La più bella scopata della mia vita

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  1. colophon
     
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    Cronaca di una della più belle serate della mia vita

    Le cose belle sono inaspettate e ti colgono di sorpresa così all’improvviso, quando meno te lo aspetti e stai un po’ giù. La storia è semplice e a quanto capisco abbastanza condivisa fra noi maschietti di epoca contemporanea, dove trovi l’anima gemella te ne innamori, scoppia la chimica e giù a vivere i momenti più forti ed intensi della tua vita. E lì ti sembra che non debba finire mai, ti senti felice, cammini sulle nuvole, lei una dea, dolce innamorata e terribilmente troia. Poi passa il tempo, matrimonio, tram tram quotidiano, preoccupazioni, figli, tensioni e tutto quello che è luce, passione e furore si insozza di fango e di merda. Il problema alla fine rimane a noi maschietti, e per una sorta di costanza ormonale di origine biologica, per cui vuoi o non vuoi il testosterone annebbia i pensieri e una volta non è cosa, un’altra sono stanca, ancora devo uscire, a furia di rimanerci male neanche lo chiedi più; la cosa veramente grave è che si perdono le prospettive e non ti va più di sperare o fantasticare o pianificare, oddio le fai pure le cene a lume di candela, con ostriche e champagne, ma poi a nanna come fratellino e sorellina. Ma il problema rimane e ti rode il desiderio, per cui ti arrangi, cerchi e trovi quello che ti serve e come lo vuoi in rete e via a fare il 15enne, che tristezza, già vedi i titoli stimato e affermato imprenditore grandissimo segaiolo. Dopo un po’ non ti basta e ti affacci al mercato del sesso, una volta ti va male un’altra meglio, ti fissi la regola che ad ogni pagamento ti concedi lo sfizio e così un po’ campi. Poi trovo lei, costosa un tantino più della media, ma che ti sfianca già dal primo incontro, avendo a che fare con una specie di Moana che non ti dà scampo e ti scopa in tutti i modi possibili, compiacendosi del fatto. Bah forse trovata la soluzione??? Così la prima, seconda, terza, enne ogni volta sempre bello diverso ed entusiasmante. Però, c’è un però, nel senso che nulla può essere accostato o paragonato alle sconvolgenti esperienze della prima ora con la tua lei, dove sentivi fremere la carne, dove non reggevi all’eccitazione che diventava sfrenata libidine, orgia dei sensi, lussuria pura. Beh lì ci sono due altre componenti che sono l’amore e l’eccitazione che ti deriva dall’altrui eccitazione, in una sorta di reazione a catena a salire fino a morire; questa è un’altra cosa. Comunque ti accontenti di essere un cliente, di prenderti qualche lampo di felicità e libidine, di potertelo pensare, programmare e prendere quell’attimo, ma tutto sempre e assolutamente monodirezionale: compri un servizio. Così fino alla scorsa settimana, puntata a Roma per lavoro, mando solito sms per appuntamento e neanche tanto convinto. In verità mi sentivo alquanto scoglionato e indugio più volte pensando che cazzo spendo a fare questi soldi se neanche mi sento arrapato, quasi quasi una sega e via e alla prossima con tempi migliori. Svogliato mando sms a cui ho sempre pronta risposta, ma quella mattina niente. Mi tranquillizzo e penso ok il destino non ne avevo neanche gran voglia e lei non sarà disponibile. Lavoro tutta la mattina, faccio anche più di quello che mi competeva, anzi aggiusto il di tutto e di più e un po’ mi torna il buonumore. Poi verso le 12 tornando raggiungibile, i lavori erano in una specie di catacombe no gsm, mi trovo sms ‘’sto in treno sto andando a Napoli’’. Sono interdetto io vengo da Napoli a Roma e tu stai andando a Napoli doppio destino oggi non proprio è cosa. Vari sms e l’atmosfera si scalda. Ho un’oretta prima di riprendere il pullman per il ritorno e la tensione sale, vedo che io sparo sempre più forte, ma lei risponde sempre a tono gettando benzina sul fuoco. Penso ok ma chi glielo fa fare, già ho detto che non sarei andato a trovarla, poi mollo la presa ma lei insiste, con cose del tipo, a saperlo che stavi a Termini prendevo il treno dopo e ti facevo una leccatina nella toilette o anche se vuoi leccarmi non pensare che lo farai solo sulla patatina e via dicendo, o ancora scusa sto parlando con il padrone di casa, se eri tu come ti saresti fatto pagare? Parte il pullman mi addormento, poi a metà strada sms stasera esco a cena con te se non sei sposato e se mi inviti tu. Un po’ perdo il fiato, poi scrivo perché vuoi uscire proprio con me? Lei per passare una bella serata, facciamo finta di essere fidanzati. Un rivolo di sudore mi scende, poi ancora lei non pensare di fare il porcellino al ristorante voglio solo coccole, io ok ma dopo incontro, lei non lo so se ne ho voglia. Sono raggelato, penso mi vuole incastrare per fare in modo che vada da lei, visto che non era mia intensione. Poi penso che mi piace l’idea di una serata rilassata e poi vada come vada, farò una cosa diversa. Mi organizzo una inesistente cena di lavoro, doccia barba fresco ed impomatato vado all’incontro. In verità più mi avvicinavo alla meta e più mi saliva la pressione, parcheggio quasi col fiatone e per fortuna un po’ lontano, per cui 4 passi a piedi stemperano la tensione. Via F……..i 11, chiamo ‘’sono giù’’ e aspetto per strada qualche minuto, piovigina e fa freddo, c’è poca gente per strada e ho le gambe maledettamente di ricotta. Pochi minuti un'eternità, mi rendo conto di essere veramente teso. Poi compare lei, bella, veramente bella, tirata a lucido con un soprabito scuro mezzagamba stretto in vita che ne esalta la grazia delle forme, una specie di coroncina, molto est-europeo e tutto il candore di un pallido e disarmante incarnato, che illumina la serata uggiosa; nel complesso bella elegante ed assolutamente non volgare, un tantino demi-virginale. Saluto sobrio, un sorriso e via sottobraccio a cercare un posto in cui cenare. Pochi minuti e siamo a tavola, l’ordinazione è semplice e veloce con menu a base di pesce su una buona bottiglia di Fiano. La serata scorre veloce, ci si conosce, ci si racconta, sventure, avventure, lavoro, interessi, progetti, tutto estremamente piacevole ed anche un po’ incantato, fino ad arrivare al personale, perché quando viene a sapere che sono sposato scatta un po’ di tensione. Si, lei storce un bel po’ il muso e si adombra tanto, io mi vedo costretto a giustificare la mia presenza lì, il mio vissuto non propriamente felice in campo sessuale da un pò di tempo a questa parte, in generale tento di staccarmi di dosso l’etichetta dello stronzo, ma senza grandi risultati. Poi con calma le dico che per me quella è la prima volta in cui esulo dal semplice aspetto sessuale e che mi piace veramente poco di incontrare qualcuno sapendo di usufruire di un servizio. Però a volte la pressione è troppa, per cui in un modo ci si deve salvare non essendo prete e non volendo combinare sfracelli sentimentali. A queste parole lei un po’ si tranquillizza e ritorna il buonumore. E dopo un po’ è lei che devia verso questioni più hot, nel senso che comincia a chiedere di mie passate prezzolate esperienze, restando sbalordita di come fossero sbiaditi i miei ricordi per altre e di quanto precisi siano quelli riguardanti i suoi. Il richiamare l’esperienza del suo primo pompino, lungo salivato ed assolutamente senza mani, o ancora la descrizione delle sue sensazioni allorquando l’ho sodomizzata per la prima volta senza unguenti analgesici, o ancora il racconto di un suo orgasmo avuto mentre utilizzava con 2 toys mentre la guardavo e mi masturbavo. Sale la pressione, al pallore del suo viso si somma un inequivocabile rossore delle gote, io penso tra l’arrossato e l’infiammato sudo immemore dell’inverno avanzato, fuori piove ma ho l’impressione che sia pomeriggio d’agosto. Poi le faccio “io ho detto, ma penso che tocchi a te fare qualcosa per me” e lei fintamente pudica “Cosa?”. Lì ho perso il ben dell’intelletto, si a dire il vero mi sono sentito come poche volte lontano dalla realtà, diciamo quei strani momenti in cui il reale ti sopravvale e opprime, in bene chiaramente. Io “Penso sia giusto che mi levi la curiosità di sapere di che colore hai le mutandine” e lui con estrema no-chalance se le sfila abilmente, le mette sul tavolo e con sguardo suadente dice “nere, cosa pensavi mai che potevo indossare con un porcello come te”. Il sangue, il corpo la vita per un attimo si è fermata, ho avuto l’impressione dopo poco di avere cominciato a respirare, battere il cuore, avere funzioni vitali. Lei mi guarda soddisfatta del mio assoluto disagio, io mi riprendo e le dico “Guarda che potresti prendere freddo uscendo”, lei “Vabbè sto già molto accaldata”. A queste parole senza dire nulla, mi alzo, pago il conto e ritorno con i soprabiti. Ci incamminiamo verso la sua sistemazione, arriviamo al portone e senza dire nulla entriamo. In ascensore ci guardiamo in maniera abbastanza truce e noto che non sono solo io in affanno. Al piano incontriamo la sua amica che si dilegua. Entriamo in casa e ci acchiappiamo in un bacio languido profondo e sentito. Io la tocco dappertutto, mi sento assetato di quella donna, lei mi tocca il cazzo con la mano sopra il pantalone, la pressione se possibile sale e per entrambi. Poi si stacca mi spinge sul divano si avventa sui pantaloni, me li abbassa, caccia il mio cazzo all’aria, restando sbalordita di quanto fosse duro e grande. Beh in effetti stentavo a riconoscerlo anche io ma ero troppo eccitato. Lei comincia a succhiarmelo, direttamente con voluttà, è forte la sensazione, penso di sbattermi e sussultare sul divano, perché lei sorride molto soddisfatta, mentre noto che si è alzata la gonna per toccarsi. A questo punto un mio solito exploit fuori luogo: avevo un bisogno assoluto della toilette, che si acquiva man mano che lei accentuava il lavorio sul cazzo, la scosto e le dico che devo andare in bagno. Lei “Ah lo stronzetto deve fare la pipì, poverino”, mentre continua a succhiarmi; era una tortura incredibile, non sapevo se godere o fermarla perché ero veramente allo stremo, lei più si accorgeva del mio male-benessere più si impegnava, finchè l’ho scostata, per fermarla. Lei capisce e così, tacchi altri, gonna alzata sul culo mi prende per mano per accompagnarmi. La locatio molto carina, un duplex con scala interna e toilette al piano superiore. Lei sale con suo culo sculettante all’altezza del mio viso, io non ci penso due volte e affondo la bocca, toccando con la lingua il suo culetto. Lei si ferma, gira un poco spingendomi a sedere sui gradini, mentre prende possesso della mia lingua servendosene a piacimento, prima l’ano con profonde penetrazioni, poi la figa sapida ed eruttante poi il clitoride durissimo. La fermo e da sotto insisto con tutte le forze, lecco muovendo anche un po’ la testa, lei non respira, mi accorgo che qualcosa sta accadendo e la schiaccio alla bocca, mentre il clito e al mio servizio e lo lecco, risucchio, sfrego col ruvido della lingua. Ci è voluto poco e lei è venuta, immediata prorompente languida, appoggiandosi alla mia testa. Tento di muovermi anche per capire se era vero ciò che era successo e lei mi chiede un attimo di pausa, sedendosi sulle scale; è affannata e rossa ed abbastanza provata. Devo dire la verità il fatto di averle levato il fiato mi ha dato grande soddisfazione, è stato veramente bello. Approfitto e volo alla toilette, finalmente mi libero, rapidi sciacqui e riapro la porta con ardore. A quel punto resto basito nel vederla a quattro zampe sul letto, con il capo su un cuscino per mostrarmi un plug-gioiello che si è infilato nell’ano. Guardo ammirato qualche istante, mentre lei sculetta vistosamente, io mi tuffo su quel culo leccando di tutto, a partite dalle fresche e sode chiappe, ad andare pian piano verso il centro, poi prendo il plug con la bocca e glielo sfilo e reinfilo, mentre le tocco il clito. Poi giù verso la figa sentendo il sapore del precedente orgasmo, infilo profonda la lingua nella fonte, poi ancora il clitoride ancora sensibile che le provoca un balzo e strani gridolini con parole incomprensibili in lingua ucraina. Continuo per un po’, al che lei si rialza e mi dice “Stronzo adesso scopami”, io “si ma sulla scala”. Mi prende per il cazzo scende qualche gradino si gira verso l’alto, poi mi incapuccia con preservativo, alza una gamba e se lo punta sulla figa. Io spingo e affondo senza pietà. Lei sospira abbassando il capo, io spingo sempre di più, alzandole una gamba per pomparla meglio e toccandole il clito. Dopo un po’ lei si scosta, sta per arrivare e mi dice “voglio che mi copri”. Poi sale sul letto e si mette a gambe larghe, io mi avvicino e la penetro. Devo dire la verità è stata una sensazione nuova, mai provata, sentivo il mio cazzo grosso e duro che entrava in fondo, come non mai e lei che si scostava, muoveva assecondava la penetrazione, mentre con il viso tradiva un profondo piacere. Gli occhi roteavano verso l’alto, il respiro profondo seguiva il mio movimento, mi rendo conto che sta per venire e rallento, lei comincia ad inveire in ucraino. Mi fermo e le dico “Parla italiano”, lei “mi stai scopando nella figa benissimo”, io “no qui stai a Napoli e lo dici alla mia maniera: mi stai chiavando nella fessa”. Lei non lo dice convinto, mi rifermo, poi ripete 2-3 volte sempre meglio cosicchè comincio a poomparla per bene fino a che non viene di nuovo. E’ stato bello vedere il suo tentativo di ricomporsi, tentare di aggiustarsi i capelli ora completamente sfatti, mentre ero ancora dentro di lei, negare di essere venuta per pudicizia, giustificarsi per il troppo vino. Mi sfilo lei riprende fiato, qualche minuto e senza parlare prende un toys da figa, lo umetta per bene si mette seduta a mio favore e comincia a infilarselo nell’ano toccandosi il clito. Sono di nuovo senza parole e pensieri, non credo di nuovo ai miei occhi, sto un po’ a guardare come quel cazzo di lattice entra nel suo ano, mentre lei con espressione perversa mi guarda. Poi mi fiondo con la bocca sul suo clito e ci do dentro con tutto il mio essere. Lei gode, io me lo tiro, lei mi ferma le mani, io continuo a leccare mentre il toys entra ed esce. Poi mi alzo e la faccio “ma come hai fatto a fartelo entrare?”, lei se lo sfila e dice “è più piccolo del tuo”, mettendosi a 4 zampe ad offrirmi il suo ano. Io autoritario la prendo per il braccio andando verso il bagno e dico “Non così”. La posiziono davanti allo specchio del lavandino; è piccolo ma riesco a vedere distintamente il viso, poi lo punto all’ano, lei lo posiziona al meglio e pian piano la penetro. E’ stato bellissimo l’espressione sul suo viso, piacere perverso, occhi bassi e semi chiusi, la passione e l’emozione profondo che si trasforma in torbido piacere. Le scosto la mano da clito e la tocco io, lei cambia espressione è piena sofferente, gaudente. Viene di nuovo, di un orgasmo lungo e sentito, la reggo mentre gode, la fisso negli occhi beata e dolorante. Esco, lei prende fiato e mi guarda soddisfatta. Dopo un po’ si avvicina, la faccio sedere su un cassettone, gambe all’aria e la sodomizzo di nuovo guardandola ora negli occhi. E’ passione pura, siamo sfrenati, lei mi fa notare come ad ogni mio affondo corrisponda un movimento sul suo ventre dicendomi “Stronzo mi stai unculando di brutto”. Io non sono contento mi sfilo, la prendo per il braccio e la porto sulle scale. Stessa posizione ma la sodomizzo ancora, toccandola. Sono ebbro, sfrenato, spingo forsennato, lei ansima, mi fermo sento che sto per venire. Mi sfilo di nuovo, lei sale le scale, poi sul letto di nuovo a 4 zampe mi dice “Così no?”. Memore dei migliori film porno, salgo in piedi sul letto, mi abbasso e la sodomizzo ancora, potente più che mai. Dopo un po’ esco e mi stendo sul letto, lei sale sul cazzo rivolta verso di me e si penetra di nuovo nell’ano, guardandomi negli occhi. Sono stremato, voglio venire non ce la faccio più, mi scosto. Lei mi dice “Guarda che dovrei ricambiare”, poi mi fa un po’ girare e comincia a leccarmi l’ano. E’ veloce e mi penetra per quanto possibile, poi quando me la sto godendo veramente mi infila un dito cominciando quello che dopo lei stesso definirà massaggio prostatico. Beh è stata una sensazione unica, essere spompinato alla perfezione mentre un dito mi toccava dall’interno, diciamo che proprio questa sensazione mi eccitava il desiderio, per quanto possibile, ma mi bloccava l’orgasmo. Sarà andata avanti per penso quasi mezz’ora, prima in una posizione, poi un’altra, poi infine io in piedi e lei in ginocchio davanti a me. Lenta lenta mi ha portato all’orgasmo in una sofferenza indicibile e spasmodica. Sono venuto fra le sue labbra mentre mi fissava, mentre mi richiamava a tenere gli occhi aperti per godermi lo spettacolo e per apprezzare la sua estrema troiaggine nel leccare e grondare del mio sperma.
    E’ stata la più bella scopata della mia vita
     
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