Mia zia vuole scoparmi in bagno

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    Un’ora dopo, finito il lavoro e recuperata la bici, Marco si avviò verso casa, in salita. Il tempo era peggiorato nel frattempo, l’aria si era fatta fresca ed il cielo era completamente coperto. Lungo il viale del paese iniziò a piovigginare. All’inizio erano poche gocce leggere, ma in pochissimo diventarono un bel temporale estivo. “Il solito culo. Se non fosse per quel cavolo di PC sarei già a casa”. Mancavano ancora 5 km a casa e Marco non aveva alcuna voglia di farseli tutti sotto la pioggia. “Mi fermo a casa di zia finché non smette” pensò; sempre meglio della pioggia in fondo.
    “Ciao, entra, non disturbi, non preoccuparti” risposte gentile Elisa dalla porta. In casa Marco pensò di trovare la solita fiera di bambini (ben quattro), ma Elisa lo informò che il martedì c’era il rientro pomeridiano alle elementari e la più piccola era all’asilo fino alle 5. “Ma sei tutto bagnato!”, “Eh, purtroppo. Vado in bagno ad asciugarmi un po’, posso?”. Marco si tolse maglietta e pantaloncini, fradici. Prese un asciugamano tra quelli appesi per asciugarsi. Purtroppo anche gli slip erano fradici. Se li abbassò, per potersi almeno asciugare un po’ la pelle. Il sue pene era piccolo per via del freddo e dell’acqua. Mentre si stava strofinando tra le gambe Elisa entro in bagno, con dei vestiti asciutti in mano. “Ti ho portato questi vecchi vestiti estivi di Aldo per camb… oh scusa, non pensavo fossi tutto svestito!”. Che figura! Che cacchio di figuraccia. In piedi in centro al bagno, praticamente nudo mentre si strofinava tra le gambe, con un pisello da terza elementare. “Che bello spettacolo che devo aver dato” pensò un po’ innervosito ed ancora di più imbarazzato, guardandosi la pancia e le cosce sovrappeso nello specchio. Si era ripromesso di fare un po’ di sport da mesi, ma alla fine stava sempre a casa al PC, a studiare oppure a cazzeggiare su internet, magari facendosi una sega su qualche sito porno.
    Si mise i vestiti vecchi ma puliti di Aldo. Decise di non mettersi più gli slip, non gli andava di rimane inzuppato, e li nascose in mezzo al resto della roba bagnata. Il vero problema ora era uscire dal bagno: con che faccia avrebbe guardato la zia? Si fece coraggio ed uscì. La zia era in cucina, stava preparando il caffè. Si sedette sul divano e si misero a parlare d’altro, per fortuna. Bevve il caffè quasi senza accorgersene, preso dal discorso, mentre fuori continuava a piovere. Stava comodo nei vestiti asciutti, e sul divano tiepido. Ad un certo punto notò che la zia adocchiava di tanto in tanto i pantaloncini, per una frazione di secondo pensò di essersi versato qualche goccia di

    caffè, poi, abbassato lo sguardo, vide la sua cappella rilassata che spuntava fuori di fianco alla coscia. Oh cazzo. “Io, scusa, e che le mutande erano bagnate e così allora ho pensato ecco” cercò di dire impacciato Marco mentre tentava di coprirsi con scarso successo. Il problema era che i pantaloncini erano davvero corti e se li tirava giù uscivano i peli da sopra. La zia non ebbe tempo di rispondere che Marco era già tornato a passi lunghi in bagno. Il vero motivo per cui camminava in fretta era che il suo uccello si stava risvegliando e senza slip si sarebbe visto tutto. Nell’istante in cui vide la sua cappella spuntare e la zia che la fissava si era eccitato e non riusciva a togliersi quel momento durato una frazione di secondo dalla testa. Con solo la maglietta addosso ed i pantaloncini asciutti per terra Marco cercava le sue mutante. Dove diavolo erano finite? Mentre si guardava in torno, con il pisello quasi completamente eretto, si ritrovò a guardare sua zia sulla porta, con la borsa di nylon dei vestiti bagnati in mano. “L’avevi lasciata di fianco al divano…” disse Elisa senza finire. Marco era di ghiaccio: in piedi, con solo una maglietta corta addosso e il pene sull’attenti, davanti a sua zia, 35 anni, capelli neri, piuttosto carina, che lo fissava. Non seppe mai quanto durarono veramente quegli instanti, ma tutto diventò surreale quando si accorse che sua zia non stava uscendo dal bagno. “Sai… non sei per niente messo male li sotto”. Marco non sapeva cosa rispondere. Anche l’avesse saputo non credeva ce l’avrebbe mai fatta a parlare. Con fare tranquillo Elisa si avvicinò a lui e glielo prese in mano, facendolo sussultare. “Ho voglia di divertirmi un po’…”. Elisa si inginocchiò ed iniziò un pompino delicato ma costante. Per un po’ Marco rimase li impalato a farselo succhiare, ma dopo poco si fece coraggio e mise una mano dietro la testa della zia, che alzò lo sguardo e fece un cenno di approvazione, sorridendo con il cazzo in bocca. Che goduria, la zia lo stava proprio spompinando per bene, segandolo con le mani e leccandogli la cappella mentre succhiava. Sì rialzo ed in pochi attimi si tolse la polo che indossava, mettendo in mostra un seno di dimensioni normali, ben proporzionato in un reggiseno bianco. Marco non sapeva bene cosa fare ma lei non lasciò spazio all’esitazione, sfilandosi i jeans e reggiseno, rimanendo in soli slip bianchi. Il cazzo di Marco era di granito, gli faceva quasi male, lo sentiva pulsare in ogni centimetro. Si avvicinò, palpando le sue tette con entrambe le mani. Sentiva i capezzoli indurirsi mentre le strofinava. Elisa gli aveva ripreso il cazzo in mano e lo stringeva decisa. Letteralmente lo tirò, avvicinandosi con qualche passo al mobile, sul quale appoggiò il suo sedere. Si sfilò le mutandine (che mostravano già una piccola zona umida) e alzò una piede sul lavandino, mettendo completamente in mostra la sua figa e il suo clitoride ben visibile, con solo un cespuglietto di peli un centimetro sopra la vagina. Aveva ancora il suo pene in mano e lo appoggiò sulla sua figa dicendo “Ora tocca a te”. Marco non si fece pregare. Senza indugiare lo infilò senza fatica, grazie alle gambe divaricate. Iniziò a muoversi avanti ed indietro da in piedi, stringendo le chiappe e tenendo salda sua zia Elisa per una gamba, mentre con l’altra mano le strizzava le tette. Se la stava veramente godendo: sesso di pura eccitazione con sua zia 35enne, che nel mentre aveva iniziato ad ansimare di piacere. Pompò ancora per un minuto o due, poi la zia lo spinse indietro con una mano sulla pancia, scendendo dal mobiletto e girandosi. Aveva un culo davvero eccitante. Non era perfetto, i 2 chili in più che sua zia aveva erano proprio nelle chiappe, ma questo lo rendeva ancora più eccitante perché generoso rispetto al corpo in linea. Marco guardando in giù vedeva la figa bagnata della zia e poco sopra il suo ano chiaro, che toccava con un dito. Infilò nuovamente il suo cazzo nella passera della zia, questa volta con uno scatto deciso. Era davvero eccitato, senza più nessun ritegno. Se la stava scopando egregiamente, tenendo la presa su quel culo favoloso. Nel mentre che spingeva vedeva la faccia di sua zia nello specchio, che godeva affannata; vedeva anche le sue tette che rimbalzavano violentemente ad ogni colpo: più guardava e più si eccitava, spingendo il suo cazzo ancora più forte e facendo godere ancora di più la zia, che non riusciva davvero a trattenere il piacere e che a sua volta faceva eccitare ancora di più Marco, in una spirale senza fine. Probabilmente Marco avrebbe continuato fino a venire in quella posizione, ma la zia di nuovo lo fece fermare dicendo “Già che lo facciamo, togliamoci proprio tutte le voglie” e gli appoggiò la cappella sull’ano. “Veramente io non l’ho mai fatto, non ti farà male?” disse Marco, “Non ti preoccupare, sono talmente arrapata che potrei venire solo guardandoti”. Delicatamente Marco spinse il suo uccello nell’ano di sua zia. Non andava a fondo come nella figa, ma era comunque molto piacevole perché lo sentiva più stretto. All’inizio vide sua zia trattenere il respiro e chiudere gli occhi, ma quando fu dentro e iniziò a muoversi piano piano Elisa subito iniziò a muovere anche lei il bacino, sporgendo ancora di più il suo culo all’infuori mentre appoggiava le mani sul mobile. La penetrò per alcuni minuti, con il cazzo che ogni tanto si sfilava dal buco, ma che senza fatica veniva rimesso dentro con una mano, ogni tanto di Marco, ogni tanto dell’ancor più svelta Elisa. Sentendo che stava per venire, Marco tirò fuori l’uccello. Sua zia capì e disse provocante “Mai provato l’ebrezza di sborrare dentro la figa e goderti il piacere fino in fondo?”, “Io.. no…”, “E’ il tuo giorno fortunato allora”. Elisa si appoggiò al muro con la schiena e quando Marco fu in posizione, alzò entrambe le gambe, facendosi reggere con una forte presa per le chiappe e mettendo le mani al collo di lui. Marco dal canto suo non faticava molto, grazie al muro. Prima di infilarlo notò che ormai la figa di sua zia era davvero fradicia, poi lo spinse dentro e si mise a pompare con la testa tra le tette di lei. Dopo neanche una ventina di colpi senti che stava per venire, e iniziò ad ansimare con frequenza maggiore; sua zia abbasso una mano per sgrillettarsi forte il clitoride mentre gemeva a voce alta. Marco le sborrò dentro la figa, continuando però a pompare più che poteva. Pochi colpi dopo sua zia venne anche lei, squirtandogli sul ventre e lasciandosi scappare due urla che Marco sperò nessuno avesse sentito. Rimasero incastrati l’uno dentro l’altra ancora per un poco, mentre riprendevano fiato. Poi Marco si rivestì con i suoi vestiti ancora umidi e si avviò verso casa a temporale ormai finito, con sua zia che rimase a guardarlo dalla soglia. In fondo quel pomeriggio non era andato tanto male, pensò sorridendo mentre pedalava.
     
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