dove stavo andando? E se quello mi avesse scopata e poi magari mi uccideva, mi picchiava, mi torturava….. No, all’improvviso mi fermai, lo guardai fissa negli occhi, con lo sguardo determinato di quando per qualche motivo ero incazzata nera e gli dissi che non se ne faceva niente. Mi voltai e andai a recuperare il mio Miky, lasciando il mio bel moretto lì impalato in mezzo alla sala. Arrivai al quarantatre e gli bussai alle spalle, gli spiegai rapidamente la situazione e lui si alzò salutò a sua volta la inebetita ragazza e prendendomi per mano mi condusse all’esterno di quel locale peccaminoso. In macchina ci abbracciammo lui mi toccò fra le cosce e mi trovò bagnata fradicia. Guidò la macchina per i metri necessari a raggiungere il parcheggio dei nostri pompini, si fermò tra una macchina e un camioncino, chiuse le porte e poi fece scendere lo schienale del mio sedile all’indietro, in un attimo il mio vestito scomparve e lui mi fu sopra, sentii il suo cazzo dentro ed entrambi in pochissimo tempo arrivammo all’orgasmo. Fu una delle scopate più veloci della nostra vita, ci ripulimmo veloci e guardammo fuori dai finestrini, eravamo attorniati da uomini tutti con il cazzo duro fuori dai pantaloni che se lo menavano guardandoci. Due di loro erano intenti uno a darlo e l’altro a prenderlo nel culo. Miky mise in moto e ci allontanammo velocemente. Questa volta, pensai, niente pompini!!!

    Arrivammo a casa e sentimmo che in camera di Veronica c’era qualcun altro. Pensammo che la nostra cara bambina avesse trovato un fidanzatino e che stessero facendo le loro prime esperienze. In fondo era maggiorenne, anche se da poco, ma pur sempre maggiorenne era. Credemmo fosse più corretto non disturbare e così ci infilammo in camera nostra e poco dopo iniziammo ancora una volta una specie di maratona del sesso.
    Con Miky c’era veramente una comunione, un’intesa che molte coppie ci avrebbero invidiato, con lui nulla era vietato o proibito e la stessa cosa era per me. Lui mi poteva chiedere qualsiasi cosa che io non mi sarei mai sognata, che ne so, di dargli del pervertito o del maniaco sessuale. Naturalmente l’identica cosa valeva anche per lui. Mi eccitò moltissimo quella notte, mi descriveva quello che sarebbe potuto succedere tra me e il giovane Amir, mi chiedeva se me lo sarei fatto mettere nel culo, se non ero curiosa di sapere le dimensioni del suo cazzo, mi solleticava dicendomi che di solito gli arabi hanno dei piselli enormi….. Io, mentre mi sbatteva con il cazzo in figa oppure nel culo, gli gridavo il mio piacere chiedendogli se al posto mio avrebbe voluto fottere la ragazzina del club….
    Fu una notte di fuoco e verso le cinque, entrambi andammo in bagno a darci una rinfrescata. In quel momento vedemmo uscire dalla camera di Veronica, nostro figlio e suo fratello Manuele. Lui era tranquillamente in slip ….

    “Ciao Manu, che ci facevi in camera di tua sorella? “

    “Eemm, no, niente, l’ho sentita lamentarsi nel sonno e sono andato a vedere se stava bene…”

    Mentre diceva questo, aprì la porta di camera sua ed io vidi il suo letto perfettamente in ordine. Gli chiesi spiegazioni e lui mi disse che era appena rientrato da fuori e che si era spogliato e ancora non era andato a dormire. Gli augurammo la buonanotte e ci ritirammo nuovamente nella nostra stanza.

    “Miky, non ti sembra stana sta cosa, per me c’è qualcosa che non va….”

    “Già, anche per me c’è puzza di bruciato…”

    “Scusa, ma vorrai mica dirmi che Veronica e Manuele scopano fra di loro???”

    “Alba, non lo so, basterebbe andare a chiedere un attimo a Veronica….”

    “Ma adesso???”

    “Si, bisogna battere il ferro finché è caldo….”

    Entrammo in camera di Veronica, lei era in piedi, nuda come un verme, ci guardò come se avesse visto gli alieni e gentilmente ci chiese cosa facevamo lì…..

    “Papà, mamma che cazzo ci fate qui a quest’ora del mattino???”

    “Ehi come parli !!!! Ci facciamo che io e la mamma volevamo sapere la storia di te e Manuele!!!!”

    Colta di sorpresa, la nostra giovane fanciulla, forse meno furba e smaliziata di suo fratello, ci guardò con il terrore dipinto sul viso e immediatamente scoppiò in lacrime e tra un singhiozzo e l’altro …..

    “Manuele mi ha …..insegnato delle……. cose…. che non sapevo, è….. colpa …….mia, sono io che gli ho fatto…. delle domande e poi lui…… mi ha fatto ….. vedere.”

    “Spiegati meglio, quali cose, cosa ti ha fatto vedere???”

    Sulla porta in quel momento comparve Manuele….

    “Voleva vedere come funziona il …coso “

    “E tu glielo hai fatto vedere? “

    “Si…”

    “Insomma, ti sei fatto fare una sega???”

    “Si, beh, si insomma anche una sega si……”

    “Anche cosa vuol dire???”

    “Mi ha spiegato il pompino….”

    “Cioè Veronica, spiega bene alla tua mamma, hai fatto un pompino a tuo fratello???”

    “Si……”

    “Quindi gli hai fatto una sega e un pompino???”

    “Si, più o meno quello…..”

    “Manuele, cosa vuol dire tua sorella con più o meno???”

    “Gli ho imparato anche altre cosucce…..”

    “Asino!!!! Si dice insegnato!!! Comunque di quali cosucce parli???”

    “Gliel’ho messo……”

    “Hai scopato tua sorella?????”

    “Si, cavoli è lei che mi ha chiesto di farlo però!!!!”

    “Manuela, gli hai chiesto tu di metterti…. il suo…. coso…. nella tua…..cosa??????”

    “Si…. Volevo provare anche io quello che si prova, volevo capire come mai quando papà te lo mette tu gridi come una matta!!!!”

    “Cazzooooo!!!! Veronicaaa!!!! Ma una specie di fidanzato non ce l’hai????”

    “No…..”

    “Poi, uno che conosciamo e che va all’università ci ha detto che quindici o venti giorni fa voi eravate in un parcheggio e vi ha visti che tutti e due facevate dei pompini a degli uomini!!!!”

    “Ma che dici, non è vero, quello ti ha raccontato una balla grossa come una casa!!!”

    Manuele prese il suo cellulare e dopo aver premuto qualche pulsante, ci fece vedere una foto nitidissima, si vedeva la targa della nostra auto e Miky che succhiava il cazzo ad un uomo. Nostro figlio fece scorrere la foto e ne comparve subito un'altra, ero io che spompinavo l’altro tizio. Che figura di merda, come si dice nelle aule giudiziarie, le prove erano schiaccianti. Parlai per prima e fu una ritirata……

    “Beh andiamo a dormire ne riparliamo domani, buonanotte, separati, mi raccomando!!!”

    Entrambi dormimmo alquanto male e ci svegliammo più agitati e in crisi di quando c’eravamo messi a letto. Ci trovammo, tutti e quattro in salotto, senza nemmeno l’appetito necessario per giustificare il pranzo. Ognuno di noi portava addosso un enorme peso. Noi per la nostra porcaggine e loro per l’incesto ormai conclamato. Poi presi una decisione e condussi per mano Veronica in camera sua, lasciando i due maschietti a spiegarsi tra di loro.
    Parlai con mia figlia per un paio d’ore buone, dentro di me la convinzione di aver sbagliato, ma anche la voglia di rivendicare i miei diritti di donna che da adulta in fondo si comporta come vuole. Per Veronica fu più difficile farmi capire le motivazioni che l’avevano spinta a incestare con suo fratello, lei aveva domandato delle cose in via del tutto teorica e lui invece furbescamente le aveva messe in pratica. Poi c’era stato il piacere fisico che nonostante il fatto che fossero fratello e sorella comunque si era manifestato forte e prepotente. Mia figlia mi disse anche che lei aveva avuto un fidanzato ma che il loro rapporto era stato brevissimo e quindi senza sesso. Glielo aveva toccato di sfuggita una volta ma poi lui era stato trasferito al sud e quindi tutto era finito prima di cominciare. Mi spiegò che comunque c’era una enorme differenza di dimensioni dal pisello del suo ex e quello di Manuele.
    Ritornammo in salotto e trovammo i due maschietti addormentati entrambi sulle poltrone.
    Nel pomeriggio, ci riunimmo ancora e nel limite del possibile cercammo di spiegare le rispettive situazioni, alla fine concordammo sul fatto che ci si doveva mettere la classica pietra sopra e dimenticarci di tutto ricominciando una nuova vita.
    Già, solo che come si dice chi nasce quadrato non potrà mai morire tondo e così il diavoletto tentatore, rimase lì a fianco di ognuno di noi, in agguato, pronto a colpire nei momenti di inevitabile debolezza. Miky ed io, tornammo alcune volte in quel parcheggio, lui noleggiava un auto e poi andavamo lì a divertirci, come la prima volta furono pompini, ma furono anche seghe e ditalini, scopate e inculate, leccate e dita infilate, me lo presi da due assieme, anche Miky se lo prese più di una volta. Era ormai diventata per noi una droga, nell’arco di un mese spendemmo circa duemila euro solo di noleggio auto. Poi una sera, provammo a controllare i nostri figli, li lasciammo soli in casa e ce ne andammo dicendo loro che saremmo rientrati tardi. Invece dopo un’ora ritornammo. Piano piano entrammo in casa, loro erano lì, in camera di Veronica e Manuele gli era sopra che se la scopava a più non posso. Un fallimento su tutta la linea. Senza vergogna alcuna, li spiammo e ci eccitammo, Miky mi toccava il culo mentre guardavo i nostri figli scopare. Entrambi restammo allibiti nel vedere lui inginocchiato dietro di lei con il cazzo finalmente ben esposto. Che mazza che gli avevo fatto!!! Mi spaventai a vedere come se lo impugnava alla base e usandolo come un randello colpiva sul culo sua sorella. Udimmo che gliel’avrebbe ficcato nel culo, lei disse di si e lui glielo spinse dentro. Sicuramente non era la prima volta che Veronica se lo prendeva dietro. Il manganello le scivolò dentro lentamente senza mai fermarsi, poi a circa dieci centimetri dalla base la nostra giovanissima figlia si lamentò ad alta voce e lui si bloccò.
    Lo tirò indietro praticamente tutto e poi glielo spinse nuovamente a fondo, ancora un lamento, poi lui iniziò a stantuffarla avanti e indietro, avanti e indietro, lei setacciava il culo e lui la fotteva. Dietro di me le mie mutande furono abbassate e il cazzo di Miky mi fu dentro, pensai d’avere dentro quello di Manuele, poi cancellai dalla mia mente un simile ignobile pensiero. Mio marito con un colpo violento spinse il cazzo nella mia figa fino in fondo, io persi l’equilibrio e appoggiai involontariamente la mano alla porta della camera dove i giovani stavano scopando. L’uscio si aprì e loro ci videro in quella posizione mentre li spiavamo scopando a nostra volta. Miky, da dietro non smise nemmeno un attimo di fottermi e vidi che dopo un attimo di sorpresa anche i ragazzi se ne fregarono di noi e continuarono a loro volta a scopare. Così da quella volta, mio marito ed io ci trovammo coinvolti in una situazione a quattro che in un'altra occasione vi voglio poi raccontare….
     
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