NATALIE E MIO FIGLIO

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    Per l’agosto del 1995, mio marito ed io, avevamo deciso di trascorrere le vacanze estive con i ragazzi al lago di Garda, in un bungalow. Lo avevamo affittato per tutto il mese. Era bellissimo! Tutto in legno, con ben tre camere da letto, di cui due piccole per i ragazzi, un soggiorno/salotto, un bagno con doccia e angolo cottura. Posizionato a poco più di 20 metri dall’acqua, sotto bellissime e grandi piante che ombreggiavano generosamente il nostro e altri 8 bungalows.
    Fino al 20, mio marito Carlo era rimasto con noi, ma il 21 doveva prendere l’aereo e andare in Germania per lavoro. Ci eravamo divertiti molto. Grazie alla nostra passione di conoscere sempre nuove cose, usi, paesi, opere d’arte ecc… e al fatto che Carlo ama molto guidare e non si stanca mai, avevamo fatto più volte il periplo del lago ed avevamo visitato molte delle cittadine rivierasche. Per accontentare i ragazzi poi, eravamo anche andati a Gardaland, dove avevamo anche avuto un’avventura molto strana ed eccitante, ma questa è un’altra storia.
    La mattina del 21, Carlo partì molto presto. Eravamo quindi rimasti mio figlio Francesco, ancora adolescente, mia figlia Sara di 9 anni ed io. Dovevamo necessariamente ripensare a come goderci i residui 10 giorni di vacanza. Francesco, un bel ragazzo di 175 cm. moro, occhi azzurri, fisicamente atletico e tonico (vorrei vedere a quell’età), si era fatta un’amichetta. Una francesina figlia di nostri vicini di vacanza: Natalie.
    Natalie era di 2 anni più grande di Francesco ed era veramente bella. Biondina sul rossiccio, un po’ di efelidi sul visetto delizioso, un paio di occhialini da intellettuale ed un corpo ormai da donna fatta: 161 cm. una seconda abbondante di seno, un culetto da far impazzire chiunque e due gambe veramente graziose. Nel frequentarci, avevo avuto modo di notare che sembrava essere dotata di un bel boschetto sul monte di Venere.
    Sara invece, ancora bambina sotto tutti gli aspetti, si era fatta due amiche, di cui una Marie era la sorellina di Natalie. L’altra, Magda, era figlia di una coppia di austriaci anch’essi residenti nel camping. Giocavano soprattutto in riva al lago, sotto l’occhio attento dei genitori delle amiche che non si staccavano mai dal bagnasciuga. Ciò si era rivelato un grande vantaggio per Carlo e me. In pratica avevamo delle famiglie baby sitter che ci permettevano, quando lo desideravamo, di goderci a pieno e Ferie. Infatti ci siamo fatti grandi scopate in completa tranquillità.
    Una mattina in bagno, mentre già tutta nuda mi stavo preparando per la doccia, entra di corsa Francesco con i pantaloni del pigiama e le mutande già parzialmente abbassati, presumo per fare pipì. Appena mi vede, rimase basito squadrandomi dalla testa ai piedi. Veramente mi guardava soprattutto i seni e la fica che non avevo in alcun modo coperto. Infatti anch’io ero rimasta impietrita da quell’entrata imprevista e imprevedibile! E quel cazzo duro …
    - Francesco! – esclamai dopo essermi ripresa
    - Ti sembra questo il modo di entrare in bagno? – aggiunsi molto seccata ma continuando a fissare il suo arnese che non dava cenni di abbassare la testa.
    - Sc…scusa ma... mamma – balbettò anche lui continuando a fissare il mio boschetto.
    - Credevo fosse libero e devo fare pipì, … mi scoppia la vescica. Sarà il cocomero che abbiamo mangiato ieri sera … -
    - … comunque potevi chiudere la porta - aggiunse per giustificarsi ma dimenticando che la porta non aveva possibilità di essere chiusa dall’interno.
    Nel frattempo avevo cercato di coprirmi ma avevo afferrato un asciugamano da bidet e non era proprio che avessi raggiunto un gran risultato. Francesco era come ipnotizzato dalla mia vista. Anche lui aveva cercato di nascondere, senza affatto riuscirci, il suo arnese in tiro.
    - Va bene, … ti scuso ma esci adesso, … per favore – lo pregai mentre cercavo qualcosa d’altro per coprirmi.
    - Fai presto, ti prego devo … - aggiunse
    - Fare pipì, si ho capito, esco io … - e uscii dalla porta incrociandolo, coperta da un altro asciugamano, questa volta di dimensioni più consistenti.
    Tutto finì lì. Durante la mattinata però, notai che Francesco non era andato da Natalie e questo era strano: erano sempre attaccati! Mi accorsi anche che sembrava depresso e si era dato alla lettura.
    - Francy cos’hai - gli domandai a pranzo.
    - Mi sembri strano oggi -
    - Niente mamma, non ho nulla – rispose un po’ seccato della mia domanda e diventando rosso in volto.
    Sara invece aveva finito di pranzare e si era fiondata subito da Magda, l’altra sua amica, che la stava chiamando fuori.
    - … guarda che se è per stamani non me la sono presa, credimi - continuai tentando di fargli dire cosa lo angustiava.
    - Sul serio? - mi chiese con il viso raggiante.
    - … grazie mamma. Ti chiedo ancora scusa, … soprattutto per le mie condizioni – e così dicendo mi si gettò addosso abbracciandomi e stringendomi con affetto.
    Avevo colto nel segno. Si vergognava di quanto era successo. Ma … cosa stava accadendo, sentivo sul mio pube una pressione che non poteva … no … aveva il cazzo duro che premeva sul mio monte di venere!! Rimasi di sasso e mi allontanai.
    - Vedi che ce l’hai su con me - mi apostrofò immediatamente.
    - Non ce l’ho con te … ma … - lasciai cadere il discorso fingendo di rassettare
    - Come no, non mentirmi! … me lo hai insegnato tu, non mentirmi ti prego … - implorò.
    - No … è … che … ho sentito che mentre mi abbracciavi eri … eccitato – ebbi il coraggio di aggiungere anche per evitare mi apostrofasse ancora.
    - Ma .. sai … - adesso era lui a non sapere come uscire da quella strana situazione.
    - Io … sono sempre … si, in tiro – confessò finalmente.
    - E poi stamani … ti ho, ti ho … - non ebbe il coraggio di aggiungere altro.
    - Va bene dai - tagliai corto
    - Vedi che non abbia a ripetersi - ingiunsi chiudendo l’argomento.
    Appena finito il colloquio, Francesco andò in camera sua e ne uscì dopo una decina di minuti.
    - Dove vai adesso - domandai
    - Da Natalie. Avevamo da fare delle cose insieme questo pomeriggio - rispose fissandomi intensamente negli occhi.
    - Ok, ma non fare troppo tardi che stasera dobbiamo andare a farci una pizza a Desenzano – dissi salutandolo mentre usciva di corsa.
    Ero interdetta, ero certa che il fatto della mattina lo aveva colpito ma non riuscivo a pensare come uscirne.
    Mi scrollai di dosso quei pensieri, mettendomi a sparecchiare e rimettere in ordine. Ma quel pensiero non mi abbandonava. Mi sorpresi a ricordare il suo sesso eretto nella mano e mi soffermai mentalmente in quel dettaglio sentendomi sconvolgere il ventre. Mi sentivo inumidire la fica e i capezzoli si eressero in modo prepotente.
    Abbandonai le faccende e andai in camera chiudendo la porta dietro di me. Mi distesi nel letto come per riposarmi, ma la mia mano cercò il sesso e lo trovò caldo e umido, eccitato. Cominciai ad accarezzarmi lentamente, scoprendo le mie cosce ed il seno.
    Trovai subito il mio bottone magico eretto e presi a titillarlo. Iniziai una vera e propria masturbazione solitaria, a gambe leggermente aperte e sollevate. Mentre il piacere mi prendeva, mi sentii osservata. Distrattamente mi guardai intorno e non riuscii a trovare nulla che mi confermasse quella sensazione. Continuai con maggiore convinzione, cominciando a gemere sommessamente per il piacere che saliva dalla mia fica. Ancora quella sensazione. Guardai verso la finestra socchiusa e intravidi qualcosa ma non era definito e comunque, chiunque fosse, non poteva certo riuscire a vedermi nella semi oscurità della camera.
    Sentii anche un sussurro indefinito, come un bisbiglio. Interruppi a malincuore la masturbazione e mi sedetti sul letto cercando di capire cosa stava accadendo. Non riuscendo a vedere nulla, mi avvicinai furtiva alla finestra e … non potevo credere ai miei occhi: Francesco e Natalie erano accanto alla finestra ma non stavano guardando all’interno, almeno allora. Francy aveva il suo cazzo fuori e lei lo stava masturbando mentre la accarezzava sotto la gonna e le baciava il seno.
    Che sfrontatezza! Beata gioventù. Anche se il retro del nostro bungalow era abbastanza riparato, poteva sempre arrivare qualcuno e vederli. Non avessi mai avuto questo pensiero!
    Privi di ogni attenzione o freno inibitorio, Natalie si inginocchiò e prese il cazzo di lui in bocca. Comincio a succhiarlo con grande esperienza. La mia mano, senza potessi impedirlo, scese tra le mie cosce e ritrovò la clitoride ancora eretta che sembrava aspettasse quel tocco. Ripresi a masturbarmi con maggior lena, mentre guardavo il mio bambino che veniva spompinato da una deliziosa fanciulla. Con una rapidità inattesa, sentì montarmi il piacere e, quasi come avessimo avuto un telepatico contatto, Francesco si posizionò dietro Natalie che si era alzata, le tirò la gonna sopra le natiche sode e rotonde. In un batter d’occhio vidi sparire il cazzo tra le sue cosce, dentro la fica che immaginavo bagnata.
    Non potei più trattenermi, venni. Venni in modo violento e mordendomi le labbra per evitare di urlare. Anche Francesco venne e lo fece sopra il culetto di lei che si dimenava come un’ossessa, godendo. Due, tre fiotti di sperma biancastro che impiastricciò non solo la delicata pelle di Natalie ma anche la sua gonna.
    Mi rilassai. La fica ancora subiva violente contrazioni che mi comunicavano delle scariche di piacere al cervello. Guardai ancora fuori della finestra e vidi Natalie che glielo prendeva in bocca per assaporare quel nettare delizioso. Francesco aveva ancora il cazzo duro e di dimensioni ragguardevoli vista l’età.
    Si ricomposero alla meglio e baciandosi in bocca, si allontanarono da quel luogo. Già quel luogo. Perché avevano scelto proprio quel posto per le loro effusioni? Mi stavano spiando, ne ero certa. Questi pensieri non mi abbandonarono per l’intera serata.
    A cena in pizzeria, notai che Francesco era raggiante, pieno di spirito e, cosa ancora più straordinaria, prestava attenzioni alla sorellina. Beh, mi dissi, se fare sesso lo fa stare così, ben vengano le scopate quotidiane!
    Dopo essere rientrati, Sara andò subito a letto ed io la accompagnai per darle la buona notte. Uscii dalla cameretta mentre Francesco si apprestava ad uscire.
    - Dove credi di andare? - chiesi con aria burbera
    - Andiamo lungo il lago con Natalie - rispose innocente.
    - … dovrebbero esserci i fuochi artificiali e vogliamo vederli insieme -
    - Perché non vieni con noi? - chiese con un sorrisetto sospetto.
    - Perché no! - esclamai subito e con convinzione.
    - Preparati dai … - mi incalzò.
    Andai in bagno e mi pettinai; Poi in camera per cambiarmi d’abito. Mi spogliai completamente e notai che Francesco dal soggiorno sbirciava dalla porta socchiusa. Ne rimasi lusingata! Indossai un tanga di dimensioni ridottissime, niente reggiseno; un vestito abbottonato sul davanti che lasciai aperto fino all’altezza di metà coscia. Così facendo si sarebbe aperto mentre camminavo, lasciando vedere le gambe di cui vado orgogliosa.
    - Sono pronta - dichiarai trionfante uscendo dalla camera.
    - Bene andiamo - disse passandomi il suo braccio intorno alla vita e sparandomi un bacio che mi sfiorò le labbra.
    Ci avviammo così, verso la riva del lago.
    Dopo qualche secondo, giunse anche Natalie che, salutato distrattamente Francy, mi cinse anche lei la vita e si incamminò con noi. Appena arrivati, erano pochi metri dal nostro bungalow, non avendo preso sedie, ci accomodammo per terra, in disparte rispetto agli altri ospiti del camping. Io nel mezzo, Francesco sulla mia sinistra e Natalie sulla mia destra. Seduti per terra, le mie gambe fuoriuscirono dal vestito e Natalie, mi appoggiò la sua mano su una coscia nuda. Anche lei indossava una minigonna cortissima che le lasciava le gambe scoperte e le faceva intravedere le candide e ridottissime mutandine.
    - Sei molto bella - affermò facendo scivolare la sua mano sulla mia coscia -
    - Lo dicevo anche oggi pomeriggio a Francesco - continuò sfrontata.
    - Hai un corpo perfetto - così dicendo portò la sua mano sul mio seno soppesandone consistenza e dimensione.
    - Non hai nulla di cui essere invidiosa - le dissi convinta.
    - … potessi anch’io tornare ai miei quindici anni - soggiunsi ricordando la mia adolescenza.
    - Mamma Natalie ha ragione, sei bella da sballo … – affermò Francesco appoggiandosi al mio morbido seno.
    A che gioco stavano giocando? Stavano tentando l’uno la propria madre l’altra una donna fatta? Non riuscii a concentrarmi su questo pensiero che sentii una mano che saliva sull’interno delle mie cosce. Saliva, saliva delicata, sfiorando la pelle di seta e facendomi venire brividi di piacere.
    - Non ti dispiace, vero - bisbigliò Natalie come se dovessi solo affermare che si, mi piaceva.
    - Cosa stai cercando di fare - sussurrai evitando di risponderle.
    - … non si gioca con queste cose; soprattutto con me! – sostenni perentoria credendo di averla dissuasa e di averle fatto comprendere che non era il caso continuasse.
    Per tutta risposta mi sentii la sua bocca sulla mia e, inaspettatamente, la socchiusi per ricevere la lingua guizzante.
    - Non avevo affatto intenzione di scherzare - sospirò riprendendo il bacio profondo e raggiungendo con la sua acerba mano la mia intimità.
    Stavo andando fuori di testa. Una ragazzina mi faceva bagnare come e più di un cazzo in erezione. Non riuscivo più a connettere, mi mancava il fiato. Francesco era rivolto verso il lago e non sembrava aver notato il bacio e quell’intima carezza.
    Mi sbagliavo!
    - Che ore sono? - chiese Francy volgendosi verso di noi con aria furbetta.
    - Sono circa le dieci, … mancano pochi minuti – risposi, felice di essermi un po’ ripresa da quella sconvolgente situazione.
    - Tra poco cominciano i fuochi - aggiunse fingendo interessamento.
    - Perché non andiamo a vederli al vostro bungalow - chiese Natalie.
    - … potremmo stare più comodi - giustificò.
    - … questi ciottoli mi hanno indolenzito il culetto - e così facendo si era alzata e, mettendomi il suo magnifico culo davanti agli occhi e … alle labbra, prese come a scrollarsi di dosso la polvere raccolta dalla gonna.
    - Vuoi, mamma? - chiese conferma Francesco.
    Non sapevo come sganciarmi da quei due magnifici delinquenti.
    - Come volete – mi decisi a rispondere, alzandomi da terra.
    Natalie compì lo stesso gesto di poco prima su di me ma, in realtà, mi palpò il sedere in modo deciso ed eccitante. Sentii come mi sculacciasse ma con delicatezza; come risultato, … scariche di adrenalina.
    Ci incamminammo verso casa e stavolta l’abbraccio di entrambi era molto meno innocente dell’andata! In breve giungemmo al bungalow. Spostammo il divanetto sulla veranda e cercammo di accomodarci. Il canapè però, non poteva ospitarci tutti e tre avendo due soli posti; feci per alzarmi e andare a prendere una sedia ma …
    - No mamma, non preoccuparti, Natalie si siede sulle mie gambe – disse prontamente Francesco.
    Sembrava avessero studiato ed organizzato tutto nei minimi dettagli, con l’intento di farmi capitolare. Ma fino a che punto si sarebbero spinti? Anche mio figlio non avrebbe avuto alcun freno inibitorio? O era solo la dolce Natalie che desiderava un rapporto saffico con una Donna?
    Presa da questi pensieri, mi sedetti di nuovo accanto a Francesco che aveva in braccio Natalie. In verità Natalie era in braccio ad entrambi, visto che le sue gambe erano sulle mie: carne contro carne, pelle contro pelle! Un calore irresistibile mi colse e sentii la mia gattina cominciare a cedere e bagnarsi. Sintomo preoccupante perché so bene che quando questo accade, non perdo ogni freno inibitorio.
    Finalmente i fuochi e noi, al buio, li stavamo a guardare apparentemente presi dallo spettacolo.
    Non passò che qualche secondo e sentii la mano di Natalie sulla mia che mi accarezzava delicatamente. Le presi la mano come per rispondere ad un invito ma, con stupore, se la accompagnò verso l’inguine. Cercai debolmente di ritrarla ma la sua stretta si fece più intensa e la appoggiò sulle sue minuscole mutandine. Sentivo i suoi peli contro le dita ed il calore che emanava, mi dissuase dal ritrarla.
    Avevo la sua fichetta giovane e pulsante sotto i miei polpastrelli; per un solo attimo rimasero immobili a gustare questo elettrizzante contatto; poi cominciarono a giocare con i peli e le mutandine fino ad insinuarvisi sotto e sfiorare le sue labbra umide e bollenti.
    Nella quasi oscurità della veranda, a tratti illuminata dallo spettacolo pirotecnico, mi accorsi che anche Francesco era tutt’altro che immobile: le sue mani erano sul seno quasi scoperto di lei accarezzandolo, soffermandosi sui capezzoli che parevano turgidi.
    A parte i fuochi tutto era silenzio intorno a noi. Nessuno proferiva parola! Solo i nostri gesti tradivano una tensione ed un’atmosfera carica di sensualità e corposa eccitazione.
    Natalie si aggiustò in modo che la mia carezza fosse più agevole: era quasi distesa, con il bacino tra le mie cosce e quelle di Francesco. Il suo sesso, era ora molto più esposto alla mia mano che non perse l’occasione per intensificare il tocco ed addentrarvisi con estrema morbidezza. Trovai le sue grandi labbra già pronte per questa leggera carezza ed il loro profumo salì verso le mie narici inebriandomi. Lei intanto stava baciando Francesco che continuava ad accarezzarle i seni ormai completamente scoperti.
    Non potevamo più fingere. Eravamo ormai tutti consapevoli e rapiti da questa pazza ed eccitante vicenda che, scoprii in seguito, era solo all’inizio.
    Vi fu infatti un’improvvisa accelerazione: la mia mano prese a masturbarla con maggiore frequenza, titillandole la clitoride turgida ed eretta; Francesco, piegato su di lei, leccava alternativamente i capezzoli duri per l’eccitazione e Natalie cominciò a lasciarsi sfuggire sospiri di piacere!
    Vinta dall’eccitazione, l’altra mia mano si insinuò tra le mie cosce e raggiunse velocemente la mia fica. Era così bagnata che credo gocciasse sul divanetto.
    I fuochi artificiali ormai, non interessavano nessuno di noi. Natalie aprii leggermente le cosce quasi ad invitarmi ad intensificare il mio tocco; la sua testa si diresse verso l’inguine di Francesco, gonfio fino all’eccesso.
    A quella vista, non so con quale forza, mi ritrassi dalla fica di Natalie e dalla mia, alzandomi di scatto. Natalie e Francesco rimasero sorpresi da questa mia inattesa lucidità e si guardarono con stupore.
    - Vado a bere qualcosa - dissi mentre mi avviavo all’interno.
    Presi un bicchiere e vi versai del liquore. Avevo bisogno di scuotermi! Mentre sorseggiavo il cognac, questa scarica arrivò, ma non era quella che avevo auspicato. Natalie mi aveva seguita e si appoggiò a me sensuale.
    - Continua, mi piaceva come mi toccavi - mi sussurrò prima di incollarsi alle mie labbra che si aprirono a ricevere il bacio.
    La sua mano si insinuò nell’apertura della mia gonna e, scostando le mutandine, raggiunse la mia fica bagnata.
    - Lo vedi che lo desideri anche tu - aggiunse melliflua sentendo i miei umori sulle pieghe del mio sesso.
    - Tu sei pazza … - riuscii a proferire godendo di quel tocco delicato.
    - … non ti rendi conto … -
    Non avevo ancora finito la frase che mi ritrovai la sua bocca attaccata alla mia clitoride eretta. Mi stava slinguando sapiente, scorrendole intorno e poi giù tra le labbra grondanti.
    - Hooooo … - il sospiro uscì autonomo e involontario dalla mia bocca, tradendo il mio piacere.
    - Non fermarti, continua … - dissi aprendo le gambe perché potesse leccarmi meglio.
    Intravidi il suo visetto che cantava vittoria. Ne aveva tutte le ragioni, avevo ormai capitolato e lo sapeva!
    Perdendo il senso dello spazio e del tempo, non so come, ci ritrovammo sul mio letto semi nude. Lei aveva un seno sodo, morbido. I suoi capezzoli erano così turgidi che, sotto le mie labbra e la mia lingua, sembrava dovessero esplodere. La sua bocca sulla mia pelle, pareva dovesse scottarmi ogni volta che la sfiorava. La sua lingua morbida mi stava portando al settimo cielo.
    Ci leccavamo a vicenda, suggendo gli umori che fuoriuscivano dalle nostre intimità sollecitate. Quando dedicai maggiori attenzioni alla sua clitoride turgida, si irrigidii abbandonando il mio sesso e prese a dimenarsi senza freni. Sentii i suoi umori caldi e saporiti, aumentare e colare dalle pareti del suo sesso: li bevvi senza ritegno. La mia lingua gustò il suo orgasmo, senza perdere alcuna delle contrazioni che le percorrevano la fica ed il corpo.
    Il tremore le passò dopo qualche minuto, lasciandole solo convulsioni intermittenti. Riprese a leccarmi con maggiore foga. Ripeté ogni gesto che avevo a lei dedicato. La sua lingua mi lambiva la clitoride eretta e scendeva a bere il succo che fuoriusciva dal bollente purpureo fiore.
    Mi accarezzava un capezzolo e con due dita esplorava il mio sesso, avviando un movimento lento e profondo dentro la fica; con la lingua continuava a titillarmi la clitoride prossima ad esplodere.
    Sentivo l’orgasmo salire prorompente, le tempie mi pulsavano violente fino a quando …
    - Sto … ve … venendo … - urlai in preda agli spasmi, i più violenti mai provati.
    Non abbandonò la mia fica che si stringeva intorno alle dita ed irroravo la sua bocca del caldo nettare che fuoriusciva dal mio corpo. Le contrazioni continuavano senza che potessi in alcun modo controllarmi.
    - Hooooo … - continuavo a sospirare.
    Ripresami in parte da questo delizioso evento, pur avendo ancora ondate di piacere che percorrevano il mio corpo, mi accorsi di Francesco.
    Evidentemente si era gustato tutta la scena da vicino, perché lo vidi a pochi centimetri da noi nudo, il suo cazzo eretto e la sua mano che lo carezzava.
    Mio figlio aveva osservato in dettaglio sua madre godere come una pazza!! nelle mani di un’altra femmina poi …, come due consumate seguaci di Saffo!!!
    Francy non ci staccava gli occhi di dosso ed io, con un ultimo scampolo di pudore, tentai di sottrarre il mio corpo a quel famelico sguardo, cercando di coprirmi alla meglio. Ancora una volta Natalie prese l’iniziativa.
    - Amore mio … – gli sospirò
    - … non hai voglia di noi? – completò
    Ero impietrita. Sentivo ancora pulsarmi in mezzo alle cosce; evidentemente la mia fica non aveva le stesse ritrosie della mia testa. Anzi, sentivo che l’eccitazione montava ancora dentro il mio sesso gonfio e pulsante.
    - Mi avete eccitato fino all’eccesso … – riuscì a proferire Francesco
    - … che spettacolo magnifico e che trasporto … – aggiunse come in estasi senza smettere di menarselo.
    Natalie si era alzata e le si era avvicinata, nuda, con quel corpo ancora acerbo ma di una bellezza travolgente e la malizia di una donna navigata. Gli prese in mano il cazzo e, come fosse un guinzaglio lo guidò sul letto dov’ero accoccolata.
    - Ora ti facciamo godere – incalzò Natalie con la voce rotta dall’emozione.
    Lo fece stendere supino accanto a me che tentavo ancora di coprirmi il seno e sentivo il rossore avvamparmi le guance. Prese a carezzarlo sul petto e, piano piano, scese verso il suo totem che svettava alla radice delle sue cosce. La sua lingua comincio a percorrere il tratto che va dai capezzoli all’ombelico e poi di nuovo al petto. Ripeté questo itinerario un paio di volte finché, alla terza, non si fermò all’ombelico ma prosegui verso il pene eretto. Lo raggiunse e se ne approprio, senza toccarlo. Lo prese fra le labbra carnose e comincio a far andare la lingua tutta intorno al glande. Le sue mani cercarono il mio corpo. Mi ritrassi istintivamente ma lei insisté fino a sfiorarmi le cosce e su, fino al mio nido ancora bagnato.
    Francesco era rimasto disteso, immobile. Gli occhi socchiusi per meglio gustare quel leggero tocco.
    La bocca cominciò un lento e studiato su e giù sulla cappella, mentre le sue mani erano giunte alla mia fica. La carezzavano leggere. Insinuò le sue dita nel mio sesso che rispondeva nonostante fossi ancora immobile. A quel punto Francesco prese a carezzarle le natiche sode e rotonde, i fianchi, il seno. Anch’egli s’intrufolò fra le sue magnifiche cosce fino a sfiorarle le grandi labbra. Natalie si posizionò in modo gli fosse più agevole il tocco.
    - Hoooooooooooooo … - sospirò appena le dita di lui s’infilarono dentro la sua fica gonfia per l’eccitazione.
    - … fantastico – aggiunse, sollevando per un attimo la testa dal suo cazzo eretto.
    Si volse verso di me e si posizionò con la fica sopra la bocca di Francesco che prese a baciarla con trasporto. Poi, mentre Natalie rivolse a me le sue attenzioni sfiorandomi le labbra con la sua lingua guizzante, cominciò a succhiarle la clitoride che sporgeva dalle grandi labbra tumide.
    - Hoooooo … - sospirò ancora sulla mia bocca che riceveva quel bacio dal sapore del cazzo di mio figlio.
    - … voglio godere ancora … – rantolò sotto i colpi di lingua di Francesco, con la testa stretta tra le sue cosce tornite.
    - Leccami e succhiami il bottoncino mentre succhio la lingua di tua mamma … – suggerì
    - … non fermarti –
    - Mmmmmmmmmmmm … - mugugnava Francesco assaporando gli umori di Natalie.
    - Godo … - dissi dopo che Natalie aveva preso a titillarmi senza interrompere le sue attenzioni alla mia bocca.
    Fu come un segnale.
    Francesco si sollevò da quella posizione e, insieme a Natalie che continuava a baciarmi e a leccarmi i seni, si dedicò alle mie cosce prima, per poi risalire fino al mio boschetto irrorato dalla rugiada del piacere. La sua lingua si addentrò dentro di esso e giù, fino alle labbra bagnate. Cercò l’umida fessura e v’infilò la lingua bramosa. Caddi sul letto, le cosce spalancate e la fica alla mercé di mio figlio infoiato.
    Natalie si spostò per poter succhiare ancora il cazzo di Francesco e lui, mi carezzava l’interno delle cosce mentre mi penetrava con la sua lingua e mi succhiava la clitoride con la sua bocca avida. Beveva tutti gli umori che provocava ed erano veramente copiosi, visto il piacere che provavo.
    - È ... è bellissimo – riuscii a balbettare in preda a un vortice di piacere e di vergogna.
    - … sto per godere ancora – sussurrai.
    Francesco si sollevò dal mio sesso e si stese sopra di me facendomi pregustare il suo cazzo duro puntato sul mio ventre tremante. Natalie le si era posizionata dietro e lo stava leccando tra le natiche ed il buchetto inviolato. Poi scese verso la mia fica e tentò di leccarla ma non vi riuscì.
    Francy mi fece inginocchiare e Natalie si posizionò sotto di me, tra le mie cosce, offrendo ancora la sua rosa scarlatta ai miei teneri baci e alla mia lingua famelica. Francesco invece, si posizionò dietro di me e, prendendomi con decisione per i fianchi, avvicinò il suo randello alla mia apertura che colava per il piacere. Non compì alcuno sforzo a penetrarmi. Dapprima solo con il glande turgido poi, mano a mano che i movimenti del suo bacino si fecero più costanti, con tutto il suo cazzo, fino alle palle.
    Natalie, sotto me, leccava la mia clitoride ed il sesso di lui quando usciva in parte dal mio corpo fremente ed io, ad ogni colpo che mi impalava, aumentavo l’energia con cui le succhiavo la clitoride e mi dissetavo alla sua fontana profumata.
    - Dai figliolo che … sto … per … venire – urlai in preda agli spasmi del piacere.
    - Com’è calda … e bagnata – alle mie parole ed alle mie contrazioni, Francy aumentò il ritmo della penetrazione.
    L’unica che taceva era Natalie. Non poteva far altro che mugolare per il piacere che le donavo con la mia bocca avida del suo sesso. Gemeva in modo potente e sentivo dalla sua fica, che stava per venire ancora, come me che
    - Ve… vengo … vengo – urlai mentre la mia fica iniziò a contrarsi potente sul cazzo di Francesco
    - Siiiiiiiiiiii … - continuai presa dalle spinte vigorose
    - Vengo … vengo anch’io … - urlò finalmente Natalie sotto di me, inondando le mie labbra e la mia bocca che torturavano la fica gonfia fino all’eccesso.
    - Sto per sborrare … - urlò Francy ben piantato dentro di me senza smettere le sue spinte verso il mio bacino.
    - Vengo … - continuò in un urlo strozzato dal godimento.
    Sentii uno, due … fiotti bollenti dentro la fica.
    - Vengo ancora … - urlai gemendo per il nuovo orgasmo che mi assaliva.
    - … sto sborrando anch’io … non fermarti … ti prego … - lo implorai mentre godevo del suo cazzo che stava svuotandosi dentro di me.
    I sussulti del piacere continuarono per qualche minuto, mentre ci abbracciavamo e ci baciavamo. La mia bocca contro quella di Natalie, la sua su quella di Francesco. Poi mi piegai e, volendo fare una cosa che avevo sognato dalla mattina, presi in bocca il cazzo di mio figlio ancora duro e pulsante per l’orgasmo appena consumato. Aveva il mio sapore, il sapore della mia fica che fino a poco prima lo aveva accolto. Era delizioso, e ancora pieno di sperma che pulii da buona amante.
     
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