La moglie del mio migliore amico

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    La aspetto qui, seduto nel muretto della mia riservatissima casa di campagna, con l' ansia e l' eccitazione di un fidanzatino , che per la prima volta programma il suo primo appuntamento amoroso, ignaro di ciò che lo aspetta e spaventato per il timore non essere all' altezza di quel momento così magico. Naturalmente , non potendo destare sospetti, è costretta a muoversi con la piccola Beatrice, la sua figlioletta di 7 anni, la mia mascotte, il mio angioletto custode. La donna in questione si chiama Angelica, una donna come nessuna. Alta e snella, dal fisico mozzafiato che spicca per la sua grande intelligenza e dolcezza. Il colore dei suoi capelli è paragonabile al dorato del grano, che maturo nei campi, aspetta il tempo migliore per essere raccolto, mentre l'azzurro dei suoi occhi è invidiato dal cielo , che geloso della luce da loro riflessa, la osserva dall' alto cogliendone il chiarore. I suoi modi gentili e delicati , sono stati trasmessi anche alla piccola Beatrice, che però a differenza della mamma, ha rubato il castano delle più fertili e generose terre, per i lisci e morbidi capelli lunghi fino a metà schiena, ed il verde dell' erba più fresca della stagione nuova, per i suoi grandi e curiosi occhioni innocenti. Imsieme formano la cosa alla quale io tengo di più al mondo. Peccato si tratti della donna e della bimba del mio migliore amico.Un rumore di auto riempie la stretta strada contornata da vecchi casolari e accende nel mio cuore quella miccia, quella forte e costante tenaglia che scoppia al momento di lasciarci. Si, sono loro, la loro auto si avvicina pian piano sobbalzando tra i grossi ciotoli della dissestata stradina di sassi, mentre io gli vado incontro con l' ansia di un cagnolino alla vista del padrone da tempo atteso, vedendo l' ora di abbracciarle e fare loro le feste, stringerle a me, coccolarle, fino al nuovo e atteso appuntamento. Quando scende Angelica, con un vestito che le sembra nato addosso, un desiderio di stringerla fino a farle male mi passa furtivo per la mente, ma la presenza di Beatrice allontana qualunque desiderio di approcio che non sia di semplici e normali amici... visto che io per tutti sono l' amico fidato di famiglia che vende prodotti ortofrutticoli, almeno questo è il pretesto che può portare Angelica e Beatrice apertamente da me.Quando Angelica mi passa vicino per salutare , il suo viso è più bello che mai e solo quando saluto con un bacetto e una dolce stretta la bambina, desidererei si trattasse della mia famiglia .Intanto, come una prigioniera e forzata prassi
    tutto prende il suo posto stabilito, ci si approssima a passeggiare rumorosamente verso il frutteto tra il pollame in subbuglio e le grida gioiose della piccola che salta nei sentieri solcati dai sassi, mentre io e Angelica la seguiamo a distanza come voler cogliere quell' attimo di solitudine e innocente intimità. Il compito della raccolta viene riservato a Beatrice , che spensierata e giocosa si appresta a raccogliere i frutti dai rami , così io ho l'occasione di scambiare qualche chiacchiera con la mamma, e parlando del più e del meno, di come stanno a casa, di come va la bimba a scuola e così via, ci soffermiamo un attimo ad osservare quel piccolo angelo staccare frutti come fossero promesse di speranza, parlare agli animali come voler loro dare a sua volta la parola per rispondere, accarezzare col suo camminare il verde campo che sembra voler fare da tappeto a così tanta delicata ingenuità. E guardando la nostra piccola, pensiamo al modo e a quando potremo spiegarle il perchè , di quel suo tanto rassomigliare a me...
     
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