Come ho scoperto le virtù di mio figlio

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    Mio figlio è alla porta di casa mia. È in un stato pietoso. Mi ha raggiunto al mare, dove al venerdì mi ritiro per i miei lunghi week end, in piena solitudine, sulla bellissima costa jonica calabrese.
    Non nascondo la mia preoccupazione nel vederlo in uno stato di profonda prostrazione fisica e mentale. Ha litigato con Mara, la sua attuale compagna. Mi chiede di offrirgli ospitalità per il fine settimana, giusto il tempo di sistemare le cose e poi vedere. Gli chiedo di essere più esplicito e farmi capire la natura del suo litigio. È evasivo nelle sue. Cerco di saperne di più. Ma è proprio dissociato, sbiascica parole che non hanno senso. Si rimprovera un suo atteggiamento con riflessioni di cui non afferro le parole ma ne percepisco il senso.
    Il problema è sicuramente nella coppia. O meglio nel suo modo di intendere il loro intimo rapporto. Una coppia che, a mio parere, è male assortita. Lui 24 anni, ancora studente universitario e lei donna matura che ha superato gli anta ma che ancora dimostra di appartenere egregiamente alla categoria degli enta! Potrebbe essere sua madre! Un rapporto che non vedo come possa avere futuro ma che dura, ormai, da un paio di mesi. Lei è titolare di un english pub, il più in della città, e lui nello sfruttare la sua qualità di acrobatic barman attira diversa clientela con i suoi cocktail.
    Il venerdì comincia lavorare alle 19,00, un fine settimana di ore piccole e torna a casa il lunedì dopo pranzo.
    Mi è abbastanza chiaro che dopo il lavoro c’è il piacere. Devo essere sincera, all’inizio la cosa mi inorgogliva. Il bel ragazzo a fare esperienza con la provocante tardona. Ma adesso sono preoccupata.
    Ogni mio tentativo di saperne di più non sortisce effetto alcuno. Cerco di capire quali possano essere i suoi perché e le sue giustificazioni. Ma niente!
    Lo lascio, quindi, solo in casa e passo tutto il giorno a mare a crogiolarmi al sole. Dopo tutto sono venuta per questo! Ma non posso esimermi dal riflettere sul suo stato. Chissà cosa avrà combinato. Rammento che la sua esuberanza più di qualche problema mi ha creato nel passato. Ma era tanto che sembrava calmo! Si ma, forse, è meglio così!!
    Un pranzo frugale a base di frutta fresca e, a pomeriggio inoltrato, ritorno a casa.

    Una rapida doccia e mi accingo a preparare cena. Mentre lui è ancora chiuso nella sua vecchia camera. Un pasto a base di pesce fresco che, volutamente, abbino ad un freschissimo prosecco.
    Il vino probabilmente potrà aiutarlo ad aprirsi e, forse, sfogarsi. Come si dice in vino veritas! Il mio intento è stimolare una
    sua reazione. Capire se quelle mie perplessità nel suo rapporto si sono concretizzate.

    Due bottiglie hanno raggiunto il mio scopo.
    Si apre.
    Comincia a lamentarsi del fatto di non aver mai incontrato una donna come me. Una donna con un forte rispetto verso il proprio uomo. Disponibile a soddisfare ogni sua richiesta. È bello sentire queste parole da lui convinto fautore di una botta e via.
    Ha sempre affermato che per lui le donne sono tutte puttane nessuna esclusa.
    Ricordo di essermi arrabbiata, e moltissimo, per essere annoverata come zoccola!
    Ha giustificato la sua riflessione affermando che in quanto donna non posso esimerlo da il mio ruolo di mamma mi offre la possibilità della redenzione. Il che significa che qualche dubbio su di me deve averlo comunque avuto!
    “Tu sei sempre una gran bella donna e sai come gestire un rapporto, diciamo intimo”
    Non so perché ma sentendo questo suo farfugliare decido di vedere fin dove il vino è capace di far arrivare le sue confessioni. Probabilmente potrò scoprire un lato del suo carattere a me sconosciuto.
    “tu hai fatto impazzire a letto papà”.
    In silenzio… lo guardo sgranando gli occhi (confesso di non essere mai stata pudica e nel mio intimo davo il meglio di me stessa. Sono vedova da tre anni e, malgrado i miei quasi cinquant’anni, dopo il primo anno ho ripreso vecchie frequentazioni. Intendiamoci niente di solido, solo sesso per soddisfare mai sopite voglie.)
    “Che vuoi dire?”
    Con una risata maliziosa non risponde alla mia domanda. Si alza e si sposta sul divano
    Mi convinco che, probabilmente, parlando di me potrò portarlo ad aprirsi e confessarmi cosa è successo con Mara. Dal mobile bar servo del whisky e lo invito a darmi una risposta.
    Un lungo sorso e il suo primo cicchitto è andato.
    “sai una notte ho scoperto il tuo essere calda e passionale….”
    “Calda e passionale?”
    Un lungo sospiro e: “quante volte ho ascoltato papà osannare le tue intime qualità”
    “ma come ….
    “Ti ho visto nei tuoi particolari giochini con papà. Le tue calde labbra sul suo uccello…”
    “ma che dici?”,
    “dai come se non sappia che ti piace scopare!”
    L’alcol scioglie la sua lingua e lo lascio esternare anche se non condivido questa sua volgarità!
    Divento rossa in viso, vorrei interromperlo ma la mia curiosità inibisce questa mia volontà
    “ti toccavi davanti a lui… la cosa lo faceva impazzire, quando ti sentiva gemere. Stavo fermo sulla porta. Inginocchiata prendevi in bocca il grosso uccello di papà. Eri meravigliosa. Dio se eri Brava! E i gemiti di papà ne erano la chiara conferma.”
    In tutti questi anni non mi sono accorta di niente!
    “Mi sono sempre chiesto come riuscivi a trasformarti da mamma premurosa ed affettuosa di giorno in femmina vogliosa e zoccola di notte. Non immagini nemmeno quante seghe ti ho dedicato in tutti questi anni.”
    “ma sei un maiale”
    Mi guarda il suo sguardo sembra essere assente e continua a bere.
    “Una scena più delle altre mi ha eccitato da morire! Eri piegata a novanta gradi con tutta l’uccello di papà in bocca. Nuda a gambe divaricate con una eccitante lingerie, autoreggenti e scarpe con un altissimo tacco lo spompinavi con foga. Eri come rapita da una passione intensa. I tuoi occhi chiusi erano l’emblema di un piacere immenso e sconfinato”.
    Ormai è andato. L’alcol ha materialmente inciso sui suoi freni inibitori. A ruota libera si confessa! Accaldata riempio ancora i nostri bicchieri del sopraffino torbato scozzese. Prendo atto che le sue riflessioni mi colpiscono intimamente.
    “ho sempre desiderato una donna così porca a letto”
    Lo guardo interdetta incapace di rispondere, i suoi occhi mi fissano, ed è evidente che qualche freno inibitorio sta lentamente spegnendosi.
    Il piccolo pareo scopre leggermente il seno e seguo, il suo sguardo perdersi nel solco di un seno ancora intrigante. Gli privo la visione.
    “hai proprio un bel seno, stamattina in costume eri proprio una gran fica!
    Questa sua ultima riflessione mi offe le e risentita lo lascio solo e torno in cucina.
    Una buona mezz’ora a rassettare e torno ancora arrabbiata da lui. Praticamente si è bevuto una bottiglia intera di whisky, e sta per addormentarsi.
    “E’ il caso che tu vada a letto”
    Sostengo il suo barcollare verso la sua camera.
    “Mamma ieri ho scopata Mara, aveva il mio uccello in bocca leccava con passione ma erano tue le labbra che mi stavano spompinando. Ho goduto della sua bocca invocando il tuo nome. Ecco quello che è successo. Per anni ho scopato donne più grandi me ed era il tuo corpo che mi faceva godere, e Mara ieri se ne accorta!”
    Un’ultima frase prima di crollare sul letto.
    Frase che mi lascia sconvolta!!
    L’istinto di mamma però prevale. Quanto meno, cerco di sistemarlo per la notte. Rimando a domani ogni necessaria considerazione. Si perché è il caso affrontare il problema e capire come questo potrà incidere sul nostro rapporto.
    Il suo corpo morto non mi agevola nel mio fare. Lentamente lo privo della camicia, le dita lottano con i bottoni. Il suo respiro comprime le mie mani tra una calda pelle ed il leggerissimo tessuto. Tolgo le scarpe che mi sono di intralcio a sfilare lo stretto jeans. Slacciare la cintura è la cosa più semplice che riesco a fare. Ma è armeggiare con i bottoni della patta che mi mettono in seria difficoltà. Tento di risvegliarlo, anche solo per un attimo. Ma è inutile. Continuo con entrambe le mani. Infilo una mano sul bacino, il tentativo è quello di favorirmi lo slacciare il primo bottone del jeans. La mano spinge, naturalmente, sul suo intimo. Sussulto nel sentire un qualcosa di corposo. Mi blocco, ma non posso certo farlo dormire così. Riprendo ancora. Le dita armeggiano, adesso con più attenzione, finalmente il più è fatto. Ma non sortisce alcun effetto ogni mio ulteriore tentativo di sfilare il pantalone. Spingo dal bacino verso giù i pantaloni ma il suo stato di semi incoscienza vanifica ogni mio sforzo. D’imperio riesco a metterlo in piedi. Barcolla, ma riesce a stare in un precario equilibrio. In ginocchio davanti a lui, le sue mani sul mio capo e, con forza, riesco a tirare giù i pantaloni.
    La mie veemenza lo denuda completamente.
    ODDIO!
    Prendo atto di quanto sia veramente dotato il mio ragazzo. Il suo muscolo in tensione quasi sfiora il mio viso. E’ solo un attimo ma questo mi basta per restare senza fiato.
    Un attributo che qualsiasi donna saprebbe apprezzare. Pochi secondi, per me interminabili, le mie mani cercano appoggio sui suoi fianchi, solo così riesco a mantenere l’equilibrio. L’uccello pulsa ritmico e corposo a pochi centimetri dalla mia bocca. Stento a riprendermi. Non so perché ma le labbra si dischiudono!
    Mi alzo di scatto, ho giusto il tempo di tirare il lenzuolo che sento tra le gambe un qualcosa che mi fa barcollare. Mi scosto d’impeto. Privato del mio intimo appoggio, cade pesantemente sul letto.
    Mi ci vuole qualche secondo per riprendermi e, finalmente, coprire lo stato delle sue grazie.
    Ancora uno sguardo ad un corpo maschio prima di ritirarmi frastornata in soggiorno.

    Un’ora è passata. Un’ora lunghissima nel suo lento trascorrere! Sento il suo smaniare. Lo raggiungo in camera Mi sdraio accanto a lui. Il suo essere in questo momento appartiene più al mondo di Morfeo che non a quello terreno.
    Ancora un suo lamento, stavolta profondo. La luce della abatjour richiama ancora il mio sguardo sul suo corpo. Il lenzuolo a mala pena nasconde un fisico statuario. Supino dorme profondamente. Con fare insano apprezzo i lineamenti di un corpo maschio. Le mie mani percorrono un petto scolpito seguono il disegno di muscoli imponenti . Nel suo smaniare si denuda completamente. I miei occhi scivolano, senza apparente mia volontà, verso una paradisiaca visione.
    Una erezione lenta e inesorabile. Il suo muscolo cresce lungo e arcuato in una tensione fortissima.
    I suoi non erano quindi lamenti, bensì gemiti di una onirica eccitazione.
    Non sono mai stata una puritana, e quello che vedo sta incidendo sulla razionale sfera del mio privato. Rivivo la sua confessione e quell’ultima frase….mi scuote ancora!
    Resto rapita e, contemporaneamente, affascinata dallo splendido uccello che vedo continuare a crescere. Un attributo che non avevo mai immaginato potesse essere così maestoso in tutto il suo magnifico disegno. Per me è ancora un ragazzino!
    Mi vergogno di ciò che sto facendo.
    Inevitabilmente immagino di essere io l’attrice di questo suo erotico sogno.
    “ASSURDO!”
    Vorrei abbandonare la sua stanza ma una forza a me esterna mi blocca!
    La fioca luce da all’ambiente un tocco di piccante trasgressione in più.
    “mmm mmmm…” i suoi gemiti mi riportano ad una intrigante realtà. L’istinto di mamma mi spinge ad allungare una mano sul suo petto. La mano timorosa cerca di svegliarlo dal suo torpore. Il contatto con il suo petto scalda tutto il mio corpo.
    È in preda ad una fortissima eccitazione. Il suo uccello pulsa veemente.
    La mia mano corre a coprire le labbra al solo fine di contenere una espressione che non saprei come definire. Contemporaneamente un brivido caldo percorre l’intero mio corpo protetto dalla delicatissima vestaglia.
    “mmmmmm …” mi accorgo, dai lineamenti del viso, e dall’intenso respiro, che sta per venire.
    E se fossi io l’attrice del suo piacere!
    Un fremito percorre la mia schiena. Assisto inerme!
    Un magnifico muscolo comincia a vibrare ritmico, oscillare nervoso, diventare ancora più duro ed ergersi in tutto il suo magnifico disegno.
    “mmm… mmaaammmaa… si dai prendimelo in bocca ti prego” Ma cosa dice? “dai leccami…” “mmm … mmmm” oddio non è possibile “ti prego mamma succhiami il cazzo”. Mi sta sognando in qualcosa di assurdo; “si come facevi a papà… anch’io ti voglio… scopare…” ma allora era vero non era ubriaco? “si brava, toccati anche per me… come succhi bene… si leccami… mi stai facendo venire… mmmhhh”; contemporaneamente comincia a schizzare il suo caldo seme con un fiotto che corposo si libera nell’aria da una punta fremente.
    Una prima goccia di piacere segna il suo petto. Una seconda, ancora più impetuosa, sporca una mia guancia. Una mano sul mio viso nell’inutile tentativo di coprire il corpo. Ancora una goccia mi scalda il seno!
    Impetuoso il muscolo restituisce spruzzi di un seme che sento caldissimo. Piacere che si diffonde su un petto maschio, figlio di chissà quale conturbante fantasia, che mi vede sicuramente, ptotagonista lo sta facendo godere.
    “mammmaaa come sei porca… mi piaci… troia oohh”. Ho i capezzoli duri ed in fiamme. Una mia mano scivola naturalmente tra l’incrocio di gambe chiuse che, al superficiale primo contatto, si sciolgono. Le dita nervose, senza alcun controllo, sostano su un corpo che freme. Cercano avidamente la mia intimità DELICATAMENTE UMIDA!
    L’istinto di femmina dirige la mia mano sul suo corpo ancora in fermento. Senza volerlo la mia mano cerca il suo petto.
    A palmo aperto, la femmina sparge il suo seme sul torace.
    È CALDISSIMO!
    Infida la goccia dalla guancia scivola morbosa quasi al contatto con le mie labbra. Due dita accompagnano quel perverso seme verso una lingua assetata che, con fare furtivo, si appropria di un sapore dimenticato. L’altra restituisce un calore che sembra essere linfa vitale all’inturgidirsi dei miei capezzoli.
    L’espressione del mio viso, riflessa nello specchio manifesta spudoratamente il mio voler essere intimamente troia.
    È tutto assurdo! Il suo ardore mi procura sensazioni morbose. SONO ECCITATA!
    Sento la calda rugiada del mio calice scorrere tra le gambe schiuse e la clitoride pulsare di un assurdo desiderio. Desiderio di quel suo uccello eretto, duro. Cresce insana la voglia di accarezzarlo, sentire l'orlo rigonfio tra le dita, averlo fra le mani e sentirne il calore pervasivo. Sentire mio quel sesso nudo e possente!
    Una ondata di piacere accelera il battito del mio cuore.
    Non riesco a staccare gli occhi ancora sull'asta, mentre le labbra si schiudono in un qualcosa di indefinito.
    Un silenzio assordante di piacere rotto soltanto dai suoi intensi gemiti
    Mio figlio smania ancora nel suo sonno.

    Lentamente, come se quel CAZZO superbo mi stesse chiamando. Mi accosto al suo corpo.
    La ragione blocca il mio fare ma l’istinto della carne mi priva di ogni razionale azione.
    Il calore del suo corpo richiama il mio verso il suo intimo.
    Lentamente una mano percorro l’addome. L’uccello è ancora in forte tensione.
    Sento il mio corpo fremere ancora più intensamente, ha bisogno di saggiare il piacere di quel muscolo.
    Ma il cervello, invece, ne rifiuta l’opportunità.
    Ma è forte il crescere dell’eccitazione. Sento forte la voglia di un cazzo che mi possieda, che mi sbatta selvaggiamente, che mi faccia sentire troia. CHE MI FACCIA GODERE!
    Tra le cosce cresce la linfa della mia eccitazione. Il suo odore mi inebria. Ormai in preda alla lussuria più sfrenata, senza più alcun controllo, tendo titubante la mano.
    La lingua impazzisce tra le mie dita sporche, la bocca assapora il suo caldo piacere.
    Il mio essere mamma mi blocca ancora.
    Ma è solo un attimo!
    Comincio ad accarezzargli, con particolare trasporto, le gambe risalendo lentamente sino ai testicoli, gioco con le dita tra i peli del pube, sfioro un muscolo teso. “…oohhh…” Ascolto il suo gemere sommesso ancora in preda alle sue eccitanti fantasie.
    Richiamo la mano!
    Gli occhi seguono un corpo scultoreo, lentamente scendono fino a soffermarsi sul suo uccello.
    La sua espressione adesso è serena, oserei dire soddisfatta. Dorme profondamente. E il suo dormire mi infonde un insano coraggio!
    La mano cerca un’altra volta il contatto con il suo caldo seme. Il suo turgido muscolo sparge ancora seme. Morbosa ne saggio le dimensioni, senza più badare ad alcunché la mia lingua freme tra le labbra con l’assurda voglia di una spasmodica ricerca del nettare distribuito sul suo possente torace. Avida vorrebbe percorrere i rivoli disegnati e raccoglierne quanto più possibile, per assaporare un seme ancora caldo.

    Mi sdraio sul suo busto con tutto il mio corpo. Tremo al calore della sua epidermide, sosto ardentemente su quel corpo che mi restituisce notevoli sensazioni. Lo accarezzo strusciando ogni lembo della mia pelle sulla sua “mmhhhh…” Gemo con il corpo che scivola sul caldo seme.
    Il cazzo è a pochi centimetri dalla mia bocca. Lentamente mi approprio della splendida mazza. avvolgendolo tra il seno. “uhhh oooh”
    Gemo con il cazzo tra le tette che scivola fino a sfiorare le labbra, le mani stringono forte le mammelle per agevolare mie morbose carezze.
    Ora sono io che lo sto masturbando perversa!
    La mia eccitazione è più forte di ogni più pudica resistenza. La lussuria ha scatenato i miei sensi, il suo corpo mi accende, inibisce ogni mia azione che non sia diretta a soddisfarmi sessualmente. I sui gemiti hanno risvegliato la femmina che dorme in me .
    Non più mamma ma donna. Una femmina vittima dalla lussuria, preda del giovane amante. La lingua, risale lenta sul suo corpo, raccoglie il suo seme, continuo nel perverso gioco spargendolo con le dita sul mio viso, piano sui miei capezzoli, li stringo, li lecco morbosa.
    Le mie carnose labbra, scivolano lentamente su tutto il cazzo, gusto avidamente le dense gocce ancora presenti, percepisco le sottili venature ancora pulsanti dell’intero muscolo. La lingua impazzita, percorre lenta il bellissimo strumento di piacere, rotea sul glande, senza alcun pudore mi gusto il muscolo di mio figlio.
    Il suo sonno è profondo e con tale consapevolezza mi abbandono alla lussuria di cui sono pervasa.
    Non intendo fermarmi!
    Resami conto di quanto puttana sono. Si lo sto succhiando! “uuhh… mmmmm”.
    Geme nel suo stato di incoscienza.
    Il cazzo cresce nella mia bocca, sapientemente stimolato dalla mia lingua.
    Succhio, sorprendendomi della tenuta dell’esuberante muscolo, non ha perso neanche un po’ della sua durezza, ingoio con avidità sino alla gola tutto il suo uccello.
    Godo delle mie intime carezze spompinando mio figlio! “mmmhh…..mmhhh…..mhhhuu…”
    Una puttana non saprebbe fare di meglio, mi ammiro ancora allo specchio con il duro cazzo sparire nella mia calda bocca. La lingua frenetica permea l’intera mazza mischiando rivoli di saliva allo sperma presente quale unica giunzione tra il suo muscolo e le mie labbra.
    Avvolgo tra fameliche labbra la paonazza cappella in impeti sempre più furiosi di libidine pura.
    I suoi gemiti mi restituiscono in pieno la mia innaturale passione
    Lo specchio continua a riflettere spudoratamente il mio essere mignotta!!
    Lecco il suo corpo, la lingua gioca sul suo petto, assapora tutta la lussuria che vi è sparsa. Scendo lentamente sul bacino, alternando le labbra alla lingua, nel gustare la sua calda pelle, una mano sul suo corpo scruta avidamente ogni centimetro della sua pelle, l’altra stringe forte i capezzoli per gradatamente arrivare alla clitoride, dove le mie dita ormai sono diventate assolute padrone della mia fessura. Comincio a possedermi. “si mhhh” mentre sbrodolo tra le dita tutta la mia eccitazione…… l’eccitazione di… sua madre, una puttana, la sua puttana, che adesso vuole essere scopata!

    Senza alcun controllo, completamente abbandonata al mio piacere mi privo della vestaglia e della mia rossa calottina. È piacere supremo quello che mi assale, definitivamente sconfitta dalla libidine, con ardore, divarico le gambe, lasciando alle dita il piacere di accarezzarmi lentamente la fica… “mhhhh”
    Le gambe cingono il suo busto, lentamente indirizzo la sua asta verso me, ora è mia, solo mia, così grossa, così dura. Chiudo gli occhi e, stringendo le labbra, lentamente abbandono il mio corpo sul suo. “oooohhh ssi scopami” parlo da sola “fotti la puttana di tua madre”.
    Mi godo ogni centimetro di un cazzo che sento tutto mio, nessun pudore, nessuna vergogna mi assalgono, mi sento una vera puttana mentre mi godo lo stallone di mio figlio. “anch’io, anch’io… come quella tua puttana dai, fottimi”
    Mi possiedo con innato ardore, sbatto con veemenza sul suo corpo mugolando di piacere,
    “scopami, si coosì, è… è bellissimo oohhhh!”
    Mi sto godendo il cazzo di mio figlio per intero dentro una fica che invoca piacere, percepisco le pulsazioni di una verga dura mentre mi è dentro abbondantemente lubrificata e mi possiedo forsennatamente “scopami… dai… fotti tua madre…” il pensiero della troia, senza più alcuna vergogna; “fammi go…der…eeee” mentre la potenza sessuale di mio figlio mi è già tutta dentro.
    Vibrazioni assurde, tutto il corpo risponde sotto i forti colpi che mi scuotono la fica tremo, presa da una libidine di cui non ho mai dimenticato gli effetti. La mia voglia di essere posseduta ha vinto, ha ceduto e adesso il suo cazzo è dentro di me, i miei movimenti comandati da un desiderio sfrenato e irrefrenabile datomi da un muscolo che sento sempre di più crescere dentro di me .
    Allo specchio vedo il mio seno reagire ai colpi secchi che l’uccello mi dona, i denti stringono labbra avide, gli occhi rivolti al cielo in una erotica preghiera. “ooohh… uumhhhhh si”.
    Aumento il mio piacere masturbandomi forsennatamente, il dito si unisce al grosso cazzo che imperversa nella mia fessura stimolando ancora di più la fica, nessun ritegno, sono una puttana una grande puttana, tale mi sento! E tale mi voglio sentire!
    È bellissimo! continuo senza ritegno a cavalcare sul grosso muscolo, sbatto tutta me stessa con forza sul cazzo come volessi punirmi ……..e non perché sono sua madre ……bensì solamente per il lungo tempo che è passato dall’ultima volta……

    Sento crescere naturalmente il suo respiro, percepisco che è pronto a godere ancora una volta “mmhhhhh…” il suo gemito di piacere si mischia ai miei mugolii di godimento confermandomi che partecipa passivo dentro di me
    Ancora più veloce continuo a scoparmi sino a quando forti schizzi di sperma mi inondano dentro, sento il calore pervadermi il corpo mentre anch’io in preda ad una lussuria incontenibile mischio il mio piacere al suo:
    “siii mmmhh…” gustandomi l’assurdo piacere che le scariche dello sperma di mio figlio mi danno.
    Preda di un orgasmo violento, inarrestabile lunghissimo. godo, gemendo con la voglia di gridare l’infinito mio piacere.
    Vengo, sbrodolandogli sul corpo il mio piacere con il suo cazzo possente dentro di me.
    Godo con tutta me stessa, godo ansimando alle calde scosse del suo seme. Il suo piacere mi manda in estasi, contraggo ancora più forte i muscoli della fica per percepire meglio le pulsazioni di un cazzo stupendo scuotermi dentro ancor di più.

    Amorevolmente lo prendo in bocca e ne pulisco l’intera superficie un lavoro di lingua lento, attento. E’ la troia che è in me che sfoga il suo istinto animale, godo ancora alle mie intime carezze, libero il mio vero io, gemo, ansimo senza respiro, mi sento scuotere da un cazzo enorme che pulsa frenetico tra le mie labbra.
    Sapere che è di mio figlio mi eccita ancor di più!!

    Fuori comincia ad albeggiare e la ragione, preso il sopravvento sulla mia vergognosa lussuria, mi restituisce il corpo caldo di una femmina viva. Non una madre ma una donna con le sue voglie carnali che si è ripresa la propria lussuria.

    L’aroma intenso del caffé permea la sua stanza mentre lui, supino, si crogiola al tepore del lenzuolo.
    Riesco a ricucirmi un piccolo spazio accanto al suo corpo. Accarezzo i suoi capelli, con l’intento di risvegliarlo dal suo dormiveglia. Un pensiero fisso guida la mia mano sulle sue spalle: è stato stupendo farmi sbattere da un cazzo che a mala pena riuscivo a mantenermi in bocca, quanto eccitante è stato essermi posseduta selvaggiamente, quanto il mio perverso atteggiamento mi abbia mandato in estasi. Quanto piacere potrebbe ancora procurarmi il suo caldo seme.
    È un tutt’uno fremere, in contemporanea, al lieve calore tra le gambe segno chiaro che ho perso definitivamente padronanza dei miei pensieri.
    È ancora forte il mio profumo sul suo corpo.
    Ho fasciato il mio caldo da una leggerissima vestaglia, delicatamente annodata ai fianchi, le cui semi trasparenze esaltano l’accattivante decolletè di quel corpo caldo e passionale.
    Lentamente si sveglia. È sorpreso nel vedermi accanto. Il suo sguardo non può che perdersi tra il profondo solco del mio seducente seno. Gonfio le provocanti mammelle al ritmo del mio intenso respiro. Accenno ad un malizioso tentativo di coprirmi ma è solo una studiata provocazione.
    “Mamma cosa è successo stanotte”
    Stimolo, la sua particolare curiosità alzandomi per aprire le imposte. Gli offro, volutamente, la provocante rotondità del mio seno che ieri ha apprezzato con particolare interesse.
    “Perché?”
    Nel voltarmi ho la sua risposta!
    La mia rossa culottes è stretta tra le dita e un muscolo in stratosferica tensione. La mano a stento ne racchiude la potenza.
    Quella culottes che stanotte è rimasta sul suo letto.
    Prova tangibile del mio essere porca!
    Ormai completamente priva di pudore, mi avvicino a lui. In assoluto silenzio mi privo lentamente del delicato indumento. Ancor più lentamente offro alla sua calda bocca la prorompenza dei miei grossi capezzoli. La sua lingua leggera assapora il nettare del mio seno.
    “mamma stanotte sei stata mia…..”.
    Il mio notturno dubbio è, adesso, realtà.
    “tesoro anche tu sei stato mio…”

    Abbiamo entrambi goduto di una morbosa voglia di piacere, lui nel suo sogno e io nel materializzarlo. Non più titubante la mia mano si appropria del suo sconvolgente uccello, lo stringo vogliosa tra le dita. Soccombo alla sensibilità di un corpo elettrizzato da un momento tanto intenso quanto eccitante.
    “iii mamma… mmhhhhh…”

    Guardo la mia immagine allo specchio, mi rivedo la troia dei mie tempi migliori, mentre dirigo il superbo cazzo verso la famelica bocca...
    “Ti voglio scopare ancora”
     
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