La prima volta con un diciottenne

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    Mai avrei pensato di vivere un’esperienza come quella: mi chiamo Monica, ho 33 anni, insegno chimica in un liceo scientifico. Da circa tre anni sono single per scelta ed a digiuno di sesso anche se a volte mi assalgono fantasie erotiche che fino a quel momento ero riuscita a controllare. Il figlio della mia migliore amica Sergio, diciottenne, frequenta il quarto anno nello stesso liceo dove insegno, in altra sezione. Sergio viene spesso a casa mia a studiare. Si trova a suo agio lontano dall’essere disturbato dai fratelli più piccoli. Due veri monelli. Nel mio studio può usare liberamente internet, ha molti libri a disposizione, ovviamente anche testi di chimica dove poter ripassare queste materie. Spesso gli faccio ripetizione quando stenta ad assimilare le nozioni impartite a scuola. Un giorno rientrai in casa prima del previsto. Sapevo che Sergio era in casa; il suo motorino era parcheggiato in giardino. Volendogli fare una sorpresa mi avvicinai silenziosamente allo studio. La sorpresa l’ebbi io. Sul monitor del pc scene porno e Sergio che si stava masturbando. In mano un pene enorme. Mai avrei immaginato che quel ragazzo alto e magro celasse un cazzo di quelle dimensioni. Sentii come un crampo all’inguine, mi allontanai in silenzio e uscii di casa assai scossa. Per giorni non pensai ad altro. Quella scena mi aveva turbata; vedevo in continuazione la mano di Sergio menare quell’enorme cazzo. Scene di amplessi affollavano la mia mente. Non era normale questo atteggiamento. Un giorno rientrando in casa Sergio mi venne incontro baciandomi sulle guance. Dopo la doccia indossai una vestaglietta corta e semitrasparente ed entrai nello studio. Non era certo una mise appropriata ma ero ancora stordita dalla visione di Sergio al pc. Il mio corredo ormonale era in subbuglio. Sedendomi la vestaglietta salì ancora scoprendo quasi completamente le cosce. Sentivo gli occhi di Sergio su di me. Nel prendere un libro mi scomposi, la vestagia si spostò e un seno proruppe fuori. Sergio non si trattenne più e io cercai di darmi un tono che non volevo darmi e sentii una mano forte e calda posarsi sulla mia tetta. Vedevo la patta dei suoi jeans gonfiarsi a dismisura. Audacemente infilò l’altra mano nella scollatura e prese l’altra mammella. Avrei voluto ribellarmi ma volevo che accadesse quello che stava succedendo. Allora posai la mia mano sul gonfiore dei pantaloni e avvertii una durissima presenza. Mentre Sergio mi slacciava la vestaglietta abbassai la lampo. Volevo quel cazzo, lo volevo con tutta me stessa, senza pensare a niente altro.Riuscii a districare il pene di Sergio e non senza fatica riuscii ad impugnarlo ed estrarlo dai calzoni. Mamma mia, mai immaginato di poter tenere in mano un simile mostro. Eravamo persi uno nell’altra. Lui arrivò dentro i miei slip e lo sentii frugare nella fica. Quasi senza accorgersene mi ritrovai nuda sul divano con Sergio che annaspava sopra di me cercando di montarmi. Mi calmai e preso di nuovo in mano la situazione, cioe quel meraviglioso membro, lo guidai, non sensa timore, verso la vulva in fiamme. Sentii la cappella poggiarsi sull’ingresso della mia intimità. No, non poteva entrare, grosso com’era. Mi stava facendo male, mi stava aprendo, spaccando la fica. Lentamente, guidato dalla mia mano cominciò a penetrarmi, centimetro dopo centimetro. Mi sentivo veramente spaccare in due. Dopo tanta astinenza la passera si era come ristretta ma lentamente il dolore si stava tramutando in un piacere intenso. E lui entrava sempre più profondamente. Mi sfugìi un gemito di piacere e lui affondò con un ultimo forte colpo e io venni come una pazza. Non finivo di godere. Piacere misto a fitte dolcemente dolorose e lui sempre enorme e durissimo in vagina. Cominciò a martellarmi la fica con colpi decisi. Il cazzo, nel muoversi su e giù produceva suoni come di risucchio che mi deliziavano. Non si trattenne più e sentii i suoi schizzi bollenti inondarmi la fica e mi abbandonai ad un orgasmo mai provato.Per un po’ si sentirono solo i nostri respire che tentavano di ritrovare un ritmo normale. Quando mi alzai vidi su una coscia alcune gocce di sangue che pulii con la mano. Aprii le cosce e gli feci esplorare la mia intimità. Mi carezzò il pube dolcemente, con un dito esplorò tutta la mia apertura provocando brividi di piacere. Inumidito dal mio umidore esplorò il buchino penetrandolo dolcemente. Ansimavo. Pazza pazza mi dissi mentre decisi che lo volevo nel culo, nel mio culetto vergine, però esitavo. Se mi aveva fatto male in fica nel culo mi avrebbe dilaniata. Però il solo pensiero di essere inculata dal mostro mi fece inzuppare la fica. Sentivo gli umori colare dalla vagina. Mi decisi, mi girai, sollevai le natiche e glielo dissi. Con foga mi strinse i fianchi, poggiò la cappella ancora umida dei miei umori e spinse con forza. Era troppo eccitato e spinse con violenza. Sentii tutto il peso della sua spinta. La cappella, la sua enorme cappella, forzava l’entrata; spingeva, spingeva e alla fine sprofondò nel culo. Aveva mezzo cazzo dentro di me e mi sentivo scoppiare. Che male, che dolore ma era tutto troppo eccitante perché potessi sottrarmi a quel supplizio. Mi abbracciava stretta, una mano a torturarmi i capezzoli, l’altra ad accarezzarmi la pancia, il pube. Mi dava rapidi colpetti con un dito sul clitoride e penetrava la fica fradicia. Ripreso fiato dette ancora un colpo e con un forte gemito realizzai di avere il culo riempito completamente. Cominciò a muoversi e mentre venivo inculata con decisione sentii il dolore tramutarsi in un piacere intenso, sconvolgente, neppure mai lontanamente immaginato. E venne l’orgasmo. Credo di essere venuta per qualche minuto, senza esagerazione. Venivo, venivo senza fermarmi, il cazzo che mi schiantava e io che continuavo a venire. Non so se gridai gemetti, sentii però chiaramente Sergio emettere un gemito lungo, come un lamento sofferto e inondarmi giù, nel profondo del culo. Uscì dal culetto con un suono simile al flop di un tappo di bottiglia.

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