L'avvocatessa in calore.

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  1. lance30
     
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    Tailleur grigio con gonna appena sopra il ginocchio, camicia bianca e tacco modesto. Capelli biondissimi, unghie curate, collant fumé ed un trucco marcato ma non troppo evidente. Sicuramente hai passato i 50 ma sei ancora una donna molto bella e non sono pochi i particolari che lasciano trasparire questa tua consapevolezza. Sguardo incazzato, deciso e concreto, da donna esigente e realizzata. Sei arrivata, non c’è alcun dubbio, lo si nota da come il tuo staff ti gira intorno adulandoti, lo confermano i tuoi anelli ed i bracciali, lo stile impeccabile del tuo ufficio, le sedie in tinta con la scrivania, il tappeto in tinta con le sedie.

    Sei efficiente e pretendi efficienza. Non hai tempo da perdere, precisa, affidabile e puntuale incuti quasi timore. Chissà se sei sempre stata così dura o il tuo atteggiamento è cambiato con gli anni, con i soldi? Vorrei chiedertelo ma mi adeguo alla situazione, cercherò di essere professionale, metterò a posto i tuoi computer nel più breve tempo possibile, rilascerò fattura e fuggirò dal tuo ufficio.

    Prima il portatile: mi siedo al tavolo di cristallo e inizio gli aggiornamenti. Ti ho davanti seduta alla tua bella scrivania ed inizio ad immaginare la tua giovinezza. Ti immagino nuda mentre aspetto che i download si completino. Mi sembra di scorgere i capezzoli, avvolti in chissà quale reggiseno di pizzo, la figa profumata e curata sotto gli slip di seta. I nostri sguardi si incrociano più volte. O meglio, il mio sguardo viene fulminato dai tuoi occhi almeno in tre o quattro occasioni fino a che mi chiedi se è tutto a posto e quanto tempo ancora sarà necessario per completare il lavoro.

    Eppure vedo qualcosa in te che non riesco a comprendere. Aver violato l’intimità del tuo ufficio con la mia presenza ti rende meno sicura e più umana. Riesco ad intravedere un po’ di più la donna che cerchi di nascondere e la situazione mi prende. Nonostante tu possa tranquillamente essere mia madre, il mio cazzo si gonfia in modo imbarazzante. Voglio proprio vedere che effetto ti fa. Abbasso un po’ i jeans a vita bassa in modo da mettere in evidenza il turgore e da lasciarti vedere quel poco di carne che basta, appena sopra i boxer. Decido di alzarmi per chiederti di inserire una password. Fisso i miei occhi nei tuoi e col portatile in mano mi dirigo verso di te. Caschi in pieno nel tranello, come una diciottenne vogliosa guardi il mio corpo più e più volte per poi distogliere velocemente l’attenzione per paura che me io ne accorga. Quei pochi passi durano un’eternità, ho il cuore che batte forte. Decido di rischiare, ho ben poco da perdere. Poso il computer sulla tua scrivania, mi dirigo verso la porta e la chiudo a chiave. Ti alzi in piedi in un secondo: hai capito benissimo. Penso alla cazzata che sto facendo, chiudo gli occhi e aspetto un urlo. Li riapro dopo qualche secondo e tu sei ancora li, in piedi, nessun suono ha squarciato il silenzio della stanza. Mi avvicino ancora, questa volta consapevole del mio nuovo ruolo.

    Ti prendo e ti giro di spalle, afferro il tuo collo e da dietro fletto la tua testa sulla scrivania per disporti a pecora. Non opponi resistenza, non emetti un suono. Tolgo momentaneamente le mani dal tuo corpo per slacciarmi i pantaloni e abbassare i boxer. Ho tirato fuori il cazzo, duro come un bastone. Non ti sei mossa di un centimetro, ti alzo la gonna del tailleur. Con le mani ti strappo i collant grigio fumo, lasciando libero accesso ad entrambe i tuoi due buchi. Sposto con delicatezza gli slip e infilo tre dita nella vagina. Sei bagnata come una cagna in calore, e mugoli sottovoce per non farti sentire. Vado su e giù con la mano con decisione. Vorrei infilartelo dentro ma decido che mi merito il tuo culo. Inizio ad accarezzare il buco con gli umori della tua figa e tu realizzi la mia idea. Rimani immobile. Ho l’impressione netta che potrei farti qualsiasi cosa e non avresti la forza per dirmi niente. Il mio cazzo si gonfia ancora di più, reso invincibile da questa sensazione di dominazione. Quando hai il buco ben umido trattengo il respiro, mi alzo poco sulla punta dei piedi e da dietro ti infilo la verga dentro con decisione. Ti scappa un urlo, forse un po’ più forte di quello che avresti voluto, ma non ti scomponi. Assecondi il mio pompare con forza dentro il tuo culo. Dai un ritmo fantastico a questa scopata ed io dopo poco esplodo come un adolescente.

    Mai avrei immaginato di farti mia con tanta forza e tanta arroganza, eppure sei li, e goccioli ancora dei miei umori. Mi sfilo deciso dal tuo culo e mi ricompongo. Non una parola tra noi due. Ti alzi in piedi evitando il mio sguardo. Ti dirigi ad aprire la porta chiusa a chiave.
    Quando sento il rumore della serratura io sono nuovamente al mio posto, il download è completato, non mi resta che finire il lavoro.
     
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0 replies since 11/11/2013, 14:11   5340 views
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