La mia prima sega

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    La mia prima sega
    Avevo sedici anni, un corpicino già formato, totalmente inesperta sul sesso. Sì avevo visto delle immagini, qualche film porno, mi ero anche eccitata, ma un cazzo vero, di un ragazzo, non l’avevo mai visto. Le mie amiche avevano già avuto qualche esperienza, qualcuna aveva anche perso la verginità, i loro racconti mi incuriosivano e immaginavo di essere io la protagonista.
    Avevo tanti ragazzini che mi giravano intorno, spesso sul treno che portava a scuola, nella ressa qualcuno approfittava per strusciarsi farmi sentire il contatto, però nulla di serio. Un giorno capitò nella classe un nuovo compagno, molto carino, nacque un’amicizia e si creò un feeling particolare, non stavamo “insieme” ma trascorrevamo tante ore in compagnia e studiavamo a casa mia. era molto carino, gentile, ovviamente mi ero accorta che a lui piacevo tanto anche se lui, nonostante i suoi 17 anni, era molto timido e non faceva alcuna avances, però mi rendevo conto che quando era con me si eccitava, a volte lo sorprendevo mentre mi guardava il seno. Lo confesso, mi masturbavo pensando a lui. Pian piano la confidenza aumentò e dopo lo studio, a volte facevamo la lotta, lui era molto più forte, mi immobilizzava e con la scusa di tenermi ferma mi piazzava il suo coso lì, lo sentivo eccitato e cercavo di immaginare come fosse. mi piaceva sentirlo, entrambi facevamo finta di giocare senza dare atto che stava diventando giochino sessuale. Nella lotta capitava che mi metteva pancia in giù e sopra di me, con il suo coso duro a contatto con le natiche, diceva: “ti arrendi?” Ed io: “mai!” e facevo movimenti per liberarmi che non facevano altro che aumentare l’eccitazione, il contatto. In un’occasione addirittura raggiunsi l’orgasmo, anche se credo non se ne sia accorto.
    Capitò che invece di studiare a casa mia quel giorno, andammo a casa sua, eravamo soli, dallo studio al gioco il passo fu semplice e sul suo letto lo strusciamento più pressante ed invadente. Mi scappo di dire mentre sentivo il suo coso premere proprio lì: “ti sei dimenticato qualcosa in tasca”, la frase scaturì una risata scema da parte di entrambi, però gli diede modo di replicare: “hai ragione forse dovrei toglierla”. Cosi dicendo, si alzò e, mentre io guardavo ipnotizzata, si slaccio la cintura , sbottonò il pantalone, tirò la zip e…. il suo cazzo usciva dagli slip, troppo ridotti per contenerlo tutto, finalmente vedevo il mio primo cazzo, ero rimasta semplicemente ipnotizzata, non mi resi neanche conto che si era avvicinato e mi aveva preso la mano e portata lì, mi trovai ad accarezzarlo, mi sembrava enorme, era semplicemente normale, ma a me sembrava enorme. Piano piano la mia mano, con
    naturalezza, come se lo avessi sempre fatto, andava su e giù, lo sentivo fremere, sentivo le pulsazioni, la sua eccitazione, mi piaceva, ero eccitata anche io, lui cercò di portare la mano sulla mia patatina, lo bloccai: “No. Non voglio!”, dissi e continuai, lui si rassegno a godere solo quello che gli stavo facendo, che non gli dispiaceva affatto. avevo in mano il suo cazzo, era mio, ci stavo giocando, gli stavo procurando piacere, mi eccitava vederlo spuntare dal mio pugno chiuso, quando la mano andava giù, la pelle tutta tirata, il frenulo teso, la vena ingrossata a dismisura. Avrei voluto toccarmi anche io, forse se avesse insistito mi sarei fatta accarezzare anche da lui, forse. Mentre la mia mente fantasticava, la mia mano sente i sussulti, non mi rendevo conto di cosa stava succedendo, sentivo i suoi gemiti, il suo irrigidimento e … il suo cazzo, come una bottiglia di champagne, eruttava il seme con schizzi che andavano da tute le parti, impiastricciandomi anche la mano; una fitta mi dava il segno che la mia eccitazione aumentava sempre più, mentre il mio sguardo incontrava il suo sguardo che in quel momento era da ebete. Andammo in bagno, davanti al lavabo, volli pulirlo io, godendomi ancora il suo contatto, mi pulii per bene la mano e pulimmo con dei fazzolettini il risultato dell’operazione. Si era fatto tardi ormai, un bacio e tornai verso casa, il tempo di arrivare, salire in camera mia e subito, distesa sul letto, la mia mano sulla passerina eccitata; mi masturbai pensando a quel cazzo che avevo avuto nelle mani e raggiunsi un orgasmo diverso dal solito. Avevo comunque maturato l’idea che era giunto il momento di perdere la mia verginità. Ma questa è un’altra storia …
     
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