la mia prima volta

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  1. ebeladea
     
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    Non feci in tempo ad entrare in camera sua...
    mi chiese di spogliarmi. voleva che mi stendessi, nuda, sul suo letto e che lo attendessi li.
    quella sera aveva deciso che voleva fare un nuovo gioco con me. qualcosa che fosse diverso. l'idea di essere il "primo" lo eccitava da morire.
    lasciai cadere la gonna sul pavimento. sfilai la camicetta nera e con essa il reggiseno stesso. lasciai deliziosamente vestiti solo i miei piedi. sandalo color platino con un tacco altissimo e smalto rosso scarlatto. si mise a sedere davanti a me. mi fece girare e, mentre lentamente ricopriva il mio culo con caldi baci, mi sfilò anche il perizoma rosso che sapientemente avevo lasciato. mi stesi, come ordinatomi! mi chiese di raccogliere i lunghi capelli biondi e mi bendò gli occhi con una sciarpa sottile. prese l'olio di mandorle che uso per massaggiargli il corpo e lo lasciò cadere lungo la mia schiena. era una sensazione piacevole. la finestra appena aperta lasciava entrare un vento gradevolissimo.
    ben presto distribuì l'olio su tutta la schiena. prese a disegnare movimenti circolari ed accarezzare ogni millimetro della mia pelle. il ritmo delle sue mani, quella mani che mi fanno morire a tenerle addosso, si alternava; ora lento. ora più forte. le sue dita indugiavano alla mia bocca. toccavano le mie labbra, poi tornavano giù tra i miei capelli...sino alla schiena.
    "adesso farò qualcosa per te. dimmi senti dolore!"
    annuii! mi mordevo le labbra senza saper cosa mi aspettasse.

    ora l'olio correva tra le mie natiche, dapprima ricoprendo il mio sedere. lui era nudo, seduto su di me. con la mano completamente aperta, accarezzava il mio culo. prima una mano, poi l'altra. la luce, lasciata accesa sulla scrivania, rifletteva sul mio sedere completamente lucido per l'olio che lo ricopriva.
    le sue mani iniziarono a farsi spazio tra le mie cosce. prima mi sfiorava l'ano. al primo tocco sussultai. poi scese alla mia figa che nel frattempo era già bagnata. lui premeva con il cazzo ormai completamente eretto tra le mie gambe e continuava questa danza tra la mia schiena ed il mio culo. si discostò appena, con la forza delle sue gambe, divaricò le mie e passò a baciarmi l'orifizio. lo bagnò con la sua saliva. lo avvolse con la sua lingua e prese a penetrarmi con essa.

    "voglio farti godere. voglio farti impazzire!"
    faticavo a respirare. ero eccitatissima. sentire la sua voce. essere impossibilita nel guardarlo mi faceva impazzire. provai a scoprirmi gli occhi, ma me lo impedì, spingendomi la testa contro il cuscino.

    "stronza, non ti muovere. sei fai la stronza, ti punisco"
    mi mollò un ceffone sonoro sul culo. mi lasciò un gran segno rosso. stetti buona e lo lasciai continuare.

    mi offrì ancora una volta due dita. mi ordinò di succhiarle. voleva che le bagnassi. improvvisai una sorta di fellatio. indugiavo con la lingua e con le labbra. le tirò via dalla mia bocca e senza troppi complimenti mi penetrò il culo con le due dita. non riuscivo a star ferma. ero eccitatissima. aggiunse ancora un dito.
    tre dita entravano ed uscivano lentamente dal mio ano.

    "dimmi se ti piace?"
    "no, non mi piace"
    "ah,no?! se non ti piace la smetto...eppure sei bagnata fradicia. hai un lago tra queste cosce!"

    tirò via le dita dal mio culo e mi penetrò la figa. iniziò a menarmela. mi fotteva fortissimo. io gemevo e mordevo le lenzuola per non dargli troppa soddisfazione.
    tornò al mio culo. questa volta 4 dita affondavano nel mio culo. mi penetrava lentamente. istintivamente spingevo verso di lui, aprendomi sempre di più. provavo una sensazione di dolore, ma era fottutamente piacevole.

    "dimmi se ti faccio male! "
    continuava a chiedermelo e proseguì "perché se ti faccio male, non me ne fotte un cazzo"
    non so quanto fosse dilatato il mio ano, ma mi ritrovai con la sua mano dentro quasi fino al polso.
    spingevo...spingevo aprendo il culo senza capacitarmene.

    "sai quante dita ho dentro?"
    No, R.! dimmi quante?!"
    portò la mia mano verso la sua e sentii il suo polso poco fuori.

    "questo si chiama fisting anale. so che non l'avevi mai fatto ed ho voluto che lo facessi con me. ma quanto sei brava. sei la mia fottutissima troia"
    ero incredula! avevo la sua intera mano nel culo e ci godevo da morire. iniziai a toccarmi la clitoride. la mia figa era gonfissima.
    con la mano destra la mantenevo aperta e con la mano sinistra mi toccavo con una foga assurda. me la menai talmente forte da esplodere in un orgasmo assurdo.
    liberò il mio culo dalla sua mano. respiravo a fatica per l'orgasmo che mi aveva appena sconvolta. mi lasciò un istante respirare portandomi in posizione supina. aveva il cazzo che pareva esplodere. mi ci fiondai sopra e questa volta la fellatio la feci a quello splendido uccello. lo accolsi nella mia bocca scappellandolo con la lingua e succhiandolo in tutta la sua lunghezza. lo affondai più volte, giù nella mia gola. lo sentivo che se la stava godendo da morire.
    mi ripete sempre che di tutte le donne che gli hanno fatto una pompa, della mia bocca non riesce a farne a meno.
    mi piace che mi lusinghi in certi momenti. mi piace pensare che possa trovarmi davvero irresistibile. lui me lo dice ed io quasi ci credo. ci credo talmente tanto da sentirmi così femmina..così sua. lo spinsi sul letto. mi sedetti su di lui dandogli le spalle. mi teneva stretta per le caviglie governando il ritmo del mio scivolare su di lui. mi girai appena per poterlo guardare in viso; rosso e con gli occhi appena schiusi. la testa appoggiata al muro. ero piegata in modo tale da fargli vedere come il suo cazzo penetrasse, ad ogni mio colpo, sempre più profondamente nella mia figa. mi trinse più forte le caviglie per bloccarmi del tutto. mi tirò verso di lui bloccandomi con un braccio intorno al collo. portò una sua mano tra le mie cosce...agitandosi sotto di me, mi diede ancora due/ tre botte fortissime e saltò fuori. esplose sul mio culo. riversò il suo nettare sul mio culo che sapeva ancora di olio. avevo la sua calda roba che mi rigava il culo. li ormai immobile, col cazzo tra le mani ed il viso rivolto verso la parete attigua il grande letto. portai le dita della mano sinistra a raccogliere un pò del suo nettare. succhiai le dita, sorridendogli.
     
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