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Erano passati un paio d'anni da quell'estate magica in cui, a soli 13 anni, ebbi la storia con Gianpiero e a quell’età gli ormoni si sa, sono costantemente in circolo e la voglia di riprovare certe sensazioni era altissima. Spesso cercavo di ottenere un po’ di quel piacere che avevo provato facendo sesso con Giampiero, penetrandomi con qualche oggetto o, visto che abitavo in campagna, con qualche ortaggio: le mie preferite erano le carote, oppure le zucchine, che però a volte risultavano essere un po’ troppo grandi per il mio buchetto da 15enne a secco da due anni e non riuscivo a farle entrare.
Anche quell’anno venne l’estate, ma stavolta non avevo nessun amichetto con cui fare giochi particolari (e molto soddisfacenti), quindi mi ero già preparato mentalmente a trascorrere tre mesi a oziare e a masturbarmi almeno una o due volte al giorno, fantasticando su qualche personaggio famoso che nelle situazioni più assurde mi seduceva e mi penetrava, dandomi ciò che più desideravo.
Come da tradizione, nei mesi in cui non andavo a scuola, aiutavo mio padre con la cura degli animali e spesso capitava che la sera, prima di andare a cena, stavo con lui nella stalla ad accudire le mucche; mi piaceva molto quel lavoro, stare a contatto con gli animali mi ha sempre dato grande soddisfazione e, se ne avessi il tempo, lo farei tutt’oggi.
Nella vecchia stalla, più spaziosa di quella attuale, avevamo solitamente almeno 5 o 6 fra mucche e vitelli ed io le conoscevo così bene che spesso le accarezzavo senza timore di ricevere in cambio cornate, tutte tranne uno, un torello di circa un anno, che aveva un caratterino piuttosto vivace.
Oltre che muggire incessantemente quando era affamato, il nostro torello era “famoso” per i suoi tentativi di montare qualsiasi cosa gli capitasse a tiro; evidentemente anche lui era nella fase di tempesta ormonale e avrebbe sperimentato volentieri com’era fare sesso con una mucca, ma vista la giovane età e il fatto che ormai le mucche venivano tutte ingravidate tramite inseminazione artificiale, anche lui, come me, era destinato a rimanere a bocca asciutta.
Il più delle volte il torello, quando gli capitava una preda a tiro, che poteva essere una mucca, un cane, una capra o una persona, si limitava a sollevare le zampe anteriori per cercare di salire in groppa al malcapitato di turno, senza mai appoggiarsi davvero, altrimenti avrebbe rischiato di schiacciarlo con il suo peso, ormai vicino ai trecento kg; era per questo che mi guardavo bene dall’accarezzarlo e mi tenevo sempre alla larga se per caso gli avessi dovuto dar da mangiare o portare via il letame che stava vicino a lui.
Un giorno però, accadde una cosa
che non mi aspettavo. Ero solo nella stalla e il torello, approfittando di una mucca in calore che si era girata verso di lui, intenzionata a “concedergli i suoi favori”, tentò la monta, ovviamente non riuscendoci, poiché la femmina era molto più alta di lui, essendo un animale adulto; a differenza delle altre volte, però, non si limitò a sollevarsi sulle zampe posteriori, ma dal suo basso ventre vidi spuntare il suo enorme uccello. Rimasi un po’ turbato da quella scena e la sera, prima di addormentarmi, mi masturbai pensando che sarebbe stato bello essere una mucca e farmi penetrare da quel grosso uccello taurino.
Una domenica i miei genitori erano andati a un matrimonio e mio fratello era uscito con la sua ragazza; mentre ero fuori di casa era scoppiato un forte temporale estivo e io mi rifugiai nella stalla per non bagnarmi; come ormai accadeva ogni giorno il torello aveva sfoderato la sua enorme sciabola di carne e quella scena mi annebbiò la vista. Salirono gli ormoni e la mia mente cominciò a essere meno lucida: mi tirai giù i pantaloni e cominciai a masturbarmi guardando quello spettacolo ai miei occhi davvero eccitante, sicuro di non essere disturbato dall’arrivo di nessuno.
“Ma che bello spettacolo!” : evidentemente non ero solo; cercai di nascondere quello che stavo facendo ma ormai era troppo tardi, mi girai di scatto verso quella voce familiare e vidi Antonio, uno dei migliori amici di mio fratello. “Io non..” non riuscii a finire la frase ,“Non stavi facendo nulla di male.. Solo una sega guardando il cazzo del toro” “No, è che..” cominciai a balbettare dall’imbarazzo “Ma perché invece di guardare quello del toro, non guardi il mio? Tanto quello non lo puoi prendere, finiresti all’ospedale con il culo irrimediabilmente sfondato.. Te lo immagini che figura?” E mentre pronunciava quella frase si tirò giù i pantaloni, tirando fuori il membro dagli slip, che era già duro.
Antonio era proprio un bel ragazzo e vederlo lì, che mi stava offrendo il suo uccello in tiro, mi sembrò un’occasione davvero da non perdere e senza farmi pregare mi inginocchiai, cominciandoglielo a succhiare. “Caspita, sei bravo a succhiare il cazzo! Si vede che hai già fatto esperienza.. E dimmi un po’, ti sei fatto anche già rompere il culo?” “In effetti sì.. E’ successo due anni fa” “L’hai preso nel culo a 13 anni? Sei proprio una troia! Dai fammelo vedere questo bel buchetto, che mi è venuta voglia di incularti” “No, aspetta.. Il tuo è grosso, l’altro che ho preso non era così!” “Tranquillo, prima te lo allargo un pochettino con le dita e vedrai che entrerà benissimo. Se entra alla mia ragazza entrerà pure a te”.
E così Antonio mi fece togliere i pantaloni e gli slip, invitandomi a mettermi a pecorina, appoggiato su una mangiatoia, dove ovviamente non c’erano mucche, si insalivò le dita e cominciò a giocare con il mio forellino: il primo dito entrò con facilità, anche perché erano due anni che aspettavo un momento del genere e l’eccitazione era tantissima, e anche il secondo non fece troppa fatica a entrare, tanto che il bel 22enne tentò di infilare anche il terzo.
Dovette mettere un bel po’ di saliva per poter entrare anche con il terzo dito, ma una volta completata l’impresa disse semplicemente “Ora sei pronto per ricevermi”, appoggiò la cappella al mio sfintere e cominciò a spingere. “Rilassati, altrimenti non entra” e mi mollò un paio di sonore sculacciate, ma il mio ano continuava a rifiutarsi di far passare quel grosso intruso. “Allora, proviamo questo trucchetto che ho visto in un porno: mentre io te lo metto dentro, tu spingilo fuori, come se dovessi fare la cacca”, feci come lui aveva detto e in un sol colpo mi ritrovai tutto quell’uccellone dentro il retto.
“Cazzo che male, toglilo!” “Non dire stronzate! Ora che è entrato devi solo abituarti.. Rilassati e vedrai che ti farò godere”, mi afferrò per i fianchi, per impedirmi di scappare dalla sua presa e cominciò a muoversi lentamente dentro di me, roteando il bacino, per far in modo che il mio povero buchetto si allargasse; devo dire che, nonostante il dolore, era molto piacevole sentire il corpo di Antonio, già completamente uomo, strusciarsi contro il mio e cominciai a rilassarmi davvero.
“Ti fa ancora male?” “Molto meno” “Allora cominciamo le danze!”, detto questo Antonio cominciò a penetrarmi, dapprima lentamente e poi, quando vide che non mi lamentavo più dal dolore, con più energia, facendomi godere davvero tanto; ad un certo punto si fermò e fece uscire completamente l’uccello dal mio culo, pensai che stesse per venire, invece lo ricacciò tutto dentro in solo colpo, facendomi provare una grossa scarica di piacere “Ti piace, eh?” “Sì, tanto”, lo fece di nuovo, con ancora più energia, arrivando persino più in profondità di prima.
Dopo quattro o cinque colpi del genere io ero al massimo dell’eccitazione “Se mi tocco vengo” “E allora vieni! Fammi vedere come godi!”, pronunciando questa frase Antonio cominciò a penetrarmi con così tanta energia che a fatica riuscivo a mantenere l’equilibrio appoggiandomi alla mangiatoia con una mano sola; bastarono pochi secondi per farmi raggiungere un intenso orgasmo “Bene, ora appoggiati con due mani, che ti sfondo!”.
Mi afferrò di nuovo per i fianchi e i suoi colpi cominciarono a essere meno profondi ma molto più veloci, capii che anche Antonio stava per venire e che probabilmente voleva farlo dentro di me “Ma vuoi sborrarmi dentro?” “Certo, tu mica resti incinta! Fammi provare questo piacere almeno una volta” “Va bene, ma..”, di nuovo non riuscii a finire la frase, il grido di piacere di Antonio fermò tutti gli interrogativi che avrei voluto esporgli, dopotutto anche per me era la prima volta che un ragazzo mi veniva dentro e volevo sapere se era pericoloso.
“Adesso basta che vai al cesso e la espelli, ok? E comunque non ho malattie, stai tranquillo! Ora rivestiamoci che se tuo fratello ci becca così è la fine”; dopo pochi minuti infatti arrivò mio fratello, che naturalmente non seppe mai niente di me e Antonio, che purtroppo non ebbi mai più occasione di rivedere da solo.
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