Simona la mia cugina.

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    Quello che voglio raccontarvi è un fatto successo tanto tempo fa, avevo diciotto anni e come quasi tutte le famiglie di quell’epoca la nostra era composta da una numerosa prole, io ero il quinto di sette tra fratelli e sorelle.
    La nostra casa non era grandissima, però poteva ospitare senza alcun problema tutti i componenti, comunque salto un po’ di particolari e vado a raccontarvi un episodio successo durante il periodo estivo.
    Appena terminata la frequentazione scolastica una mia zia d’accordo con mia madre decide di mandare da noi in vacanza sua figlia Simona di diciassette anni, in quanto essendo tutto l’anno in citta, precisamente a Firenze, aveva bisogno di respirare aria di mare, quindi dopo aver preso accordi accompagnano Simona al treno e dopo aver fatto parecchie ore di viaggio finalmente giunge a destinazione, i miei genitori andarono alla stazione a prenderla, devo premettere che erano alcuni anni che non vedevo Simona, ovviamente la ricordavo quasi una bambina, rinetranti dalla stazione parcheggiano l'autovettura ed entrano prima i miei genitori poi fa il suo ingresso Simona, rimango estasiato dalla sua bellezza nonostante la giovane età, dopo i saluti di rito viene accompagnata nella stanza delle donne, nella mia famiglia le donne sono più numerose di noi maschietti, di conseguenza loro stanno un po’ strette, mentre noi stiamo un pò più comodamente, comunque sistema le sue cose e ritorna da noi per riprendere quella familiarità che in questi anni era andata a scemare a causa della lontananza, durante l’interrogatorio di rito non potevo far a meno di notare la bellezza del corpo, un paio di volte mi sorprese a fissarle le tettone (sicuramente una terza abbondante), diventammo entrambi rossi in viso, i giorni passavano con spensieratezza, notavo che anziché stare con le mie sorelle, sovente voleva venire con me dappertutto, in spiaggia anche se metteva un costume alquanto castigato, potevo osservare le forme del suo corpo, ero sempre eccitato, per ovvie ragioni dovevo spesso mettermi pancia in giù, visti i miei strani movimenti, notavo che oramai faceva di tutto per farmi eccitare, addirittura una mattina venne in spiaggia con un costume bianco, prima di entrare in acqua mi invito a fare il bagno con lei, non rifiutai e ci buttammo in acqua, subito dopo appena bagnata notai con mia profonda ammirazione che il bianco costume era diventato praticamente trasparente, si vedeva l’aureola del seno acerbo, il piccolo capezzolo era in risalto ornato di rosa, inoltre si vedeva chiaramente l’isola nera, diventai sicuramente rosso in quanto sentivo le vampate, mi viene vicino quasi a contato e mi chiede se il costume gli sta bene, senza aspettare la mia risposta mi dice che dal mio sguardo capiva che gli stava
    meravigliosamente bene, feci finta di svenire e caddi dentro l’acqua, subito mi soccorre e mentre si inchina per farlo l’abbraccio e la trascino in acqua, comincio a toccarla ovunque, contrariamente a quanto sperato mi molla un ceffone ed esce dall’acqua, mentre io rimango ancora dentro, noto che mentre passa i maschietti presenti le lanciano sguardi libidinosi, arrivata dove avevamo posizionato l’ombrellone va sotto e si sdraia per asciugarsi, dopo alcuni minuti esco anch’io dall’acqua e mi avvicino, ma invece di rimanere con lei prendo le mie cose e vado via, mi guarda ma non da molto peso al mio gesto, la lascio sola e rientro a casa, dopo un’ora circa anche lei fa rientro e senza degnarmi di uno sguardo va in bagno, sono tutti fuori casa, invece di chiudere la porta la lascia aperta e dopo essersi denudata si mette sotto la doccia, incuriosito dallo scrosciare dell’acqua passo davanti e per la prima volta riesco a vederla nuda, comunque non mi fermo e vado in camera mia e chiudo la porta, dopo un po’ sento bussare, chiedo chi è, mi risponde Simona chiedendo se poteva entrare, gli dico di si ed entra appena aperta la porta con mia profonda meraviglia vedo che è completamente nuda, si avvicina e mi chiede se l’aiuto ad asciugarsi la schiena, senza aspettare la risposta mi da un asciugamano e si gira, l’asciugo pian piano, prima le spalle poi i fianchi e poi passo ai glutei, sono sodi come il marmo, allarga un po’ le gambe e glielo passo anche in mezzo, data l’opportunità passo la mano senza asciugamano, ma invece di spostarsi allarga ancora di più, passo un dito in mezzo alla spaccatura e mi accorgo che è umida, si gira e mi dice che se voglio posso anche baciarla, data l’inesperienza sono un po’ goffo, ma comunque cerco di imparare in fretta, non l’avevo mai fatto, però istintivamente succhio i capezzoli fino a farle male, mette la mano dentro lo slip e mi accarezza il cazzo, ovviamente era diventato duro come la pietra, lo accarezza e lo stringe, sicuramente anche lei non aveva molta esperienza, ero arrapato talmente tanto che raggiunsi l’orgasmo e gli bagnai la mano, anche il mio ditalino diede i suoi frutti, infatti gemette cosi tanto da doverle mettere una mano in bocca per non far sentire i gemiti. Oramai il ghiaccio era rotto, non perdevamo occasione per darci reciproco piacere, finchè non provammo qualcosa che ci segno per tutta la via, questo fatto accadde una notte, faceva particolarmente caldo e dato che la stanza delle donne era assai affollata, Simona venne a dormire nella stanza di noi maschietti, venne a coricarsi ovviamente vicino a me, dato il clima estivo indossava solamente una maglietta e dei pantaloncini corti, solo al pensiero d’averla vicino mi venne enormemente duro, i miei fratellini erano già addormentati, si sdraio vicino a me prima di fronte, in questo modo potei accarezzarle il seno, e ovviamente metterle una mano nella patatina, era bagnata come una fontana, tolsi il dito e me lo passai sulle labbra, aveva un odore e un sapore meraviglioso, lei per compensare mi mise una mano dentro lo slip e cominciava a massaggiarmi l’uccello, la feci smettere in quanto se mi dava un altro colpo ancora avrei bagnato tutto il letto, ma quella notte volevo qualcosina in più, la feci girare e le sussurrai di mettersi con il culetto in direzione del mio inguine, non feci in tempo a dirglielo che si era gia posizionata, le abbassai la mutandina e con il cazzo strusciavo il mezzo, tra un’andata e un ritorno notai che quando passavo nell’ingresso della farfallina spingeva contro di me, dovevo riposare alcuni istanti, subito dopo con la punta della cappella feci una leggera pressione e trovai una certa resistenza in quanto era ancora vergine, questa situazione mi ingoiava ancora di più, diedi un’altra leggera spinta e riuscii a far entrare la cappella, quest’operazione mi costo quattro ferite provocate dalle unghie di Simona, con questo gesto mi fece capire d’averle provocato dolore, restai immobile e lei si stacco da me, dopo avermi sussurrato di seguirla fuori si alzo e usci, dopo alcuni minuti per non creare trambusto mi alzai e andai fuori, eravamo nel cortile, mi fece segno di seguirla nel ripostiglio, una volta dentro mi disse che gli avevo provocato tanto male, e mi fece vedere la fighettina tutta arrossata, mi ordino di sedermi per terra e dopo essersi sfilata le mutandine prende il cazzo in mano e si abbassa puntandolo in direzione della sua margheritina, mi dice che vuole farlo così in quanto almeno cosi controllava il dolore, altro che dolore, in men che non si dica si siede di colpo infilandoselo completamente dentro, per tutta la vita ho avuto di fronte quell’espressione, poiché per quell’azione sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta, ma oramai il danno era fatto, dopo alcuni istanti per riprendersi incominciò la danza, l’inesperienza ci porto dopo alcuni colpi ad avere l’orgasmo quasi subito, non feci in tempo a metterlo fuori e le inondai l’utero di sperma, rimanemmo abbracciati per un’infinità di tempo, la nostra danza aveva svegliato mia madre, la quale apri la porta e entrò dentro il ripostiglio, non fece scenate per non svegliare mio padre, ci disse di rivestirci, il mattino dopo fece fare le valigie a Simona e l’accompagno per il viaggio di ritorno, non potei dirle neanche una parola.
    Subii solo la ramanzina di mia madre. Giorno dopo giorno mi accorgevo che mi mancava, non avevo modo di contattarla, passarono alcuni mesi e ricevemmo la visita di Simona con i suoi genitori, come mi vide senza curarsi degli altri mi venne incontro e mi abbraccio baciandomi in bocca, dopo mi sussurro che i suoi sapevano tutto, infatti entrammo in casa e scoppio la bomba, Simona era incinta e ovviamente il padre non potevo essere che io, da una parte ero l’uomo più felice della terra, dall’altra ero angosciato per la notizia, perché nonostante ci amassimo era pur vero che eravamo cugini, mi alzai le andai vicino le presi la mano la feci alzare e di fronte a tutti le dissi che l’amavo e che ero felice, nonostante la nostra giovane età di diventare papà. Alcuni mesi dopo nacque un bellissimo bambino, ci sposammo alcuni anni dopo, oggi oltre a Marco abbiamo anche una ragazza di nome Federica, siamo praticamente cresciuti insieme condividendo i momenti felici e meno felici
     
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