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    a sempre mio marito sfuggiva una sola cosa, a letto: qualsiasi sfioramento anche impercettibile del sedere.

    Inteso complessivamente: natiche, sfintere, ano.

    Inavvicinabile, appena provavo come per caso ad avvicinarmi, scattava via e mi urlava “Il mio culo non si tocca!”.

    Così, da tempo me ne ero fatta una ragione e non provavo nemmeno più a provocarlo.

    Lui si reputava un vero uomo solo per questo, perché nominava spesso la sua integrità con riferimento alla mascolinità, anche se poi la sola cosa che non mi piaceva del sesso fatto con lui era quel suo modo di guaire come una femminuccia durante l’orgasmo.

    Avevo avuto qua e là esperienza però che la cosa non era per niente correlata e qualche mio amante, più o meno occasionale, mi aveva dimostrato esattamente il contrario.

    Uno, in particolare, mi chiedeva di stringergli le natiche con le mani durante l’amplesso, aprirgliele come se stessi offrendo il suo orifizio ad un uomo, immaginario terzo compagno di letto, mi chiedeva poi di tendere le braccia e con una mano guidare la sua asta dentro di me e con le dita dell’altra fotterlo nel culo. Ma davvero mi scopava da re e mi metteva una verga imponente in bocca fino a farmi venire solo con il pensiero.

    Quel pomeriggio, rientrando in casa prima del solito, mi fermai sulla porta con le chiavi in mano. Non avevo trovato giri di chiave e immaginai che mio marito fosse in casa, anche perché quello che stavo sentendo era il suo squittio di massimo piacere. Pensai si stesse masturbando. Lo vedevo già con le mutande calate seduto sul water con una rivista davanti, oppure sul divano con la tv accesa su un canale hard.

    I gridolini venivano dal salotto, infatti, così mi diressi con passo di velluto e spiai dal buco della serratura.

    Non vedevo bene, c’era però un’altra persona nella stanza, questo era indubbio. Non si eccitava davanti alla tv, ma con un buon motivo in carne ed ossa. Tutta carne, visto che non aveva abiti addosso, mentre mio marito sembrava solo mezzo spogliato.

    Origliavo, ma non sentivo la voce dell’altra persona, che sussurrava suoni incomprensibili, ma sembrava incitarlo a godere.

    Nell’intreccio dei corpi, non capivo come fossero messi, ma sempre di più realizzavo che mio marito poteva essere steso sotto, a gambe alzate.

    Ma cosa…?

    Non resistetti e aprii piano la porta, in una fessura abbastanza larga da infilarci metà della testa.

    Non mi sentirono, erano troppo occupati.

    In piedi davanti a lui, messo come avevo intuito c’era il suo migliore amico che glielo stava infilando nel culo.

    “Bene” pensai “eccolo lì il vero uomo, a gambe sollevate e culo all’aria mentre lo prende senza tante storie”.

    Richiusi la porta e me ne andai silenziosa come ero rientrata. Inutile dire che a questa cosa pensai ininterrottamente giorno e notte, perché una cosa mi bruciava: che si fosse negato alle mie provocazioni da sempre e soprattutto per averlo fatto con motivazioni tanto mediocri e superficiali.

    Ero talmente tormentata da questo pensiero che non potei non parlarne al mio amante. Lui si mise a ridere e disse che era l’occasione che aspettava da tanto tempo. Prendersi una rivincita, con il mio permesso, sull’uomo che mi teneva legata senza tante alternative da parte sua. Mi parlò dell’idea che gli era balenata in testa e con tanto entusiasmo che non esitai a dire di si.

    Arrivò il sabato, giorno sacro al sesso per mio marito che d’altra parte faceva il ragioniere di banca. Il segnale era un sms quando mio marito si fosse preparato a fare la doccia, cioè verso le 23. Era talmente metodico che non sgarrammo di un minuto.

    Aprii la porta, feci scivolare il mio amante fino alla camera da letto e lo feci entrare nell’anta principale del grande armadio, come nel più classico dei feuilleton.

    Qui l’epilogo, però, sarebbe stato diverso.

    Per poco non fummo scoperti, dato che l’abbigliamento di scena scelto dal mio amico era davvero imbarazzante nella sua banalità… si era conciato come uno dei Village People.

    L’armadio si richiuse e io mi calmai guardando la tv.

    Finita la doccia, il mio consorte si stese accanto a me e, guardando fissa la tv, cominciò ad accarezzarmi con chiare intenzioni.

    Tutto filò come di consueto e dopo un quarto d’ora di disattenti preliminari mi fu sopra, mi fu dentro, si muoveva sempre più velocemente.

    A quel punto, sbattei appositamente con forza sulla testiera, provocando un fragore ripetuto, dando modo al mio amante di aprire la porta dell’armadio senza essere udito.

    Lui si posizionò con scena in piedi al fondo del letto ed io vedevo il suo cappello in prospettiva sopra la spalla di mio marito, che si affannava su di me. Immaginavo si stesse facendo una sega per prepararsi un cazzo duro come l’acciaio.

    Fu un attimo, afferrai le natiche del coniuge, che cercò subito di dibattersi e di ribellarsi, ma stavolta la mia presa non fu docile e mantenni il comando e lui glielo mise dentro senza fatica.

    Mi presi uno schiaffo, ma non il secondo perché la cosa gli piaceva eccome. Ed io potevo immaginare quanto, visto che molto spesso godevo dello stesso trattamento.

    “Amore” gli dissi “ho assoldato questo professionista solo per il tuo piacere…ma se quando hai finito me lo presti…ti ringrazio per la tua riconoscenza”.

    Non seppe mai come ero riuscita a sapere che non si sarebbe opposto al gioco, ma in cambio del mio silenzio…permise da allora, nel nostro letto, tutti gli incontri che volevo con il ‘professionista’ tanto bravo che avevo reclutato quella notte.
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    Edited by lance30 - 29/10/2013, 23:04
     
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