Il Parroco

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    Quando mi fissavo con un uomo,ero tremenda era la mia preda il mio obiettivo.Tra le mie esperienze posso annoverare anche la seduzione di un giovane parroco mandato a sostituire il vecchio, ormai anziano e malaticcio. Prese servizio in autunno e da subito iniziò ad organizzare i preparativi per le prime comunioni e le cresime previste in primavera. Gli incontri con i genitori erano una routine ed io ci andavo sempre da sola. Per assolvere il percorso comunione e cresima dei figli ci vollero 4 anni e in quel lasso di tempo era una continua sfida a violare l'integrità del parroco. Il pezzo forte era quando mi confessavo. Nel segreto della confessione che avveniva in sacrestia, riuscivo a raccontargli i miei peccati elaborandoli con particolari piccanti e seducenti. La prima confessione shock che gli feci riguardava la mia continua ricerca del piacere con la masturbazione. All'inizio lui cercava di mitigare il mio peccato dicendomi che avendo un marito potevo evitare di pensarlo quando non era in casa e dedicarmi a lui quando tornava. A quel punto gli dissi che il problema era che io pensavo ad un altro e non a mio marito. Notai un rossore sconvolgente nel suo viso e per quella volta nient'altro in quanto indossava la tonaca che copriva tutto. Mi diede l'assoluzione e le penitenze in modo impacciato e per un po non avemmo modo di scambiare parola. Dopo un mese ritornai da lui per la confessione ed ebbi l'impressione che fosse più sciolto in quanto la impostò in modo amichevole. Mi chiese se i vecchi peccati mi tormentavano ancora ed io risposi che purtroppo la situazione era peggiorata. Confessai di essere attratta da un uomo e che mi masturbavo 2 o 3 volte al giorno pensandolo. Mi chiese se lo frequentavo e se lui fosse a conoscenza del mio tormento. Risposi che ci parlavo ogni tanto, che era libero ma in realtà occupato e che sapeva del mio tormento ma non immaginava che ne fosse lui la causa. La mia rivelazione gli provoco una scossa dimostrando evidenti e notevoli stati di disagi nelle parti basse, quel giorno non coperte dalla tonaca. Nonostante la mia uscita, il parroco si mostrò imparziale come se la cosa non lo riguardasse ma invece aveva capito benissimo che era proprio lui l'oggetto del mio desiderio. In quel periodo avevo un amante fisso ma contrariamente alle altre volte che ero sostanzialmente “fedele” al mio amante, quella volta riusci a pensare sessualmente contemporaneamente a due persone diverse. Dopo quell'episodio il parroco cercò di coinvolgere sempre più i genitori nel percorso formativo dei figli. Organizzava incontri, cene benefiche nell'oratorio e qualche gita di un giorno nella regione. Durante l'ennesima
    confessione gli confidai che ormai ero perdutamente attratta dall'uomo che mi induceva in peccato ma che lui non mi dava l'opportunità di osare. La sua risposta da prete fu impeccabile e mi consigliò di porre fine al tormento in qualche modo. Da uomo di chiesa mi diede un consiglio ambiguo. Dovevo porre fine al tormento non pensandoci più???? O dovevo porre fine al tormento dichiarandomi apertamente????
    Nella settimana successiva il parroco organizzò un ritiro spirituale di due giorni in un convento al quale erano invitati a partecipare anche i genitori. Lui sapeva benissimo che sarei andata da sola e quella fu l'occasione che non intendevo farmi scappare. Sapevo che mi desiderava da morire in quanto quando mi parlava notavo un bozzo sotto i suoi pantaloni che cercava di coprire inutilmente con le mani. Il giorno del ritiro arrivò e ad aderire fummo per lo più le mamme e un paio di papà. Arrivati in convento i ragazzi furono sistemati in camerate, divise per sesso, di 10 posti letto ed i genitori ci sistemammo in celle singole che erano utilizzate dai frati di clausura. La prima sera di ritiro si concluse con una cena nel refettorio a base di brodo di verdure ed una veglia di preghiera fino a mezzanotte durante la quale chi voleva poteva confessarsi per poter prendere la comunione durante la messa prevista all'alba. Quando venne il mio turno recitai come al solito la mia parte , confessando i miei tormenti e la sensazione che quella notte sarebbe stata ancora più insonne. Il parroco mi dette l'assoluzione e ci ritirammo nelle nostre cellette per riposare 4 o 5 ore prima della messa all'alba. Dopo 10 minuti sentì dei rumori fuori dalla porta e mi precipitai a vedere chi era. Affacciatomi sull'uscio vidi il parroco che stava trasportando una damigiana di vetro verso il refettorio e mi offri di aiutarlo prendendo da un manico. Dopo averla sistemata su un tavolo tornammo verso le celle e invece di proseguire per raggiungere la mia spinsi il parroco dentro la sua mentre mi stava augurando la buonanotte e chiusi il chiavistello dall'interno. Il parroco era visibilmente confuso ed era rimasto imbambolato al centro della celletta. Mi fiondai su di lui come un'invasata spogliandolo della tonaca e di tutto quello che portava di sotto. Lo spompinai con gusto facendogli provare piaceri e sensazioni a lui sconosciute e non dovetti impeganrmi più di tanto per portarlo all'erezione in quanto aveva già il cazzo turgido. Riuscì a tenerlo duro allo stesso modo per tutte le 4 ore che fummo insieme. Aveva una resistenza incredibile e mi confessò che forse era dovuta al fatto che praticando autoerotismo da quando era adolescente in seminario aveva imparato a controllare le sue pulsioni. Lui non immaginava che un uomo normale, con tale tecnica, poteva far impazzire una donna. Cercai di insegnarglielo io e sfruttai quella potenza e virilità facendomi scopare in tutte le posizioni possibili comandandolo ed istruendolo a dovere sui movimenti che doveva fare per farmi godere. Furono due notti di fuoco alle quali ne seguirono altre nel corso del percorso formativo dei miei figli.....
     
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