Mia cugina mi sta sul cazzo

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    Ero furioso, adirato, arrabbiato. Mia cugina Benedetta mi stava proprio sul cazzo! Era una donna arrogante, presuntuosa, il classico tipo che è tutto giusto quello che fa lei e si può sempre permettere di criticare qualsiasi cosa facciano gli altri ed è così piena di sé… Praticamente impossibile sperare in un cambiamento quando una persona ha 38 anni, ormai anche il suo compagno Cristiano avrebbe dovuto tenersela così com’era, posto che fosse riuscito a sopportarla ancora per molto. Io avevo 26 anni, abitavo in Liguria ed ero in vacanza dalle parti di Pescara, proprio dove abitavano loro. In più avevano una bambina pestifera di 10 anni che diceva più parolacce di quante ne conoscessi io e sembrava impossessata da una presenza demoniaca.
    Era solo il terzo giorno che stavo lì, ma mai mi sarei immaginato cosa sarebbe successo solo 48 ore dopo, cioè il 5 agosto. Mi ero alzato alle 9.30 del mattino, era un mercoledì qualunque e vestito con le sole mutande e canottiera, andai diretto a prepararmi il latte con i biscotti. Nonostante fosse abbastanza caldo avevo molta fame, e non badai alle proteste della vescica che chiedeva di liberarsi. Mentre versavo il latte nella tazza arrivò Benedetta che non disse una parola e mi sfilò dalla mano la mia colazione e se la pappò lei. Per il quieto vivere non dissi niente, scrollai la testa e preparai nuovamente una tazza per me. Finalmente, dopo qualche minuto, potei sedermi a tavola vicino a lei, che mi ignorava completamente intenta a mandare SMS a chissà chi, per bere il mio latte. Ad un certo punto disse continuando a guardare il suo cellulare:
    “Ti sembra questo il modo di presentarsi a colazione? Mi vuoi far vomitare?”
    “Detta, ce l’hai con me?” le chiesi con garbo.
    “Secondo te?”
    “Va bene, scusami, vado a cambiarmi subito se ti disgusto così tanto!” mi alzai e lei mi fissò con occhi che mi fulminarono, mi squadrò da cima a fondo prima che potessi dirigermi verso la mia camera ed esclamò:
    “E poi dico se non ti vergogni a ridurti in quello stato! Sei un porco schifoso!” e indicò con autentico orrore le mie mutande.
    “Accidenti, che figura di merda!” pensai, avevo un’erezione dovuta al trattenimento della pipì e questa volta non le potevo dare torto. Mi scusai con lei ma fu categorica:
    “Vergognati! Fare pensieri sporchi su tua cugina, che oltretutto è impegnata ed è in procinto di sposarsi!”
    “Ma no, figurati… è che…”
    “Silenzio! Vai in bagno a fare quello che devi fare, brutto pervertito incestuoso che non sei altro, non accetto le tue scuse.”
    Come si può stare a discutere con una persona del genere? Non si può. A

    me non era passato neanche per l’anticamera del cervello un pensiero erotico su di lei. Non che fosse un cesso, anzi tutt’altro. Però c’erano tre motivi per cui non ero per niente interessato a lei: era una rompiballe assurda, era mia cugina ed inoltre era quasi sposata. Andai in bagno, dopo due minuti uscì e andai a cambiarmi rapidamente e quando tornai in salotto notai il suo stupore sul viso. Cosa credeva, che ero andato in bagno per masturbarmi e che fossi Flash nel venire subito? Ero semplicemente andato in bagno per fare pipì e lavarmi le mani, razza di stupida imbecille. Naturalmente pensai tutto questo mentre la guardavo e mi guardai bene dal dirglielo. La giornata passò velocemente e non ci furono particolari degni di nota.
    Il giorno dopo, giovedì 4 agosto, successe un altro fatto durante il pomeriggio. Cristiano era sempre a lavorare e la babbuina… volevo dire la bambina scusate, era dai nonni. Ancora una volta mi toccava stare in compagnia di quell’arpia di Detta. Faceva ancora più caldo e lei però poteva permettersi di rimanere vestita praticamente in costume, mentre se lo facevo io “era il modo di presentarsi?”. Eravamo seduti sulle seggiole vicini al tavolo del salotto a guardare la TV, o meglio lei stava guardando le sue soap opera preferite. Gli occhi mi cascarono proprio nella sua scollatura, non penso nemmeno che ci sia niente di male nel guardare, seppure fosse mia cugina. Ma sfortunatamente, e il mio sguardo non durò più di due secondi, mi beccò.
    “Ma cosa guardi babbeo! Mi stai facendo davvero perdere la pazienza” disse Benedetta. Ah, lei stava perdendo la pazienza… questa era proprio bella.
    “Mi guardavo intorno, sai com’è, le telenovele non sono proprio il mio genere. Ti scandalizzi tanto se ti guardo, che poi non ti guardo nel modo in cui pensi tu (e forse lo speri, ma non aggiunsi questo), e poi alla TV vedi porcherie di persone che si scopano con tutti quelli del cast, forse anche con i propri parenti. E ricordati un’altra cosa bella, anche io sono fidanzato e ci tengo molto” replicai tutto d’un fiato.
    “Questo è troppo, davvero! Vattene fuori, vattene pure dove ti pare, non ti voglio più vedere qui. Stasera ne parlerò con mio marito e domani te ne vai fuori da questa casa. Qui ormai non c’è più rispetto, mettersi a guardare il seno della propria cugina e chissà a quali porcherie pensare di farci. Sparisci maniaco” urlò Benedetta. Dovetti accettare il suo “invito” di buon grado e uscì di casa, girovagando per il paese.
    Quella sera però Detta non disse proprio un bel niente a Cristiano, e volevo anche vedere. Non mi parlò più però, mi teneva il muso e inoltre si era premunita di vestirsi con una casta maglietta e pantaloncini lunghi fino al ginocchio. Mentre eravamo a tavola annunciai la mia partenza che sarebbe avvenuta il mattino seguente. Cristiano ci rimase un po’ male, mi chiese come mai visto che dal giorno successivo lui sarebbe andato in ferie e avremmo potuto andare tutti insieme al mare, babb… bambina compresa. Inventai una scusa plausibile in modo che non potesse insistere ne controbattere.
    Venerdì 5 agosto mi alzai alle 9 e feci colazione, già vestito e non in pigiama, con vescica completamente ed accuratamente scaricata, per evitare spiacevoli inconvenienti come due giorni prima. Accesi un po’ la televisione aspettando che quella boriosa si alzasse per salutarla e andarmene. Dovetti attendere mezz’ora, arrivò nervosa come non mai e quella strega, con gli occhi ancora impastati dal sonno, inciampò e mi rovesciò il latte addosso, mentre io stavo tranquillamente seduto sulla sedia. Grazie a Dio non aveva scaldato il latte, era freddo, altrimenti mi avrebbe ustionato. Perché dovete inoltre sapere che lei non faceva proprio un bel niente, non sapeva cucinare, stirare, ecc. e più di qualche volta pensai con molta malizia e cattiveria che era già un miracolo che era almeno riuscita a fare una bambina e partorirla senza cesareo.
    “E stai attento deficiente!” disse lei! Io per qualche istante mi presi un colpo, pensavo fosse bollente e poco dopo sentì che non era così. La osservai pieno di furore e stupore.
    “Ah… io deficiente? Ma se hai fatto tutto tu! Nel tuo dizionario non esiste la parola scusa? E non esiste ammettere di aver sbagliato?” ormai non ne potevo proprio più.
    “Tu mi fai paura… lo sento che mi vuoi fare del male, che mi vuoi violentare, è per questo che sono inciampata” nelle sue parole si sentiva davvero terrore, e la cosa mi fece incazzare ancor di più.
    “Ma tu sei completamente impazzita, ecco cosa c’è! Io ti voglio violentare? Ma stai scherzando? Io ti vorrei dare un pugno in faccia perché te lo meriteresti”
    Con mia incredibile meraviglia, si strappò la parte superiore del pigiama e rimase coi seni di fuori:
    “Io ora ti denuncio, dirò che hai tentato di violentarmi, di violentare tua cugina!” e si voltò per andare a prendere il cellulare in camera sua. Io mi alzai di scatto e la bloccai da dietro, la presi per i polsi e glieli misi dietro la schiena, lei cominciò ad urlare:
    “Lasciami andare, porco schifoso!”
    “Dì la verità cuginetta, la porca schifosa qui sei tu. Io penso che stai recitando, che in realtà non sai come fare per farti scopare da me.” La girai verso di me e mi sputò in faccia.
    “Mi fai schifo, l’avevo capito che sei un maniaco sessuale, e comunque se mi vuoi scopare non farlo adesso, che di là c’è mia figlia e potrebbe sentirci o vederci.” Disse Detta.
    Mentre con una mano le tenevo i polsi, e comunque lei avrebbe potuto liberarsi se voleva, con l’altra iniziai a palparle il seno, una morbida terza con bei capezzoloni turgidi.
    “Forse non lo hai ancora capito Benedetta. Io non ti voglio scopare, io te la voglio far pagare per tutte le cattiverie che mi hai fatto e penso che sia questo l’unico modo. E tua figlia quando dorme non la svegliano nemmeno le cannonate, altrimenti a quest’ora sarebbe venuta a vedere che cazzo sta succedendo.” Così abbassai la zip e tirai fuori il mio pene che era già pronto per l’uso. Le presi una mano e la portai alla base del mio uccello e le ordinai di segarmelo. Lei mi fissò negli occhi e poco dopo si sputò alla mano per lubrificare meglio il suo lavoretto là sotto. Avevo ragione, non vedeva l’ora di fare sesso.
    “Mmm che bello Detta, sei una brava segaiola!” così le presi la testa e la portai con la bocca sul mio cazzo e iniziai a scoparmela fino in fondo alla gola. Quella troia ci sapeva davvero fare, tanto stronza quanto bagascia la cugina. Si faceva scopare in bocca come la peggiore delle baldracche, e non dava nemmeno il minimo segno di conato di vomito. Mi sembrava un sogno, la mia ragazza riusciva appena a prendere la cappella in bocca, lei invece arrivava fino alle palle e me le leccava con la punta della lingua. Le tenni la testa ferma e la chiavai per un po’ in quel buco che diceva sempre cazzate o cattiverie e che era meravigliosamente fatto per accogliere un cazzo. Dopo alcuni minuti lo sfilai e mi feci succhiare le palle mentre me lo segava lei stessa. Poi si alzò in piedi e mentre me lo teneva saldamente in pugno ci dirigemmo in camera sua e chiudemmo a chiave, così la bambina se si fosse svegliata non avrebbe visto nulla. Io mi stesi sul letto e lei fece uno spogliarello per me denudandosi completamente. Aveva una bellissima fica con una riga di peli castani sopra, un fisico molto asciutto e ben tornito di carne proprio come piaceva a me.
    “Adesso ti scopo per bene” le dissi.
    “Avanti bastardo, scopami in tutti i buchi disponibili, fammi male, me lo merito!” rispose lei buttandosi all’indietro sul letto mentre io mi ero alzato. Le presi le gambe e diressi il mio cazzo dentro la sua fica calda e allagata. Mentre la trombavo lei mi fissava e sorrideva beata, continuando ad insultarmi e a gemere di piacere.
    “Lo senti il cazzo?” le chiesi.
    “Mmm, lo sento figlio di puttana, ma ne voglio di più, di più! Cambiamo posizione, tu ti sdrai e io mi impalo sopra, così lo sentirò ancora meglio” e così facemmo. E lei godeva realmente di più, perché più volte uscì da me per venire con possenti orgasmi. Dopo un po’ glielo infilai nel culo, sempre in quella posizione, e con gran sorpresa notai che aveva il canale bello largo.
    “Ah troia, chissà quanto cazzo prendi eh qui dentro!?” le dissi.
    “Siii, non ci posso fare niente se ogni volta che mi violentano vogliono il mio culo!”
    “Come ogni volta che ti violentano… non mi verrai a dire che non sono il primo?!”
    “Certo che no, idiota! Ormai ho perso il conto, con questo mio carattere sono riuscita a farmi violentare da così tanti uomini…” queste parole mi accesero ancora di più e la cavalcai con maggior tenacia tanto che le stavo per sfondare il culo. Ormai non resistevo più, ma volevo che la porca lo prendesse in bocca e succhiasse tutta la sborra. Così fece, dopo qualche minuto riprendemmo a fare sesso sfrenato in tutte le posizioni e i modi che ci vennero in mente. Una volta le venni fra le tette, un’altra nella fica e un’altra ancora nel culo. Era ormai mezzogiorno, eravamo sudatissimi e spompati ma felicemente appagati. Mentre ce ne stavamo abbracciati nel lettone, a baciarci in bocca di tanto in tanto, si sentì sua figlia che disse da dietro la porta:
    “Mamma, sei lì dentro?”
    “Sì tesoro, ti sei appena svegliata?” mentre lo diceva, Benedetta mi guardava con preoccupazione.
    “Perché hai chiuso a chiave? Sei da sola?”
    “Si, piccola!”
    “Ah! Strano, mi era sembrato di sentire quel coglione di tuo cugino”
    Detta mi guardò e sorrise, massaggiandomi proprio un testicolo, poi aggiunse:
    “Amore, ti sarai sbagliata, avrai sognato”
    “Mmm mamma, ma allora devo aver fatto il mio primo sogno strano… perché sembrava che stavate giocando a fare quella cosa che di solito dovresti fare solo con papi”
    “Ma che dici tesoro! Vai in sala che ora arrivo” e intanto mi diede un altro bacio in bocca traboccante di saliva. Le chiesi sottovoce:
    “Chi altri ti aveva violentata, troia di una cugina?”
    “Be’, non te lo vengo a dire mica a te . Accontentati che tu sei stato uno di quelli!” e mi infilò la lingua in bocca. Poi dopo qualche minuto si staccò, a malincuore per me, e aggiunse:
    “Forse è meglio che batti in ritirata, tra poco arriverà quel cornuto e sembrerà strano che non sei ancora partito.”
    “Va bene, filerò senza farmi vedere da quella piccola peste… ma prima, cara cuginetta, c’è ancora una cosa che voglio dirti” così la presi per i fianchi e le schiaffiai il mio cazzo dentro il suo culo.
    “Ah ho capito… tua cugina ti sta proprio sul cazzo vero?” domandò lei divertita.
    “Nooo, mica! Anche se così ti sto prendendo per il culo” risposi e ridemmo sommessamente.
     
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