il lento scivolare di una coppia nell'abisso della sottomissione

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .

    Group
    Ban Permanente Non fidatevi di questo utente
    Posts
    1,125

    Status
    PRIMO CAPITOLO

    Una quindicina di giorni fa, mi arriva attraverso questo sito una mail che non avrei mai pensato mi fosse potuta arrivare, neppure nelle mie fantasie di dominatore più ferfide.
    Si tratta di un marito che dice che la moglie di 39 anni mora, alta, quinta misura di tette(anche se un po' cadenti), gambe stupende e faccia da volgare ciucciacazzi che veste con minigonne vertiginose, ha una figa depilata e slabbrata, ama essere schiavizzata, brutalizzata, umiliata e che cercano un padrone per farne una schiava di sua proprietà da umiliare, esibire, filmare e anche cedere ad altri. in più mi dice che a lui si eccita vedere la moglie distrutta e massacrata e quindi assisterà alle eventuali sessioni.
    Rispondo a questa mail anche per vedere se è uno scherzo o c'è del vero e dico che sono disponibile, ma deve essere una dominazione sette giorni su sette e ventiquattro ore su ventiquattro, lui mi risponde con i numeri di cellulare suoi e della moglie e con foto e video della prestazione della moglie.
    il giorno dopo lo chiamo ribadendogli le mie condizioni: la moglie e lui devono essere d'accordo con una schiavizzazione 24 ore su 24 , sette giorni su sette, lui mi ribadisce che è d'accordo. Mi fa chiamare dalla moglie e dalla voce già si capisce che è una troia pazzesca, con voce da cagna di chiare origini dell'est, infatti mi dirà poi che è originaria di Praga. Cominciò subito a insultarla con i peggiori epiteti per sondare il terreno e sembra molto apprezzare, si capisce subito che è una vera masochista, una cagna che gode molto solo nell'essere sfruttata, massacrata, distrutta. La redarguisco subito visto che a un certo punto intuisco chiaramente che si sta masturbando dala modifica del tono della voce, e la appostrofo in malo modo dicendo che si può masturbare solo dopo che ha chiesto il permesso al suo padrone se vuole essere la mia schiava. Mi risponde con tono sommesso di si, chiedendomi di potersi masturbare e ovviamente le rispondo di no dicendole che merita di essere punita e le ordino di prendere una spazzola, di girarla sul retro dandosi cinquanta volte e dicendo grazie padrone. Dal modo con cui diceva grazie padrone si capiva che pur essendo una cagna e una troia, alle punizioni severe non era molto abituato, la voce sempre più sofferente si sentiva chiaramente e più si avvicinava ai cinquanta colpi, piu' capivo che la sua resistenza non era altissima.
    Le ordinai che si doveva vestire sempre con minigonne molto corte, doveva gettare nelle immondizie tutte le mutandine che aveva(cosa di cui avrebbe dovuto darmi prova fotografica), e che ogni volta che le telefonavo doveva eseguire i miei ordini, non importa dove si trovasse. Per essere sicuro che eseguisse i miei ordini incaricai un mio amico che abita nella città della cagna a controllarla ed effettivamente aveva eseguito gli ordini, si vedeva chiaramente l'assenza di mutandine.
    nel frattempo ci sentivamo al telefono: la chiamavo in orari in cui sapevo di meterla in imbarazzo, infatti il marito mi diceva quando va dal parrucchiere, dall'estetista, a fare la spesa etc. Le ordinavo cose umilianti tipo mostrare la passerina ai semafori, inginocchiarsi nei marciapiedi e molte altre umiliazioni pubbliche.
    Un giorno quando la chiamai non mi rispose, scoprii dopo che era dai genitori del marito. Dopo qualche ora mi telefonò scusandosi e dicendo che mi chiedeva scusa. Io non ho mai accettato le richieste di scuse delle schiave e questa volta non avrei certo fatto diversamente e infatti le dissi che avrebbe dovuto prendersi il cucchiaio di legno in cucina e darselo 50 volte sulla figa, e cento volte sul sedere, dicendo come sempre grazie padrone per ogni vergata. Dalla sofferenza della voce si capiva che l'avevo mess a dura prova, l'esperienza credo che avesse dovuto essere massacrante e da li capii che il terreno era pronto per incontrarla di persona.

    SECONDO CAPITOLO


    Dopo l'ultima punizione telefonica capii che i tempi erano maturi, per organizzare un incontro e vedere se la moglie era veramente degna di avere un padrone del mio livello.
    Decisi di imporre a loro a Venezia il fine settimana, e di incontrarci innanzitutto in un luogo pubblico all'uscita dall'autostrada. La signora(si fa per dire....), avrebbe ovviamente essere vestita, come le avevo ordinato di fare ossia minigonna inguinale, niente mutandine, figa completamente depilata.
    Ci vedemmo all'incirca a mezzogiorno di Sabato nel parcheggio del grande distributore di Benzina presente fuori del casello dell'autostrada. Saluti lui, gli diedi la mano, lei no ho una mia dignità' da difendere.
    Ci sedemmo al bar del distributore, mostrai a loro il contratto di schiavitù che avevo preparato, lo feci firmare a tutti e due. Lei si mostrava piuttosto consapevole della sua condizione e di cosa andava incontro e che non aveva di fronte un padrone che si sarebbe accontentato di qualche sculacciata.
    Le misi il collare su cui avevo inciso le mie iniziali, e le dissi che questo non avrebbe piu' dovuto toglierlo pena lo scioglimento del contratto, come cagna poi non aveva diritto a stare seduta sul tavolo del bar con noi, ma avrebbe dovuto stare a quattro zampe sotto il tavolo, cosa che fece subito e ubbidì. Sul tavolo in fianco era seduta una coppia di anziani coniugi che ci diedero un occhiata scandalizzata.
    A quel punto pensai che era l'ora di portare i coniugi: il marito e quella che da ora chiamerò cagna, nell'albergo che avevo prenotato per loro e dove sarebbe avvenuta una pesante sessione sadomaso per la cagna.
    Una volta arrivati in albergo feci cenno al portiere che le valigie le avremmo portate noi in camera o meglio le avrebbe portate la cagna. Fu una scena veramente esilarante vedere la cagna portare le valigie lungo le scale, queste pesavano piu' di lei e con i tacchi a spillo che portava rischio' parecchie volte di cascare.
    Una volta arrivati in camera, il marito si sistemo' su una sedia per assistere allo spettacolo della sessione sadomaso della moglie.
    Attaccai il guinzaglio al collare della cagna, e visto che mi scampava da pisciare la portai in bagno. Feci apposta a non centrare il buco del water e gli feci ripulire tutto il cesso, facendole ovviamente notare che era proprio un cesso. Tornando in camera da Letto decisi che era ora per la cagna di mangiare, misi due ciotole per terra del tipo di quelle che mangiano i cani : una la riempii di biscotti per cani, e l'altra di acqua. La obbligai quindi a mangiare e a bere come una vera cagna.
    Questa si sporco' con i biscotti in tutto il corpo, e si era bagnata tutta in quanto non pratica di bevute dalla ciotola, ormai la sua dignità a finita sotto zero.
    Decisi di punirla per come si era ridotta: la feci inginocchiare e le diedi trenta nerbate con la stecca di bambù lei gridava dal dolore, e alla quinta mi fermai dicendole che le avevo insegnato a dire grazie padrone, ogni volta che veniva punita che avesse ricevuto una nerbata, o una frustata e ricominciai da zero. Quando arrivai vicino alle 30 nerbate, la voce con cui mi ringraziava diventava sempre piu' tenue.
    Finite le nerbate le dissi che verso la fine non era stata all'altezza delle aspettative del suo padrone e che la voce con cui lo ringraziava di occuparsi della sua educazione quasi non si sentiva e che avrebbe meritato una lezione. La legai sul letto mani e piedi, presi un frustino a manina di quelli da equitazione e cominciai a frustarle le tette, si capiva benissimo che non era così resistente come il marito vantava fosse, allora scesi e le frustai anche la figa che si stava bagnando in modo inverecondo sotto la pressione delle frustate.
    Mi occupai poi delle tette attaccai delle mollette sulle tette, prima sui capezzoli e poi intorno, poi ne misi due sulla figa per tenerla bene aperta. La cagna stava urlando dal dolore, ma la apostrofai subito che doveva essere punita, perché si era messa a gridare dal dolore e lo sapeva che poteva aprire la bocca solo dopo aver chiesto il permesso al suo padrone. Iniziai allora con un frustino piu' piccolo a frustarle i piedini, dalla faccia si vedeva chiaramente che soffriva tantissimo, ma che non lo esternava per paura di rischiare punizioni peggiori.
    Decisi allora di alzare la posta la slegai, aprii l'armadio le attaccai sui capezzoli i ganci di un attaccapanni di quelli che usano le donne per attaccare le gonne negli armadi, questa volta la cagna non riuscii a resistere e la riempii di insulti, dicendole che meritava una punizione peggiore: le attaccai i ganci che si usano per attaccare le tende sui cappezzoli: la povera cagna urlava come una pazza dimostrandosi ancora una volta poco obbediente.

    Decisi allora di punirla in modo esemplare legandola al letto ancora una volta, non prima di tirare fuori dalla borsa la frusta a nerbo di bue per spaventarla ulteriormente. Le feci colare la cera bollente(non quella fredda da sexy shop la candela l'ho comprata al supermercato) prima sulle tette, e poi sulla figa. La vista e il rischio di subire sulle sue molli carne la frusta a nerbo di bue aumento' la sua forza di volontà' e resistette alla cera calda sulle tette e sulla figa senza urlare una scena fantastica, si vedeva chiaramente l'atroce sofferenza sui suoi occhi e che stava dando l'impossibile per non manifestarla.
    Decisi di premiarla allora consentendole di fare un pompino al suo padrone intimandole di ingoiare tutto senza perdere una goccia pena atroci punizioni. Purtroppo per lei fece l'errore più grave che può fare una mia schiava che mi spompina, prendere il mio cazzo in mano.
    Dopo essere venuto, le feci notare la cosa dicendole che in teoria la sessione sarebbe finita qui, ma doveva punirla per l'affronto che avevo subito.
    La punii con venti frustate con il nerbo di bue, quindici piano e cinque forte alla fine faceva praticamente molta fatica a sedersi da quanto le bruciava il culo.
    Per concludere la giornata, la portai la sera tardi al guinzaglio in giro per Venezia con il marito che se la rideva e la insultava.

    TERZO CAPITOLO


    La sessione con la cagna era stata assai deludente per un padrone autoritario, esigente e severo come sono io.
    Da come reagiva al telefono alle legnate con il cucchiaio di legno da cucina appariva molto piu' resistente di quello che si era rivelata essere alla prova dei fatti. Ai miei occhi era colpevole soprattutto di alcuni fatti: torturata sui capezzoli con attaccapanni e ganci per tende si era messa a gridare di dolore senza chiedermi il permesso e nonostante dopo la punizione successiva che le avevo dato non l'avesse piu' fatto si tratto' di une vero e proprio affronto e mi dissi che dovevo mandare alla cagna un messaggio chiaro che non si sarebbe mai piu' dovuta comportare cosi' e avrei potuto farlo solo dandole una lezione che non avrebbe dimenticato difficilmente per tutta la vita.
    Non riuscivo pero' a farmi venire in mente una punizione veramente magistrale che la schiava avrebbe dovuto subire, fino a che non mi venne in mente che vicino alla citta' della cagna stava un mio ex collega che condivideva con me la passione della dominazione, ma soprattutto era uno dei master piu' sadici presenti in Italia e sarebbe stata la persona giusta per dare la lezione giusta alla cagna.
    Telefonai al marito parlandogli della cosa e lui fu subito contento dell'idea cosa che non avevo dubbi, visto che a lui piace assistere al massacro e alla distruzione fisica e mentale della moglie.
    Telefonai al mio amico che si chiamava Marco, che si trovo' subito entusiasta dell'idea, gli dissi subito che aveva dei limiti non poteva ne' fare scat, ne' lasciarle segni permanenti, ma mi disse subito che cio' non avrebbe rappresentato un problema.
    Allora mi sono mosso per organizzare l'incontro che questa volta facemmo in un albergo del centro italia, scelto soprattutto per essere una delle poche strutture alberghiere presenti nel nostro paese con attrezzature per il bdsm.
    Questa volta io pero' non sarei stato presente, avrei solo assistito per dirigere le operazioni, assicurarmi che non ci fossero incidenti, che Marco non esagerasse ne' in sadismo, ne' soprattutto in poco sadismo che era la cosa che mi premeva di più.
    La sessione punitiva comincio' con un gruppo di extracomunitari che vennero invitati a pisciare sul pavimento della stanza, e la cagna costretta con la sua lingua a ripulire tutto. Per la prima volta la vidi messa a dura prova.Quando la stanza fu pulita e aveva quasi finito vomito', non c'e' l'aveva fatta a ingurgitare tutto quel piscio. Marco la insulto' con i peggiori epiteti e le ordino' di ripulire la stanza leccando anche il suo stesso vomito, ma lei disse di no.
    La punizione fu terribile comincio' a frustarle il culo con la frusta a nerbo di di bue fino a quando non avrebbe ricominciato a ripulire tutto(mi guardai ovviamente da intervenire in suo favore). Alla decima frustata, con il sedere che le bruciava, ricomincio' a ripulire tra enormi sofferenze anche il suo vomito, e con grande forza di volontà riuscì' a non vomitare ancora, non si Sa bene come.
    Marco a qesto punto legò la cagna al letto in modo da immobilizzarla in modo sicuro e estrasse dalla borsa gli aghi, ne infilo' uno in un capezzolo tra urla indicibili della cagna che venne subito rimproverata nel peggior modo possibile da me di questo fatto, non avendocene chiesto il permesso. Lei allora non appena il finii di parlare ci chiese il permesso di poter urlare il suo dolore cosa che le fu negata da Marco, perché' gli dice che avrebbe dovuto farlo prima, e anzi di stare attenta che se continuerà ' a disubbidire avrà' delle punizioni ancora piu terrificanti. Le inserisce un ago anche nell'altro capezzolo e seppur tra sofferenze indicibili non urla dal dolore. Marco a questo punto onorando il titolo di super sadico che si e' fatto impianta un altro ago nel clitoride della cagna, che questa volta non riesce a trattenere le urla di un dolore che si e' fatto veramente fortissimo. A questo punto Marco estrae gli aghi dai capezzoli e dalle parti intime della cagna che crede di aver passato il peggio, invece non Sa che altre sofferenze la aspettano.
    viene punita per aver urlato di dolore senza averne chiesto il permesso, con trenta frustate con il nerbo di bue.
    Legata di nuovo al letto viene sottoposta alla terribile tortura dell'orgasmo forzato: Marco lega un vibratore alla passerina che viene lasciato correre per un tempo lunghissimo, provocandole un orgasmo dietro all'altro, con una sensazione di dolore e piacere contemporanee. Dopo un ora tra il suo sollievo venne slegata e dissi che l'ultima punizione gliela avrei data io e che sarebbe servita per ricordarle questa giornata come monito. Cento vergate con il bastone di bambu'. Il dolore sul sedere gia' provato dal nerbo di bue fu terrificante ed ebbe difficolta' per una settimana a sedersi.
    La punizione dovuta alla poca obbedienza del nostro primo incontro era finita e la schiava fu letteralmente sconvolta dall'esperienza che non avrebbe piu' osato nemmeno provarci a dissonidirmi, l'espressione sconvolta della sua faccia diceva molte cose, ma il mio sadismo faceva si che trovassi quella situazione terribeilmendte eccitante.

    QUARTO CAPITOLO


    Dopo la sottomissione della moglie di Marco e la ripresa audio video delle sue gesta cominciai a pensare che avrei potuto alzare il tiro e arrivare alla schiavizzazione di tutti e due, quindi anche di Marco.
    Lo chiamai dicendogli che non mi accontentavo più di avere sua moglie come schiava solo per qualche sessione, ma che avrebbe dovuto esserlo ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette e che avrebbe dovuto diventarlo anche lui. Marco mi rispose se ero pazzo e non se ne sarebbe parlato neanche di striscio, io li feci sommessamente notare che avevo delle belle fonti e della sua bella mogliettina che l'avrebbe messo in un certo imbarazzo se le avessi messe su internet e in giro per Firenze. La risposta quasi piangendo di Marco fu non puoi fare questo, io li feci notare che li avrei aspettato tra una settimana in un albergo a Milano e che se non si fossero presentati avrei dato inizio alla diffusione del materiale.
    Una settimana mi recai al l'albero di Milano che gli avevo indicato e vidi che si presentarono tutti e due e dissi subito rivolgendomi a Marco vedo che vi siete presentati e lui mi rispose con un sorriso amaro avevamo forse scelta? No risposi io con un sorriso sornione.
    Li accompagnai nella suite e cominciò così la schiavizzazione di tutti e due. Feci spogliare Marco e li misi la cintura di castità sul suo pisellino insignificante facendo gli notare che gli sarebbe stata tolta solo se si fosse comportato bene e comunque non prima di 20 giorni. Ordinai alla moglie di spogliarsi e di mettere le tette nella faccia del marito: lei mi implorò di non farlo dicendo che non potevo umiliarti in quella maniera. Le dissi allora che avrebbe dovuto essere punita perché non poteva permettersi di rivolgersi al suo padrone in quella maniera. La feci spogliare e le diedi cinquanta colpi con la stecca di bambù sul sederino dovendomi ringraziare ad ogni colpo per occuparmi della sua educazione, ad ogni colpo si sentiva la sua voce diventare sempre più tenue segno che la sofferenza della cagna era forte.
    Finita la punizione le dissi adesso vuoi mettere le tette in faccia a quel cornuto di tuo marito, alla fine anche se si vedeva chiaramente dal viso che la cosa la trovava ributtante cominciò a farlo, le ordinai poi di strusciare le tette sul pisellino del marito, solo per poco tempo quel tanto per provocarlo ed eccitarti, ma senza farlo godere e lasciandogli il cazzo sofferentemente, duro eccitato dentro la gabbietta senza nessuna possibilità di esplodere e godere.il viso di Marco esprimeva tutta la sua frustrazione di questa condizione, mentre il viso della moglie esprimeva tutto il senso di colpa per quello che stava facendo, avendo capito la cosa le misi le mani in mezzo alle gambe e rivolgendomi a Marco gli dissi guarda quella cagna di tua moglie come gode a vederti soffrire e vedere.
    A questo punto ordinai alla moglie di pulirei le mie scarpe con la sua bocca: lei senza fiatare lo fece, leccando con molta diligenza conoscendo la mia severità, nel frattempo la frustrazione e l'eccitazione di Marco senza alcuna possibilità di sfogo era sempre più forte. A questo punto decisi di incularla mettendola con la faccia verso il marito, il cui sguardo era sempre più eccitato e sempre più frustrato nel vedere la moglie, dopo un po' sborsai nel suo sfintere e lei godette come una pazza.
    Mi rialzai, mi rivestii e dissi che per questa volta poteva bastare, però mi sarei portato via la chiave della gabbietta in cui era chiuso il pisellino di Marco che avrebbe dovuto stare in questo stato fino al prossimo incontro.
    ContactsWeb
     
    Top
    .
  2. renzoregi
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  3.  
    .

    Group
    Ban Permanente Non fidatevi di questo utente
    Posts
    1,125

    Status
    Quinto capitolo

    In questo periodo ricevevo continue telefonate da parte di tutti e due gli schiavi che mi implorano di liberare il pisellino di Marco, la situazione cominciavaad avere conseguenze pesanti sul loro rapporto di coppia, io ovviamente non mi feci impietosire e il pisellino di Marco restò dentro la cintura.
    Dopo una quindicina di giorni decisi che i tempi erano maturi e che era tempo di reicontrare la coppia di schiavi e decisi di organizzare l'incontro nel weekend a Roma.
    Questo incontro lo organizzai con cura in quanto feci venire anche un altra delle mie schiave Giovanna una creatura eccezionale per masochismo e bellezza:alta, bionda un seno eccezionale con due mammelle da paura e un sederino a mandolino per 19 anni di etá.
    Una volta che tutti arrivarono nella stanza di albergo che avevo prenotato per l'incontro, rimproverai i due coniugi del loro comportamento che chiedeva in continuazione la liberazione di Marco, facendo notare che questo non era il comportamento che il loro padrone si aspettava da due buoni schiavi, dissi però che avrei dato un occasione a Marco per liberarsi.
    Diedi a Marco del Viagra, poi liberai il pisellino dalla gabbietta e ordinai a Giovanna di masturbarlo per quindici secondi, se non ce l'avesse fatta a godere in quindici secondi, sarebbe tornato nella cintura di castitá per altri quindici giorni.
    Giovanna iniziò a masturbare Marco che era eccitatissimo, ma in quindici secondi non ce la fece a sborrare, ordinai allora a Giovanna di prendere il ghiaccio in frigo in quanto bisognava placare l'erezione di Marco per rimettere il pisellino nella cintura di castitá. Giovanna prese il ghiaccio lo mise sopra il cazzo di Marco che si ammosciò in pochissimo tempo, dal suo sguardo e dalla sua faccia si vedeva che l'umiliazione e la frustrazione erano molto forti.
    A questo punto decisi di occuparmi della mogliettina, umiliarla al punto che avrebbe dovuto essere schiavizzata anche da Giovanna, una delle mie ancelle più masochiste.
    Le ordinai di pulire le scarpe di Giovanna, ma vidi subito che la cagna non metteva troppo impegno e avrebbe meritato di essere punita.
    Legai la moglie di Marco sul letto e ordinai a Giovanna di spogliarsi avrebbe dovuto frustare lei la malcapitata con il legno di bambù con 50 colpi, ma se questi non fossero stati buoni ne riceveva anche lei per non essersi impegnata abbastanza.
    Per i primi dieci colpi Giovanna fu molto brava e diede dei colpi ben assestati sul sederino della cagna, ma successivamente cominciò a impietosirsi e diede i colpi battendo più piano e allora decisi che doveva essere punita e che poi avrei ricominciato a dare io i colpi con il legno di bambù ricominciando da zero, la cagna della moglie di Marco mi guardò con lo sguardo atterito.
    Giovanna con lo sguardo rassegnato, piegò il sederino per essere punita ricevette venti colpi con la frusta a nerbo di bue, il sederino le faceva veramente male.
    Cominciai poi a infierire sul sedere della cagna della moglie di Marco(si chiamava Ivana), con 50 colpi con il legno di bambù, alla fine si vedevano sul culo tutta una serie di striature rosse che sicuramente le avrebbero dato qualche problema a sedersi nei giorni successivi.
    Le ordinai poi di far godere Giovanna con la sua linguetta e pur non essendo lesbica e non avendo mai avuto rapporti saffici eseguì senza colpo ferire, e fu anche molto brava dato che Giovanna godette parecchio.
    Per concludere questo secondo incontro decisi che Ivana doveva essere umiliata pubblicamente, ma prima pensai che fosse il caso di torturare ancora il marito di Ivana, ordinai infatti alle due schiavi di strusciarsi con i sederini sull'uccellino di Marco, la cintura gli impediva l'erezione data l'angolazione verso il basso, ma la tortura doveva essere tremenda dato il modo con cui fissava le due donne negli occhi quasi a implorare pietá.
    Adesso uscimmo non prima di aver fatto indossare alle due donne due completini minimali che lasciavano poco spazio alla fantasia, senza mutandine e con due ovetti vibranti nelle passerine azionabili da due telecomandi wi-fi.
    Adesso dissi possiamo andare a mangiare. Ci recammo in uno dei migliori ristoranti di Roma e per ammazzare il tempo che dovevamo aspettare perchè ci fosse servito da mangiare azionai i telecomandi, le due cagne cominciarono ad eccitarsi e anche se cercavano di non farlo vedere dato il ristorante alla moda dove ci trovavamo, i vicini si accorsero della cosa anche perchè ad Ivana cominciarono a colare gli umori dalla passerina lungo una gamba, cosa che fu notata da un distinto signore di almeno sessant'anni seduto sul tavolo affianco che mi sorrise. Ebbi poi modo di conoscerlo per caso fuori dal ristorante, mentre uscii un attimo per fumare una sigaretta e mi disse che aveva capito tutto perchè al di lá delle apparenze era un gestore di un club un po' particolare e che avremmo dovuto approfondire la conoscenza, ma questa è un altra storia.......

    Sesto capitolo

    L'uomo che incontrai fuori dal ristorante si chiamava Giuseppe e gestiva come hobby diciamo così una serie di club bdsm, che però non erano normali club a sfondo BDSM, erano all'apparenza dei locali normali: alcuni discoteche, altri pub con un retrobottega nascosto che prevedeva oltre a club dediti al BDSM casinò e gioco d'azzardo il cui scopo era mettere sul lastrico belle fanciulle, belle coppie, bei ragazzi per poi ricattarli e farli diventare schiavi di elementi influenti dell'alta società.
    Mi propose di entrare in società, ma come biglietto di ingresso avrei dovuto rovinare quelli che lui aveva capito subito erano due schiavi, dissi che questo non era un problema e ci accordammo per un giorno in cui giocare a poker in uno dei suoi club, ovviamente la partita sarebbe stata truccata e Marco e Ivana avrebbero potuto solo perdere, tra le altre cose sapevo che Marco era un appassionato dei casinò e spesso aveva perso somme importanti anche se non ingenti.
    Due settimane dopo andai con Marco e Ivana in uno dei club di Giuseppe che si presentava come un normale ristorante e infatti come prima cosa il padrone di casa ci offrì una sontuosa cena di pesce che fu molto apprezzata da tutti, più tardi fece anche la comparsa la moglie di Giuseppe una signora distinta sulla cinquantina alta, magra vestita in modo molto elegante e dal fare molto elegante sia dal modo di parlare.
    Alla fine del pranzo Marco fece per pagare, ma Giuseppe lo fermò dicendo non sarete ospiti della mia signora questa sera e del suo tradizionale pokerino del sabato sera? Marco rispose di si, allora il padrone di casa disse che non dovevano pagare in quanto ospiti suoi e della sua signora..
    Dopo cena ci portammo in una sala nascosta che aveva accesso ad un vero e proprio casinò che impressionò molto sia me, sia i due schiavi per eleganza, sobrietà e soprattutto per la molta gente presente,. Ci sedemmo insieme ai padroni di casa in un tavolo da poker con altre persone che in realtà erano nostri complici nel mandare sul lastrico i miei due schiavi.
    Arrivati al tavolo da poker c'erano altre tre persone oltre a me e ai due schiavi Ivana e Marco, ma loro erano dei complici di cui già mi aveva parlato Giuseppe.
    Inizialmente Ivana e Marco cominciarono a vincere, o meglio vennero lasciati vincere per poterli spennare meglio in seguito, infatti Marco fu indotto da questo iniziale successo a scommettere cifre sempre più grosse, solo che a un certo punto cominciò a perdere somme non grandissime, ma che messe insieme facevano un bel capitale e cominciò a dispiegarsi un circolo vizioso per cui per recuperare somme più grosse , puntava cifre sempre più grosse fino a che si rese conto di non essere in grado di non poter coprire la cifra persa, né cedendo l'azienda. A questo punto disse che se ne doveva andare, che avrebbero pagato fino all'ultimo centesimo, ma che al momento non aveva i liquidi necessari.
    Giuseppe intervenne dicendo che io ero suo complice e che sapeva che era un pollo a poker e pure che con la sua attività aziendale difficilmente sarebbe stato in grado di pagare il debito e che nessuno era uscito mai di lì senza pagare i propri debiti di gioco e dicendogli che l'accordo con il vostro padrone era la vostra cessione come schiavi come servitori nei loro club e che dato che non erano in grado di pagare era la loro unica scelta se volevano uscire vivi di lì, infatti arrivarono tre scagnozzi e puntarono la pistola contro i due.
    Marco si rivolse a me dicendomi come hai fatto a farmi una cosa del genere: io risposi che Giuseppe mi aveva proposto di diventare suo socio e che da adesso avrei potuto attingere da un harem praticamente infinito di schiave, lui mi guardò in faccia dicendomi sei un vero bastardo.
    Io risposi solamente che da adesso non li sarebbe convenuto parlare in questa maniera dato che erano diventati degli oggetti e che non avevano alcuna opportunità di uscirne da vivi, dato che i club di Giuseppe e signora erano frequentati dalla più alta società.
    Per Marco e Ivana cominciò da allora tutta un altra vita fatta di sofferenza, dato che quella sera aveva segnato la loro caduta nel lastrico e gli avrebbe messi nelle mani di padroni tra i più sadici.

    Settimo capitolo


    Giuseppe espose a Marco e Ivana nel dettaglio la loro situazione: avevano perso tutto quello che avevano e se volevano continuare a mettere insieme il pranzo con la cena avrebbero dovuto essere asservirsi al suo volere, in quanto non sarebbero mai riusciti a riposizionarsi lavorativamente anche perchè lui avrebbe provveduto a sputtanarli presso qualsiasi datore di lavoro(gli disse anche che io oltre a venderli gli avevo dato anche delle foto sconvenienti sia di Ivana che di Marco e che non avrebbe avuito scrupoli ad utilizzarle contro di loro).
    Giuseppe mette la cintura di castità a Marco, una stupenda Cb6000 una stupenda cintura di che consente a Giuseppe di tenerlo sotto controllo e impedirli di avere orgasmi se non con il suo consenso, in particolare impedisce a Marco e Ivana di avere un regolare rapporto di coppia. Dopo averla infilata per bene dice ai suoi nuovi schiavi che possono tornare a casa , ma che presto si sarebbe fatto sentire.
    Giuseppe non si fa sentire per una quindicina di giorni e Ivana e Marco hanno quasi l'illusione di riuscire a fare una vita normale se non fosse per la cintura di castità nell'uccello di Marco che impedisce loro di avere rapporti sessuali e soprattutto fa avere a Marco le palle sempre più piene senza nessuna possibilità di sfogo.
    Questa illusione però dura poco in quanto un incaricato di Giuseppe si presenta a casa loro e li divide portando Marco nella villa di Giuseppe e Ivana a fare compere almeno così gli viene detto in quanto presto ci sarà un asta che metterà in vendita alcuni dei suoi schiavi e loro due sarebbero stati tra questi e lei avrebbe dovuto essere vestita in modo consono a una cagna appetibile e su cui ricavare un buon prezzo dato che sarà l'oggetto più prezioso della serata.
    Ivana venne fatta entrare in un sexy shop di proprietà di un amico di Giuseppe e le commesse immaginando il motivo della visita le sorrisero, infatti erano già pronti tre mini abiti di diverse taglie pronti per essere provati. Una delle commesse Marika la accompagnò in camerina dicendole che non era una semplice commessa, ma che doveva eseguire anche un ordine di Giuseppe cioè doveva toglierle le mutandine se per caso le indossava e che non ne avrebbe mai più dovute portare. Marika mise una mano sopra le mutandine masturbando Ivana con il tessuto delle stesse fino poi a toglierle quando la sua passerina era fradicia il che le consentì di dire guarda qui questa che appare una signora per bene che vacca che è. Poi Marika tolse il vestito a Ivana e le mise il mini abito che Giuseppe voleva farle indossare non senza averle prima palpato le tette e il sedere, quando si reputò soddisfatta uscì dal camerino con Ivana e fece segno all'incaricato di Giuseppe che la cagna era pronta: L'umiliazione fu piuttosto forte in quel momento in quanto il sexy shop era popolato da abbastanza gente soprattutto da vecchi bavosi che la guardavano con uno sguardo allupato che sembrava dicesse quanto sei troia.
    L'incaricato di Giuseppe allora la presa in consegna e la portò nella villa dove era stato portato anche il marito, ma quella notte vennero messi in letti separati in diverse stanze per terrorizzarli ancora di più su quello che sarà il loro destino.
    Il giorno dopo Ivana e Marco vennero riunificati e si abbracciorono, ma il sollievo durò poco in quanto la sera si sarebbe tenuta l'asta.
    Quando furono fatti entrare nella sala dove si svolgeva l'asta si riempirono di terrore: era pieno di gente dell'alta società da una parte e di poveri disgraziati come loro e i primi godevano in tutti i sensi delle disgrazie altrui.
    Ivana e Marco furono i primi a essere soggetti all'asta in quanto pezzi pregiati della serata. Giuseppe espose cosa prevedeva l'asta relativa a Marco e Ivana dicendo che chi se li fosse aggiudicati li avrebbe avuti in affitto per tre mesi e poteva fare di loro quello che voleva, l'unico limite era che dovessero restare in vita e ovviamente disse avrete tutti diritto a sincerarvi personalmente della merce.
    Molti si sincerarono soprattutto della bontà della merce di Ivana che veniva toccata in ogni pertugio del suo corpo e si sentiva sempre più sporca a essere toccata da tutti quelli uomini e quelle donne diversi dei quali in età avanzata.
    Dagli astanti venne però a gran voce la richiesta di vedere senza vestiti la merce che era oggetto di asta e subitò colpi molti la cintura di castità che aveva adosso Marco che gli causò un sacco di insulti da parte degli uomini presenti.
    Dopo un po' però i rilanci per aggiudicarsi la merce finirono e vinsero due coniugi di new york famosi per il loro sadismo lui un master di 65 anni circa e lei sulla quarantina.
    A Ivana si accopponò la pelle all'idea di essere per tre mesi sotto le grinfie di quelli essere abominevoli.

    Ottavo capitolo

    Ivana e Marco finita l'asta vennero consegnati da Giuseppe (insieme alle chiavi della gabbietta dove era chiuso il pisello di Marco)a quelli che sarebbero stati i loro nuovi padroni per mese, si trattava di due tedeschi con tendenze dominanti Claudia e Peter che vivevano nell'antico castello di famiglia di lui che proveniva da un antica famiglia elettrice tedesca.
    Arrivati in Baviera vennero chiusi nelle segrete del castello insieme ad altre persone che erano diventate schiave della coppia e si resero conto che il percorso di queste assomigliava tremendamente al loro, infatti si erano tutte trovate in questa condizione chi per i debiti di gioco, chi per essere stato vittima di interessi usurai.
    Il mattino seguente furono portati nel Dungeon del castello e fecero la loro apparizione i loro due nuovi sadici padroni.
    Claudia rimproverò subito di aver parlato con gli altri schiavi senza aver ottenuto da loro l'autorizzazione e di non provare a negare perchè erano stati ripresi dalle telecamere a circuito chiuso, la padrona di casa fece poi notare che dovevano essere puniti per questo affronto.
    Ivana venne legata mani e piedi da Claudia , poi si avvicinò Peter con una frusta di cuoio che la terrorizzò e le disse che adesso dovrá essere frustata, che dovrá tenere lei il conto fino a cinquanta dicendo anche grazie padrone a ogni colpo. Le frustate erano molto forti e precise e il sederino di Ivana cominciava a essere sempre più rosso e sempre più dolorante, tanto che arrivati alle quaranta frustate dopo aver contato e ringraziato il padrone disse ahia!.
    Peter fece un faccia molto contrariata e disse che nessuno le aveva dato il permesso di lamentarsi e che per ricordarle che non poteva aprire la bocca per dire quello che non le era permesso di dire riprese le frustate da zero, arrivati verso le cinquanta la voce di Ivana si faceva sempre più flebile, ma non osava abbassare più di tanto la voce per paura che Peter non trovasse la cosa di suo gradimento e riiniziasse le frustate da zero.
    Arrivati a cinquanta se non fosse stata legata probabilmente Ivana sarebbe crollata: aveva il sedere tutto rosso e le faceva molto male.
    Claudia passò quindi ad occuparsi di Marco, prese le chiavi della cintura di castitá e liberò il suo cazzo e gli mise subito del ghiaccio per impedire che avesse un erezione e che potesse venire con pochi tocchi. Cominciò a masturbarlo fermandosi qualche attimo prima che venisse, si vedeva proprio quel movimento che fa il cazzo poco prima di venire che peró veniva sempre frustato da Claudia che dopo un oretta riprese il ghiaccio e lo mise sul cazzo di Marco per bloccarne i bollenti spiriti e poi lo rimise sghignazzando nella cintura di castitá.
    A questo punto ordinò a Ivana di accarezzare il marito, massaggiarli tutto il corpo e leccare la cintura di castitá al livello del punto dove ha il buchetto che consente al cazzo di fare pipì. Per Marco si trattava di una prova psicologica sempre più dura da affrontare, aveva le palle sempre più piene, inoltre veniva provocato sempre di più senza avere la possibilitá di dare sfogo al suo cazzo gli sembrava di impazzire.
    Vennero a questo riaccompagnati alle segrete e i due coniugi furono anche divisi, in quanto anche a Ivana era stata imposta la castitá forzata e doveva essere sorvegliata giorno e notte in quanto alle donne non veniva applicata la cintura di castitá per motivi igienici.
    ContactsWeb
     
    Top
    .
2 replies since 8/1/2014, 13:58   6312 views
  Share  
.