La cameriera porca scopata nell'agriturismo

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  1. lance30
     
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    La cameriera porca scopata nell'agriturismo.


    Eravamo stati alla festa di compleanno per i 18 anni di mia cugina, in un agriturismo nel nord leccese dove posso felicemente dire che si mangia molto bene e c’è un servizio a dir poco impeccabile; capirete il perché dopo.
    Dicevamo, arrivammo intorno alle 13 tutti i parenti, amici e amiche ed iniziò così la solita routine di fare auguri alla festeggiata e di salutarsi con i parenti più lontani che si riuscivano a vedere soltanto in occasioni particolari o speciali come, comunioni, cresime, matrimoni e purtroppo anche funerali.
    Io arrivai con un leggero ritardo di dieci minuti poiché mi ero quasi perso nell’entroterra leccese, in quanto non sono del luogo e forse anche un po’ perché sono un neopatentato, parcheggiai il mio bolide, e dopo essermi gustato una sigaretta mi decisi ad entrare.
    Il posto era molto carino, accogliente con delle volte a botte pitturate con una giallino tenue a mò di buccia d’arancia il chè rendeva il tutto molto caldo e interessante.
    Appena entrai, notai che erano tutti quanti seduti a tavola ed infatti aspettavano soltanto me; premetto che sono abbastanza alto intorno al metro e 87 ed essendo abbastanza massiccio e palestrato venni subito notato e fui accolto con un calore indescrivibile.
    Allo stesso tempo non potei fare a meno di notare la ragazza del bar, o più volgarmente la cameriera, che era affaccendata nella ultimazione degli antipasti da servire a tavola, la quale appena entrai mi lanciò uno sguardo particolarmente audace e misterioso; io inizialmente non ci feci caso, ma col susseguirsi delle portate non potei fare a meno di notare la sua freschezza e giovialità nell’avvicinarsi a me. In qualsiasi occasione vedesse un piatto destinato a me, ella accorreva e privava il cameriere del mio piatto, per potermelo porgere lei, con i suoi modi molto dolci e gentili, ma allo stesso tempo adoperava una sottile provocazione soprattutto nello sporgersi sul grande tavolo e nel mostrarmi un accenno del suo stupendo seno.
    Dopo il susseguirsi di questo spettacolo soft, di cui io ero per fortuna l’unico spettatore, riuscì a capire le sue intenzioni dopo esserci osservati pochi secondi negli occhi, che per me furono un’eternita vene a crearsi fra di noi una sottile intesa.
    Ci cercavamo con gli sguardi da un capo all’altro della sala ed una volta trovatici ne eravamo rassicurati e non vedevamo l’ora di poterci estraniare un attimo da quel brusio per poter parlare e conoscerci meglio.
    Finalmente giunse il fatidico momento del caffè e dei super alcolici, premetto che io non bevo poiché rovinerei il mio fisico che per mesi ho allenato in palestra; mi gustai un bel caffè amaro come digestivo; allorché decisi di andarmi a fumare una sigaretta, era lì,
    la intravidi di spalle che fumava beatamente, silenziosamente mi avvicinai lentamente dietro di lei e giunto appena a 10 centimetri dal suo orecchio le sussurrai con una voce molto calda e sensuale : ‹‹ Salve, avrebbe da accendere per cortesia? ››. Di scatto si girò come spaventata, ma vedendomi si rasserenò e mi cedette l’accendino, e fu così che passammo alle presentazioni….‹‹ Mi chiamo Mara, è un vero piacere ››.
    Appena ebbi finito di fumare le restituì l’accendino, lei tentò di prenderlo dalla mia mano, che però lo teneva per metà serrato dentro di sé, capì le mie intenzioni e si avvicinò sempre di più, ci guardavamo negli occhi, i sui occhi erano stupendi, verdi con un leggero trucco che la abbelliva soltanto senza farla parere pacchiana come molte.
    Le sue labbra erano molto vicine alle mie, le sue fantasticamente lucide di color carne, semichiuse come a voler accogliere me e la mia lingua; quando all’improvviso venimmo bruscamente riportati su questa terra quando mio padre mi chiamò per chiedermi di prendergli dall’auto il regalo per mia cugina, io tristemente mi allontanai da Mara, la quale prontamente si distaccò da me e rientrò nel locale quasi ad aspettarmi in un angolo abbastanza appartato.
    Appena dentro morivo dalla voglia di poterla abbracciare, baciare e poterla possedere, fu così che le chiesi di potermi indicare i bagni perché non sapevo dove fossero…mentivo, sapevo benissimo dove fossero, ho voluto soltanto gettare l’amo per vedere fin dove Mara si sarebbe spinta.
    Mi disse di seguirla, e così feci, osservavo il suo lento sculettare davanti a me, quel suo splendido culo e quelle gambe meravigliose fasciate da un paio di pantaloni di lino neri abbastanza attillati da poterne definire così bene il suo sedere che giurai portasse il perizoma.
    Giunti in prossimità dell’androne antecedente i bagni, ebbi modo di constatare che al momento non vi era nessuno, perciò mi avvicinai maggiormente a lei e posi la mia mano sinistra sul suo splendido culo e potei notare che era perfettamente tondo e sodo, e mi decisi a baciarla con ardore, la passione ci aveva preso, non c’era più niente da fare.
    Mi afferrò per la cravatta dolcemente e mi trascinò nel primo bagno a nostra portata, credo fosse il bagno delle donne.
    Eravamo avvinghiati come due innamorati che non si vedevano da una vita, mentre ci baciavamo con passione, lentamente le toglievo il suo golfino nero e con decisione le strappai la sua camicetta bianca che aveva addosso, che grazie alla sua scollatura, prima mi aveva deliziato della visione parziale dei suoi seni; adesso con infinita dolcezza le tolsi il suo reggiseno di pizzo nero e misi finalmente le sue tette in totale libertà, le toccavo e le strizzavo nonostante i suoi capezzoli ormai erano diventati peggio di due chiodi.
    Dedicai molto tempo ai suoi seni, leccandoli e mordicchiandoli fino a farle emettere dei gemiti di piacere; erano due tette stupende, una terza di marmo che si reggeva da sola per quanto fossero sode quelle tette stupende, belle piene con quei capezzoli leggermente più scuri che volevano soltanto essere torturati incessantemente.
    Con delicatezza le tolsi i pantaloni, e potei constatare con mia infinita gioia un perizoma nero di pizzo coordinato al reggiseno che era uno spettacolo infinto ed indescrivibile.
    Finalmente quel culo tanto desiderato era nelle mie mani, profumato, morbido e sodo allo stesso tempo, era una cosa piacevolissima poterlo palpare, per poi potermi dedicare esclusivamente alla sua piacevolissima figa.
    Con mio stupore notai che era molto bagnata ed aveva le labbra leggermente aperte con un ciuffetto di pelo nero corvino che sporgeva dalla sommità del monte di venere; fu così che presi a leccarla con infinita passione, assaporando il suo dolcissimo miele, portandola ad orgasmi consecutivi e violenti che mi riempivano la bocca con il mio dolce preferito.
    Ritornai su per baciarla e farle assaggiare i suoi umori, notai che apprezzò molto e vidi che ciò la eccitò a dismisura; decise quindi di scendere giù e liberare il mio cazzo dai boxer venendo fuori come una molla, reclamando un po’ di figa anche lui.
    Prese a spompinarmi in una maniera magistrale, portandomi al settimo cielo, una lingua magnificamente umida che solleticava la mia cappella fino a sentire la sua gola, una cosa memorabile.
    Avevo raggiunto un’ erezione paurosa, decisi che era giunto il momento di scopare; la presi dolcemente per i fianchi e le feci poggiare le mani attorno al lavabo, mettendola in quella posizione notai come alla pecorina il suo culo era ancor più stupendo, non ce la facevo più dovevo entrare in quell’antro di piacere, e così fu.
    Era magnificamente stretta, calda e palpitante, avvolgeva il mio cazzo perfettamente, meglio di un qualsiasi preservativo, dato che in quell’occasione ne eravamo sprovvisti potei gustarmi la sua figa in tutto il suo splendore, a crudo come si usa dire, sentendo il rumore piacevolissimo che faceva ogni qual volta affondavo la mia mazza dentro di lei, misto ai suoi umori.
    Stavo per venire, allorché le chiesi se lo voleva fare anche nel culo, visto che morivo dalla voglia di ficcarglielo dietro in quel sedere fantastico; con mio sommo dispiacere me lo negò poiché lì dietro era vergine e sicuramente viste le mie discrete dimensioni le avrebbe fatto senz’altro male.
    Inoltre doveva anche lavorare e come avrebbe fatto a servire la gente fra i tavoli con un dolore al culo che l’avrebbe costretta ad assumere una camminata alquanto strana.
    Mi giurò che si sarebbe fatta sverginare il culo da me sicuramente, ma questo non era ne il posto che il tempo adatto.
    Io capì il problema e così fu che continuai a pomparla con una violenza che la portò ad un orgasmo violentissimo che si riversò sulle mie gambe.
    Prima di combinare qualche pasticcio, lo tolsi da dentro di lei e glielo posizionai vicino alla bocca; con mia grande sorpresa, prese a farmi prima una spagnola che mi mandò subito in paradiso, era incredibile come fossero sode e morbide le sue tette che mi portarono ad un orgasmo pauroso.
    Le feci togliere gli occhiali, e glielo posizionai in bocca, tenendola per i la coda dei suoi capelli biondi le davo il ritmo; era deliziosamente porca con quelle labbra da 25 enne che si trovava sembravano tipo quelle di una bimba imbronciata, era tutto maledettamente eccitante.
    Io le venni in bocca, riversandole una quantità industriale di sperma in gola, notai che a fatica riuscì a ingoiare tutto senza perdersi manco una goccia di sborra.
    Eravamo felicemente sazi e appagati, ci baciammo ancora scambiandoci reciprocamente i nostri umori e ci rivestimmo; furtivamente uscimmo dal bagno in tempo per il taglio della torta e per le foto.
    Ci scambiammo il numero di telefono, poiché sapevamo che ben presto la voglia di sesso ci avrebbe di nuovo fatto impazzire, e poi mi doveva ancora il suo culo, e lei lo sapeva bene.
    Era giunto il momento di andar via, ci baciammo di nascosto come due amanti clandestini, palpandoci nelle nostre intimità per poi dirci arrivederci, tanto ci rivedremo presto ne sono sicuro, le dissi.
    Non credo che finirà così, il suo culo aspetta la mia mazza per provare nuove emozioni, e credo che quel giorno arriverà presto.
     
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