Confessioni erotiche di un pentito

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    Single.
    Non per scelta.
    Ci sono arrivato per gradi.
    Anzi, a dirla tutta, me la sono proprio cercata.
    Sindrome di Peter Pan. La chiamano così quella voglia di non crescere mai.
    Ed io incarno esattamente il personaggio.
    Ma a mia moglie il personaggio incarnato non andava più a genio.
    "Dove hai la testa?" mi diceva sempre! MI HA LASCIATO. Ma come già detto, me lo meritavo.
    Nella mia vita ne ho combinate di cazzate, specialmente dal lato sessuale.
    Non penso di essere malato di sesso, come ammettono in tanti, specialmente attori ed attrici; mi sembra una moda più che una malattia.
    Il solo fatto di pensare al sesso o farlo più di altri non ti deve marchiare come un malato per forza.
    Poi, come in tutte le cose, gli eccessi sono devastanti ma di solito attecchiscono sulle persone deboli di natura.
    Ed io non mi reputo un debole.
    Episodi e situazioni a sfondo sessuale, si sono alternati negli anni, fra alti e bassi, persone che mi hanno capito ed altre no.
    Già in tenerissima età avevo gli ormoni che si prendevano a botte fra loro per arrivare primi.
    A 10 anni mi masturbavo. E non solo.....masturbavo anche gli amici e mi facevo masturbare da loro.
    Ancora adesso mi masturbo; che c'è di male nell'autoerotismo? Mi sfogo e mi sento bene, e non faccio del male a nessuno.
    Adesso mi eccito tramite internet, filmati o anche solo fantasie, mentre una volta era più difficile. Per un adolescente degli anni fine 60, trovare quello che trovi facilmente ora, era un problema.
    Qualcuno aveva recuperato dei giornaletti e ci trovavamo una cantina di un amico, dove guardavamo le prime foto erotiche.
    Si vedevano solo le tette e sulla figa c'erano le stelline. Poi le stelline sono sparite e si vedeva il pelo.
    Che scoperta. Ci frantumavamo il cazzo di seghe. Non che prima non lo facevamo, ma la figa è figa e 'u pilo è pilo.
    Se fosse vero quello che dicevano che si diventa ciechi, io lo sarei diventato giovanissimo.
    Certo che adesso non mi frantumo più il fratellino come quando ero 16enne.
    Alle medie venni in possesso di una biro con delle immagini porno, le prime che vedevo.
    Mettevi la biro alla luce e da uno spioncino sulla parte alta, che incorporava una piccola lente, guardavi le foto; per cambiarle giravi il cappuccio a destra e sinistra.
    C'erano una ventina di foto hard. Il professore mi beccò in aula mentre me le stavo lumando.
    Preside su tutte le furie, sospensione per tre giorni, 7 in condotta.
    Feci una fatica boia a recuperare. Ma la fatica più grande fu sopportare di aver dato a mamma mia una delusione. Lei, tutta casa e chiesa.
    Non mi servì di lezione anche se per un periodo misi la testa a posto.
    Ma la mia esuberanza sessuale veniva sempre fuori.
    Mia madre era sarta. Da lei venivano tante donne a farsi cucire vestiti su misura.
    E quando ero a casa, e qualcuna delle clienti arrivava, io spiavo quando si svestivano.
    Mi aiutava il fatto che camera mia era adiacente alla stanza dove mia madre lavorava.
    Una porta sempre chiusa divideva le due camere; era una porta di legno con una parte in vetro.
    La parte bassa di quel vetro era filata ed un giorno riuscii a togliere quel triangolino di vetro.
    Potevo vedere quasi tutta la stanza. Certo non era una visuale ottimale. Potete immaginare quello che succedeva.
    Di lì vidi tanti corpi seminudi. Soprattutto vidi tanta lingerie femminile che ancora adesso apprezzo.
    Anche con queste visioni, a volte distorte dalle posizioni impossibili in cui mi mettevo per vedere meglio, mi son fatto dei rasponi da paura. Apprezzavo molto le donne più mature di me e da mia madre ne venivano tante. Mi eccitava, mentre le vedevo spogliarsi, pensare lo facessero per me; non importava fossero belle donne, anche se ne ricordo alcune di loro, ancora adesso, proprio perché invece lo erano. Poi certe indossavano ancora il reggicalze.
    Cosa c'è di più sensuale di una gamba fasciata dalle calze di nylon con i laccetti del reggicalze agganciati alle stesse? Niente. Per me continua ad essere un must della femminilità.
    Di sicuro la libidine era accentuata anche da quel vedo non vedo, che sempre ho apprezzato e continuo ad apprezzare tutt'ora.
    Fantasie erotiche di un ragazzo in piena tempesta ormonale.
    Non venni mai beccato a spiare, anche perché rimettevo sempre a posto quel piccolo lembo di vetro, che apriva il mio mondo erotico.
    Quelle fantasie di essere sedotto da una donna matura non mi passò mai.
    Ebbi qualche storia con delle coetanee tra cui anche una bellissima ragazza di cui me ne vantavo molto con gli amici. Tutte storie senza sesso.
    Poi incontrai una ragazza facile o se vogliamo più emancipata, e credetemi che a quel tempo, metà anni 70, non era per niente facile.
    16 anni io, 15 lei. La portai al cinema. Mi ricordo ancora il film...Cannonball....americanata di quei tempi su una corsa automobilistica fra gli Stati Uniti ovviamente proibita.
    Era una domenica pomeriggio di Luglio. Ultima fila della galleria. Cinema di paesino, pochissima gente. Qualche bacio. Poi mentre guardavo il film e avevo il braccio sulle sue spalle, lei mi mise la mano sulla coscia. Presi la palla al balzo, tirai giù la cerniera cercando di non farmi accorgere da lei, lo tirai fuori dalle mutande molto lentamente sempre per lo stesso motivo, poi le presi la mano e ....tac....sul cazzo bello duro. MI guardò, io anche, con un sorriso a 126 denti.
    Non disse nulla e prese a muovere la mano su e giù. Da parte mia tolsi il braccio dalle spalle e misi la mano sotto la sua gonna, le scostai le mutandine, e le infilai il dito. Era la prima volta che una ragazza me lo prendeva in mano.
    Di fighette io ne avevo già toccate ma tutto si era fermato a qualche palpata ed andavo via con i coglioni che mi facevano male.
    Quel giorno i coglioni me li svuotai. Ma anche lei ebbe un orgasmo.
    Ci rivedemmo la settimana successiva. I miei erano andati in montagna con i parenti. La portai nella mia cameretta e la castigai a colpi di minchia. Oddio, me la tiro troppo! Abbassa il tiro, Superman. Diciamo che facemmo sesso e che non riuscii a farla venire se non con un altro ditalino.
    Cominciò così la mia sessualità di coppia.
    Altre volte ci siamo visti e sempre più la portavo vicino all'orgasmo ma senza riuscirci, finché un giorno mi concentrai più su di lei che su me stesso.
    Quel giorno ho capito che non si deve essere egoisti sessualmente parlando; riuscii a farla venire e finalmente sentire un orgasmo dal di dentro.
    La nostra storia finì quando le chiesi di prenderlo in bocca. Non voleva farlo ed invece di comprenderla la mandai a cagare.
    A mente fredda fu uno sbaglio, ma non perché poteva essere una storia duratura, perché era venuta fuori la parte di me più ipocrita ed egoista.
    Per un po' di tempo rimasi senza una ragazza, nel frattempo mi diplomai e trovai subito un lavoro.
    Facevo manutenzione elettrica in una grande azienda dove lavoravano 82, dico e rimarco 82, donne.
    Io, diciannovenne, imberbe e sprovveduto, in pasto a 82 donne.
    Non vi dico che cosa ho visto e sentito, sarebbe troppo lungo.
    Ma fra queste 82 donne, tolte 2 gnocche già impegnate con dei grandi capi e quindi intoccabili, ce ne erano sempre 80 papabili ma una sola mi ingrippava parecchio.
    32 anni, sposata con prole, gambe lunghe come l'Autostrada del Sole, magra, musetto da porcellina ma soprattutto sapevo che non era una santa.
    La conoscevo di fama perché abitava a poco distante da casa mia ma non la conoscevo di persona.
    Tutto quello che sapevo di lei era per sentito dire.
    Raccontavano di corna al marito, ma che tutto sommato si meritava.
    Buzzurro e presuntuoso nonché contadino e quindi testa di legno.
    E poi dicono "contadino cervello fino". Forse in certi casi sarebbe da rivedere.
    Io lavoravo già da qualche mese in quella ditta, lei fu assunta dopo e arrivava da una ditta consociata dove ero stato per un lavoro su di un macchinario. L'avevo già adocchiata quel giorno.
    Quando la vidi da noi mi ero detto che in qualche modo avrei dovuto conoscerla e farla mia.
    I primi tempi furono sguardi audaci solo da parte mia.
    Stavo per mollare quando un giorno, mentre stavo facendo un intervento nel suo banco, accavallò le gambe davanti al mio naso; alzai gli occhi verso lei che mi sorrise. Quel sorriso 126 denti l'avevo già visto...no anzi ricordai di averlo fatto io, tempo addietro.
    Inizialmente non ci feci caso, ma quel sorriso mi era rimasto impresso.
    Passò qualche giorno dove gli sguardi cominciarono ad incrociarsi.
    Poi la vidi venire verso la mia postazione e, con una scusa di lavoro, mi sussurrò "Stasera 17,30 dietro al mulino. Ti devo parlare"
    O l'ho fatta grossa o sotto sotto ..... che sia la volta buona?
    Non avendo troppo a che fare con lei, propendevo per la seconda o almeno ci speravo.
    Erano più o meno le 10 quando venne, e il tempo non passava mai.
    Fortunatamente arrivarono le fatidiche 17,30 e, puntuale come un orologio Svizzero, ero sul posto dell'incontro.
    Era un vecchio mulino abbandonato, poco distante dallo stabilimento ma molto tranquillo.
    Non sapevo cosa aspettarmi ma ero seduto sulla moto a fantasticare, quando arrivò.
    Dio quanto mi piaceva. Oltretutto aveva sciolto i capelli mentre al lavoro li teneva sempre raccolti.
    Scese dall'auto. Non sembrava del tutto contenta; non aveva la faccia incazzata ma neanche cordiale.
    Esordì così" Cosa ho che non va? Perché stai sempre a squadrarmi?"
    Saliva azzerata! Balbettando come un ebete le risposi con un banale " Ciao. No, niente"
    " E allora spiegami quegli sguardi. Pensi che le altre non se ne siano accorte? Mi stanno prendendo in giro tutte"
    " No, scusa.... non volevo metterti in difficoltà, scusa ancora"
    Porca paletta....mi son giocato la carriera...adesso mi dirà di calmarmi e di evitare di guardarla.
    Devo trovare una frase che mi salvi.
    Ma prima che potessi mettere insieme qualche idea, disse " Allora mi spieghi perché hanno ragione? Mannaggia a te e a quando ho accettato di cambiare lavoro, quelle hanno capito che mi piaci"
    Yes, Yes, Yes........e vai! É fatta.
    Feci gli occhioni dolci dolci come quei cucciolotti che implorano il padrone per una carezza o un po' di cibo.
    Dissi "Allora dici che si saranno accorte che anche tu mi piaci?"
    "Beh, vedi tu. È probabile. Però sta di fatto è che io sono sposata e tu lo sai. Questo non ti dice niente?"
    Per tutta risposta me ne uscii con una battuta che poteva essere una bomba a mano tirata verso me stesso.
    "Sì....che io non son geloso di tuo marito"
    Attimo di silenzio..... di quei silenzi che non sai se sono premonitori di tempeste.
    Poi, fortuna per me, scoppiò in una risata.
    "Sei un fesso. Ma un fesso carino da morire. Sappi una cosa. Se veramente sei convinto di quello che fai, dovremo essere distaccati e furbi. Altrimenti scordati di me!"
    "Son qui per farlo, non sono fesso e non voglio metterti in difficoltà. So che chi ha più da perderci in questa situazione sei tu. Ma mi piaci da morire. Sei bella ed intrigante. Una donna per cui potrei fare anche follie" L'ultima frase l'ho messa lì ad effetto.
    "Stupido ma sei proprio dolce", sorrise e mi baciò. L'uccello partì con un'erezione istantanea. Lei non se ne accorse ma io sì.
    Le misi subito le mani sulle zinne, non grandi ma belle sode. Si distaccò.
    MI disse " Non adesso. Porta pazienza. Mio marito fa il turno di notte. Dalle 22 vieni a casa mia. Dobbiamo ancora parlare Sai dove abito giusto?"
    "Sì"
    "Allora a stanotte, bamboccione, ahahahaha"
    Aprì la porta dell'auto e se ne andò.
    "Bamboccione a me...stasera ti faccio vedere" pensai.
    Sì, la sera....la passai con lei che mi faceva il terzo grado.
    Lo disse chiaro "Io mi devo fidare di te".
    Ma dopo un ora a parlare, vedendo che ero un po' spazientito, mi prese la faccia fra la mani e disse "Tranquillo, faremo quello che pensavi ma non oggi. Anche io ho voglia ma te lo avevo detto che stasera non era il caso. Ho il ciclo"
    Ahhhh, ma allora dillo subito no!!
    In effetti la settimana successiva mi diede l'appuntamento sempre per dopo le 22.
    Stavolta facemmo sesso, ma non feci una gran bella figura.
    Cosa mi stava capitando. Avevo quello che volevo. Quella donna matura tanto desiderata fin da ragazzino.
    Lei lo capì subito. E capì me. Mi insegnò tante di quelle cose che ancora adesso ne faccio tesoro.
    Cosa vuole una donna da un uomo, i punti giusti da toccare, le parole giuste da dire e sopra ogni cosa, mi insegnò come leccare una figa.
    Tutti quegli insegnamenti mi fecero diventare un buon amante. Negli ultimi tempi in cui ci siamo frequentati, la conoscevo talmente bene che la portavo ad avere anche 4-5 orgasmi a serata.
    Dove non arriva il cazzo, la lingua è perfino meglio.
    Lei fu la prima a prendermelo in bocca. Neanche glielo dovevo chiedere. MI fece venire più volte succhiandomelo ed era sempre diverso. Gran donna, gran porca, bei ricordi.
    La nostra storia durò per un anno e mezzo, poi mi licenziai e ci vedemmo sempre meno, finché non conobbi quella che sarebbe diventata mia moglie.
    Lei capì ancora e ci lasciammo con un ultima scopata, grandiosa. Quella sera mi donò la sua verginità anale.
    Mi disse che lo avrebbe dato ad una persona speciale. Quel momento era venuto.
    Quelle parole mi inorgoglirono ma non ero sicuro. In fondo non lo avevo mai fatto.
    "Perché io sì, vero?" sentenziò.
    Ed io non mi lasciai sfuggire quel momento.
    Dissi di aiutarmi ad infilarlo. Lei si bagnò quel buchetto vergine e ci appoggio la cappella. Il resto venne da solo. Non ho mai capito se le fosse piaciuto ma,egoisticamente parlando, a me sì. Gli venni dentro, in un amplesso che mai avevo provato fino a quel momento.
    Anni dopo la trovai al supermercato, io ormai sposato, e facemmo quattro chiacchiere.
    Mi confidò di avermi amato ma che sapeva che prima o poi sarebbe finita. Troppa diversità di anni ma soprattutto, io non la amavo. Mi fece pena. Si vedeva che non era felice mentre io in quel periodo le avevo regalato momenti, seppur sfuggenti, di gioia.
    Quelle parole ancora adesso le ricordo con malinconia. Io non sono mai stato capace
    di amare e di amarla.
    Comunque sia tutto era passato. Ormai avevo un'altra vita. Una moglie. Dei figli.
    Finché anche lì son riuscito a rovinare tutto poco alla volta.
    In un periodo in cui ci si ritrovava poche volte a fare l'amore, decisi di mettere un po' di pepe nel nostro rapporto dopo che una notte mia moglie mi scoprì a masturbarmi davanti ad un sito porno.
    Passo qualche giorno senza parlarci, poi la affrontai e le dissi che se ero arrivato a quel punto era perché lei non mi soddisfava sessualmente.
    La bomba era innescata. Non conoscevo gli effetti per il momento.
    Subito non mi parlò ma si vedeva che aveva accusato il colpo.
    Una sera andando a letto mi si avvicino e mi chiese scusa.
    Mai scusa fu più gradita. Passammo dei bei momenti di sesso e un giorno le proposi di guardare insieme quei siti, più per farle vedere cosa mi eccitava che per eccitarci. Lei accettò anche se un po' riluttante. Finimmo in sito di scambisti. Ridendo le dissi che mi sarebbe piaciuto vederla scopare con un altro.
    Riuscì a stupirmi dicendo che non era poi una cosa fuori dal normale.
    "Ma figurati, era una battuta" dissi.
    Ma si sa, anche nelle battute a volte il fondo di verità affiora.
    Rimuginai giorni a quello che mi aveva detto.
    Poi cominciai a frequentare alcuni siti di scambio coppie e mi feci conoscere da alcune di loro, contattandole. Spedii loro delle foto mie e di mia moglie, a volto coperto, per vedere la reazione.
    Fu buona. Chiesero un incontro per conoscerci di persona.
    Una sera mentre facevamo sesso, con lei molto eccitata, le parlai di quello che avevo fatto. Le chiesi, mentre la penetravo con veemenza, se le andava di conoscere una di queste coppie.
    Sarà stata l'eccitazione sarà stato quello che le avevo detto, ma a fine scopata si decise insieme di incontrarli. Senza impegno. Le feci delle foto nuda e le inserii nel nostro profilo che avevo creato nel frattempo.
    Incontrammo più di trenta coppie e con metà di queste ci si trovò per far sesso a quattro.
    Con la maggior parte si giocava senza scambi di partner. Con alcune invece si arrivava anche allo scambio.
    Fu un periodo bellissimo per me. Mi son fatto alcune belle gnocche. Ma c'è sempre il risvolto negativo. Una sera ci stavamo preparando per un incontro e, complice un contrattempo familiare, saltò tutto. Ma saltò anche mia moglie. Era la classica goccia che fa traboccare il vaso. Disse di non sopportare più quella vita e di averlo fatto solo per compiacermi.
    Immaginatevi come mi sentii in quel momento. Mi venne a mancare qualcosa ma il mio solito egoismo e la mia ipocrisia mi faceva vedere solo quello che volevo.
    Adesso penso di non aver capito ed amato mia moglie.
    Continuai a sua insaputa a frequentare quei siti.
    Conobbi una donna, non particolarmente attraente ma molto porca.
    Senza alcun ritegno misi al corrente mia moglie di quello che stava accadendo.
    Molte sere uscivo senza dire niente, andavo scopavo e tornavo a casa.
    Fu un periodo disastroso. Non ci parlavamo più.
    Giunsi alla conclusione che non poteva andare avanti così.
    Troncai la relazione e chiesi perdono.
    Facile a dirsi più difficile a farsi.
    Non me lo ha mai perdonato. In effetti non le si poteva dar torto.
    Non frequentai più quei siti e cercai di essere di nuovo quell'uomo che aveva conosciuto anni ed anni prima.
    Alcuni anni passati a sopportarmi ulteriormente, la convinsero che non era più il caso di continuare.
    Ora ammetto tutte le mie colpe ma non è sufficiente.
    Ma ho capito una cosa; le persone, che siano mogli, amanti, parenti, colleghi, meritano rispetto. Ancor più se ti hanno amato ed il loro amore non è stato corrisposto.
    Ora sono solo. Neanche i cani sono soli come me. Ma me lo merito tutto.
    Non sono orgoglioso di quello che ho fatto, ma forse alcune cose le rifarei, in modo diverso, ma le rifarei. Non vi dico quali, ma come nel film "Sliding doors", ne avrebbero cambiate di vite, non solo la mia.
     
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